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Fine di un incubo


L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara conclusa l’epidemia di Ebola. Il servizio di Fabio Piccolino. “Per la Liberia è la fine di un incubo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato conclusa l’epidemia di ebola, che ha colpito 10 212 persone, causando 4 573 decessi. Quarantedue giorni senza casi registrati era un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa. Un risultato che però deve essere raggiunto al più presto anche da Guinea e Sierra Leone, devastate dal virus. Secondo Maria Teresa Cacciapuoti, capomissione di Medici Senza Frontiere in Liberia, è un risultato che potrebbe cancellarsi in un istante. Adesso i bisogni sanitari devono diventare la priorità e la comunità internazionale deve sostenere i paesi colpiti nella ricostruzione di un Sistema Sanitario Nazionale forte e accessibile, con adeguate risorse umane e materiali.”

Lo svantaggio urbano


È il focus di quest’anno del Rapporto di Save the children sullo stato delle madri del mondo. Un approfondimento sulla forbice tra i bambini più poveri della città e i più ricchi, in termini di sopravvivenza e accesso alla salute. Valerio Neri, direttore generale dell’associazione. “La situazione nelle città del mondo in via di sviluppo, ma non solo, sta diventando particolarmente dura per le persone, le mamme più povere. Siamo andati ad indagare la situazione nelle città povere: abbiamo visto che a parità di città, e quindi di luogo comunque disagevole per chiunque vi viva, bambini e mamme povere hanno mediamente nel mondo due volte di più la possibilità che il bambino da 0 a 5 anni muoia.”

Solo macerie


A due settimane dal terribile terremoto che ha sconvolto il Nepal sono ancora diversi i villaggi isolati e migliaia le persone senza casa. Come racconta da Kathmandu Andès Weisz di Medici senza Frontiere.

Stop ai bambini soldato nella Repubblica Centrafricana


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I capi di otto gruppi armati della Repubblica Centrafricana si sono impegnati a liberare migliaia di bambini soldato e  garantire il ritorno a casa dei ragazzi già impiegati in operazioni militari.
Ad annunciarlo è l’Unicef, che stima i minori tra i 6.000 e i 10.000: oltre a quelli impegnati nei combattimenti, costretti ad uccidere e a rischiare la vita, ci sono anche quelli utilizzati per fini sessuali, quelli messi a lavorare nelle cucine, o come  messaggeri.
La vicenda dei bambini-soldato è uno degli aspetti più critici della guerra in Centrafrica, in uno scontro che va avanti da quasi due anni tra le milizie cristiane e quelle musulmane. Secondo UNHCR, i rifugiati nei paesi vicini sono 460 mila, mentre le persone che necessitano di aiuti umanitari sono quasi tre milioni.
La liberazione di questi minori rappresenta una conquista importante, ma sarà fondamentale il loro reinserimento nella società: è necessario che ci siano  famiglie pronte ad accoglierli, un aiuto psicologico e pedagogico e la possibilità di avere mezzi di sostentamento per sopravvivere.

“Morte ovunque”


Il terrore e le sofferenze insopportabili costringono molti abitanti di Aleppo a vivere sottoterra per sfuggire agli incessanti bombardamenti aerei. Nel nuovo rapporto di Amnesty International  il racconto dei crimini di guerra e delle violazioni commesse ogni giorno nella città siriana.

Usa e getta


In alcuni quartieri di Baltimora il tasso di mortalità infantile è più alto che in Cisgiordania, Honduras o Venezuela. A rivelarlo è un’inchiesta del Washington Post in cui sottolinea le forti disuguaglianze sociali in alcune zone degli Stati Uniti dovute all’indigenza e alla difficoltà d’accesso alle cure.

La più grande crisi dimenticata


È quella della Repubblica Centrafricana. Il servizio di Fabio Piccolino.

Quella della Repubblica Centrafricana è la più grande crisi dimenticata del nostro tempo.
Due anni dopo l’inizio del conflitto, sono 460 mila i rifugiati nei paesi vicini, mentre le persone che necessitano di aiuti umanitari sono quasi tre milioni.
Fino ad oggi, la risposta dai paesi occidentali non è stata in grado di fermare le violenze, né di garantire la  sicurezza dei profughi e di sostenere i bisogni umanitari della popolazione.
Secondo l’Agenzia Onu per i Rifugiati tuttavia, il lavoro delle Ong ha permesso di compiere importanti passi in avanti: proprio per questo “non possiamo permettere che queste conquiste siano vanificate dalla mancanza di fondi e di sostegno”.

Due pesi e due misure


Due pesi e due misure. Le persone gay possono essere escluse dalla donazione di sangue perché a rischio di trasmissione di Aids. Fa discutere la sentenza della Corte di giustizia europea in merito alla legge francese che impone questo divieto dal 1983. Secondo i giudici però si deve fare tutto il possibile per eliminare la discriminazione in base all’orientamento sessuale.

In macerie


In macerie. In Nepal i morti causati dal terremoto sono più di diecimila. Nel Paese asiatico è lotta contro il tempo per portare aiuti umanitari. Piuttosto critica è la situazione per oltre un milione di bambini. Come racconta, ai nostri microfoni, il portavoce dell’Unicef Andrea Iacomini.

Un’altra Ferguson


Gli Stati Uniti tornano a fare i conti con l’odio razziale. Dopo l’ennesima morte di un afroamericano, Freddie Gray, a seguito di un arresto della polizia, la protesta della comunità nera si accende a Baltimora. Una situazione molto tesa che mette ancora una volta il razzismo al centro del dibattito.