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“Biciclabile”


bici234234A Torino due cooperative sociali gestiscono il progetto che permette di donare alle associazioni le bici abbandonate, per farle riparare da ragazzi con disabilità nella piccola officina affacciata sul lungo Po “Antonelli”.

 

A vederle ora sembrano nuove, ma per mesi sono rimaste a languire nel deposito dei vigili urbani di via Druento; è qui che vengono portatele bici abbandonate a ogni angolo di strada del Capoluogo sabaudo; modelli spesso datati, che a volte possono restare incatenati per mesi a pali e ringhiere. A prendersene cura d’ora in poi, quando le bici non verranno reclamate, sarà una piccola officina artigiana affacciata sul lungo Po “Antonelli”: si chiama, semplicemente, “La Bici” ed è il cuore di un progetto appena lanciato dalle cooperative sociali “Agridea e “Strana Idea”, su mandato dell’assessorato torinese al Welfare, di recente rilevato dalla pentastellata Sonia Schellino. Nei mesi scorsi, due tecnici del laboratorio hanno insegnato, a titolo puramente volontario, il mestiere ad altrettanti ragazzi con disabilità intellettive, selezionati tra quanti, pur avendo frequentato i programmi d’avviamento del Comune, non sono ancora riusciti a trovare un lavoro. Saranno questi ultimi a farsi carico della revisione delle biciclette recuperate negli hangar di via Druento: ne ripareranno i freni, ne olieranno le catene e ne lucideranno i telai, dopo avervi tolto la ruggine, fin quando ogni modello sembrerà appena uscito dalla fabbrica, come le prime trenta esposte all’inaugurazione. “Una parte delle biciclette – spiega Giovanni Calabrese, funzionario della direzione Servizi sociali del Comune – verrà venduta a prezzo politico per garantire la sostenibilità del progetto: parliamo di cifre contenute all’incirca tra i 40 e i 60 euro. Le restanti verranno regalate ad alcune realtà del volontariato torinese, che in cambio, a loro volta, ci daranno indietro eventuali modelli da riparare o pezzi di ricambio in loro possesso”.

La partita da vincere


downloadIeri, in occasione della Giornata Nazionale dell’Infanzia e l’Adolescenza, l’Unicef ha lanciato un’iniziativa che ha coinvolto il mondo del calcio. In tutti gli stadi della Serie A e della Lega Pro, i calciatori e gli arbitri sono entrati in campo con i bambini accompagnati da un grande striscione contro sfruttamento e malnutrizione.

Lo stesso traguardo


runner-579327_960_720Domenica si tiene a Bolzano la quinta edizione della “Corsa per dire no alla violenza contro le donne”. Il servizio di Elena Fiorani.

 

Il comune di Bolzano, con la Rete dei servizi contro la violenza alle donne, l’Uisp Bolzano e la Fondazione Museion, organizza l’iniziativa in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre. La manifestazione prevede due percorsi: uno competitivo di 5 km e una camminata aperta a tutta la cittadinanza di circa 3 km. Entrambi si svilupperanno per le vie del centro storico. In particolare, l’evento è dedicato ai bambini e le bambine che vivono il dolore e il trauma della violenza domestica, infatti lo slogan di questa edizione è “Riguarda me ma anche i miei figli”. Testimonial d’eccezione saranno Petra Zublasing e Niccolò Campriani, coppia nella vita, ed entrambi protagonisti della spedizione azzurra di Rio 2016.

Qua la mano


stretta_manoVolontari e sportivi insieme grazie all’accordo tra Anpas e Aics. Un’intesa che ha lo scopo di incentivare e promuovere la collaborazione tra gli organismi territoriali delle due organizzazioni al fine di favorire lo scambio di esperienze e conoscenze tra le due realtà.

 

Il protocollo di intesa Anpas-Aics costituisce una cornice generale per una collaborazione che dovrà necessariamente vedere i Comitati regionali e le singole pubbliche assistenze Anpas attori fondamentali nella definizione e nella realizzazione delle singole attività. Attraverso il protocollo Anpas e Aics nazionale si impegneranno a promuovere accordi territoriali che definiranno in dettaglio quanto necessario oltre alla tipologia delle attività da svolgere in occasione delle manifestazioni ed attività sportive organizzate da Aics.
Secondo Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas nazionale. “Questo protocollo, che segue quelli con Uisp e Fispes, valorizza l’impegno del volontariato in ambito sanitario ed il ruolo di Anpas come interlocutrice del Terzo Settore. Le manifestazioni sportive promosse dagli amici di Aics saranno per le pubbliche assistenze un’ulteriore occasione per promuovere nella comunità la cultura della salute e del primo soccorso”.
D’accordo il presidente Aics nazionale Bruno Molea: “Siamo un’associazione sempre più attiva nell’ambito delle politiche sociali e che si muove a tutto campo nella società civile intercettando i bisogni, le aspettative dei cittadini. Attraverso la pratica sportiva rivolta sia ai giovani che agli anziani – prosegue l’onorevole Molea – svolgiamo un ruolo formativo ed educativo ma anche di integrazione sociale, socializzazione e benessere fisico. E’ bene che due strutture come Aics e Anpas, che appartengono allo stesso contenitore del terzo settore, si interfaccino con l’obiettivo di dare risposte alle necessità e alle esigenze dei cittadini: fare rete oggi è più necessario che mai”.

Sport Movies & Tv


sportmoviestv2016Al via oggi a Milano la 34esima edizione del festival che propone il meglio della produzione cinematografica, televisiva e dei new media ispirata allo sport.  Fino al 21 novembre un fitto programma di proiezioni, incontri, convegni e mostre. Quest’anno l’evento è dedicato a Bud Spencer e a Pietro Mennea, ed ha ricevuto anche il patrocinio del Comitato Italiano Paralimpico.

 

Il Cip sarà presente con il presidente, Luca Pancalli, e diversi atleti rappresentativi di questo movimento come Beatrice Vio, Martina Caironi e Alex Zanardi. Importanti, come sempre, i numeri di “Sport Movies & Tv”: oltre 950 opere ricevute e selezionate, provenienti da 73 Paesi su 51 discipline sportive. 70 ospiti vip, 195 registi e produttori, 182 giornalisti accreditati, 154 broadcasters coinvolti.

Ingresso libero


centro_sportivCon una delibera dello scorso 11 novembre la Giunta di Livorno ha deciso che gli impianti sportivi di proprietà del Comune potranno essere utilizzati a costo zero dalle associazioni sportive dilettantistiche che promuovono sport per persone con disabilità. Le strutture sono circa sessanta e coprono una grande varietà di discipline.

 

Gli impianti sportivi di proprietà comunale presenti in città, la cui gestione è affidata a soggetti gestori esterni, sono circa sessanta e abbracciano un’ampia gamma di discipline tra cui calcio, baseball, pallacanestro, arti marziali, tennis da tavolo e tennis. “Con questo provvedimento abbiamo compiuto un piccolo ma significativo passo verso l’abbattimento di quegli ostacoli, anche di natura economica, che impediscono l’esercizio e la pratica dello sport da parte di soggetti disabili – esprime così la sua soddisfazione l’assessore allo sport Andrea Morini – se la pratica sportiva, sia a livello agonistico che a livello amatoriale, rappresenta uno strumento di integrazione straordinario e di inclusione sociale per tutti, ciò vale ancora di più per persone diversamente abili, che hanno qui l’opportunità di trovare elementi di valorizzazione personale e di divertimento”. Per fruire dell’agevolazione tariffaria gli interessati dovranno presentare apposita domanda, a firma del rappresentante dell’associazione, dichiarando di essere in possesso dei requisiti richiesti e indicando i nominativi degli atleti disabili inseriti nel settore specifico.

Pugni solidali


boxeMamadou Lamine Badji è il primo pugile rifugiato in Italia a vincere un titolo regionale. In Senegal ha perso tutta la famiglia, sterminata dai guerriglieri, un anno fa, dopo lo sbarco a Lampedusa, è arrivato a Verona dove è stato accolto dall’accademia pugilistica “Vita”, che lo ha accompagnato fino alla vittoria ai campionati Veneti nella categoria dei 91 kg.

 

Mamadou Lamine Badji detto Kokoty, a soli 20 ani, ha già subito tanti colpi da ko nella vita, ma si è sempre rialzato e guarda con ottimismo al suo futuro. Su un piccolo natante con oltre 100 persone attraversa il canale di Sicilia e giunge a Lampedusa. Dopo cinque mesi viene smistato in una Cooperativa Veneta regolarmente autorizzata dalla Prefettura di Verona. A Verona inizia a collaborare con la sua cooperativa aiutando tanti altri profughi ad inserirsi. Vorrebbe praticare sport per tenere in forma il suo fisico statuario. In tv vede un incontro di pugilato e chiede a un assistente sociale di poter praticare questo sport. Gli addetti alla cooperativa chiedono a diverse palestre, ma quasi tutte lo rifiutano, anche perché non è possibile pagare la retta. Mamadou però non demorde, compra un manuale di allenamento e inizia a prepararsi. Finalmente i tentativi di iscriverlo a una palestra vanno a buon fine. L’accademia pugilistica “Vita” di Verona lo accoglie senza nulla pretendere in cambio. Arriva al suo primo Torneo nazionale senior da oggetto misterioso. Sul ring Mamadou si fa valere, ma l’istantanea più bella è quando canta l’inno di Mameli con la mano sul cuore e con gli occhi lucidi. “Qui in Italia e in palestra ho ricominciato a vivere – ammette con un sorriso Mamadou –. Sono grato a tutti quelli che mi hanno accolto. Ma sarò ulteriormente grato a chi mi aiuterà a ritrovare mia sorella”.

Lo sport al servizio dei più piccoli


In programma oggi e domani a Roma, l’incontro organizzato dal Centro sportivo italiano e finanziato dal ministero del Lavoro. Il servizio di Elena Fiorani.

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Saranno due giorni dedicati alla riflessione sui vari ambiti di impegno e di azione dello sport, con particolare riferimento all’infanzia e all’adolescenza. Verranno approfondite le proposte messe in gioco dal Csi al servizio dei giovani. Oggi si terrà una tavola rotonda su “welfare e sport al servizio dei più piccoli”, a cui prenderà parte anche con Carlo Borgomeo, presidente “Fondazione con il Sud”, mentre domani si parlerà di “Coni, Federazioni ed enti di promozione al servizio delle politiche giovanili”. Oltre al presidente del Csi, Vittorio Bosio, interverranno il Segretario Generale del Coni, Roberto Fabbricini, il Presidente Nazionale Us Acli, Marco Galdiolo, e il Presidente Nazionale Uisp, Vincenzo Manco.

Un emendamento ha modificato la legge Melandri


grs“L’emendamento approvato dal Governo, con il quale si cancella il principio della redistribuzione dei diritti tv previsto dalla legge Melandri del 2008, allarga il fossato nel rapporto tra lo sport di base e quello professionistico – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – Tutti gli indicatori Istat sullo sport e sul Terzo settore mostrano quanto l’associazionismo sportivo di base produca valore sociale e coesione territoriale in ogni comunità”.

“La crisi economica di questi anni ha fortemente colpito le società sportive amatoriali che si sono trovate nelle condizioni di chiedere alle famiglie di accollarsi i maggiori costi della pratica. Le stesse società hanno mostrato grande senso di responsabilità poiché hanno provveduto anche a forme di fusione in tante realtà del Paese, ma non possono più permettersi di andare oltre, pena il punto di non ritorno della dismissione dell’attività”.

“In più occasioni il Presidente della Repubblica ha sollecitato non solo interventi per le eccellenze ed il talento sportivo, ma soprattutto per lo sport di base, che rappresenta la condizione necessaria per la diffusione tra tutti i cittadini dei benefici della pratica sportiva e per l’ individuazione dei futuri campioni”.

“Il Presidente del Consiglio ed alcuni Ministri hanno più volte sostenuto l’importanza dello sport diffuso sul territorio come fattore educativo, di promozione della salute, di integrazione interculturale, di politiche giovanili positive, di inclusione del disagio e delle periferie territoriali culturali e sociali. Ma tutto questo come si realizza, se non destinando allo sport di base le necessarie risorse? Ovvero, le risorse per mettere a sistema quei soggetti associativi che quotidianamente vivono una condizione di frontiera e di promozione di cittadinanza, nella difficile e disuguale ridefinizione del welfare complessivo del Paese?”

“Il principio di solidarietà non può scomparire senza una necessaria previsione di misure alternative, di risorse da allocare, pur nella comprensibile difficoltà nel reperire risorse – conclude Manco – Ma le difficoltà non si possono scaricare costantemente sui soggetti più deboli del sistema, poiché in questo modo la forbice delle disuguaglianze si allarga sempre di più. Le società sportive che noi rappresentiamo hanno una dignità che va riconosciuta con fatti concreti e non semplicemente con una pacca sulle spalle”.

Ognuno per sé


runUn emendamento alla legge Melandri del 2008, approvato dal Governo, cancella il principio della redistribuzione dei diritti tv. In precedenza il 4% era assegnato a politiche di rafforzamento dell’attività sportiva giovanile e ad azioni di solidarietà con altri sport, attraverso progetti sociali. Ora tutto verrà riassegnato alle Leghe importanti della Federazione calcio.