In occasione delle Universiadi, l’associazione Play for Change ha inaugurato questa mattina, al quartiere sanità di Napoli, il nuovo centro sportivo “Jucà pe cagnà”. Gli spazi dell’istituto la Palma sono stati riqualificati e attraverso un fitto programma di attività sportive verranno coinvolti 150 giovani tra i 6 e i 14 anni, con un’attenzione particolare per i bambini con disabilità.
Il nome del centro è la traduzione in napoletano del nome dell’associazione, la quale vuole attuare un cambiamento sociale e culturale attraverso lo sport. Il progetto è stato finanziato dalla Uefa foundation children e realizzato in collaborazione con la onlus Fondazione Magnoni e la cooperativa sociale Locomotiva onlus. La campionessa di atletica leggera Fiona May membro della Uefa Foundation che da sempre aiuta a sviluppare progetti sportivi per bambini meno privilegiati, ha contribuito alla costruzione di una palestra per i ragazzi del quartiere Sanità. Il progetto è rivolto in particolar modo a centocinquanta bambini e ragazzi che hanno un età compresa tra i 6 e i 14 anni. Un’attenzione particolare sarà rivolta a bambini autistici e disabili, che insieme al resto dei 150 atleti praticheranno diverse discipline sportive. I corsi praticabili all’interno del centro sportivo Juca’ pe’ cagna’ sono karate, scherma, ginnastica artistica, baby gym e junior crossfit.
Dritti alla meta
“Vogliamo andare a Bari per il torneo nazionale”: è il sogno dei rugbisti con disabilità della Polisportiva Sieci Valdisieve di Firenze. Per realizzarlo hanno dato il via ad una raccolta fondi straordinaria così da coprire le spese di viaggio e pernottamento.
Sono i Brancaleoni della Polisportiva Sieci Valdisieve Rugby, una delle squadre della Rete Nazionale di Rugby Integrato (di cui 3 in Toscana), composta da ragazzi sopra i 18 anni, alcuni con disabilità cognitiva e psichica, da appassionati di rugby ed ex giocatori. C’è chi non è proprio piè veloce, chi ha qualche problemino con la bilancia, chi ha bisogno di un aiuto in più con le regole, ma sono tutti uniti dalla voglia di giocare, essere squadra e, prima ancora, amici e famiglia. Hanno un sogno: andare a Bari il prossimo 26 settembre per i tre giorni del Torneo dei Diritti in Meta, organizzato dalla squadra locale di rugby integrato, gli Atipici Rugby Bari. Una trasferta lunga per circa 15 persone, che richiede almeno mille euro. Soldi che però non ci sono nelle casse. “Siamo tutti volontari – spiega Carlotta Brogi, responsabile del progetto – e vogliamo gravare il meno possibile sulla famiglie”. Mille euro sono tanti, certo, ma se tifosi aumentano diventa uno sforzo condiviso e più sostenibile. “Basta un piccolo contributo, quello che si può. Il torneo non è una semplice partita, ma è una festa, è un confronto per valutare i miglioramenti che questi ragazzi dal cuore di leone stanno ottenendo sul campo e nella vita”.
Segno più
Secondo l’indagine del Censis il 60% delle donne pratica sport. Negli ultimi dieci anni sono aumentate dell’11,9% e crescono coloro che lo fanno in modo continuativo. Appena il 2% gioca a calcio, l’attività più praticata al femminile resta la pallavolo, seguita dal tennis e dalla ginnastica.
Questi sono i risultati di un’indagine condotta nell’ambito del progetto Respect-Stop Violence Against Women, realizzato dal Censis con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, che si propone di stimolare una riflessione collettiva sul valore sociale della donna per promuovere un cambiamento nei comportamenti che sono alla radice della discriminazione e della violenza di genere. A partire dal mese di maggio è stata avviata una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani su Facebook, Instagram e Twitter (all’indirizzo CensisRespect) e sono stati allestiti stand in 20 eventi-impianti sportivi di Roma per consegnare materiale informativo a oltre 2 mila giovani. A gestire gli stand, i giovani ‘agenti del cambiamento’, reclutati e formati dal Censis per trasmettere un messaggio positivo contro la discriminazione di genere nella vita e nello sport.
Il 56,8% delle femmine di età compresa tra 11 e 14 anni e il 65,9% dei maschi della stessa età praticano un’attività sportiva in modo continuativo. Con il passare del tempo il divario di genere aumenta. Tra i 15 e i 17 anni la quota scende al 42,6% tra le femmine e al 58,4% tra i maschi. A 18 anni si dedica con continuità a uno sport il 31,9% delle ragazze e il 47,4% dei ragazzi. Niente ‘quote rosa’ nei ruoli apicali.
Dei 4.708.741 atleti tesserati alle diverse Federazioni sportive, le donne sono solo il 28%. Tra gli operatori sportivi sono ancora meno: il 19,8% degli allenatori, il 15,4% dei dirigenti di societa’ e soltanto il 12,4% dei dirigenti di Federazione.
I Mondiali Antirazzisti a Riace
Parte oggi dalla cittadina calabrese simbolo di accoglienza, la manifestazione dell’Uisp contro ogni discriminazione. Ai nostri microfoni il presidente nazionale dell’Unione italiana sport per tutti, Vincenzo Manco
Tutti pazzi per le universiadi
Diciotto sport, ottomila partecipanti provenienti da 118 paesi e 220 medaglie a disposizione. Sono i numeri della 30esima edizione della kermesse, inaugurata ieri a Napoli con una cerimonia spettacolare, durante la quale quaranta migranti hanno sfilato portando i cartelli con i nomi delle nazioni partecipanti. I giochi universitari si concluderanno domenica 14 luglio.
L’Universiade, o Olimpiade Universitaria, è una manifestazione sportiva multidisciplinare corrispondente ai Giochi olimpici (sia invernali sia estivi). Il suo svolgimento è biennale e vi partecipano gli atleti universitari, provenienti da ogni parte del mondo. Seconda solo ai Giochi Olimpici per importanza e numero di partecipanti, il nome “Universiade”, frutto della combinazione tra le parole “università” e “Olimpiade”, racchiude in sé uno dei concetti alla base di ogni forma di sport: l’universalità. L’Universiade è organizzata dalla Federazione Internazionale Sport Universitari (FISU). Varie edizioni di campionati sportivi universitari furono organizzate fin dal 1923, ma l’Universiade vera e propria fu ideata e organizzata dal dirigente sportivo Primo Nebiolo. La prima edizione si sarebbe dovuta tenere a Roma, sede dell’Olimpiade estiva del 1960, ma gli impianti non erano pronti, e la manifestazione si tenne nel 1959 a Torino, che aveva già costruito gli impianti necessari per festeggiare il centenario dell’Unità d’Italia nel 1961 e vedeva nella manifestazione la possibilità di compiere una “prova generale”.
Move Beyond
L’associazione sportiva calcistica “Intrecciante” nata a Trento da richiedenti asilo, operatori e universitari fa scuola e diventa modello in Europa. Sarà infatti protagonista di un progetto finanziato dal programma Erasmus+ che coinvolge altri 5 Paesi e che ha al centro lo studio e la condivisione delle buone prassi nell’ambito dell’inclusione attraverso lo sport.
Il focus del progetto – che vede coinvolti Danimarca, Belgio, Svezia, Gran Bretagna e Italia – riguarda il ruolo dello sport come elemento di inclusione sociale delle persone richiedenti asilo e il superamento delle barriere, puntando a creare sinergie tra enti sportivi e non sportivi. Così, come accaduto per l’Italia – che vede come progetto pilota proprio Intrecciante e come enti partner Uisp e Atas – gli altri paesi dovranno mettere in atto iniziative diverse ma ispirate ai medesimi principi. Uno di questi è proprio il coinvolgimento dei diretti interessati: nella prima fase, infatti, si svolgeranno alcuni focus group con i richiedenti asilo, nei quali si parlerà di sport, del desiderio o meno di praticarne uno, di eventuali ostacoli incontrati.
Poi, l’ateneo di Copenaghen farà un’analisi di questa prima parte della ricerca, e verranno messe in evidenzia le diverse buone prassi emerse.
Anche grazie alla partecipazione al progetto, dopo un primo anno sotto l’ombrello di Fondazione Caritro, Intrecciante potrà portare avanti l’esperienza. Fondamentale per il successo del progetto è stato l’aver creato una squadra mista: i ragazzi trentini non sono quelli che fanno qualcosa per i richiedenti asilo, ma sono semplicemente loro compagni.
Un elemento importante, che riguarda ad esempio la socializzazione, o l’apprendimento della lingua. Non solo: perché le partite di Intrecciante prevedono sempre un terzo tempo. Un momento conviviale e di condivisione anche con l’altra squadra, con chi viene a fare il tifo.
Questo è importantissimo perché crea una sensazione di famiglia per i ragazzi. Nelle scorse settimane, intanto, a Trento si è tenuto un meeting con tutti i partner europei, dopo un primo incontro in Danimarca. Serena Endrizzi, presidente dell’associazione, elenca inoltre qualche altro ingrediente prezioso: «Il fatto di essere tutti giovani under 30, partiti da zero e scegliendo di farlo senza una struttura societaria alle spalle, con tutti i ragazzi che partecipano ai vari momenti associativi, è un quadro unico non solo qui in provincia, ma anche rispetto ad altre regioni d’Italia. E poi ci sono altri due aspetti ai quali siamo molto affezionati: non siamo solo una squadra di calcio, ma siamo un gruppo che gira le scuole per raccontare le attività, che partecipa a iniziative anche extra-associative; infine, nel nostro direttivo ci sono 3 ragazze, e questa non è una cosa da poco». Con settembre, dunque, si riparte: «Ci sarà un grosso ricambio, perché diversi ragazzi si sono spostati da Trento, qualcuno ha iniziato magari a lavorare; nelle scorse settimane abbiamo fatto una giornata di “porte aperte”: cercavamo 10 giocatori, e se ne sono presentati 40».
Vacanze sane
Parte domani a Lorica, nel Parco Nazionale della Sila, il Campus Education per Giovani Marmotte. Si tratta di un soggiorno educativo terapeutico gratuito per bambini con diabete che si concluderà il 7 marzo. I ragazzi saranno seguiti da un team di professionisti che illustreranno loro come seguire una sana e corretta alimentazione, l’importanza dell’igiene orale e la necessità di svolgere attività fisica.
L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Giovani Diabetici di Cosenza. Gli specialisti li guideranno nell’affrontare i timori e a gestire la patologia, oltre a insegnargli alcune buone pratiche come, ad esempio, fare l’elettrocardiogramma prima di dedicarsi ad una attività sportiva. Il soggiorno prevede diverse attività didattiche e aggregative, corsi riguardanti la terapia insulinica e la terapia nutrizionale, oltre a momenti esperienziali ed escursioni tra mari e monti con attività motorie e sportive (pallavolo, canoa, zumba, trekking, tarantella calabrese). Il campus sarà anche l’occasione per conoscere meglio la Sila e le zone di mare limitrofe come Le Castella di Isola Capo Rizzuto. “È il terzo campus che organizziamo come associazione – dichiara Elvira Maddaloni, presidente dell’AGD Cosenza – con lo scopo di aiutare i ragazzi a confrontarsi sulla patologia e coinvolgerli in attività ludiche e sportive utili a far comprendere loro che, seguendo un corretto stile di vita, possono fare tutto, anche sport agonistico”.
Oltre il gol
Alle 19 si gioca, a Monteforte Irpino, una partita di calcio che vedrà protagonisti adolescenti con disturbi dello spettro autistico. L’obiettivo è favorire l’inclusione di questi ragazzi in un duplice percorso, sportivo e di crescita personale, per sviluppare l’autonomia e lo scambio interpersonale, limitare l’isolamento, creando occasioni di socializzazione e favorendo il contatto con l’ambiente esterno e il rispetto delle regole.
L’inclusione e l’integrazione dei ragazzi con disturbi dello spettro autistico in contesti sociali, non ha solo una valenza terapeutica, ma permette ai ragazzi di sperimentare in maniera diretta, aspetti di relazione, di socializzazione e di comunicazione. Dati di letteratura recente suggeriscono che lo sport, oltre a essere utile per il benessere psico-fisico e quindi per la salute in generale, presenta molteplici aspetti, da quelli neuro e psicomotori, a quelli educativi e ludici fondamentali per i ragazzi autistici
We Playground Together
Torna a Milano il progetto di integrazione sociale attraverso lo sport promosso dal campione di basket Danilo Gallinari. Il servizio di Elena Fiorani. (sonoro)
Dopo il successo dello scorso anno con la riqualificazione del playground del Parco Vittorio Formentano, Danilo gallinari cestista dell’NBA, trona a preoccuparsi della città di Milano con il progetto realizzato in collaborazione con l’Assessorato allo Sport. L’edizione 2019 prevede la rigenerazione di una vasta area sportiva in Viale Sarca, composta da un campo da basket e un campo da calcio a 5. L’idea del progetto è rendere gli sport di strada praticabili, divertenti e alla portata di tutti, riqualificando i “campetti” dei quartieri affinchè diventino nuovamente luoghi di aggregazione trasversale per gli abitanti della zona. Fenomeno, questo, ben noto e diffuso in tante realtà europee e d’oltreoceano dove si ritiene infatti che lo sport stimoli il confronto tra persone con identità e storie differenti. Importante, infine, la funzione di “collante” degli sport di squadra che per loro natura, uniscono in nome di una passione comune.
Campioni sempre
I detenuti dell’Istituto Minorile di Casal del Marmo a Roma hanno incontrato due grandi figure dello sport, Ciccio Graziani per il calcio e Andrea Lucchetta per il volley. L’iniziativa, realizzata con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, mira a trasmettere valori educativi e di impatto sociale per il recupero di giovani detenuti.
Campioni sempre è un’iniziativa promossa da Sport3000, associazione senza scopo di lucro che opera nel mondo degli eventi sportivi, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che mira a coinvolgere giovani detenuti in attività di animazione sportiva, con l’obiettivo di sostenere, insieme alle direzioni penitenziarie, un processo di recupero e di rieducazione. Martedì 25 giugno, all’interno dell’Istituto Penitenziario Minorile di Casal del Marmo di Roma, Ciccio Graziani e Andrea, hanno condotto prima un allenamento e quindi organizzato un torneo insieme ai giovani detenuti, che hanno anche avuto la possibilità di iniziare un percorso di avvicinamento al ballo e danze popolari.
“Iniziative come queste – ha dichiarato la direttrice dell’IPM di Casal del Marmo, Liana Giambartolomei – sono centrali per la riformulazione dello stile di vita del gruppo e ovviamente dei singoli. Lo sport d’altronde è un elemento fortemente ingaggiante e di grande supporto valoriale in termini di rieducazione. Il coinvolgimento di grandi campioni come è successo nel pomeriggio di ieri presso la nostra struttura è un’opportunità importante per trasmettere ai ragazzi i valori fondanti dello sport, che non sono solo la vittoria o la sconfitta, ma è capacità di sacrificarsi, di stare in gruppo e di credere in se stessi e nelle proprie capacità”.
Andrea Lucchetta e Ciccio Graziani al termine del pomeriggio di allenamento hanno dichiarato: “E’ stato importante riuscire a coinvolgere questi ragazzi in attività sportive, nello specifico nel
calcio, nel volley e nell’allenamento al ballo e alla danza popolare, perché qualsiasi iniziativa di carattere sportivo rappresenta un veicolo educativo e rieducativo fondamentale per il reinserimento di questi ragazzi nella società. Lodevole sono le tante progettualità che l’Istituto di Casal del Marmo promuove per il recupero dei detenuti e quella di oggi è stata una testimonianza concreta e molto positiva”.