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Mente viva


tennis-1141702__180Secondo una organizzazione benefica inglese il ping pong contribuisce a mantenere attivo il cervello e a contrastare il declino cognitivo nelle persone con Alzheimer. Il gioco può migliorare la coordinazione, rinforzare la memoria a lungo termine, sostenere le abilità motorie e consolidare l’equilibrio.

 

La onlus Bounce Alzheimer’s Therapy (BAT) ha ideato un particolare programma che prevede la fornitura di tavoli speciali da ping pong, l’equipaggiamento necessario e un piano di addestramento del personale delle case di cura per persone anziane o affette da malattia di Alzheimer. La sua idea è stata raccontata anche dal documentario della Bbc “How to stay young”, ovvero ‘come restare giovani’.
Una conferma viene anche dai risultati di uno studio tutto italiano “Train the brain”, condotto dagli Istituti di neuroscienze e fisiologia clinica del Cnr, dall’Accademia dei Lincei e dall’Università di Pisa. Lo scopo di questo studio era verificare la possibilità di rallentare la progressione della demenza mediante percorso combinato di esercizi fisici (attività fisiche aerobiche) e di training cognitivi (attività intellettuali, musicali e ludiche). I risultati, nel tempo, hanno dimostrato un miglioramento della funzionalità cerebrale e vascolare, tra cui un aumento dell’afflusso sanguigno nel cervello e una miglior risposta cerebrale a compiti impegnativi nei pazienti coinvolti nel percorso dei trattamenti fisici e intellettuali.
Il ping pong è un’attività aerobica, ludica, che richiede concentrazione a abilità oculo-motorie. Inoltre, queste riflessioni offrono lo spunto per discutere un aspetto molto importante: gli effetti benefici di queste attività hanno anche una enorme valenza di prevenzione non solo di cura e forniscono gli elementi per stilare un vademecum, o perlomeno raggiungere una consapevolezza sui buoni comportamenti da tenere per tutto il corso della vita non soltanto nella terza età o quando ci troviamo a fronteggiare una patologia.

Bikes for Children


bici234234Sport Senza Frontiere onlus ha lanciato una sfida finalizzata alla raccolta di fondi: percorrere la Via Francigena in bicicletta a sostegno dei bambini del progetto “Forgood. Sport è benessere”, destinato ai minori in condizioni di disagio socio-economico. La pedalata, iniziata sabato da Orio Litta, in provincia di Lodi, e terminerà il 9 ottobre a Roma in piazza San Pietro.

Solidali per legge


paralimpiadiDestinare il 5% dei proventi dei diritti tv per le partite di calcio, allo sport sociale e paraolimpico e al sostegno delle attività dilettantistiche e all’impiantistica sportiva. È la proposta illustrata dal deputato di Sinistra italiana Giulio Marcon in una conferenza stampa alla Camera, a cui ha preso parte anche Damiano Tommasi, presidente Associazione italiana calciatori. Ascoltiamolo. (sonoro)

Corri per Stefano Cucchi


corri-per-stefanoSarà una vera e propria maratona degli affetti la manifestazione che si terrà a Roma domenica prossima. Così la presenta Ilaria Cucchi, sorella del giovane geometra morto sette anni fa. L’evento vede la collaborazione dell’Uisp oltre che di numerose associazioni, artisti e musicisti.

Immersioni senza barriere


564127È il progetto di recupero della riserva di Capo Gallo a Palermo, promosso dall’associazione YouDive Club. L’iniziativa è rivolta a ragazzi con disabilità dell’istituto penale Malaspina e a oltre 600 studenti.

 

Il progetto è stato finanziato dal Consiglio dei ministri con l’avviso pubblico “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” e ha avuto il patrocinio della Regione.
Le sue finalità, in particolare, sono state: il mare come luogo di inclusione per chi è con disabilità; il mare come luogo di inclusione per i minori in fase di recupero nelle carceri; il mare come luogo di educazione all’ambiente per le scuole del palermitano; la salvaguardia ed il rilancio imprenditoriale della riserva naturale di Capo Gallo, devastata dagli incendi durante l’estate, e dall’area marina protetta; l’imprenditoria giovanile, il progetto come start up per la valorizzazione del territorio.
Tra questi Gianluca Pellegrino, tetraplegico, che grazie ad un’immersione guidata, ha scoperto la vita sottomarina prima a lui inaccessibile. “Ho 35 anni – racconta – e grazie a questo progetto ho potuto realizzare un sogno che avevo fin da piccolo e che finalmente è diventato realtà. Mi sono detto perché non provare e così, con l’aiuto di esperti, mi sono potuto immergere fino a 10 metri di profondità per conoscere quello che è permesso solo a pochi”.
Il numero maggiore di partecipanti è stato quello di 600 alunni di più di 14 scuole di Palermo che hanno potuto fare escursioni, lezioni di biologia marina e anche loro esplorazione dei fondali. Il progetto ha inoltre offerto una serie di attività gratuite anche a tanti cittadini che hanno raggiunto la sede di YouDive Club Capo Gallo: snorkeling guidato, battesimo del mare, tecniche di immersione ed escursioni. E poi ancora attività di basket acquatico, lezioni di biologia marina.

“Il progetto in uno dei suoi punti è stato dedicato anche ad alcune persone con fragilità sociali. A quattro ragazzi del Malaspina – spiega i presidente ASD You Dive Club Capo Gallo, Francesco Landini responsabile del progetto – infatti, abbiamo dato la possibilità di potere fare il ‘battesimo del mare’ cioè la prima immersione nel fondale marino e poi il percorso in gommone. Inoltre hanno partecipato con noi anche altri tre giovani con grave disabilità: un tetraplegico e due tetraspastici. L’impresa, anche se ardua, è riuscita nel migliore dei modi perché siamo riusciti ad instaurare con loro quella fiducia necessaria a poterli condurre sott’acqua con noi. Addirittura ci sono stati pure dei giovamenti fisici per esempio per i giovani tetraspastici che mentre erano immersi avevano una riduzione notevole degli spasmi”. “Adesso ci auguriamo che dopo il progetto, l’amministrazione comunale – conclude Landini – possa, anche con il nostro ausilio, proseguire in qualche modo questa iniziativa perché la valorizzazione della riserva attraverso l’impegno di tante persone deve continuare proprio per l’enorme valenza educativa che assume”.

 

Foto: Redattore Sociale

Vento di libertà


paragliding-1631839__180Prevenzione e recupero attraverso lo sport, per offrire a ragazzi con problemi sociali e penali, una seconda possibilità. È l’obiettivo del Progetto Jonathan-Vela che negli anni ha trasformato i giovani dell’area penale di Nisida e quelli a rischio provenienti dalle comunità gestite dall’associazione, in equipaggi veri e propri accanto a skipper del calibro di quelli di Mascalzone Latino.

 

“Il progetto Vela è parte integrante del processo complessivo di crescita del ragazzo. Perché se il lavoro rappresenta un elemento importante, le regole della vita passano anche attraverso un’esperienza di questo genere in cui c’è distribuzione dei ruoli, assunzione di responsabilità, riconoscimento dell’autorevolezza di chi assegna i compiti”, spiega Vincenzo Morgera, responsabile dell’associazione Jonathan, in occasione della terza edizione del Premio Amato Lamberti organizzato con il Gruppo di Imprese Sociali Gesco e il sostegno di Whirlpool Corporation, che a Nisida, isola che ospita l’Istituto Penale Minorile di Napoli, premia le esperienze di responsabilità sociale.

Un progetto “nato quasi per caso, a Ischia, grazie alla disponibilità di uno skipper che permise a un gruppo di bambini della comunità, in attesa di affido o adozione, di salire sulla barca. Ma per realizzarlo, avevamo bisogno di partner”. Risale al 2010 la prima partecipazione di cinque ragazzi alla Regata dei tre Golfi, progetto destinato a minori e adolescenti dell’area penale in misura cautelare o messa alla prova nella comunità di recupero dell’Associazione Jonathan del territorio campano della zona di Napoli. Quest’anno, nella Regata dei 3 Golfi a bordo di “Scugnizza” dell’armatore De Blasio, si piazza al secondo posto.
“L’anno scorso siamo arrivati secondi, quest’anno speriamo di arrivare primi”, auspica Morgera. La partnership di Whirlpool con l’Associazione Jonathan va oltre il progetto Vela e abbraccia l’ambito lavorativo con gli stessi scopi. Nata nel 1998 con Indesit Company, questa collaborazione si pone l’obiettivo di reintegrare nella collettività ragazzi con problemi sociali e penali attraverso la ricerca di strumenti educativi e innovativi e di sensibilizzarli sull’importanza del rispetto delle regole prendendo spunto dalle norme comportamentali sul lavoro.
Il progetto, realizzato con il patrocinio del ministero della Giustizia, nel 2008 ha ricevuto l’apprezzamento dalla Presidenza della Repubblica con una targa di riconoscimento e ha consentito nel corso degli anni a circa 100 ragazzi un pieno reintegro nella collettività e il recupero di un’identità e di un ruolo sociale basato su valori condivisi.

La rotta della legalità


windsurfing-585729__180È stato presentato a Genova, in occasione del Salone Nautico Internazionale, il progetto che unisce la vela e ragazzi che stanno scontando la loro pena. Una sorta di “vela therapy“, in cui ruoli, gerarchia, gestione delle manovre e senso di squadra introducono a un nuovo ruolo nella società. Il programma è rivolto anche a adulti e bambini socialmente svantaggiati.

 

La Rotta della Legalità è al suo terzo anno di vita. A organizzarla è New Sardinia sail associazione sportiva dilettantistica e di promozione sociale in attività da maggio 2013. Si occupa dell’inserimento di persone sottoposte alla messa alla prova e ai lavori socialmente utili attraverso il coinvolgimento in attività socio lavorative e la partecipazione a regate, sia costiere sia d’altura. Ha base in Sardegna, a Cagliari.
Tutto questo è possibile grazie al coinvolgimento di istituzioni, aziende, associazioni. New Sardiniasail opera, infatti, in collaborazione con il Centro di Giustizia Minorile per la Sardegna, la Regione Autonoma della Sardegna, la Lega Navale Italiana, UVS Unione Vela Solidale, Osculati spa, Raymarine Italia.

Matti per il calcio


manifesto-matti-16In corso a Montecatini Terme la decima edizione della rassegna nazionale rivolta a persone con disagio mentale, organizzata dall’Uisp. Ai microfoni di Ivano Maiorella Marco, della squadra romana RealMente, racconta l’emozione e l’importanza dello sport nel suo percorso riabilitativo. (sonoro)

Pregare non basta


buddismo500 monache buddiste hanno percorso quattromila chilometri in bici sull’Himalaya pedalando fino all’India. La loro impresa vuole accendere i riflettori sullo sfruttamento di donne e bambini, aumentato in Nepal dopo il terremoto del 2015.

 

Jigme Konchok Lhamo, una monaca di 22 anni, spiega il motivo dell’iniziativa: “Mentre lo scorso anno prestavamo soccorso alle popolazioni terremotate del Nepal, abbiamo saputo di numerose ragazze povere vendute dai loro stessi genitori perché non sapevano più come mandare avanti la famiglia. Vogliamo fare qualcosa per cambiare la mentalità che considera la donna inferiore all’uomo. Questa escursione in montagna dimostra che le donne hanno la stessa potenza e forza degli uomini”. Le monache appartengono al lignaggio Drukpa – una delle scuole “moderne” del buddismo tibetano – e sono esperte di arti marziali. La loro abilità gli ha procurato il soprannome di “Kung Fu nuns” e vivono in prevalenza in India, Nepal, Bhutan e Tibet.
Per questa impresa hanno abbandonato l’abito monastico e indossato scarpe da ginnastica, casco protettivo e tuta sportiva. Le monache non sono nuove a questo tipo di esperienza: si tratta infatti della quarta pedalata. Durante il percorso hanno incontrato la popolazione locale, funzionari di governo, leader religiosi e con tutti hanno parlato di eguaglianza di genere, coesistenza pacifica e rispetto per l’ambiente.
Le monache lottano concretamente per le donne che in Nepal vengono vendute come schiave del sesso da trafficanti senza scrupoli. Il terremoto del 25 aprile 2015 ha provocato circa 9mila vittime e ha lasciato quasi 40 mila bambini senza genitori. E anch’essi rischiano di cadere nelle mani di trafficanti, spesso travestiti da santoni e benefattori. La monaca Jigme Konchok Lhamo dichiara: “Le persone pensano che dobbiamo stare rinchiuse nel tempio e pregare tutto il tempo, dato che siamo monache. Ma la preghiera non basta. Il Gyalwang Drukpa ci insegna che dobbiamo uscire e mettere in pratica le parole con cui preghiamo. In fin dei conti, le azioni parlano più forte delle parole”.

Italian Green Road Award


bici234234È l’Alpe Adria la ciclovia più bella d’Italia. A decretarlo l’Oscar del cicloturismo, che promuove il turismo sostenibile e premia l’impegno di chi stimola e agevola l’utilizzo delle due ruote nel quotidiano e nel tempo libero. Lunga 180 km, da Tarvisio a Grado, è percorribile da tutti, perché senza particolari difficoltà.

 

L’Oscar Italiano del Cicloturismo è ideato e organizzato da Ludovica Casellati direttore di viagginbici.com assieme a CosmoBike Show, con l’obiettivo di innescare una gara virtuosa tra le Regioni affinchè continuino a lavorare al miglioramento e, qualora necessario, al completamento dei percorsi ciclabili.
“La vera sorpresa dell’edizione 2016 – ha sottolinea l’ideatrice del premio, Ludovica Casellati – è stata la partecipazione di molte vie verdi del centro-sud dell’Italia. Il cicloturismo è una grande risorsa economica per i territori e valorizza bellezze nascoste ai più permettendo di scoprirle pian piano pedalata dopo pedalata. E anche il centro sud, in questo senso, è uno scrigno che può schiudere grandi tesori”.
Ecco i vincitori: primo premio al Friuli Venezia Giulia per l’Alpe Adria, la giuria ha valutato che è una ciclabile quasi totalmente su sede propria, perfettamente segnalata, con possibilità di inter mobilità (bus e treni attrezzati per il trasporto di biciclette); ha tenuto conto dell’ottimo lavoro di recupero di ferrovie dismesse e riconvertite, e degli ottimi servizi lungo tutto il percorso.
Secondo premio: Emilia Romagna per la Garda/Adriatico, da Peschiera del Garda al Delta del Po una ciclovia di 262 chilometri in tre Regioni: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Un percorso cicloturistico dal Veneto all’Emilia Romagna passando dalla Lombardia, che collega il Lago di Garda, i fiumi Mincio e Po e due città d’acqua perle del Rinascimento: Mantova e Ferrara, inserite nella lista del patrimonio Unesco.
Terzo premio: Lombardia con la Valtellina da Colico a Bormio, 115 chilometri, tre province lombarde coinvolte: Lecco, Como, Sondrio; una parte pianeggiante, gli ultimi 25 chilometri in salita. È stato premiato un lavoro durato negli anni, partendo dal lungo fiume Adda per poi allungarsi con un lavoro di riconversione di argini e campi agricoli, fino in alta Valtellina a Tirano e Bormio. Il sentiero è stato realizzato dalle quattro comunità montane di Valtellina, che a tutt’oggi si occupano della gestione e della manutenzione dei tratti di loro competenza.
Premio stampa a L’Eroica, circuito di 205 chilometri che si può iniziare in qualsiasi punto, si snoda nel cuore del territorio della provincia di Siena attraversando le terre del Chianti e del Brunello, le Crete Senesi e la Val d’Orcia; un viaggio nell’essenza del leggendario paesaggio toscano; su strade secondarie, utilizzate pochissimo dagli automobilisti. Un vero paradiso per i ciclisti anche non allenati purchè disposti a passare almeno due giorni in zona. Premiata perché nasce dalla volontà di salvaguardare le Strade Bianche della Provincia di Siena che negli anni venivano asfaltate per renderle più attrattive per gli automobilisti, attraverso una Fondazione.