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Silenzio stampa


In Brasile, il presidente Bolsonaro ha scelto la linea dell’omertà sul coronavirus. Il servizio di Fabio Piccolino.

Il governo brasiliano ha deciso di non pubblicare più i dati totali relativi ai contagi e ai decessi da coronavirus, dando notizia soltanto dei bilanci giornalieri. Una presa di posizione che impedisce di avere un quadro complessivo e che secondo molti, rappresenta un tentativo dell’amministrazione di nascondere il reale impatto della malattia. Con oltre 677 mila casi accertati, il Brasile è il paese più colpito dal Covid-19 dopo gli Stati Uniti, anche se sin dall’inizio i dati raccolti sono stati considerati parziali e poco affidabili. Lo stesso presidente Bolsonaro, del resto, ha più volte minimizzato l’epidemia, schierandosi contro il distanziamento sociale e le misure restrittive necessarie al contenimento del virus.

Vietato dissentire


Nel giorno del trentunesimo anniversario delle proteste di piazza Tienanmen, il parlamento di Hong Kong ha approvato un provvedimento che rende illegale ogni manifestazione di disprezzo nei confronti dell’inno nazionale cinese, con pene fino a tre anni di carcere. Si tratta del primo passo verso la controversa legge sulla sicurezza nazionale che nelle scorse settimane ha causato molte contestazioni.

Controlli zero


Secondo le Nazioni Unite, il sistema sanitario dello Yemen è al collasso: in questo contesto è praticamente impossibile attuare misure preventive contro l’epidemia di Coronavirus. Oxfam lancia l’allarme, ricordando la quasi totale mancanza di test non solo tra la popolazione, ma anche nelle poche strutture sanitarie in funzione. L’impatto della pandemia, unita a fame e guerra, potrebbe essere devastante.

Un Paese a rischio


Si moltiplicano gli allarmi sul Venezuela che sembra non avere strumenti per affrontare la pandemia. Il servizio di Fabio Piccolino.

Secondo un Rapporto pubblicato da Human Rights Watch, il sistema sanitario venezuelano è impreparato ad affrontare l’epidemia di Coronavirus. In molti ospedali del paese infatti manca acqua corrente, sapone, misure protettive e personale sanitario; inoltre i dati relativi al contagio non sono affidabili sia perché non ci sono abbastanza test, sia perché il governo sta ostacolando la diffusione delle notizie relative al virus e alle carenze del sistema medico. Nel 2019, secondo il Global Health Security Index, il Venezuela era al 180esimo posto su 195 per la capacità di contenere il diffondersi di un’epidemia.

Non solo Minneapolis


Ormai esplode la rabbia in tante altre città americane dopo l’uccisione di George Floyd. Il servizio di Fabio Piccolino.

Non si placano negli Stati Uniti le proteste della comunità afroamericana dopo l’uccisione di George Floyd da parte della polizia. Un caso che ha fatto esplodere rabbia e risentimento e che ha radici profonde, che vanno ricercate nelle disuguaglianze del sistema americano, che finiscono quasi sempre per penalizzare i neri. Le manifestazioni e i disordini intanto si registrano in tutto il paese: sono circa 1400 le persone arrestate finora, 345 nella sola New York, dove si indaga su un video che mostra una camionetta della polizia che investe una folla di manifestanti. E in almeno 25 città in 16 stati è stato imposto il coprifuoco. A gettare benzina sul fuoco le parole di Robert O’Brien, consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, che ha negato l’esistenza di un “razzismo sistematico” negli Usa, affermando che la polizia è danneggiata da “poche mele marce”.

Black Lives Matters


Non si placa negli Stati Uniti la mobilitazione contro la violenza della polizia dopo il caso della uccisione dell’afroamericano George Floyd a Minneapolis, in Minnesota. Numerose le manifestazioni di piazza, per lo più pacifiche, e gli appelli sul web, per chiedere giustizia e rispetto delle regole.

Dietro le sbarre


In Colombia è allarme per la situazione delle carceri, in cui il sovraffollamento sta portando a un aumento dei contagi e dei decessi da Coronavirus. La diffusione della malattia e la preoccupazione dei detenuti per le proprie condizioni di salute ha causato rivolte in diversi istituti penitenziari, provocando la morte di oltre venti persone.

Senz’acqua non si ferma


Action Aid promuove una campagna per l’accesso alle risorse idriche in Kenya per impedire la diffusione del Coronavirus. Ai nostri microfoni Daniele Lodola, responsabile dei progetti internazionali dell’organizzazione. (sonoro)

Il privilegio dei vaccini


L’epidemia sta sconvolgendo le procedure di vaccinazione sia nei paesi poveri, sia in quelli ricchi, mettendo i bambini di tutto il mondo a rischio di malattie come difterite, morbillo e poliomielite. Secondo Unicef, OMS e Gavi, l’Alleanza per i vaccini, occorre intervenire tempestivamente per evitare che la lotta contro una malattia ne faccia riemergere altre.

Proteste pacifiche


Cresce la tensione nelle strade di Hong Kong. Le organizzazioni per i diritti umani difendono chi manifesta contro Pechino. Il servizio di Fabio Piccolino.

“La legge per la sicurezza nazionale proposta dalla Cina è un terribile attacco ai diritti umani e le proteste pacifiche contro questo provvedimento non possono essere considerate un crimine”: è la posizione di Amnesty International Hong Kong in merito alla situazione incandescente delle ultime ore, che ha portato all’arresto di circa 180 persone. Le nuove disposizioni aumenterebbero il controllo di Pechino sulla regione, prendendo particolarmente di mira il movimento di protesta che nei mesi scorsi ha chiesto con forza maggiore autonomia e democrazia dal governo cinese. Secondo l’organizzazione “tentare di reprimere i manifestanti non porterà stabilità ma solo più rabbia nelle strade”.