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Senza pietà


Dall’inizio dell’anno Boko Haram ha preso d’assalto e distrutto 1100 scuole in Nigeria, Niger, Camerun e Ciad. A denunciarlo è l’inviato speciale per l’Onu Toby Lanzer, che ha spiegato come l’istruzione ritenuta filo-occidentale sia uno degli obiettivi primari del gruppo terroristico. I raid e le violenze hanno causato fino ad oggi due milioni e 600 mila sfollati nella regione.

Diritti minori


In occasione della giornata dell’infanzia, Unicef Italia lancia una petizione per i bambini in pericolo. Dall’inizio del 2014 30 milioni hanno lasciato le proprie case a causa di guerre, violenza e persecuzioni. La campagna prosegue fino a Natale e chiede tra l’altro protezione da violenze e sfruttamento e maggiori fondi per i rifugiati in Europa.

Voglia di ricominciare


Dopo gli attentati di venerdì, Parigi è una città ferita che prova però a rialzarsi. La testimonianza dalla capitale francese della giornalista Valentina Clemente. “Parigi è una città ferita che però sta comunque cercando di reagire. Il fatto di essere andati tutti a Place de la République è stato veramente un segno della voglia di ricominciare. Tutta l’Europa che si sente in pericolo, anche il fatto che ci sia stata una ragazza che come me era qui per motivi di lavoro e studio che è rimasta uccisa, Valeria, ti da veramente il senso di come sia fragile questo momento storico.”

Pugno duro


Amnesty International denuncia l’uso della tortura in Cina come pratica diffusa contro oppositori politici, attivisti sociali, legali e testimoni. Secondo gli autori del Rapporto “No end in sight”, non si tratta di casi isolati, ma di una realtà diffusa in tutto il Paese come strumento di coercizione o per estorcere confessioni.

Sulla pelle dei migranti


Si conclude oggi a La Valletta il summit tra le istituzioni europee e i rappresentanti dei 35 stati africani per la gestione dei flussi. Un tavolo senza prospettive per mancanza di una chiara volontà politica. Come racconta ai nostri microfoni padre Mussie Zerai, dell’Agenzia Habeshia. “Sarebbe stato utile e bello che questi paesi che si sono messi insieme a dialogare, l’avessero fatto per la ricerca di soluzioni dei problemi che causano questi esodi. Invece non si parla di questo, si parla di accordi di riammissione, di respingimenti, di come impedire l’arrivo di queste persone verso l’Europa, in cambio di dare qualche spicciolo e chiedere anche qualche accordo di affare o come sfruttare meglio i giacimenti o le risorse naturali di questi paesi.”

Senza riparo


Cento milioni di persone rischiano di finire sotto la soglia di povertà entro il 2030 a causa dei cambiamenti climatici. A dirlo un rapporto appena pubblicato dalla Banca mondiale. L’impatto più pesante riguarda agricoltura, salute e lavoro con un netto peggioramento delle condizioni di vita a causa di carestie e alluvioni.

Aria pesante


Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, nel 2014 sono stati superati i record sulle emissioni nocive. La notizia arriva a poche settimane dalla Conferenza sul Clima di Parigi, da molti ritenuta decisiva per le sorti del pianeta, e da cui ci si aspetta una sostanziosa riduzione dei gas serra.

Sos Yemen


Continua nel Paese una guerra ormai fuori controllo. Il servizio di Fabio Piccolino. “Nello Yemen si continua a morire. Negli ultimi due giorni 50 persone hanno perso la vita negli scontri tra la coalizione araba e i ribelli. E’ l’ennesimo atto di una guerra da troppo tempo ormai fuori controllo, che ha registrato finora 4 mila morti e oltre 20 mila feriti. Un conflitto che ci coinvolge da vicino, perché tra i fornitori di armi dell’Arabia Saudita c’è anche l’Italia: una situazione che Amnesty International e Rete Disarmo, non hanno esitato a definire “inaccettabile”. Solo pochi giorni fa un raid aereo ha distrutto un ospedale di Medici Senza Frontiere: l’associazione umanitaria è intervenuta duramente, sottolineando come senza la garanzia che le strutture civili siano risparmiate dai bombardamenti, sia impossibile continuare a lavorare.”

Un esodo senza precedenti


L’Unione europea per la prima volta fa i conti con l’emergenza profughi. La Commissione stima che entro il 2017 arriveranno sul vecchio continente oltre 3 milioni di richiedenti asilo. Associazioni e ong chiedono a Bruxelles una politica basata sull’accoglienza e non sui muri e sulle quote.

Pugno duro


Cinquantotto licenziamenti e due arresti di giornalisti. Sono i primi atti del presidente Erdogan, fresco vincitore delle elezioni in Turchia. Secondo Reporter senza frontiere siamo di fronte ad un attacco violento della libertà di pensiero. Ascoltiamo il presidente italiano dell’associazione, Mimmo Càndito. “La vittoria schiacciante di Erdogan gli dà la possibilità di muoversi con assoluta libertà, praticamente senza controlli e mettere un bavaglio o comunque influenzare o condizionare o reprimere i percorsi della libertà di stampa quale che essa sia, cioè giornali, la televisione, la radio, ma anche gli stessi blog. Teniamo conto che la Turchia è il paese nel quale c’è il più alto numero di giornalisti in galera ed è il paese che negli ultimi mesi ha registrato il licenziamento di mille giornalisti, proprio per pressioni del potere politico.”