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Nella giornata europea contro la tratta di esseri umani “libera il tuo sogno”


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Il coro di ragazze e ragazzi, uomini e donne nelle piazze dell’Iran: vogliono libertà e autonomia del proprio pensiero e del proprio corpo.

Oggi è La Giornata europea contro la tratta, istituita nel 2006 dalla Commissione Europea.  Costituisce un’occasione per fermarsi a riflettere su di un fenomeno che, da molti anni, lambisce in maniera più o meno grave tutti gli Stati facenti parte dell’Unione Europea. Come testimoniano i dati raccolti dalle Istituzioni preposte, sono decine di migliaia le persone identificate come vittime di tratta a scopo di grave sfruttamento.

Ogni anno giovani donne, uomini, persone transessuali e minorenni vengono reclutati da organizzazioni criminali transnazionali per essere sfruttati nell’ambito della prostituzione, del lavoro gravemente sfruttato, dell’accattonaggio e delle economie criminali forzate (spaccio e furti), dei matrimoni forzati e del traffico di organi.

Dedalus Cooperativa Sociale, capofila della Regione Campania per il progetto ‘Fuori Tratta’, che compie azioni per l’emersione, l’assistenza e l’integrazione sociale rivolte alle vittime di tratta e grave sfruttamento, ha organizzato un’iniziativa che ha visto la partecipazione del Comune di Napoli e degli altri capoluoghi della Campania. Ascoltiamo Paola Di Martino di Dedalus.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Nel mondo c’è cibo per tutti ma 800 milioni di persone soffrono la fame


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La voce di Ascani Celestini che ha parlato di periferie all’evento del Forum nazionale del terzo settore sull’economia sociale.

Oggi parliamo di povertà alimentare. In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione Azione contro la Fame lancia una grande mobilitazione per accendere i riflettori sulla crisi alimentare globale in atto, e chiamare tutti, dai decisori politici ai singoli cittadini, a dare il proprio contributo per raggiungere insieme l’obiettivo “Fame Zero”.

Un enorme piatto vuoto in Piazza Tre Torri, nel complesso City Life di Milano, simboleggia i milioni di piatti che ogni giorno restano vuoti, in Italia e nel mondo. A richiamare il titolo della giornata dell’alimentazione, che quest’anno recita “Non lasciare nessuno indietro”, l’appello lanciato da Azione contro la Fame: #NonLasciamoloVuoto.

A questi dati occorre aggiungerne uno, che rappresenta la vera novità della nostra epoca rispetto al passato: oggi il pianeta produce cibo sufficiente a sfamare tutti i suoi abitanti. Un fatto che, se da un lato rende ancor più inaccettabile l’ingiustizia, dall’altro è in grado di ribaltare la narrazione della Fame come piaga ineliminabile, aprendo la strada a soluzioni possibili e realisticamente realizzabili. Ascoltiamo Simone Garroni, Direttore di Azione contro la Fame in Italia.

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Erasmus Day 2022: l’Europa “comunità democratica” vista da Progetto Sud


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Dal 13 al 15 ottobre si sono tenuti gli #ErasmusDays sono organizzati in linea con il 35° anniversario e l’Anno europeo della gioventù, con lo slogan “Condividere i nostri valori europei con i giovani di oggi e di domani: tra 35 anni e molti altri a venire”.

La Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme nell’ottica europea dei progetti Europei attivi ha promosso il webinar “Europa comunità democratica”, aperto agli operatori e ai beneficiari della Comunità Progetto Sud che sono parte di Let’s improve together!, progetto europeo, finanziato dalla Commissione Europea e ricadente nel programma ERASMUS + rientra nell’ azione individuata dalla stessa CE come KA122-ADU – Short-term projects for mobility of leaners and staff in adult education.

Ascoltiamo il servizio realizzato da Maria Pia Tucci che ha raccolto anche le voci dei protagonisti: don Giacomo PANIZZA / presidente Progetto Sud; Luigi INNOCENTE | Associazione Centro Rinascimento| L’esperienza della Summer School Giornate d’Europa di Aieta(CS);

Guerino D’IGNAZIO | Professore ordinario di Diritto Pubblico Comparato (IUS/21) presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria | Europa comunità democratica; Michela VOTTARI |Scuola del Sociale della Comunità Progetto Sud | Let’s improve together!

Economia sociale e terzo settore: un modello da rilanciare


 

 

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Bentornati all’ascolto del Grs Week da Pierluigi Lantieri.

Diffondere in Europa il modello italiano, fatto di virtuose esperienze e grande attivismo. Ma analizzarne allo stesso tempo le criticità, legate a povertà e crescenti disuguaglianze. Di tutto questo si è discusso giovedì 13 e venerdì 14 ottobre nel corso del convegno internazionale “Terzo settore protagonista dell’economia sociale”, organizzato dal Forum nazionale Terzo Settore in collaborazione con il Ministero del Lavoro.

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Così in Alto Adige Sud Tirol le coop sociali hanno resistito alla pandemia


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Le parole di Liliana Segre ieri mentre presiedeva la prima seduta del Senato: il ricordo di un’infanzia segnata dall’antisemitismo e dalle leggi razziali.

Oggi parliamo di economia sociale in questo weekend ricco di eventi che riguardano il terzo settore italiano. E lo facciamo aprendo una finestra sul settore nel profondo nord, quello dove si parla in due lingue: l’Alto Adige Sud Tirol. Qual è la situazione dopo la pandemia e dentro questa nuova crisi?

Il movimento cooperativistico sociale altoatesino ha retto all’urto della pandemia e ora è impegnato a fronteggiare una nuova, impegnativa e preoccupante fase di crisi. Le imprese del settore hanno chiuso lo scorso anno tutto sommato in buona salute. A testimoniarlo sono i dati rilevati dall’Osservatorio del Comitato paritetico delle cooperative sociali.

Dall’analisi economico finanziaria dell’Osservatorio del comitato paritetico delle cooperative sociali emerge che nel corso dell’anno 2021 le cooperative sociali di tipo A sono cresciute in maniera considerevole passando da 101 dell’anno 2018 a 134 del 2021.  Per quanto riguarda le cooperative sociali di tipo B, si evidenzia un numero più simile a quello del 2018.

Ascoltiamo ora il presidente del Comitato paritetico delle cooperative sociali Alex Baldo.

La trappola dell’azzardo: il gioco patologico un’opportunità per i clan


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Il suono sinistro del terremoto. Ieri la sentenza sul crollo di uno stabile durante il sisma del 2009 a L’Aquila dove morirono 24 delle 309 persone: secondo i giudici è anche colpa delle vittime che non uscirono di casa dopo le prime due scosse della sera prima.

Oggi parliamo del gioco d’azzardo e dei rischi connessi alla dipendenza da gioco. Aumentare la consapevolezza dei pericoli che ruotano intorno al mondo del gioco d’azzardo cercando di coinvolgere e sensibilizzare il maggior numero di persone, con una particolare attenzione al mondo giovanile, al mondo bancario e a quello degli amministratori locali. È questo l’obiettivo principale del progetto “La trappola dell’azzardo” di Avviso Pubblico e Banca Bper presentato a Roma l’11 ottobre.

“La criminalità organizzata moderna ha adottato da tempo il modello di crime as a service. Dove c’è necessità si presentano con una loro offerta: un’offerta economica, un’offerta di servizi, un’offerta di disponibilità di violenza, quindi una riserva di violenza o una riserva di ricchezza – ha dichiarato il Procuratore aggiunto della Direzione Nazionale Antimafia Giovanni Russo –. In questo caso la dipendenza da gioco d’azzardo patologico acuita, come risulta anche dalla vostra sistematica raccolta dati inseriti all’interno dell’analisi contestuale di questo progetto, dalla pandemia che abbiamo tutti subito, ha aperto un terreno ancora più fertile dove andare a ficcare i loro interessi. La criminalità organizzata, oggi più che mai, è alla ricerca di opportunità di business, e il gioco d’azzardo è una formidabile opportunità: per un controllo del territorio, per entrare in contatto con soggetti che dovranno essere usurati, per un riciclaggio sempre più difficile da disvelare”.

Ora ascoltiamo il presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà.

Quel movimento per la pace che non ha mai smesso di mobilitarsi


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La disperazione nelle strade di Kiev durante il lancio di missili e bombe: persone che corrono al riparo in metropolitana sperando di sfuggire all’attacco.

Oggi parliamo di pace in tempi di guerra durissimi dove parlano le armi e le bombe. E parliamo del movimento pacifista nel nostro Paese, dopo le elezioni i partiti riscoprono la piazza e lanciano in ordine sparso diversi appuntamenti. C’è poi chi in piazza non ha mai smesso di andarci.

La coalizione Europe for Peace, formata dalle principali reti per la pace in Italia con l’adesione di centinaia di organizzazioni, profondamente preoccupata per l’escalation militare che ha portato il conflitto armato alla soglia critica della guerra atomica, torna  per il weekend dal 21 al 23 ottobre (ad otto mesi dall’invasione russa e alla vigilia della Settimana ONU per il Disarmo) ancora una volta con l’invito – rivolto ad associazioni, sindacati, gruppi che già sono attivi da mesi – ad organizzare iniziative di varia natura per rilanciare l’appello già diffuso a luglio con la richiesta di cessate il fuoco immediato affinché si giunga ad una Conferenza internazionale di Pace. Ascoltiamo Francesco Vignarca della Rete Pace e Disarmo.

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A Napoli la “normalità” di grandi eventi e di cultura nelle periferie


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Il suono delle bombe cadute su Kiev ieri in risposta a quelle sul ponte in Crimea: il conflitto continua, le armi sono le uniche protagoniste.

Oggi parliamo di periferie e nello specifico quelle di Napoli. Sono spesso raccontate per casi di cronaca nera o giudiziaria ma molto più spesso esprimono capacità progettuali di rigenerazione e aggregazione. A Scampia lo scorso weekend si è rotto un tabù: un evento musicale nazionale molto atteso e promosso da Redbull che sul palco ha portato i principali rapper italiani da Marracash a Fabri Fibra. Sono arrivati decine di migliaia di giovani, tutto si è svolto in modo ordinato e il quartiere con le sue associazioni dell’area nord.

Dall’altra parte, invece, a Ponticelli ieri è arrivata la Carovana pedagogica di Arci, si svolgerà fino al 15 ottobre ed è anche l’occasione per l’apertura di un nuovo punto lettura con Arci Movie che nel quartiere è una realtà radicata da molti anni. Ascoltiamo il presidente Roberto D’Avascio.

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Una ricerca sul Dte potrebbe aiutare a comprendere e contrastare l’Alzheimeir


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I cori delle ragazze curde nelle strade dell’ovest dell’Iran: la rivolta delle donne continua.

Oggi parliamo di medicina aerospaziale. Lo scorso 7 ottobre si è concluso il ventiduesimo convegno nazionale dell’Associazione Italiana di Medicina Aeronautica e Spaziale. Si è parlato di futuro in termini di ricaduta socio-sanitaria come gli aereporti già attivi in Canada o Australia, baluardo della salute perché capaci di analizzare la presenza di un virus. E poi il focus sul Disorientamento topografico evolutivo.

Proprio un gruppo di ricercatori italiani, guidati dall’Università di Sapienza hanno scoperto l’esistenza del DTE. Lo studio è stato condotto su 1.698 persone, di cui 1063 uomini, senza disturbi neurologici, di età compresa tra 18 e 35 anni e con una media di 14,8 anni di istruzione a tempo pieno. È emerso che circa il 3% delle persone è affetto da disorientamento topografico evolutivo: una ricerca questa che potrebbe aiutare a comprendere ed a contrastare malattie come l’Alzheimer.

Maria Pia Tucci ha raccolto le parole del tenente Paola Verde e del presidente di Aimas Enrico Tomao. Ascoltiamo.

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Donne in campo per i diritti


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Maria Grazia Pinna è stata la prima donna in Italia ad arbitrare nel 1979 una partita di calcio ufficiale, Colonnata contro Florenza, nel circuito Uisp. Domenica scorsa, Maria Sole Ferrieri Caputi è stata la prima arbitra nella storia della serie a maschile. Mentre pochi mesi fa, a luglio, alle calciatrici della serie A femminile è stato ufficialmente riconosciuto lo status di professioniste. Si tratta di piccoli passi avanti verso il riconoscimento di una vera parità di genere, che deve essere tanto materiale, quanto culturale e che, proprio per questo, ha bisogno anche della forza del linguaggio. Ne abbiamo parlato con la giornalista sportiva Mimma Calligaris.

Il monopolio dello spazio in cui si prendono le decisioni è un tema caldo per lo sport in Italia. Su 44 federazioni sportive, solo una è presieduta da una donna, nonostante siano raddoppiate nel 2021 le consigliere e aumentate le vicepresidenti. Nello spazio fisico dello stadio, invece, pochi mesi fa, avevano fatto ritorno le donne iraniane dopo 40 anni, un evento accolto con clamore dai media. Eppure l’uccisione di Masha Amini, per aver indossato il velo in modo non conforme, e la sanguinosa repressione delle proteste delle ultime settimane, ci fanno riflettere sul rapporto tra sport e diritti, quando di mezzo c’è lo spettacolo. L’analisi della giornalista sportiva Chiara Di Paola.