Promuovere una cultura dell’attività fisica come luogo di educazione a una vita sana, di amicizia e di solidarietà. È questo l’obiettivo dell’iniziativa del Comune di Udine che, dopo il via libera della giunta, sarà discussa dalla commissione Politiche sociali e diritti di cittadinanza. Il progetto è il risultato del lavoro dei referenti di associazioni sportive, genitoriali, delle scuole e dell’università.
La Carta etica dello sport si rivolge a tutti coloro che, a vario titolo, con ruoli e responsabilità diverse, hanno a che fare con la pratica sportiva: atleti, dirigenti, allenatori, genitori, tifosi, sponsor. Aderendo a questa proposta i dirigenti si impegnano ad esempio a “promuovere fattivamente la lealtà sportiva, contrastando con decisione corruzione e doping”; i tecnici e gli insegnanti si daranno come obiettivo “riconoscere il proprio ruolo di educatori, cercando di favorire la formazione integrale della persona e non solo lo sviluppo delle competenze tecnico-tattiche”; gli atleti si proporranno di imparare ad “accettare serenamente il responso del campo, anche quando è sfavorevole, rispettando le decisioni dell’arbitro e rifiutando la cultura del sospetto”; i genitori si impegneranno a “non assolutizzare l’impegno sportivo e riconoscere ai propri figli il diritto a non essere dei campioni, evitando di proiettare su di loro aspettative di successo a tutti i costi.
“Con questa iniziativa lo sport viene riconosciuto come importante veicolo di benessere e di crescita personale e perciò diritto di tutti i cittadini – sottolinea l’assessore all’Educazione, Sport e Stili di Vita, Raffaella Basana – Per fare in modo che questo documento sia effettivamente un punto di riferimento nel mondo dello sport, l’amministrazione comunale intende impegnarsi in un percorso di riconoscimento e valorizzazione delle associazioni virtuose”.
Podio sostenibile
Le medaglie di Tokyo 2020 fatte con vecchi telefoni e pc: da aprile in oltre 2400 negozi giapponesi saranno installati contenitori per raccogliere dispositivi elettronici mal funzionanti o obsoleti. Dalle 8 tonnellate che si prevede di raccogliere sarà ricavato il metallo per la produzione delle 5 mila medaglie da consegnare agli atleti dei Giochi Olimpici e Paralimpici.
E’ un progetto che coinvolge l’intera nazione quello presentato dagli organizzatori dei Giochi previsti nel 2020: un’iniziativa che risponde anche alla Raccomandazione 4 dell’Agenda Olimpica 2020 che stabilisce il criterio della sostenibilità in tutti gli aspetti della progettazione e dell’esecuzione dei Giochi. Due aziende sono state incaricate di gestire il progetto nel corso dalla riunione del Consiglio esecutivo di Tokyo 2020: sono la NTT DoCoMo e la Japan Environmental Sanitation Center (JESC). A partire dal mese di aprile 2017 dei contenitori per la raccolta saranno installati in più di 2.400 negozi di NTT DoCoMo e in alcuni uffici pubblici in tutto il paese.
“Credo che il progetto delle medaglie di Tokyo 2020 sia un’iniziativa straordinaria, che impegna tutto il Giappone nel realizzare le medaglie olimpiche e paralimpiche”, dice Daisuke Ikezaki, medaglia di bronzo con il Giappone nel wheelchair rugby a Rio 2016, uno dei testimonial che promuove l’appuntamento nipponico previsto fra tre anni. Come lui, anche il ginnasta olimpico Kohei Uchimura: “Computer e telefoni sono diventati strumenti molto utili, ma penso che sia uno spreco eliminare i dispositivi ogni volta che c’è un progresso tecnologico e appaiono nuovi modelli. Quando non servono più, è bene non sprecare niente, e credo che dietro questo progetto di riutilizzo dei metalli ci sia un messaggio importante per le generazioni future”.
Il nido del grifone
Ha debuttato domenica scorsa allo stadio Ferraris, in occasione di Genoa-Sassuolo, il primo asilo sotto la gradinata, in cui lasciare i figli mentre si segue la partita della squadra del cuore. Ideato dall’Associazione dei Club Genoani, è rivolto a bambini dai 3 ai 6 anni, che saranno seguiti da educatori qualificati della cooperativa sociale Moby Dick.
Secondo i promotori, è “il primo del genere in Italia”: allestito nella “pancia” della Gradinata Nord, cuore del tifo genoano, nei locali del Little Club. La cooperativa sociale Moby Dick gestisce nel capoluogo diversi asili nido, e darà vita a un laboratorio ludico-didattico. L’iscrizione è riservata all’inizio ai figli dei tifosi abbonati in Gradinata, ma si pensa di allargarla in futuro ad altri possibili fruitori: si prenota via mail entro il venerdì prima della gara e si portano i bimbi a partire dalle 14.30; alle 17 si ritirano. Il costo è di 6 euro per le prime due partite, poi 12.
A galoppo
Anche nel 2017 l’ippodromo romano delle Capannelle ospiterà il progetto “Sport e cavallo come veicoli sociali”. L’iniziativa è partita lo scorso novembre con il coinvolgimento di famiglie e ragazzi con disabilità che ogni venerdì mattina sono stati impegnati in attività di avvicinamento e di pratica dell’equitazione.
Obiettivo principale del progetto è offrire ad atleti diversamente abili un percorso verso l’autonomia, la valorizzazione dell’individuo attraverso il potenziamento delle sue abilità, un percorso che comprenda occasioni di aggregazione e socializzazione e, soprattutto, una porta sul mondo dell’equitazione come pratica sportiva adattata o come attività ludica.
Inaugurata a Livorno la CiclOfficina ControPedale
La CiclOfficina è un progetto di inclusione sociale e di promozione del riciclo e della sostenibilità nato all’interno del Tavolo Giovani del Comune di Livorno che vede protagonisti alcuni ragazzi richiedenti asilo ospiti nelle strutture di accoglienza che Arci Solidarietà gestisce sul territorio. All’inaugurazione erano presenti oltre 50 persone, tra cui i quattro ragazzi protagonisti del laboratorio, Stefan Kouami, Cristopher Andrew, Daouda Guinka Ousmane e Jerry Isogie. Al centro dell’attenzione e della piazza c’è l’inclusione delle persone e dei materiali: “Niente è abbandonato, niente è senza speranza, niente è rifiutato, ma a tutto e a tutti è data una possibilità creativa nuova, un foglio bianco su cui scrivere una storia pronta a cominciare”.
Le aste pubbliche, oltre a dare la possibilità di ‘mettere in piazza’ le biciclette prodotte, saranno un momento di gioco, di conoscenza e di scambio con questa nuova e vivace realtà. Durante le aste verranno coinvolti artisti della città nella veste di banditori e i ciclo-riparatori avranno così l’occasione di presentare ed esibire i prodotti realizzati.
Per tre giorni alla settimana (martedì, mercoledì mattina e venerdì pomeriggio), la CiclOfficina è aperta ai cittadini che vorranno portare lì i propri rottami per un restyling a prezzi popolari. Previsto anche il ritiro a domicilio, per informazioni contattare la pagina facebook CiclOfficina Contropedale. E’ allo studio del Comune di Livorno una collaborazione con Aamps, perché i rottami siano destinati direttamente alla CiclOfficina anziché alla discarica.
Il giorno dell’inaugurazione, alle domande dei giornalisti i ragazzi della CiclOfficina hanno risposto così: “Siamo contenti di poterci impegnare in qualcosa di concreto e ci sentiamo molto fortunati: in tanti sono venuti a trovarci e ci hanno accolto bene”. (Fonte: ArciReport)
Ripartire dallo sport
Ad Amatrice nasce il nuovo liceo scientifico sportivo, grazie alla collaborazione tra ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Comitato olimpico nazionale italiano. Ascoltiamo le parole del sindaco della cittadina laziale, Sergio Pirozzi. (sonoro)
Cartellino rosso
Aumentano i casi di risse sugli spalti provocati dalla maleducazione dei genitori, un fenomeno molto diffuso nei campi sportivi delle categorie giovanili. La Figc corre ai ripari: “Organizzeremo corsi di formazione al tifo”, ha dichiarato il presidente Tavecchio. La proposta prevede incontri del settore giovanile scolastico ogni sei mesi con allenatori, famiglie e dirigenti delle società.
Due episodi particolarmente gravi sono accaduti in Toscana negli ultimi giorni. Prima a Livorno, dove un calciatore del Gambia di 18 anni è stato insultato ed è poi finito all’ospedale dopo una testata. Il giovane giocatore dell’Ardenza, secondo la testimonianza dell’allenatore e come riportato da Il Tirreno, sarebbe stato prima oggetto di offese a sfondo razzista e poi raggiunto da una testata da parte di un giocatore del Castiglioncello, società che, pur smentendo che in campo siano volate offese razziste, sta valutando quali azioni disciplinari prendere nei confronti del giocatore artefice della testata. Altro episodio a Pietrasanta, dove sabato scorso, nel campo Pedonese di Marina, due squadre di Giovanissimi A (età 14 anni) erano impegnati in una partita con l’Atletico Carrara. Sugli spalti è partita una rissa coi genitori delle due formazioni.
Special day
Oggi l’Istituto tecnico Arturo Bianchini di Terracina ospita “Lo sport incontra la scuola”, progetto regionale sulla disabilità per valorizzare l’attività fisica come strumento di integrazione e dialogo. Obiettivo: dimostrare che si possono abbattere i pregiudizi e le barriere attraverso il linguaggio universale dello sport.
Nel corso della manifestazione, atleti disabili racconteranno agli studenti del “Bianchini” le loro esperienze di vita e di sport, insieme alle testimonianze di campioni come l’olimpionico Alessio Sartori, medaglia d’oro di Canottaggio alle Olimpiadi di Sidney. Presente anche una rappresentanza di atleti e tecnici di Special Olympics, con il direttore provinciale Giovanni Di Giorgi.
Si tratta della quarta tappa del tour regionale di Special Day, che ha già toccato le città di Sabaudia, Palombara Sabina e Latina. La prossima tappa è in programma a Formia il 9 febbraio.
Il format del progetto prende vita da una frase di A. Einstein: “È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”. Lo sport rappresenta, per le persone con disabilità, uno strumento di sviluppo delle capacità fisiche e psichiche, di crescita sociale e umana, per consentire una piena integrazione nella società.
We Want to Play
“Nessuno è illegale per giocare a pallone!” è lo slogan della campagna che mira ad abrogare e modificare due punti delle Norme Organizzative Interne Figc che creano grandi difficoltà alle società sportive nel percorso di tesseramento di atleti extra-comunitari. Quello che dovrebbe essere un semplice tesseramento federale si rivela, infatti, un percorso ad ostacoli che spesso conduce ad esiti negativi.
Le problematiche riguardano l’articolo 40 comma 11 del NOIF (Norme Organizzative Interne della FIGC) che doveva essere abrogato già da diversi anni ma risulta ancora vigente.
Due punti in particolare rendono quest’articolo discriminatorio:
Art 40 quater comma 1.1 punto b NOIF: prevede come vincolo al tesseramento un permesso di soggiorno che non scada in data precedente al 31 gennaio dell’anno successivo all’inizio della stagione calcistica
“copia del permesso di soggiorno che dovrà avere scadenza non anteriore al 31 gennaio dell’anno in cui termina la stagione sportiva per la quale il calciatore/calciatrice richiede il tesseramento”
Art 40 quater comma 1.1 punto c NOIF: prevede come vincolo al tesseramento, la residenza nel comune in cui l’atleta pratica attività sportiva “certificato di residenza in Italia”
L’ arbitrarietà e la natura discriminatoria di queste norme sono evidenti. Porre come condizioni necessarie al tesseramento la data di arrivo nel nostro paese, a cui è legato il rinnovo del permesso di soggiorno, o il fatto di abitare in uno di quei comuni dove ai richiedenti asilo si concede la residenza e non solo il domicilio, fa si che per causa del tutto slegate dalla idoneità sportiva, un calciatore possa partecipare ai campionati federali ed un altro no.
Si vengono a creare limpidi casi di discriminazione razziale. Ragazzi e atleti che si allenano tutte le settimane si vedono costretti a guardare i propri compagni di squadra dalla tribuna a causa del paese di origine e questo non è accettabile.
A tutti dev’essere garantito il libero accesso alle discipline sportive, senza distinzione di credo, di colore, o di etnia. “We want to play” significa questo. Rivendicare per tutti la pari accessibilità allo sport e l’inalienabilità del diritto che vi si associa: il diritto al gioco.
Per questi motivi chiediamo la concreta e perentoria modifica delle norme presenti nelle carte Federali al fine di eliminare situazioni prive di ragionevoli motivi di sussistenza che creano ingiustificate preclusione all’attività sportiva dei giocatori stranieri.
#PerchèIoAmoLoSport
Partito il contest grafico del Centro sportivo italiano rivolto ai ragazzi delle società sportive di tutta Italia. Basta inviare foto o disegni che raccontino la propria passione. Si può partecipare fino al 15 febbraio, tutti i partecipanti sono invitati a condividere sui social le proprie immagini. Dodici lavori saranno selezionati e andranno a comporre un calendario virtuale.