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La storia di Valentina Petrillo, diventerà presto un film


E’ la prima atleta paralimpica transgender italiana. Oggi scenderà in pista a Jesolo nei Campionati paralimpici di atletica leggera organizzati dalla Fispes. E la velocista ipovedente T12 gareggerà per la prima volta nella categoria femminile, dopo aver corso in quella maschile. La sua storia verrà raccontata nel film documentario “5 nanomoli – Il sogno olimpico di una donna trans”.

Il film, attualmente in lavorazione, è prodotto da Etnhos e da Gruppo Trans, con il sostegno di Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti e Arcigay- Associazione Lgbti italiana. Il film viene sviluppato con la consulenza di Joanna Harper, studiosa canadese, autrice di numerosi studi sugli atleti transgender, e con il coinvolgimento di organizzazioni statunitensi, tra le quali la rivista Outsports, che si occupano della corretta rappresentazione delle persone trans nei media.

Sentiamo le sue parole, a poche ore dal debutto sui 100 metri tra le donne.

Di corsa per la memoria


A Cesenatico è tutto pronto per la nona edizione della Maratona Alzheimer, che quest’anno si svolgerà a distanza, a causa delle restrizioni per l’emergenza sanitaria. Chiunque, fino al 21 settembre, potrà percorrere in autonomia quanti più chilometri riesce, in marcia, di corsa e anche in bicicletta. Obiettivo: raccogliere un milione di chilometri, tanti quanti sono in Italia i malati affetti da demenza

Una marcia fino al santuario della Madonna di San Luca di Bologna, per contribuire attivamente alla ‘raccolta chilometri’ solidale con la Maratona Alzheimer. E’ quella portata a termine dalla sottosegretaria al ministero della Salute, Sandra Zampa, che ieri è partita dal centro di Bologna per raggiungere il santuario, ‘regalando’ i chilometri percorsi alla manifestazione di sensibilizzazione sui diritti delle persone con Alzheimer e demenza.

La ‘scalata’ di Zampa arriva pochi giorni dopo l’impresa di Romano Prodi che, sempre per la stessa causa, sabato ha raggiunto il passo dello Stelvio in bicicletta. La Sottosegretaria Zampa parteciperà, venerdì 11 settembre, alle ore 10.30 (Cesenatico, Museo della Marineria) ai lavori di apertura della Maratona e dell’Alzheimer Fest: quest’anno infatti le due manifestazioni si svolgeranno insieme. E intanto a Cesenatico, grazie al lavoro dei volontari, è tutto pronto per il taglio del nastro della nona edizione della Maratona Alzheimer che si svolgerà da venerdì 11 fino a domenica 13 settembre.

Ma non finisce qui perché chiunque, dall’11 al 21 settembre, Giornata Mondiale Alzheimer, potrà percorrere in autonomia quanti più chilometri riesce, in marcia, di corsa e anche in bicicletta: tutti i chilometri andranno ad aggiungersi ai 700mila già raggiunti dai partecipanti dalla prima edizione, del 2012, fino ad oggi. L’obiettivo è tagliare il traguardo di 1 milione di chilometri: un milione, tante quante sono in Italia le persone affette da questa malattia.

Infine da Cesenatico le bandiere chilometriche di Maratona Alzheimer, posizionate a segnalare il percorso dei 42 km degli scorsi anni, raggiungeranno diverse piazze d’Italia attraverso la collaborazione con numerose Associazioni Alzheimer Italiane: il week-end del 19-21
settembre, attraverso il progetto della Maratona diffusa ci saranno, sparse per il nostro paese, numerose postazioni informative, con focus sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione della malattia. La prima bandiera sarà posizionata a Cesenatico, l’ultima a Roma. Sul sito www.maratonaalzheimer.it ci si potrà iscrivere all’evento e contribuire, con una donazione minima di 10 €, ad un grande progetto solidale che farà bene a chi corre, pedala o marcia e aiuterà a sostenere i progetti di assistenza e ricerca. Per non dimenticare chi non riesce più a ricordare.

“La storia in bici”


Oggi fa tappa in Piazza Duomo ad Orvieto il viaggio cicloturistico da Cuneo a Napoli che promuove la storia e la cultura italiane. Questa edizione è sotto il segno di Totò e del suo “sono un uomo di mondo, ho fatto tre anni di militare a Cuneo”, che ne rappresenta il viatico gentile e solidale, per un’iniziativa che avvicina i due poli d’Italia, tra sport e cultura, con visite a luoghi storici del Paese.

Si tratta della quarta tappa (Siena-Orvieto) del viaggio cicloturistico in bicicletta organizzato ogni anno a settembre, dall’Associazione Sportiva e Culturale “La storia in bici”, che gode del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Ad accogliere i 40 ciclisti e gli accompagnatori assistiti da motostaffette della Federazione ciclistica italiana, sarà l’Assessore allo Sport del Comune di Orvieto, Carlo Moscatelli.

Gli itinerari prescelti hanno sempre una loro storia. Dopo quelli realizzati nelle precedenti edizioni: VERONA-TRIESTE (nel 2017 sul percorso dedicato ai luoghi della Grande Guerra), TORINO-ROMA (nel 2018 per celebrare i 70 anni della Costituzione Italiana) e MILANO-MATERA Capitale europea della Cultura (nel 2019, celebrando gli italiani di diversa provenienza geografica e sociale con la cultura che tutti accomuna, rappresentata dal genio di Leonardo), il viaggio cicloturistico nella storia del costume italiano, quest’anno ha prescelto il percorso CUNEO-NAPOLI.

Nelle intenzioni degli organizzatori “doveva essere un omaggio a tutto il costume italiano e a quell’incredibile ‘italian style’ diventato un elemento qualificante nel mondo e che, mai come adesso, diventa attuale. In questo anno 2020 incredibile, tragico e straordinario, assumono un significato ancora più ampio, soprattutto se riletti nel loro insieme. Da Cuneo a Napoli, per riprenderci l’Italia, per ricordarci che siamo un grande Paese e che siamo ‘uomini di mondo’ (Totò è infatti il trait d’union tra le due città…), ovvero cittadini di quel mondo che vogliamo”.

I partecipanti al viaggio cicloturistico CUNEO–NAPOLI giungeranno a Fontanelle di Bardano alle ore 17:48 e la scortati dalla Polizia Locale arriveranno in Piazza del Duomo lungo il seguente percorso: Sferracavallo – Via Arno – Strada di Porta Romana – Via Alberici – Piazza Febei – Via Maitani – Piazza Duomo.

In difesa dei piccoli atleti


In vista delle Olimpiadi di Tokyo, rimandate al 2021, il Giappone resta osservato speciale per gli abusi sui giovani sportivi. Infatti, un recente report di Human Rights Watch denuncia che in questo paese sono ancora diffuse le violenze su bambini e adolescenti, come accade in molti Paesi orientali in cui l’uso della violenza è considerato parte integrante degli allenamenti dei ragazzi più promettenti.

Il 26 giugno 2020 la triatleta sudcoreana ventiduenne Choi Suk-hyeon si è tolta la vita a causa delle continue violenze fisiche, psicologiche e sessuali subite da parte del medico e dell’allenatore della sua squadra. L’ex campionessa cinese di pattinaggio artistico su ghiaccio Jessica Shuran Yu, attualmente a Singapore, dove ha iniziato la carriera da allenatrice, ha rivelato attraverso il proprio account Instagram insulti e punizioni ricevuti dal suo coach fin dall’età di 9 anni.

Questi recenti eventi testimoniano solo in parte ciò che in molti Paesi orientali rappresenta la norma, ovvero l’uso della violenza come parte integrante degli allenamenti di atleti promettenti in età infantile o adolescenziale. A sostenerlo è il rapporto di Human Rights Watch “Mi hanno picchiato così tante volte che ho perso il conto: gli abusi sugli atleti minorenni in Giappone” che, attraverso le testimonianze, dirette o tramite questionario online, di circa 800 sportivi di oltre 50 discipline, traccia un quadro inquietante.

Salvate Ricicletta


È l’appello affinché sia evitata la chiusura del laboratorio di vendita, riparazione e noleggio di biciclette di via Darsena a Ferrara. Dovrà trovare un’altra sede entro la fine del mese la
ciclofficina che ospita un progetto rivolto a persone con disagio attivo dal 2002 e vanta oltre mille bici tornate in vita attraverso il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.

L’Officina Ricicletta rischia di chiudere. Il laboratorio di vendita, riparazione e noleggio di biciclette di via Darsena non può più restare nel capannone dell’ex Mof. Il termine ultimo è settembre. Alla fine del prossimo mese, dunque, l’Officina dovrà trovare un’altra sede. Inutile dire che negli anni questo progetto rivolto a persone con disagi e divenuto una bella realtà nel 2002 ha riscosso tra l’opinione pubblica un successo e un consenso crescenti. Tanto che la petizione lanciata giovedì mattina, che chiede che Ricicletta non venga dismessa, ieri alle 17 aveva già raccolto, online, 1. 675 firme. Quasi un record.

Tale da far muovere lo stesso sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, che proprio ieri ha contattato i responsabili di Ricicletta fissando un incontro in municipio per martedì. In quella riunione il  primo cittadino pare intenzionato a proporre, a indicare ai dirigenti dell’Officina alcune
possibili soluzioni per quanto riguarda la nuova e necessaria sede. «Spero che tutto vada a buon fine – ci ha detto ieri il capo della officina Davide Parziale grande esperto di biciclette – qui vengono rimesse a nuovo tantissime bici, molte ci vengono donate e noi le sistemiamo e le mettiamo in vendita a prezzi super calmierati. In 5 anni, dal 2015, abbiamo ricevuto mille bici donate da privati – ribadisce – questo è un laboratorio “protetto” che Comune e Asl hanno voluto creare».

Dal Comune sarebbero già arrivate un paio di proposte per i locali, ma né un magazzino pertinenza delle Mura vicino al palazzo delle palestre di Porta Catena, né i locali ex Amga di via Bologna costituiscono ipotesi praticabili. Non dovrebbe tuttavia essere un problema, per il Comune di Ferrara, trovare una nuova sede per Ricicletta. Una officina che non deve chiudere.

No all’indifferenza


Lo sport americano si schiera contro le discriminazioni, a partire dal basket che ha trovato un accordo per ricominciare. Il servizio di Elena Fiorani.

Dopo aver boicottato i playoff in corso a Orlando come forma di protesta contro il razzismo della polizia e del sistema penale statunitense, i giocatori della NBA hanno accettato di riprendere a giocare, dopo che la lega di basket nordamericana ha annunciato che alcuni palazzetti verranno usati come seggi elettorali alle elezioni presidenziali del 3 novembre, in modo da allargare la possibilità di voto.

È il risultato principale ottenuto dai giocatori con la protesta attuata in un momento di grandi tensioni razziali negli Stati Uniti. I giocatori hanno ricevuto grande sostegno sui media e nel mondo dello sport e dello spettacolo, ma sono stati duramente criticati dal presidente Donald Trump. La lega di basket è la più schierata e progressista tra i grandi campionati sportivi per quanto riguarda i diritti civili degli afroamericani, che rappresentano la grande maggioranza dei giocatori.

Palestre scolastiche: allarme da Roma


La stagione sportiva 2020/2021 ha ufficialmente preso il via il 1° settembre. Eppure, moltissime associazioni sportive che operano in contesti scolastici vivono ancora una condizione di totale incertezza circa i tempi e le modalità di ripartenza della propria attività.

Le difficoltà economiche dovute al lungo stop imposto dall’emergenza sanitaria si uniscono alla preoccupazione che il proprio spazio di sport quotidiano possa venir utilizzato per altri scopi, o, peggio ancora, dichiarato inaccessibile.

Questa condizione di indeterminatezza è inaccetabile perchè rischia di avere ripercussioni pesanti sulla possibilità di fruizione della pratica sportiva per tante ragazze e tanti ragazzi del nostro territorio. Con conseguenze facilmente immaginabili.

La scelta del sindaco del Comune di Fiumicino Esterino Montino, che il 28 agosto scorso ha deliberato la sottrazione delle palestre scolastiche di competenza territoriale all’attività pomeridiana ha, inoltre, assestato un nuovo durissimo colpo allo sport di base della nostra regione.

Una scelta che, lo diciamo apertamente, non condividiamo e che rischia di generare un pericolosissimo “effetto domino”.

La decisione di “chiudere” spazi e di lasciare nell’incertezza i dirigenti sportivi di base che svolgono una rilevante funzione sociale è evidentemente quella più semplice, ma anche la più pericolosa.

Pericolosa perché rischia di cancellare esperienze, competenze e passioni che caratterizzano, da sempre, lo sport sociale e popolare.

Una scelta che porta con sé l’accettazione del dover percorrere una strada che proprio non ci appartiene, quella di rinunciare ad una sfida che il tempo odierno ci lancia: far vivere lo sport per tutti anche in questo particolarissimo momento storico che stiamo attraversando.

Molto è stato detto e molto è stato scritto sullo sport come “cardine” della ripresa. Come centro di gravità di una ripartenza che possa spingere tutto il paese a rialzarsi dopo il durissimo lockdown vissuto tra marzo e giugno. Ecco, quello a cui stiamo assistendo, va esattamente nel senso opposto.

Esprimendo vicinanza a tutte le associazioni sportive Uisp e non solo che vivono la condizione appena descritta, ci rivolgiamo alle istituzioni cittadine e regionali.

E mettiamo sul piatto tutto il nostro impegno nel sensibilizzare i livelli superiori della nostra associazione e tutti gli interlocutori istituzionali possibili. Lo sport (e più in generale l’intero terzo settore) può essere davvero il motore del ritorno ad una (nuova) normalità.

Siamo convinti della forza dello sport sin dalla nascita dell’Uisp, nel 1948. Il nostro auspicio è che ne siano realmente convinti anche gli altri, non solo a parole.

Uisp Comitato Territoriale di Roma

Vincenti dentro e fuori dal campo


Il Lione ha conquistato la sua quinta UEFA Champions League femminile consecutiva: la squadra più vincente al mondo è anche la prima a trattare donne e uomini allo stesso modo. Le giocatrici del Lione usano le stesse strutture dei maschi, dai campi di allenamento al nuovo stadio da 60.000 posti, viaggiano con gli stessi  mezzi e vengono retribuite in modo paritario, tutte cose per nulla scontate nel calcio femminile.

La serie di vittorie del Lione in Europa – che con l’ultima è arrivata a  sette in totale – impressiona, ma non è nulla paragonata a quella che mantiene da tredici anni nel campionato francese, dove vince il titolo  ininterrottamente dal 2007. In tutto questo tempo ha perso soltanto cinque partite e ha concluso tre stagioni da imbattuta senza mai nemmeno
pareggiare.

Il dominio più schiacciante che si possa trovare nell’intero panorama  sportivo – non esiste nulla di simile nel calcio maschile, nel basket o in qualsiasi altro sport di squadra – è un caso di studio per tutto il movimento femminile, ancora giovane e anche per questo fatto di ampie disparità. Come settant’anni fa il Real Madrid maschile, che vinse le prime cinque Coppe dei Campioni consecutivamente, il Lione di oggi può essere considerata la prima grande squadra nella storia del calcio femminile.

Il suo successo è merito dell’imprenditore locale Jean-Michel Aulas, che nei primi anni Duemila fece uscire dalla mediocrità la squadra maschile della città. Con lui il Lione ha vinto tutto il possibile a livello nazionale ed è diventato uno dei luoghi migliori in cui giocare a calcio in Francia. Nel 2004 — mentre la squadra maschile vinceva sette campionati di fila — Aulas ebbe l’intuizione di assorbire la squadra femminile del posto, anticipando di almeno un decennio tanti altri grandi club europei.

Nel Lione giocano tuttora le calciatrici più importanti della nazionale francese: Sarah Bouhaddi, Wendie Renard, Eugénie Le Sommer e la capitana Amandine Henry. Ci sono poi la norvegese Ada Hegerberg, giocatrice più pagata al mondo e primo Pallone d’Oro femminile nella storia, Dzsenifer Marozsán, capitana della Germania, Saki Kumagai, capitana del Giappone, e Shanice van de Sanden, campionessa d’Europa con l’Olanda nel 2017. Se si va indietro negli anni, si trovano anche Hope Solo, Megan Rapinoe e Alex Morgan, le tre calciatrici più famose negli Stati Uniti, che si trasferirono in Francia proprio per acquisire esperienza prima di tornare in patria e diventare campionesse del mondo.

La squadra della gente


Lo scorso anno, per evitare il fallimento, i tifosi de L’Aquila hanno rilevato il club, ripartendo dalla Prima Categoria per arrivare subito in Promozione. L’obiettivo di questa stagione è tornare in Serie D, grazie alla gestione dei rappresentanti del tifo organizzato dei Red Blue Eagles: una pagina di calcio popolare che intende sostenere il tessuto sociale di una città colpita duramente dal sisma 2009.

Un nuovo modo di fare calcio – si legge in una nota – che ha visto alla guida della società rappresentanti del tifo organizzato dei Red Blue Eagles, che ha trovato da subito il consenso dell’intera comunità con circa 600 abbonamenti sottoscritti e delle attività commerciali (oltre 300) che hanno fornito un proprio contributo come gesto di amore. Tante le attestazioni di fiducia arrivate dall’esterno come il sostegno ricevuto dal portiere della Juventus Gianluigi Buffon che, per dare il suo contributo, ha sottoscritto sei abbonamenti.

Il tifo organizzato dei Red Blue Eagles nella passata stagione si è adoperato in maniera capillare per reperire fondi al fine di ripianare i debiti (oltre 50.000 euro) e costruire una squadra in grado di vincere il torneo di Promozione impreziosito dalla conquista del Premio Disciplina. L’obiettivo, anche questa stagione, resta la vittoria del campionato: la “Squadra della Gente”, che scende in campo con il logo sulla maglia dei Red Blue Eagles, vuole tornare subito in Serie D, lì dove è fallita con oltre 3 milioni di debiti.

La gestione – continua la nota – è contraddistinta da massima trasparenza e nel rispetto degli impegni. Insieme ai risultati sportivi, massima attenzione è rivolta ad iniziative sociali grazie alla partnership con l’Aism (sponsor etico del club), la donazione di oltre 6.000 euro all’Ana di Bergamo per l’emergenza Covid-19 grazie alla vendita di mute da gioco, la Friend Card a supporto dell’imprenditoria locale, oltre alle iniziative solidali organizzate dai Red Blue Eagles come “Alla mia terra giuro eterno amor” che ha permesso, tra le altre cose, di raccogliere fondi per Amatrice, l’acquisto di macchinari oncologici per l’ospedale cittadino e l’acquisto di handbike.

Una casa sicura per le bici


A Milano, dopo la sperimentazione effettuata a giugno in corso Buenos Aires, è operativa anche in centro la “casa avanzata”, la segnaletica che mette le due ruote in prima fila, permettendo ai ciclisti di partire in testa agli incroci. Nei prossimi mesi si procederà ad altri tracciamenti lungo le piste ciclabili progettate dopo l’inizio dell’epidemia per agevolare la mobilità individuale su ruote.

Il Comune dà il via libera alla nuova segnaletica che garantisce la sicurezza di chi va sulle due ruote, con un’area riservata che dà il diritto di stare davanti alle auto, quando si arriva a un semaforo con una possibile svolta a sinistra. L’area riservata si chiama tecnicamente “casa avanzata” e si trova alle intersezioni delle piste ciclabili con altre strade. È una nuova indicazione segnaletica prevista dalle regole del codice della strada introdotte a maggio 2020 per rendere più visibili i ciclisti da parte degli automobilisti. E per agevolare chi pedala nella possibilità di svolta, a un incrocio regolato da semaforo.

In questa nuova “stanza” riservata alle biciclette, le due ruote si possono posizionare e hanno quindi un diritto di partenza in anticipo rispetto alle vetture che le seguono. L’assessore alla Mobilità Marco Granelli spiega che “è una soluzione molto adottata in Europa, richiesta da tempo dai Comuni e dalle associazioni, una novità che fino ad ora in Italia non esisteva. Noi abbiamo deciso di farla ovunque sia possibile sulle piste ciclabili, cioè contrassegnate da due linee di vernice, quella gialla e quella bianca. Poi vorremmo estenderla anche alle “corsie ciclabili”, che sono quelle segnate con una sola striscia di vernice bianca”.

Grazie a questo provvedimento i ciclisti che devono svoltare (tipicamente a sinistra) possono farlo appena il semaforo scatta al verde, anticipando la mossa degli automobilisti e rimanendo sempre ben visibili da loro. Una vittoria per il popolo delle due ruote che in questi ultimi mesi, anche per evitare rischi di contagio sui mezzi pubblici, si è molto ingrandito. La sicurezza dei ciclisti è garantita da una doppia riga d’arresto (i veicoli a motore devono stare indietro rispetto alle bici) e lo spazio della “casa avanzata” può essere facilmente raggiunto arrivando dalla corsia riservata alla biciclette. Una misura a costo zero in grado di salvare vite e permettere ai ciclisti urbani di muoversi con maggiore tranquillità.

Esultano le associazioni dei ciclisti parlando di “segnale di civiltà” e commenti molto positivi si leggono in rete sulle pagine dedicate alle due ruote.