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Nuova carneficina


In Siria un attacco con armi chimiche provoca oltre cento morti. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

Cento le vittime, tra cui donne e bambini, del sospetto attacco chimico che, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, è stato condotto nei giorni scorsi nella cittadina di Duma, a est di Damasco dal governo siriano. Per la Sams, una ong statunitense, oltre 500 persone presentano sintomi di una esposizione ad un agente chimico. Conferma della strage è stata data anche dai white helmets, gruppo di soccorritori e attivisti che operano in quelle zone a difesa della popolazione. Ma la Siria respinge l’accusa definendola una fake news strumentale per impedire la ripresa delle operazioni contro l’Isis. Sull’argomento è intervenuto anche Papa Francesco, chiedendo la fine degli stermini e l’apertura della via dei negoziati.

Credit: EPA/STRINGER

La salute non è in vendita


È questo il messaggio della mobilitazione internazionale, in occasione della Giornata mondiale di domani dedicata al diritto alle cure. Un’occasione per ribadire maggiori investimenti in un’assistenza sanitaria di qualità e accessibile a tutti. Ancora oggi metà del pianeta non è in grado di ottenere i servizi di cui ha bisogno.

Myplan


È il nome della app per smartphone e tablet che aiuta le donne a prendere coscienza e a denunciare casi di violenza subiti nella vita di coppia o da ex partner. Kenya, Ghana e Somalia saranno i primi Paesi africani dove approderà la nuova applicazione.

Soccorrere non è reato


Una durissima lettera aperta firmata da 29 accademici europei contro l’Italia. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

Continua a far discutere il caso della nave della ong spagnola Open Arms che nei giorni scorsi si è rifiutata di consegnare alla guardia costiera libica 218 persone salvate in acque internazionali. Dopo l’accusa nei confronti del coordinatore e del capitano della barca di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina arriva un appello di 29 docenti universitari europei: “la crescente fermezza con cui l’Italia espone le persone a gravi violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità”, si legge, “richiede un’azione immediata della comunità internazionale”. I firmatari della lettera chiedono al Consiglio di sicurezza Onu e alla Corte penale internazionale di chiarire le responsabilità dell’Italia nel promuovere e rafforzare i rimpatri in Libia. Comportamento, questo, che viola il diritto internazionale secondo cui i comandanti delle navi hanno l’obbligo di assistere le persone in difficoltà in mare e di portarle in un luogo sicuro.

Pianeta armato


Dal 2003, i trasferimenti internazionali di armi da guerra sono in aumento in tutto il mondo. In testa alla classifica ci sono Usa e Russia. Ma nella Top Ten stilata dallo Stockholm International Peace Research Institute un posto è riservato all’Italia.

Basta bombe italiane ai sauditi


Ong e associazioni pacifiste lanciano un appello al nostro Parlamento riportando l’attenzione sul disastro umanitario in Yemen perpetrato anche con armi made in Italy. Ai nostri microfoni il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury. (sonoro)

Cimitero Mediterraneo


Meno sbarchi ma più morti. L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni rende noti i dati degli arrivi dalle coste del nord Africa direzione Europa. Nonostante il calo dei flussi, nei primi mesi dell’anno il numero delle vittime è aumentato del 75%.

Infanzia negata


Per sfuggire alla fame vanno incontro a traffico di essere umani, rischi sanitari e reclutamento da parte di gruppi armati. È ciò che accade ai 300.000 minori che lasciano il Venezuela per raggiungere la Colombia, secondo l’ultima denuncia di Save the children. Nel Paese guidato da Maduro, che si appresta alle elezioni presidenziali, ogni settimana muoiono per malnutrizione cinque/sei bambini.

Confini minati


80 milioni di euro dell’Unione europea sono stati usati da Ankara per l’acquisto di mezzi militari blindati, apparecchi per la sorveglianza e navi per il pattugliamento delle frontiere per evitare l’arrivo dei migranti. A rivelarlo è un’inchiesta dei media danesi a due anni dalla firma dell’accordo, fortemente criticato dalle ong, tra l’Ue e Turchia per stabilizzare la rotta migratoria dei Balcani.

Bombe silenziose


Tre anni fa iniziava la guerra in Yemen. Tra le più crudeli e meno conosciute al mondo. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

A tre anni dall’inizio della guerra civile in Yemen il conflitto non dà segni di regressione e tutte le parti continuano a infliggere enormi sofferenze alla popolazione civile. Lo denuncia Amnesty International, che riporta i dati dell’Ufficio per il coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite: oltre 20 milioni di persone nel Paese hanno bisogno di assistenza ed è stato registrato oltre un milione di casi di colera. L’associazione per i diritti umani denuncia le violazioni del diritto internazionale da parte di tutti i partecipanti al confitto e i trasferimenti di armi alla coalizione a guida saudita. Oltre a Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Spagna, c’è anche l’Italia, da cui continuano a partire bombe prodotte nello stabilimento in Sardegna.