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Skills4Sports: un futuro nello sport per i neet siciliani


Sportivi per professione. A Palermo parte il progetto Skills4Sports che interpreta lo sport come integrazione e apprendimento delle competenze professionali da spendere nel mercato del lavoro in sei paesi dell’area mediterranea. E’ rivolto a giovani dai 17 ai 30 anni della Sicilia e, in particolare ai neet.

Il progetto internazionale, portato avanti dal Ciss Ong e finanziato dal programma Eni Cbc Med, ha l’obiettivo di aumentare le opportunità di lavoro dei giovani Neet nel settore sportivo. Già dai prossimi mesi, si darà avvio alle formazioni, gratuite e specifiche, rivolte a ragazze e ragazzi tra i 17 e i 30 anni della Sicilia e, in particolare di Palermo. Le formazioni sono due e riguarderanno due gruppi di 30 giovani ma il numero si può considerare aperto.

Per accrescere le opportunità lavorative dei giovani nell’ambito dello sport è fondamentale, allo stesso tempo, individuare quali sono i requisiti che i datori di lavoro richiedono e che invece mancano. Per questo, dopo una mappatura, già messa a punto nei mesi scorsi, verranno avviati dei corsi di formazione per chi fosse interessato ad apprendere e rafforzare le proprie skills per il mondo dello sport. Una possibilità che, quindi, non riguarda soltanto i giovani, ma anche i datori di lavoro del settore sportivo che saranno coinvolti nella Strategic Alliance for Skills4Sports, un network che farà anche una lobby per influenzare le politiche e le azioni necessarie alla creazione di opportunità di lavoro nel prossimo futuro.

“Si tratta di un’idea innovativa ma, soprattutto, necessaria in un momento storico come quello che stiamo attraversando in quanto è efficace e concreto nella lotta alla disoccupazione e si prende cura delle richieste reali dei giovani presenti sul territorio – afferma la coordinatrice del progetto del Ciss Valentina Venditti -. Per competenze sportive intendiamo non solo quelle di tipo tecnico ma anche quelle che caratterizzano l’indotto che sono il marketing e l’attività di tipo promozionale. Presto si realizzerà anche una piattaforma aperta in più lingue a cui potranno accedere i giovani degli altri Paesi partecipanti. Per il momento siamo in una fase iniziale in cui stiamo attivando la formazione anche dei ragazzi con disabilità nell’ambito delle competenze digitali che possono essere utilizzate non solo nell’ambito sportivo. Stiamo anche avviando anche delle relazioni con alcune realtà lavorative dove questi giovani potranno fare dei tirocini. La cosa importante è la creazione di un network internazionale fruibile da tutti i giovani dell’area mediterranea interessata”.

“Il progetto fa molto di più – aggiunge il presidente del Ciss Sergio Cipolla – perché è in grado di espandersi e abbracciare tutta l’area del Mediterraneo coinvolgendo Paesi partner come Malta, Libano, Palestina, Spagna e Grecia. E’ un progetto dal respiro internazionale ed inclusivo che tenta un salto coraggioso e importante portando un miglioramento concreto per tutto il nostro territorio”.

Skills4Sports è un progetto che mira ad aumentare l’occupabilità dei neet dell’area mediterranea formando nuovi professionisti per il settore dello sport, riducendo la discrepanza di competenze e coinvolgendo le principali parti interessate nel processo. Il progetto rafforzerà, inoltre, la capacità istituzionale di almeno 160 tra rappresentanti di organizzazioni, Ong e autorità locali nel Mediterraneo attraverso seminari specializzati.

25 aprile: sport e memoria con la Corsa di Miguel


 

 

 

Sport e memoria. Il 25 aprile torna a Roma la Corsa di Miguel, giunta alla 23^ edizione. Il servizio di Elena Fiorani.

Arrivo nello Stadio Olimpico per la corsa che ricorda il maratoneta poeta argentino Miguel Sanchez, organizzata dal Club Atletico Centrale con la collaborazione dell’Uisp Roma. La manifestazione sarà all’insegna della Festa della Liberazione, ma anche della solidarietà. Infatti, uno dei simboli della giornata sarà la joelette, la carrozzina che permette di partecipare anche a persone con disabilità.

Si corre ancora una volta per la giustizia sociale, il rispetto dei diritti e la pace e i dieci chilometri della gara saranno dedicati ad altrettanti grandi campioni dello sport che hanno lottato per i diritti. Partenza alle 9 da Lungotevere Maresciallo Diaz e, dopo il tradizionale giro dei ponti, arrivo all’interno dello Stadio Olimpico, anche per i partecipanti alla Strantirazzismo di 3 chilometri, cui parteciperanno centinaia di studenti dei licei romani.

Il padel che include: in Spagna sempre più aperto alle persone con disabilità


Sport oltre ogni barriera. In Spagna il padel è sempre più aperto all’inclusione delle persone con disabilità. Infatti è uno sport agonistico federale da 7 anni e attualmente ci sono 86 giocatori, con un Circuito Nazionale gestito dalla Federazione Spagnola di Sport per Persone con Disabilità Fisiche che consiste in circa 15 prove annuali.

Uno sport per tutti. Uno sport inclusivo. Il padel, infatti, è noto per la sua trasversalità e negli ultimi anni sta crescendo in Italia l’interesse delle persone con disabilità di praticare questo sport. Già diversi club italiani stanno lavorando su questo fronte «Il nostro club è nato con l’intento di promuovere il padel in carrozzina tra le persone con disabilità fisiche, in modo che fosse un aiuto per lo sviluppo della loro autonomia e salute – le parole di Susana Rodriguez –. A oggi, oltre ad avere il numero 1 della Catalogna, sia femminile che maschile, stiamo organizzando la terza stagione della “Scuola di iniziazione e perfezionamento del padel in carrozzina”, la prima in Catalogna, aperta a chiunque voglia venire per imparare. Nel resto della Spagna stanno emergendo sempre più club di padel in carrozzina».

La settimana scorsa si è tenuto un Open Nazionale al Padelarium Gava, una delle tante competizioni presenti in terra iberica per promuovere l’inclusione: «In Spagna, il padel in carrozzina è uno sport agonistico federale da 7 anni e attualmente ci sono 86 giocatori – aggiunge Susana –. Abbiamo un “Circuito Nazionale di Pádel in Carrozzina” che è gestito dalla FEDDF (Federazione Spagnola di Sport per Persone con Disabilità Fisiche) e consiste in circa 15 prove annuali, un campionato di selezioni autonome e un campionato di Spagna. In Catalogna abbiamo la “Liga Catalana de Pàdel en Cadira”, gestita dalla FCEDF (Federazione Catalana di Sport per Persone con Disabilità Fisiche), e il “Circuit de Pàdel en Cadira” gestito dalla FCP (Federazione Catalana di Pàdel)». Il legame con l’Italia è forte, tanto che Marcela Ferrari, ct della Nazionale, è membro onorario del Club: «È un punto di riferimento per noi – conclude Susana – partecipa ai tornei inclusivi (ossia una coppia formata da un normodotato e un diversamente abile) e alle nostre attività, mette tantissimo entusiasmo in tutto ciò che fa».

Croce Rossa e Federazione pugilato sul ring solidale: firmato protocollo d’intesa


Guantoni solidali. Croce Rossa Italiana e Federazione pugilato hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere l’educazione alla sicurezza e alla salute intesa come benessere fisico e mentale. Previste attività di informazione e formazione su stili di vita sani, pratiche di primo soccorso ed educazione alla donazione di sangue, organi, tessuti e cellule.

Il pugilato Italiano, negli ultimi anni, ha intensificato le attività legate alla formazione in campo sportivo, etico e sanitario, avendo come obiettivo principale la professionalizzazione di tutti gli operatori della boxe e garantendo un valido e concreto supporto. Per tale motivo la federazione, con 60.000 tesserati e più di 1000 società sportive, ha voluto legarsi alla Cri che si subito messa a disposizione offrendo attività di informazione e formazione delle persone riguardo gli stili di vita sani (anche attraverso la promozione di una corretta alimentazione e dell’importanza dello sport), alle pratiche di primo soccorso e all’educazione dei cittadini alla donazione di sangue, organi, tessuti e cellule.

La collaborazione ha come focus diverse attività, da veicolare attraverso un piano di comunicazione arricchito con il supporto dei Campioni/Ambassador della Fpi. Tali attività sono ricomprese nel protocollo d’intesa e nell’accordo quadro siglati in occasione del Premio Giuliano Gemma & FPI Awards 2021, in cui il Presidente della Fpi Flavio D’Ambrosi e quello del Coni Giovanni Malagò hanno conferito al Presidente della Cri Francesco Rocca il Premio Speciale “Hug-Abbraccio” per l’Impegno Sociale. “Questo riconoscimento – commenta Rocca – è un grande onore che desidero condividere con i 150mila volontari della Croce Rossa Italiana. Lo sport veicola valori simili a quelli che i nostri operatori mettono in atto sul campo e la collaborazione con la Fpi non potrà che rafforzare questo binomio”. “Sono lieto ed onorato – la replica di D’Ambrosi – della partnership avviata con Croce Rossa perché il pugilato Italiano ha l’opportunità di operare al fianco di una delle realtà più straordinarie del nostro paese”.

Rugby, la Nazionale femminile va in meta per la parità


Donne alla meta. La Nazionale di rugby darà uno stipendio alle sue giocatrici e, per la prima volta, verranno firmati dei contratti, nell’unico sport italiano in cui le donne superano gli uomini nel ranking mondiale. Finora ricevevano al massimo rimborsi, come la maggior parte delle sportive.

Nello sport italiano la nazionale femminile di rugby è l’unica che nel ranking mondiale sta più in alto di quella maschile: era settima e dopo gli ultimi risultati è ottava, mentre quella maschile è quattordicesima. Le giocatrici, tuttavia, non sono ancora professioniste – come tutte le altre atlete italiane – e quindi non possono avere dei veri contratti, con le tutele e i benefici che ne derivano.

Le rugbiste italiane – anche quelle che giocano ai massimi livelli – sono studentesse e lavoratrici che durante l’anno dedicano il loro tempo libero allo sport. Nonostante questo, negli anni sono riuscite a diventare fra le migliori in Europa. Quest’anno il torneo Sei Nazioni non sta andando bene (fin qui tre sconfitte su tre partite), ma nel 2019 arrivarono seconde, nel 2014 quarte e l’anno prima terze. Su quindici partecipazioni hanno preso il cucchiaio di legno soltanto tre volte, contro i diciassette in vent’anni degli uomini.

Il prossimo autunno l’Italia femminile andrà in Nuova Zelanda a giocare la nona edizione della Coppa del Mondo, dove sarà in girone con Stati Uniti, Giappone e Canada. Sarà quindi un anno particolarmente impegnativo per le giocatrici, che dedicheranno alla Nazionale circa tre mesi del loro tempo. Anche per questo motivo la Federazione ha annunciato in settimana di aver stanziato oltre 350mila euro che serviranno a stipendiare 25 giocatrici con contratti annuali di collaborazione sportiva.

Finora le rugbiste ricevevano al massimo rimborsi o borse di studio, come la maggior parte delle sportive italiane. Con l’istituzione di un contratto di collaborazione sportiva potranno ricevere uno stipendio mensile di circa mille euro, cosa che finora succede soltanto nella pallavolo e nel calcio, i campionati femminili più avanzati in termini di organizzazione e tutele economiche.

Per Manuela Furlan, capitana della Nazionale e addetta alla logistica allo scalo merci di Treviso, l’accordo «segna un primo, importante punto di svolta per il futuro della Nazionale femminile e rappresenta il miglior lascito possibile alle prossime generazioni».

Marzio Innocenti, presidente federale dallo scorso marzo, ha spiegato: «Nel movimento femminile il tasso di competitività a livello internazionale si sta alzando vertiginosamente. La contrattualizzazione delle nostre migliori atlete vuole garantire loro un nuovo strumento per poter competere sulla scena internazionale, in particolare in un anno altamente impegnativo e strategico come quello che porterà alla prossima Coppa del Mondo».

L’Uisp lancia Sport Point: servizi e consulenze per Asd e società sportive


 

 

 

Sport Point. Il nuovo progetto dell’Uisp mette a disposizione consulenze e risposte immediate per le esigenze di Asd e società sportive. Il servizio di Elena Fiorani.

Il mondo sportivo sta cambiando, in particolare in seguito alle riforme del terzo settore e dello sport, innovazioni ed opportunità che obbligano ad approfondire con attenzione le normative di riferimento.
Per sostenere associazioni e società sportive affiliate l’Uisp lancia Sport Point: servizi, consulenze, appuntamenti tematici per diffondere una nuova coscienza collettiva sulle potenzialità dello sport nel nostro Paese.

Il primo appuntamento, sulla corretta gestione contabile, si terrà giovedì 21 aprile. Per iscriversi basta scaricare la AppUisp e usufruire di tutte le opportunità con un clic. Il progetto è promosso in sinergia con Csain, Centro Sportivo Italiano, Pgs, UsAcli, e sostenuto da Sport e Salute.

Sport inclusivo nelle scuole: protocollo d’intesa Ministero Istruzione – Comitato paralimpico


Una firma che include. Promuovere la pratica delle attività motorie e sportive per ragazze e ragazzi con disabilità nelle istituzioni scolastiche, diffondere i valori della cultura paralimpica e favorire l’avvicinamento all’attività motoria dei bambini già dalla scuola dell’infanzia: sono alcuni degli obiettivi al centro del Protocollo d’intesa siglato dal ministero dell’Istruzione e dal Comitato paralimpico.

Il Protocollo, di durata triennale, individua programmi e interventi per l’attuazione di attività motorie, sportive e ludico-motorie con l’obiettivo di rinforzare e potenziare le competenze delle studentesse e degli studenti con disabilità, anche per recuperare la socialità e accompagnare nel superamento delle difficoltà indotte dalla crisi pandemica, si legge in una nota. Saranno organizzate, inoltre, attività nazionali e territoriali per diffondere progetti anche in relazione alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del bullismo, all’adozione di corretti stili di vita, all’educazione stradale, al riconoscimento dei valori del fair play, all’acquisizione di comportamenti basati sul rispetto, sul contrasto al tifo violento, al doping e al disagio giovanile, all’integrazione e inclusione attraverso lo sport.

“Educazione, inclusione, benessere. Oggi firmiamo un documento importante – ha dichiarato Bianchi –. Le nostre ragazze e i nostri ragazzi imparano a scuola a giocare di squadra, misurandosi con le sfide delle discipline sportive. Un’azione collettiva e formativa, che trova espressione nei valori diffusi dal Comitato Paralimpico Italiano”.

“Siamo felici di questa importante intesa con il Ministero dell’Istruzione che dá un forte impulso alla promozione e alla diffusione nelle scuole dello sport quale strumento di cultura, inclusione e integrazione – ha sottolineato il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli –. Si tratta di un tassello importante per la costruzione di una diversa percezione della disabilità e dunque un contributo significativo per la crescita del nostro Paese dal punto di vista civile e sociale”.

Educazione fisica alla scuola primaria: saranno 2247 i docenti impegnati da settembre


Verso la meta. Emanato il decreto sugli organici della scuola per l’anno 2022-2023. Gli insegnanti di educazione fisica saranno 2247 e a settembre entreranno nella scuola primaria, cominciando dalla quinta elementare. Ora bisogna lavorare al reclutamento e alla formazione con l’obiettivo di far tornare i più piccoli all’attività motoria.

Il passaggio era tutt’altro che scontato dopo che la legge di Bilancio aveva cancellato l’indicazione delle coperture economiche per sostenere il provvedimento fortemente voluto dalla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali e che proprio la fiorettista pluriolimpionica aveva presentato con il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi a dicembre. In pratica, il Ministero ha ridisegnato la mappa dell’organico e inserito nella stima del fabbisogno anche i 2247 posti che entreranno a far parte dei 191.260 docenti impegnati nella quinta elementare. Le classi coinvolte saranno 24.693. Per quelle con il tempo normale le due ore di educazione fisica saranno aggiuntive, per i bambini del tempo pieno saranno invece comprese nell’attuale orario.

L’educazione fisica nella primaria è una materia prevista dall’ordinamento, ma il suo insegnamento è stato negli anni delegato ai tutor, figure fuori dall’organico, spesso al lavoro in forma indiretta, formando maestre e maestri per questa area didattica. Il progetto, nato come “alfabetizzazione motoria” con il Coni nel 2009, è stato ereditato da Sport e salute e oggi si chiama Scuola attiva Kids. Coprirà tutte le altre classi in attesa che i docenti specialisti entrino in tutte le classi.

A questo punto il più sembra fatto. Ma manca il passaggio del reclutamento. La legge di Bilancio di fine 2021 prevedeva entro due mesi la pubblicazione del bando per il concorso ma i tempi si sono allungati ed è chiaro che per settembre non si farà in tempo. Si interverrà quindi per ora sulle graduatorie provinciali dei precari per coprire il fabbisogno. L’altro tema è quello della formazione su cui si dovrà lavorare duro in questi mesi. Cioè: quali contenuti per l’insegnamento dell’educazione fisica fra i bambini? In ogni caso la svolta è doppiamente necessaria in un momento in cui la diffusione dell’attività motoria e della pratica sportiva nel segmento anagrafico 6-11 anni, è stata duramente colpita dalla pandemia. In base a diverse statistiche si stima che un bambino su due abbia smesso di muoversi. La nuova generazione di insegnanti che entrerà nella scuola ha un grande obiettivo da inseguire: far tornare in palestra e sui campi tanti bambini che hanno abbandonato.

A Parma “Se vai in bici, fai un bel lavoro”: incentivi a chi pedala


Bike to work. “Se vai in bici, fai un bel lavoro”: a Parma fino a 50 euro mensili di incentivi a chi pedala. I destinatari dei contributi sono aziende, enti pubblici e privati. Si tratta della terza edizione del progetto che incoraggia gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta. Nelle prime due annualità sono stati percorsi quasi 300 mila km.

L’assessora all’Ambiente e mobilità Tiziana Benassi: “Se vai in bici, fai un bel lavoro! È lo slogan della terza edizione di bike to work il progetto che incentiva gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta. Il Comune premia i comportamenti virtuosi perché crede nella mobilità sostenibile quale strumento per migliorare la salute e la qualità di vita delle persone e la qualità dell’ambiente che ci circonda: aria che respiriamo e decongestionamento del traffico”.

Sono 17 le aziende che hanno aderito alla manifestazione di interesse nella prima edizione e 43 nella seconda edizione. Di queste, 15 quelle che hanno partecipato nel 2020 e ben 25 nel 2021, compreso il Comune di Parma che promuove iniziative di mobility management e partecipa attivamente come datore di lavoro.

“Più di 83mila km percorsi nella prima edizione e quasi 200mila km nella seconda edizione. Sono i numeri del successo delle prime due edizioni di Bike to work che con entusiasmo siamo certi di replicare (e superare) nell’edizione 2022”, aggiunge Benassi. Il progetto Bike To Work prevede l’assegnazione di contributi ed incentivi per chi si reca al lavoro in bicicletta. Nello specifico il progetto prevede l’assegnazione di incentivi chilometrici per gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta, nella misura massima di 20 centesimi a chilometro e di 50 euro mensili cadauno.

A questo si aggiungono incentivi per la riduzione del costo dell’utilizzo del bike sharing, da utilizzare in modo prioritario per gli spostamenti casa-lavoro e incentivi per la riduzione del costo dell’abbonamento annuale al deposito biciclette, cioè la cicletteria in stazione. I destinatari dei contributi sono aziende, enti pubblici e privati ubicati nel Comune di Parma o nelle immediate vicinanze.

Modalità di partecipazione: le aziende o gli enti intenzionate a partecipare alla manifestazione di interesse, dovranno inviare apposita istanza di partecipazione mediante l’invio o consegna entro e non oltre le ore 13 del giorno lunedì 4 aprile 2022, per iniziare il 10 aprile. La manifestazione di interesse rimane comunque aperta fino al 31 luglio 2023, l’azienda o ente partecipante non potrà dare inizio al progetto prima del decimo giorno del mese successivo all’adesione.

Bici per tutti: Fondazione Paideia lancia il bike sharing accessibile


Tutti in sella. A Torino arriva il bike sharing accessibile, con un parco biciclette adatte e adattabili alle diverse tipologie di esigenze e disabilità. Obiettivo dell’iniziativa è quello di garantire a tutti l’opportunità di fare sport e promuovere il benessere.

“Tutti in sella”: è questo il nome scelto da Paideia per lanciare il proprio bike sharing accessibile: la Fondazione, impegnata nel sostegno a oltre 700 nuclei familiari di persone con disabilità, metterà gratuitamente a disposizione di chi lo vorrà, con prenotazione al desk della sede di via Moncalvo 1 a Torino, un parco biciclette adatte e adattabili alle diverse tipologie di esigenze e specificità.

L’obiettivo principale dell’iniziativa, resa possibile attraverso una raccolta fondi, è quella di garantire a tutti l’opportunità di fare sport: “Da sempre – sottolinea il direttore di Paideia Fabrizio Serra – il nostro obiettivo è quello di sostenere e supportare le famiglie con bambini con disabilità secondo il modello Family Centered Care: le attività svolte, riabilitative, sportive e ricreative, hanno come finalità la promozione del benessere; nel caso specifico, grazie alla bicicletta tutti potranno godere di un’esperienza che trasmette benessere e felicità”.

“Tutti in sella” è solo l’ultimo tassello di un percorso iniziato nel 2018: “Siamo partiti – spiega la responsabile delle attività sportive Elena Grosso – con l’apertura della piscina aggiungendo, nel corso del tempo, danza, minibasket, boccia paralimpica e altro ancora perché i vantaggi sono sotto gli occhi di tutti. Questo progetto è un perfetto esempio di tecnologia applicata allo sport: grazie all’aiuto di tecnici consulenti e alla collaborazione delle famiglie che si sono messe a disposizione per i test drive, infatti, abbiamo identificato le bici più adatte, accessibili e comode”.

Anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha voluto provare le nuove bici: “Paideia – ha affermato – è un orgoglio delle città perché è attenta alle fragilità e perché abbina alla cura sanitaria anche la cura della persona e delle relazioni, tema sempre presente sulla mia scrivania. Un’altra delle problematiche che mi sta più a cuore è quella della solitudine: voi, da questo punto di vista, siete un punto di riferimento perché non lasciate mai sole le vostre famiglie e, con questa iniziativa, consentite a tutti di fare sport e di usufruire delle risorse ambientali di Torino”.