“La lotta al coronavirus non può essere a discapito dei malati di mente”. Lo scrivono in una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro della Sanità Roberto Speranza e ai presidenti delle Regioni, le associazioni che si occupano di salute mentale. L’emergenza ha messo in ginocchio i centri e i servizi che già erano ridotti al minimo e privi di risorse.
In Calabria stop alla riforma del welfare: l’ultimo episodio di una serie lunga vent’anni
Ci risiamo. La Regione Calabria blocca, ancora una volta, la riforma del welfare nel proprio territorio. Neanche il tempo di insediarsi che il nuovo Consiglio regionale, riunito per la prima volta dopo le elezioni del 26 gennaio, ha deciso la retromarcia sulla attuazione della Legge nazionale di riforma del settore Politiche Sociali risalente all’anno 2000. La denuncia arriva direttamente dalla Conferenza Permanente incaricata in materia con una nota firmata da Gianni Pensabene, presidente Consulta del Terzo settore e da Franco Mundo, Presidente Consulta Autonomie Locali. “Con incredulità e preoccupazione – si legge nel comunicato – apprendiamo che nella prima seduta del Consiglio regionale della Calabria, dedicata secondo prassi consolidata allo svolgimento di aspetti formali e importanti, sia stato inserito e approvato un ordine del giorno che invita la Giunta regionale a predisporre apposito provvedimento di modifica o di revoca della delibera di Giunta regionale n.503 del 2019 con la conseguente sospensione della esecutività del regolamento regionale n.22/2019”.
Il percorso normativo per la riforma del welfare calabrese sembrava giunto a compimento nel novembre dello scorso anno, quando in extremis la Giunta, presieduta da Mario Oliviero, aveva deliberato positivamente prima della sua scandenza. Già allora, il provvedimento era maturato a seguito di un tortuoso iter legislativo. Del resto, la Calabria rimane ancora l’unica Regione italiana a non aver attuato la Legge nazionale di riferimento, la legge quadro n.328 del 2000, che riforma il sistema del welfare nazionale. E dopo vent’anni il nodo resta ingarbugliato. “Peraltro – proseguono Pensabene e Mundo – l’ordine del giorno non ha tenuto in alcuna considerazione il lungo lavoro svolto dalla Conferenza Permanente regionale sulle politiche sociali (Organismo rappresentativo delle Autonomie Locali e dei soggetti del Terzo Settore), istituita ai sensi della L.R. 23 del 2003, che nel 2019 ha approvato all’unanimità il Regolamento Attuativo che l’ordine del giorno indica di sospendere o revocare”.
Si tratta dunque di un vero e proprio cambio di direzione, già manifestato in precedenti occasioni. Un avviso in questo senso era già arrivato ad inizio mese quando la sezione calabrese dell’Anci, Associazione Nazionale Comuni italiani, per mano del suo vicepresidente vicario Francesco Candia aveva fatto pervenire una nota alla neo governatrice Jole Santelli chiedendo l’immediata sospensione della riforma sulle politiche sociali. In quel caso lo stesso Pensabene, portavoce del Forum Terzo settore Calabria, aveva replicato avvertendo che sarebbe stata una catastrofe visto che diverse realtà del terzo settore calabrese si erano adeguate alle nuove disposizioni effettuando investimenti rilevanti. Anche per questo nuovo tentativo di stop all’iter legislativo Pensabene, insieme a Mundo, torna sull’argomento: “Siamo preoccupati per la possibilità che una decisione con carattere di retroattività possa dare origine a contenziosi tra la Regione e le realtà del Terzo Settore, che avevano già adeguato le proprie strutture e assunto nuove unità lavorative per come previsto dal Regolamento attuativo del D.G.R. sopra richiamato. È per tale motivo – proseguono – che chiediamo con forza alla Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore al ramo, di avviare, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, una immediata interlocuzione con la Conferenza Permanente sulle Politiche Sociali, che secondo obbligo di legge è costituita dalla Consulta delle Autonomie Locali composta dai Sindaci dei comuni capofila di Ambito e dalla Consulta del Terzo Settore della Calabria”.
Peraltro questo nuovo episodio di un caso tutto calabrese, l’ultimo di una serie lunga vent’anni, si colloca in uno scenario di piena emergenza per l’intero Paese. Il Coronavirus sta lentamente annientando le difese del territorio nazionale e anche la Calabria potrebbe presto ritrovarsi in balia della crisi sanitaria. In un quadro del genere un sistema di welfare moderno e funzionale sarebbe un’arma potentissima, soprattutto a vantaggio della parte di popolazione calabrese meno abbiente e più a rischio. Lo ricordano anche Gianni Pensabene e Franco Mundo a margine della loro nota: “ci saremmo francamente aspettati che nel momento in cui il Paese è investito da una tragedia epocale nella quale soccombono le fasce più vulnerabili e fragili della popolazione, si fosse data precedenza assoluta a provvedimenti di salvaguardia di migliaia di anziani, disabili e altri utenti, ospitati anche nelle 404 realtà che fanno parte del Terzo Settore calabrese”.
di Pierluigi Lantieri
Aiuti indispensabili
In questa emergenza, il Terzo settore è rimasto e rimarrà al fianco dei cittadini e delle istituzioni svolgendo la sua opera preziosissima nella sanità, raccolta del sangue, trasporto dei malati, ma anche aiuti ad anziani, disabili e alle persone più fragili, accoglienza per i senza dimora, minori e stranieri. Tutto questo non può più essere dato per scontato. Servono provvedimenti mirati. È l’appello del Forum del Terzo Settore.
Distantimavicini
La campagna di sostegno ai Centri per l’assistenza delle persone con SLA, SMA e distrofie muscolari – nel servizio di Anna Monterubbianesi.
In Italia le 40.000 persone colpite da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), SMA (Atrofia Muscolare Spinale) e distrofie muscolari possono contare sui Centri Clinici NeMO, specializzati nella loro assistenza. Per sostenerli in questo momento di emergenza AISLA, UILDM e Famiglie SMA lanciano la campagna di raccolta fondi #distantimavicini perché continuino la loro attività di presa in carico e protezione per i più fragili. Ascoltiamo il commento di Massimo Mauro, presidente di AISLA, che ci racconta le iniziative prese dall’associazione. (sonoro)
Sotto lo stesso tetto
Vivere insieme fa bene e funziona, soprattutto in questo periodo difficile: parola di Abitare solidale, il servizio di coabitazione promosso da Auser. L’aiuto reciproco, la compagnia, la condivisione rendono più leggera per tanti anziani la vita di tutti i giorni. Ed è anche un’efficace alternativa a badanti e a strutture residenziali extra ospedaliere.
Aiuti per l’Italia
Maschere chirurgiche, guanti, tute e occhiali protettivi, camici e termometri. Sono in arrivo per il nostro Paese e per gli operatori sanitari in prima linea grazie all’impegno dell’UNICEF che con il supporto del Governo italiano, del Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri, e della Protezione Civile individuerà le strutture sanitarie delle aree dove c’è più necessità.
“L’unione fa… l’acquisto”
Grazie ad Auser, Forum Terzo settore e Centro servizi di volontariato Volabo, a Bologna un servizio di spesa e farmaci a domicilio per anziani e persone più fragili, per chi ha bisogno di assistenza, o per persone con disabilità che devono a maggior ragione evitare di uscire dalla propria abitazione.
Informare tutti
Assogenerici e Cittadinanzattiva lanciano la campagna “Perché nessuno resti escluso”, con l’obiettivo di fornire a tutte le comunità presenti nel nostro Paese informazioni in lingua madre su come evitare comportamenti pericolosi e contribuire allo stop della diffusione del coronavirus. Un video in 11 lingue riassume le indicazioni essenziali.
Stay at home. Quédate en casa. Restez chez vous. Diversa la forma, invariata la sostanza. L’appello di restare nelle proprie abitazioni, tradotto nelle diverse lingue, è apparso negli ultimi giorni sui profili social di Assogenerici e Cittadinanzattiva, le due associazioni che insieme all’azienda medica “Equivalente” si sono poste l’obiettivo di tutelare i diritti di quella grossa fetta di popolazione proveniente dall’estero. Un’iniziativa che porta alla ribalta le istanze dei 5,3 milioni di stranieri regolari in Italia (secondo l’ultimo rapporto Istat datato 1° gennaio 2020). E il numero sarebbe ancora più elevato se coinvolgessimo nel conteggio anche i circa 966 mila non registrati, secondo i dati al 1° gennaio 2019 raccolti dalla Fondazione Ismu. Un totale di 6,3 milioni di abitanti che vivono nel nostro Paese, ai quali devono essere garantiti gli stessi diritti della popolazione italiana. Uno su tutti: “la pari dignità sociale davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Si tratta dell’articolo 3 della nostra Costituzione, in base al quale non solo viene sancita la lotta a qualsiasi forma di disuguaglianza tra i membri della società civile, ma soprattutto diventa “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.” Ecco,in un periodo di emergenza sanitaria in cui vengono contratte alcune libertà della Carta per limitare gli effetti del Coronavirus, altri diritti come la tutela delle minoranze linguistiche (art.5 – Costituzione) oppure l’informazione per tutti (art. 21 – Costituzione) assumono ancora più importanza. È all’interno di questo quadro normativo che s’inserisce la campagna social “Perché nessuno resti escluso”. Difendere le fasce di popolazione soggette ad un minore flusso di notizie e, allo stesso tempo, amplificare il messaggio per la prevenzione del virus. “In un momento come questo – ha dichiarato Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva – tutte le iniziative volte a sostenere le azioni legate al #iorestoacasa sono fondamentali per cercare di contribuire attivamente allo stop alla diffusione del coronavirus. La campagna di Assogenerici, a cui abbiamo immediatamente aderito, va esattamente in questo senso, aiutando anche i cittadini, presenti sul nostro territorio, che possano avere ancora difficoltà linguistiche”. Infatti, oltre alle già citate lingue (inglese, francese e spagnolo) la campagna sarà declinata anche in portoghese – brasiliano, rumeno, arabo, russo, filippino, punjabi, hindi e bengalese. Attraverso dei video pubblicati sui profili Facebook e Twitter delle associazioni coinvolte saranno riassunte con vivacità e animazione le indicazioni diffuse in questo periodo su come difendersi dall’epidemia: dal lavaggio delle mani, alla distanza di sicurezza e ai numeri d’emergenza da chiamare in caso di necessità. “A causa dello stato di confusione nel quale viviamo – ha spiegato Enrique Häusermann, presidente Assogenerici – ci è parso giusto diffondere informazioni sui comportamenti corretti per sconfiggere questa emergenza anche alle persone che non conoscono bene la lingua italiana e che possono avere contatti carenti con i servizi di assistenza sanitaria”. Proprio per far giungere gli ultimi aggiornamenti ad una più ampia platea di lingua madre straniera, nei video già pubblicati la comunità viene invitata a inoltrare le comunicazioni ricevute. In questo, le piattaforme social, dove i filmati vengono resi pubblici, potranno favorire una maggiore propagazione del messaggio. Basta un “click” per condividere il video sul proprio profilo e all’interno di una chat tra amici. Sarà possibile farlo almeno fino a fine aprile, termine provvisorio della campagna, utilizzando anche gli hashtag #iorestoacasa e #stopcovid19. Tra tutela dei diritti e difesa dal virus l’obiettivo è unico: fare rete attraverso la rete.
di Pierluigi Lantieri
Rimettere in circolo
In piena emergenza coronavirus, alla vigilia del lancio del programma europeo di Green deal, diventano centrali nel nostro Paese anche le scelte produttive che riducono gli impatti ambientali e climatici. Il servizio di Paolo Andruccioli.
E’ stato presentato questa mattina in diretta streaming il secondo Rapporto sull’economia circolare in Italia a cura del Cen, il network promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da 14 imprese e organizzazioni di impresa. Focus di quest’anno è l’approfondimento sulla bioeconomia rigenerativa, elemento centrale in questo settore perché può contribuire sia a consolidare il futuro di comparti già di successo, come l’agroalimentare, sia ad aprire nuove prospettive, in particolare col rilancio di siti e di attività industriali dismesse su territori considerati marginali. Ascoltiamo il presidente Edo Ronchi. (sonoro)
Coronavirus? Colpa dell’inquinamento
È la tesi della Società di medicina ambientale che ha esaminato e incrociato i dati relativi all’emergenza in atto con i casi di contagio riportati dalla Protezione Civile. La maggiore virulenza è nelle regioni a più alto tasso di inquinamento da pm10. Secondo lo studio, questa sarebbe la ragione della maggiore velocità del virus nella Pianura Padana.