Archivi categoria: Internazionale

Vietato manifestare


“Liberate subito le persone arrestate ad Hong Kong”: è la presa di posizione dell’Unione Europea contro il fermo di oltre 50 attivisti pro-democrazia incriminati per aver violato la nuova legge sulla sicurezza nazionale. Un’azione che secondo la Ue  rappresenta un messaggio preciso: “Il pluralismo politico nella regione non è più tollerato”.

In pericolo


La situazione dei migranti in transito in Bosnia e Erzegovina è insostenibile: lo denuncia Caritas Italiana che teme il rischio di una catastrofe umanitaria. Alla già precaria condizione dei richiedenti asilo infatti si aggiungono sia il peggioramento delle condizioni meteo, che i continui trasferimenti in strutture dove mancano le condizioni minime per una sopravvivenza dignitosa.

Al freddo


L’inverno in Afghanistan rappresenta una dura minaccia per i bambini. Il servizio è di Fabio Piccolino.

Oltre 300 mila bambini in Afghanistan sono senza abbigliamento invernale e riscaldamento adeguato per fronteggiare l’inverno, in un paese dove le temperature possono arrivare fino a -27 gradi nelle zone più fredde.

È l’allarme lanciato da Save The Children per una situazione che rimarrà critica almeno fino al mese di marzo. Con le scuole chiuse a causa della pandemia da Coronavirus, per molti minori unica fonte di calore durante l’inverno, e le case distrutte dal lungo conflitto, per centinaia di migliaia di persone l’arrivo della stagione fredda rappresenta una minaccia un più alla sopravvivenza. La situazione più critica è per chi è costretto a vivere nei campi, dove si rischiano fame e malattie, compreso il Covid-19.

Senza libertà


Si è aperto a Shenzen, in Cina, il processo contro dieci attivisti pro-democrazia accusati di aver tentato di fuggire da Hong Kong in motoscafo durante un’azione repressiva del governo nello scorso agosto. Gli imputati subiscono le conseguenze della nuova legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino per limitare le manifestazioni di dissenso.

Ordinaria ingiustizia


L’Arabia Saudita ha condannato una delle più importanti esponenti per i diritti delle donne per le sue battaglie di libertà. Il servizio è di Fabio Piccolino.

Loujain Al-Hathloul, una delle più importanti attiviste per i diritti delle donne in Arabia Saudita, è stata condannata a 6 anni di reclusione con l’accusa di terrorismo. La 31enne si trova già in carcere per le sue battaglie, come quella per permettere alle donne del Regno di guidare un’autovettura. E anche durante la detenzione ha portato avanti le proprie idee attraverso scioperi della fame, denunciando il sistema giuridico e penale, spesso pagandone le conseguenze in termini di abusi e violenze.

Secondo Human Rights Watch questa condanna equivale a dichiarare al mondo che l’attivismo per i diritti delle donne è un atto di terrorismo. Si tratta di un’ipocrisia incredibilmente forte.

 

Bavaglio sociale


Le organizzazioni della società civile sono in pericolo in Turchia a causa di una nuova legge. Ce ne parla Fabio Piccolino.

Il Parlamento turco ha approvato una legge che rafforza il controllo del governo sulle fondazioni e sulle associazioni e che secondo gli attivisti per i diritti umani, limiterebbe le libertà delle organizzazioni della società civile.

La nuova norma infatti consentirà ad Ankara di intervenire sulle organizzazioni accusate di terrorismo, sospendendone le attività e sostituendone i membri: nel corso degli anni tuttavia, il governo di Recep Erdoğan ha utilizzato il pericolo del terrorismo in maniera strumentale, indagando e condannando migliaia di oppositori politici, attivisti, giornalisti e membri di organizzazioni professionali.
L’impianto legislativo è inoltre contestato perché viola il principio di presunzione di innocenza, punendo persone che non hanno ancora ricevuto una condanna.

Release G-20


Rinegoziare il debito dei paesi poveri e collegarlo agli obiettivi di sviluppo sostenibile: è l’iniziativa di Link 2007 sostenuta da alcuni parlamentari europei. Il servizio di Fabio Piccolino.

Ventotto europarlamentari hanno deciso di sostenere l’iniziativa dalla rete di Ong Link 2007 “Release G20” chiedendo alla Commissione Europea che, per contrastare le conseguenze economiche della pandemia di Covid-19, il debito dei Paesi poveri venga rinegoziato e collegato agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

La decisione del G20 di sospendere il pagamento del debito per 76 Paesi in via di sviluppo o a basso reddito è stata il primo passo: adesso – si legge nella lettera indirizzata alle istituzioni europee – c’è bisogno di fare un ulteriore step, per evitare il collasso delle economie più fragili e allo stesso tempo promuovere investimenti per una ripresa che sia sostenibile da un punto di vista sociale e ambientale.

Primo passo di civiltà


È il giudizio del Coordinamento nazionale Comunità di accoglienza riguardo alla conversione in legge dei nuovi decreti sicurezza. Secondo l’organizzazione si tratta del punto di partenza di un percorso di riconoscimento dei diritti delle persone migranti e di superamento degli approcci di tipo securitario. Plauso anche da parte di Acli e Arci.

La libertà che scotta


Aumentano repressioni, minacce e arresti di giornalisti. Il servizio di Fabio Piccolino.

Nel corso del 2020 almeno 387 persone che lavorano nel settore dell’informazione sono state arrestate: sono i dati del rapporto annuale di Reporter Senza Frontiere, che da 25 anni monitora lo stato della libertà di informazione nel mondo. Il paese meno sicuro per i cronisti è la Cina, che nel corso dell’anno ha condannato 117 giornalisti, seguita da Arabia Saudita, Vietnam e Siria.

Complessivamente, il numero di donne detenute è cresciuto del 35% rispetto all’ultima rilevazione, mentre sono oltre cento gli operatori dell’informazione arrestati in relazione alla copertura mediatica della crisi sanitaria tuttora in corso.  Secondo Reporter Senza Frontiere, “L’alto numero di giornalisti incarcerati in tutto il mondo riflette le attuali minacce alla libertà di stampa”.

Messaggio a Joe Biden


L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione sulla moratoria universale della pena di morte: si tratta di un documento promosso ogni due anni da un gruppo di Paesi tra cui l’Italia e che vede in prima linea organizzazioni come Sant’Egidio, Amnesty e Nessuno Tocchi Caino. Negli Stati Uniti intanto aumentano le pressioni sul presidente eletto affinché questa pratica venga definitivamente abolita.