È la campagna lanciata da Oxfam due anni dopo il sanguinoso colpo di stato in Repubblica Centrafricana. La situazione umanitaria è ancora oggi drammatica: nel 2014 un bambino al giorno è rimasto ucciso o mutilato e oltre due milioni di persone hanno urgente bisogno di assistenza.
Un altro mondo è possibile
Con una grande marcia dei popoli contro il terrorismo si è aperto il Social Forum di Tunisi. Dalla capitale tunisina il commento di Sergio Bassoli, portavoce Rete della Pace.
Ebola, un anno dopo
Secondo Medici senza frontiere oltre 500 gli operatori sanitari morti per colpa del virus. Secondo l’associazione umanitaria urgente ripristinare l’accesso ai servizi sanitari. Per dichiarare la fine dell’epidemia, infatti, è necessario identificare ogni singola persona che sia stata in contatto con un malato.
Rubinetti chiusi
750 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e oltre due miliardi non possono contare su servizi igienico-sanitari. Il servizio di Fabio Piccolino.
Si è celebrata ieri in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sulla sua importanza come bene comune vitale per l’umanità e per il pianeta.
750 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e oltre due miliardi non possono contare su servizi igienico-sanitari, concentrate per lo più in Africa sub-sahariana, Cina, India, e in molte zone di guerra.
L’occidente da parte sua, ne consuma più di quanto immaginiamo: un recente studio infatti ha dimostrato che molta acqua viene utilizzata per produrre cibi: fino a quindicimila litri per un chilo di carne.
Il futuro non è roseo: entro il 2050 la domanda diacqua nel mondo aumenterà del 55%.
Ebola, l’emergenza non è finita
Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’epidemia di Ebola, che nei mesi scorsi ha causato oltre diecimila vittime tra Guinea, Liberia e Sierra Leone, non è ancora conclusa.
L’Oms riferisce che attualmente il contagio è confinato in un corridoio geografico piuttosto ristretto, ma c’è ancora il rischio di nuovi focolai.
La Liberia non è ancora ufficialmente fuori dal contagio, poiché è necessario che siano passati 42 giorni dall’ultimo caso; dopo 20 giorni senza nessun nuovo ammalato, qualche giorno fa c’è stato un nuovo caso a Monrovia.
In Guinea ci sono stati 95 nuovi contagi, in Sierra Leone 55.
Intanto la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità è nella bufera: alcuni documenti infatti dimostrerebbero che l’Oms ha rinviato per due mesi l’annuncio dell’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale temendo di danneggiare le economie dei Paesi coinvolti.
Direzione Kobane
La cooperativa sociale Noncello è in viaggio nel Kurdistan turco. L’obiettivo non è raccontare la guerra ma conoscere la società curda così da costruire una vera cooperazione internazionale per il superamento dei conflitti e dei confini. Il diario è consultabile sul sito nelpaese.it.
Vince la paura
Israele sceglie nuovamente Benjamin Netanyahu. Un voto che rischia di isolare ancora di più il Paese dalla comunità internazionale. Il commento di Nurit Peled-Elhanan, attivista israeliana per i diritti umani. (sonoro)
Un business senza crisi
È quello del commercio di armi nel mondo. Il servizio di Fabio Piccolino.
In fuga
Sei milioni di persone in Colombia hanno abbandonato le loro abitazioni a causa di un conflitto che dura da più di mezzo secolo. L’agenzia Onu per i rifugiati riferisce che si tratta della peggiore crisi di sfollati e rifugiati al mondo dopo quella siriana, per la quale è più che mai urgente trovare una soluzione basata sui diritti umani.
Amazzonia, nasce il corpo speciale contro il disboscamento
Combattere il disboscamento illegale della foresta amazzonica: questo l’obiettivo della nuova Compagnia per le operazioni ambientali brasiliana, un corpo di polizia speciale che impiegherà 200 agenti in diversi punto strategici della regione.
Il provvedimento mira a contrastare un fenomeno in preoccupante aumento negli ultimi anni: secondo l’organizzazione ambientalista Imazon, nel 2014 sono stati rasi al suolo 402 km quadrati di foresta, il 290% in più rispetto al 2013, per destinare il terreno ad altro uso.
Greenpeace ha denunciato nei mesi scorsi il traffico illegale di legname nello stato del Parà, tagliato illegalmente e traferito per seere lavorato ed esportato in Europa, Cina, Giappone e Stati Uniti.
La creazione del nuovo corpo speciale prevede un investimento di circa dieci milioni di dollari.