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La mano del boia


Da quando è stata eliminata la moratoria sulla pena di morte in Pakistan nel 2014, sono state effettuate 500 esecuzioni. Secondo la ong Justice Project Pakistan (JPP), il paese ha il numero di detenuti condannati alla pena capitale fra i più alti del mondo a causa dei reati per cui è prevista, come la blasfemia, il sequestro di persona e il traffico di droga.

Verso la libertà


Amnesty International ha sollecitato le autorità egiziane a dare immediatamente seguito alla decisione di un tribunale del Cairo che ha disposto la fine della detenzione preventiva di Amal Fathy, accusata di terrorismo. La donna dovrà presentarsi diverse volte in una stazione di polizia, in attesa della nuova udienza prevista il 26 dicembre.

Un mondo alla rovescia


Violazioni dei diritti, riduzione in schiavitù, razzismo e mancato rispetto del pianeta. Tutto nero su bianco nel Rapporto sui diritti globali. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

In cattiva salute


Un giudice federale del Texas ha stabilito che la riforma sanitaria voluta dall’ex presidente Usa Barack Obama  incostituzionale. La decisione finirà probabilmente alla Corte Suprema e potrebbe cancellare il sistema che oggi garantisce assistenza sanitaria a milioni di americani. Annunciato il ricorso di alcuni governatori Democratici.

Solidarietà sotto l’albero


Ebola in Congo, Oxfam lancia la raccolta fondi a Natale. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

Una nuova epidemia del virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo ha già causato 280 vittime. Un’emergenza che si somma ad una situazione già molto critica per il paese africano, in cui 13 milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari per la propria sopravvivenza, a causa della scarsità di cibo e quasi nessun accesso all’acqua pulita, conseguenza di una lunga e sanguinosa guerra civile. E’ per questo che Oxfam ha lanciato in questi giorni una campagna di raccolta fondi a sostegno delle comunità più vulnerabili. “I nostri operatori” ha spiegato il responsabile dell’ufficio umanitario dell’organizzazione, Riccardo Sansone, “lavorano per purificare l’acqua, costruiscono latrine e installano cisterne, ma soprattutto fanno formazione sulle pratiche igieniche per impedire il diffondersi delle epidemie”.

Un brutto accordo


Con 474 voti favorevoli, 152 contrari e 40 astenuti, il Jefta, trattato commerciale tra Europa e Giappone, è passato all’Europarlamento. “Una plenaria alle soglie delle elezioni ha dunque deciso ancora una volta di dare priorità al volere delle grandi imprese transnazionali, agli interessi dei big dell’agricoltura industriale e della finanza”, il commento di Monica Di Sisto della ong Fairwatch. Ai nostri microfoni. (sonoro)

Al gelo


151mila bambini vittime delle guerre in Medio Oriente stanno rischiando la vita per il freddo. E’ l’appello di Unicef, che riguarda soprattutto la situazione in Iraq, dove l’inverno è rigido e caratterizzato da forti piogge e neve. Le famiglie sfollate vivono sotto la soglia della povertà, in alloggi non riscaldati o nei campi profughi senza un riparo adeguato.

Prove di speranza


Dal prossimo febbraio partirà in Siria il primo corso triennale in Terapia occupazionale, con docenti italiani e siriani, per la riabilitazione e l’inserimento nella società e nel mondo del lavoro di persone con disabilità, grazie ad un’intesa tra l’Università di Latakia e quella di Modena. All’iniziativa contribuiranno anche gli ingegneri che hanno progettato le protesi di Bebe Vio e Alex Zanardi.

Non proprio tutti


Oltre 160 Paesi hanno sottoscritto in Marocco l’accordo per la gestione delle migrazioni sulla base di principi condivisi, tra i quali l’impegno a garantire a tutti accesso a servizi di base. Tra le nazioni che non hanno aderito figurano Stati Uniti, Australia e Italia.

Mare chiuso


Medici senza frontiere e Sos Mediterranee costrette a fermare le missioni di salvataggio. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

Dall’inizio della propria attività nel febbraio del 2016 ha salvato la vita a oltre 30 mila persone nelle acque tra Libia, Italia e Malta, ma dopo mesi di ostilità e di accuse, la nave Aquarius di Medici Senza Frontiere ha deciso di chiudere le operazioni di ricerca e soccorso.
Una scelta drastica ma inevitabile che avrà come conseguenza l’aumento dei morti in mare, già oltre 2.100 dall’inizio di quest’anno. Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere, ha spiegato cosa significa la fine dell’attività dell’Aquarius: “Mancanza di assistenza salvavita in mare, bambini, donne e uomini respinti nell’incubo della detenzione arbitraria in Libia senza alcuna concreta speranza di poter fuggire, la creazione di un clima che scoraggia qualunque nave dal rispondere all’obbligo di salvare vite in pericolo”.