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Tutti per uno


Un impianto sportivo polivalente, voluto, realizzato e gestito da tre persone che, nonostante la loro invalidità, non hanno rinunciato allo sport e ben ne conoscono il valore. Sono i soci dell’associazione Asd Wheelchair Maremma, che a Porto Ercole vogliono incentivare la pratica del tennis e del basket in carrozzina.

Slow bike tourism


Una nuova offerta turistica per scoprire luoghi, arte e cibo dell’Emilia Romagna. Il servizio di Elena Fiorani.

 

“Slow Bike Tourism” è una rete d’imprese, un insieme di appassionati della bici che hanno messo in comunione le idee per sviluppare un progetto dedicato alla bicicletta per vivere, gustare, un territorio e conoscerlo attraverso le sue peculiarità, gli angoli nascosti e le eccellenze che lo caratterizzano. Dalla sella della bici, attraverso una rete di percorsi studiati per pedalare al proprio ritmo e fermarsi per gustare del buon cibo, bere dell’ottimo vino e respirare l’arte, la storia e la cultura che sono propri di quest’angolo d’Italia. La bicicletta e il ciclismo sono stati e restano, infatti, un grande fenomeno dell’Emilia-Romagna, un fenomeno culturale prima che sportivo, un mezzo di lavoro degli artigiani, un mezzo di trasporto per famiglie e lavoratori, oltre che fonte d’ispirazione per grandi scrittori di questa terra.

Dote in movimento


Parte la terza edizione del progetto lanciato da Assosport e Regione del Veneto: 500 buoni per i bambini con l’obiettivo di promuovere lo sport tra i 6 e gli 11 anni. L’iniziativa sostiene le famiglie a basso reddito permettendo ai giovanissimi di praticare un’attività fisica.

“Fare sport è un diritto dei bambini”: è da questa convinzione che nasce il progetto “Dote in movimento”. Ad oggi 9,3% dei bambini ha problemi di obesità, il 21,3% di sovrappeso (Okkio alla Salute 2016), e nonostante la situazione sia migliorata negli ultimi anni c’è ancora molto da fare.
Assosport (Associazione Nazionale tra i Produttori di Articoli Sportivi) ha deciso di avviare nel 2012 Dote in movimento, al suo fianco la Regione Veneto che ha creduto nell’iniziativa, diventando regione pilota per il progetto, e il CONI.

Campioni dentro e fuori dal campo


La stella del rugby Diego Dominguez ha deciso di insegnare ai bambini i valori della palla ovale. Il progetto Insieme è rivolto alle periferie milanesi, è iniziato a ottobre e durerà tre anni. Due allenamenti a settimana di un’ora e mezza per migranti, stranieri e ragazzi con famiglie in difficoltà.

 

Da Quarto Oggiaro a via Padova, il progetto sostenuto dal gruppo Mediobanca, si realizza in tre zone delicate della città dove c’è bisogno di sport per favorire l’integrazione. Per fare l’appello, Dominguez è andato nelle scuole del quartiere: “Il rugby fino a 16 anni è lo sport più completo. È l’unico dove non puoi vincere da solo, hai bisogno sempre del compagno di fianco. Puoi essere un fenomeno ma se non placcano per te sei morto”, dice. La novità di oggi sono i pali nuovi di zecca. “Il prossimo passo sarà fare qualche partitella. Poi inviteremo qualcuno a sfidarci”.

Sport e scuola compagni di banco


È stata presentata questa mattina a Firenze, la terza edizione dell’iniziativa che individua giovani docenti specialisti in educazione fisica, che affiancheranno gli insegnanti titolari, impegnati nella stessa giornata di formazione. Grazie al progetto, oltre 3000 classi delle primarie toscane, lavoreranno con un esperto in scienze motorie.

 

Il progetto è promosso da Regione Toscana assieme alle Università di Firenze e di Pisa, Coni regionale toscano e Ufficio scolastico regionale e ha il duplice obiettivo di ampliare l’offerta formativa, promuovendo lo sviluppo di interventi volti a favorire l’attività fisica a scuola e offrire opportunità di lavoro a giovani laureati, con l’inserimento di un laureato o diplomato in scienze motorie nelle scuole primarie, con lo scopo di diffondere e promuovere l’educazione fisica.
Il progetto, che ha ricevuto anche il sostegno del Comitato italiano paralimpico, rientra nell’azione regionale Toscana da ragazzi. Al progetto 2016-2017 hanno aderito quasi tutte le scuole del territorio regionale: le classi coinvolte sono state oltre 3.200 e sono stati inseriti circa 260 esperti di educazione fisica.

Se è sociale, non è lucrativo


L’Uisp interpreta e rilancia il malessere delle società sportive dilettantistiche del territorio, rispetto all’inserimento della figura delle cosiddette società sportive dilettantistiche “lucrative” contenuta nella legge di stabilità. Vincenzo Manco, presidente Unione italiana sport per tutti. (sonoro)

Parkrun in carcere


In Inghilterra la corsa prepara alla libertà i detenuti e aiuta a programmare il reinserimento nella società. Il servizio di Elena Fiorani. (sonoro)

La “Parkrun” è un fenomeno internazionale nato per caso a Londra nel 2004 da un gruppo di amici. Adesso la “corsa nel parco” è entrata anche in una prigione, ad Haverigg nel nord-ovest dell’Inghilterra. L’iniziativa è partita dal supervisore di educazione fisica dell’istituto di pena: circa metà dei detenuti non partecipavano alle attività nella palestra della prigione e lui cercava un mezzo per coinvolgerli di più. Alla prima corsa di 5 km, qualche settimana fa, hanno partecipato in 20. E da quel momento la “Parkrun” del sabato è continuata ogni sabato intorno al campo sportivo della prigione. Alla stessa ora, in un parco vero, possono andare a correre per 5 km anche i familiari dei detenuti: e così c’è qualcosa che li unisce anche se sono separati. Questo impegno, secondo educatori ed esperti, aiuta I detenuti a programmare il reinserimento nella società.

Liberi di giocare


Questa mattina nel carcere fiorentino di Sollicciano si è tenuto l’incontro di calcio tra una squadra dei detenuti e la formazione dei giornalisti della TgR Rai Toscana, allargata per l’occasione ad alcuni ex giocatori della Fiorentina. La partita rientra nell’ambito del progetto Sport in libertà promosso dall’Uisp cittadina.

Diritti ko


Mentre il dibattito sullo ius soli è impantanato nelle secche di fine legislatura, tanti giovani continuano a scontrarsi con le difficoltà legate alla cittadinanza. Come succede a Tyson Alaoma, che ha vinto ad Avellino il Campionato Italiano Youth di pugilato, ma non può gareggiare per la nazionale italiana pur essendo nato qui da genitori nigeriani 17 anni fa.

Dopo la vittoria al campionato italiano ha mostrato per protesta una bandiera della Nigeria, nazione con cui potrebbe andare alle Olimpiadi. “Per me sono italiano ma per voi no”, dice Tyson. “Sono campione italiano perchè non posso combattere con la nazionale?”

In campo per la pace


A Gerusalemme e a Tel Aviv, due progetti della fondazione Laureus Sport for Good. Grazie al basket e al calcio scendono in campo squadre composte da giovani atleti israeliani, palestinesi e da figli di migranti e rifugiati. Giocando insieme si conoscono e abbattono paure e pregiudizi trascinandosi dietro anche le loro famiglie.