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Pedalate di Pace


Pedalate di Pace. Anche quest’anno si svolgerà la biciclettata organizzata dal Coordinamento “La Pace in Comune” in collaborazione con Acli Milano e Mani Tese. Appuntamento domenica alle 12 in piazza Duomo. Si festeggerà anche il nobel della Pace assegnato proprio oggi all’Unione Europea.
 

 

Sos cibo


Sos cibo.  Nel 2012 ancora 870 milioni di persone nel mondo, vale a dire un essere umano su otto, sono gravemente sottonutrite. Di queste la quasi totalità vive nei Paesi in via di sviluppo, e rappresenta il 15% della popolazione complessiva. Sono i dati del nuovo Rapporto sulla Fame nel mondo dell’Onu, elaborato dalla Fao.

Speranza capitale


Speranza capitale. In occasione della decima Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty International ricorda che nell’ultimo decennio il mondo ha fatto passi avanti significativi, ma che la sfida dei paesi mantenitori resta forte. Dal 10 ottobre 2003, 17 paesi sono diventati abolizionisti per tutti i reati, portando a 140 il numero delle nazioni che non ricorrono più alle esecuzioni.
 

 

Indifesa


Indifesa.  È la campagna contro gli abusi sui minori promossa da Terres de Hommes. Che lancia l’allarme: dalle 4319 vittime minorenni del 2010 si è passati alle 4.946 del 2011, quasi il 15% in più. L’iniziativa punta alla tutela dei diritti delle ragazzine in Italia e nel mondo. L’associazione finanzierà progetti di assistenza e prevenzione di violenze e discriminazioni.

La Perugi-Assisi si fa in 4


La Perugi-Assisi si fa in 4.  La pace comincia dalle nostre città. Con questo slogan migliaia di persone hanno partecipato ieri alle marce di Forlì, Lodi e Crema. E il 14 ottobre si replica a Milano. Flavio Lotti, coordinatore Tavola della pace. 

Verso il Primo marzo 2013


A Modena a parlare di migranti. Partono domenica dall’Emilia, una serie di appuntamenti che si svolgeranno poi in diverse città italiane, in concomitanza con il Forum Social in programma in Marocco. Molti i temi in agenda, primo dei quali la grave situazione dei Cie di Modena e Bologna.

Sos Libia


Sos Libia. Nessuno dei profughi arrivati via mare dal nord Africa rimarrà senza protezione. E anche chi ha visto rifiutata la domanda d’asilo, non sarà espulso. Lo ha deciso l’esecutivo, che per ogni migrante pagherà 46 euro al giorno. Il 31 dicembre scade però lo stato di emergenza dichiarato dal governo Berlusconi. A quel punto salterà la copertura finanziaria per i profughi che rischieranno così la clandestinità.

Nulla di fatto?


Nulla di fatto?. Giù il sipario sul Forum Internazionale della cooperazione. Nonostante l’ottimismo del ministro Riccardi, sono molte le ong deluse dalla kermesse milanese. “Si è discusso più del passato che del futuro”, commenta il presidente della Fondazione Coopi, Claudio Ceravolo. Più duro il giudizio dell’Associazione Amici dei Bambini: “Fare più cooperazione ma senza soldi è una barzelletta”.

Senza conflitti


Senza conflitti. Si celebra oggi la Giornata Internazionale della Nonviolenza, indetta dall’Onu. Nel giorno della nascita di Gandhi, anche in Italia verranno organizzati una serie di incontri e iniziative. Il Movimento Nonviolento, in collaborazione con la Rete Italiana Disarmo, chiede al nostro Governo il taglio delle spese militari, la rinuncia dei cacciabombardieri F-35.

Fuga per la libertà


Sempre più profughi escono dalla Siria per paura e disperazione. Il servizio da Arsal, a pochi chilometri dal confine siriano, è di Sonia Grieco. “Sono almeno 5mila i profughi siriani arrivati negli ultimi mesi ad Arsal, città libanese a 10 chilometri dal confine della Siria. Alcuni sono ospitati dalle famiglie libanesi, altri si sono sistemati in 16 moschee in disuso e rimesse a posto dalle organizzazioni umanitarie. 120 persone hanno trovato rifugio in una ex scuola. Condividono 7 bagni e pagano un affitto di centro dollari al mese. La maggior parte è arrivata a pieda da Hama e da Homs. Negli ultimi 18 mesi oltre un milione e mezzo di persone sono scappate dalla Siria e circa 75mila sono arrivate in Libano. Soltanto lo scorso luglio il governo di Beirut ha consentito all’ alto Commissariato Onu per i Rifugiati di lavorare in questa zona ma non tutti i profughi sono stati registrati, molti di loro temono ritorsioni contro i familiari rimasti in Siria”.