Il quarto anniversario della guerra in Yemen è coinciso con il bombardamento di un ospedale di Save The Children. L’ordigno, esploso a pochi metri dalla struttura, ha causato la morte di sette persone, tra cui quattro bambini. Dall’inizio del conflitto i raid aerei sono stati circa 19mila: nel paese 10 milioni di minori non hanno accesso a cure mediche adeguate.
In cerca di verità
La Procura di Roma è in attesa di una risposta dalle autorità kenyote dopo l’invio di una rogatoria internazionale in relazione alla vicenda di Silvia Romano, la volontaria milanese di 23 anni rapita il 20 novembre scorso mentre si trovava nel villaggio di Chakama. A piazzale Clodio si indaga per sequestro di persona per finalità di terrorismo.
In ginocchio
Dopo la devastazione del ciclone Idai, che ha causato circa 700 vittime, il Mozambico è in piena emergenza. Il racconto di Gabriele Santi, capo progetto di Medici senza Frontiere nel Paese africano. (sonoro)
Europa senza tetto
Presentata a Bruxelles la relazione sull’esclusione abitativa di Feantsa e Fondation Abbé Pierre. Le stime parlano di 70mila clochard che dormono in strada o in alloggi di emergenza ogni notte. In dieci anni sono aumentati del 70%.
Quattro anni di morte
Nonostante i ripetuti appelli, in Yemen la guerra non si ferma e le vittime aumentano di giorno in giorno. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)
Crimini del diritto internazionale: sono quelli documentati da Amnesty International nello Yemen, a quattro anni dall’inizio del conflitto. Tutte le parti in conflitto infatti, continuano a infliggere sofferenze inimmaginabili alla popolazione civile: attacchi indiscriminati, detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, maltrattamenti, torture, aggressioni sessuali e l’imposizione di restrizioni sulla circolazione di beni e aiuti essenziali. Secondo l’organizzazione, che chiede da tempo la sospensione delle forniture di armi alla coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, “La comunità internazionale deve raddoppiare gli sforzi per assicurare che i civili siano protetti, che gli ostacoli all’assistenza umanitaria siano rimossi e che l’impunità per crimini di guerra e violazioni dei diritti umani abbia fine”.
A secco
Oggi è la giornata mondiale dell’acqua. La ricorrenza, istituita nel 1992, quest’anno affronta il tema “della conservazione e ripristino del ciclo delle risorse idriche. Intanto, nel mondo, è sempre più allarme water grabbing. Come denuncia il giornalista ambientale Emanuele Bompan (sonoro)
Nulla da festeggiare
In occasione del World Down Syndrome Day 2019, al via oggi la campagna di sensibilizzazione. L’iniziativa vuole denunciare quanto ancora siano lontani gli obiettivi di pieno rispetto dei diritti e uguale accesso alle opportunità per tutte le persone con sindrome di Down e chiedere di non lasciare nessuno indietro.
Allarme umanitario
Sono oltre un milione e mezzo le persone colpite dal ciclone Idai che si sta abbattendo in questi giorni su Mozambico, Malawi e Zimbabwe. Secondo dati Onu e fonti governative ufficiali sono almeno 150 le vittime del disastro, molte delle quali nella città di Beira, dove operano i volontari dell’ong italiana Medici con l’Africa Cuamm.
Stop violence
La Nuova Zelanda si prepara ad una stretta sul possesso di pistole e fucili dopo l’attentato nelle moschee di Christchurch costato la vita a 50 persone. Nel Paese è in vigore una legislazione molto flessibile che si è tentato invano di modificare, più volte negli scorsi anni, a causa dell’opposizione delle lobby delle armi e della caccia.
I rischi del mestiere
Nella cooperazione internazionale i pericoli maggiori sono quelli della vita quotidiana. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)
I cooperanti italiani adottano efficaci misure di sicurezza: lo dimostrano i dati raccolti da Siscos – Servizi per la cooperazione internazionale, che spiegano come i rischi maggiori siano quelli di tutti i giorni, come malattie generiche e infortuni da caduta. L’organizzazione, che offre assistenza assicurativa ad oltre 300 realtà tra cui 125 ong, pubblica ogni anno il dossier “Un mestiere difficile”, da cui emerge che sono molto rari infortuni o morti legate al rischio guerra e malattie dovute a patologie tropicali, ma sono molto più diffusi problemi gastrointestinali, respiratori o incidenti generici. Sul tema della sicurezza, Siscos ha avviato nel 2017 il progetto “Parti col piede giusto”, per sensibilizzare chi parte per missioni umanitarie e attività di solidarietà internazionale.