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Affare guerra: boom per i servizi militari privati. Bologna: Osservatorio workers buyout


 

Le voci no war armeni, russi, ucraini e canadesi in piazza a Yerevan, capitale dell’Armenia. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 21 marzo 2022, giorno 26 della guerra, primo giorno di Primavera.

Tra le notizie ottimistiche diffuse dalla Turchia su un possibile accordo e la barbarie delle bombe che distruggono vite e città causando un esodo costante di donne e bambini, ci siamo lasciati venerdì con chi vince quando scoppiano guerra. L’industria delle armi, dicevamo, ma sul Sole 24 ore si legge che Il mercato dei servizi militari e di sicurezza privati, secondo un centro di ricerca inglese, toccherà nel mondo 457,3 miliardi entro il 2030, con un tasso di crescita annuale del 7,4%. La guerra in Ucraina spinge al rialzo le stime

Oggi 21 marzo è anche la Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti di mafia promossa da Libera e Avviso Pubblico. Ne parleremo nel notiziario Grs con la voce di Don Luigi Ciotti ai nostri microfoni e l’intervista integrale sul nostro sito che seguirà questa rubrica. Poi è anche la giornata internazionale contro le discriminazioni razziali e c’è chi come la rete Ip Ip Urrà mette insieme questi appuntamenti sotto la bandiera della pace in un gesto simbolico con le mani dei bambini: in 8 città da Nord a Sud si pianta un albero di rinascita e speranza.

Andiamo a Bologna per due motivi. Con l’Osservatorio indipendente aggiorniamo il numero delle morti bianche: al 20 marzo ci sono stati dall’inizio dell’anno 247 lavoratori morti sul lavoro: di questi 131 hanno perso la vita sui luoghi di lavoro (ma non ci sono ancora i dispersi delle Grimaldi), i rimanenti sulle strade e in itinere.

Nel capoluogo emiliano nasce il primo Osservatorio congiunto tra cooperative e sindacati sui Workers Buyout. Uno strumento che avrà la funzione di monitoraggio delle crisi, dei problemi di ricambio generazionale in azienda o delle opportunità di utilizzo di beni confiscati alla mafia. Ce ne parla Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Che affare, la guerra: in Italia altri 13 miliardi di spesa militare


 

Le parole di Anna Fasano, presidente di Banca Etica che abbiamo intervistato solo qualche settimana fa nel Grs Week: vince l’industria delle armi, il tema di oggi.

L’Osservatorio Milex sulle spese militari italiane calcola che, stando alle cifre date dal ministro Guerini, le spese passeranno “dai 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) a 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno)”.

A contestare questa decisione, oltre a poche forze politiche, c’è il movimento pacifista. Ascoltiamo Francesco Vignarca di Rete Pace e Disarmo.

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Ucraina tra negoziati e bombe. In Italia è emergenza Neet: oltre 3 milioni


 

La voce di Zelensky che dice di prendere atto che non entrerà nella Nato. Questo è il punto alla base di una bozza di pace o almeno cessate il fuoco anche se le bombe continuano a cadere su palazzi e civili.

Il nodo dell’accoglienza ha una priorità: i bambini. Ministero e protezione civile hanno diramato una circolare in cui si dispongono i dispositivi di protezione. Non è semplice e in campo c’è tutto il terzo settore italiano che si sta mobilitando dai confini con l’Ucraina fino al nostro Paese per offrire il massimo sostegno tra ricerca di alloggi, strutture e canali di sostegno. Ne parleremo anche oggi nel notiziario Grs.

Ora cambiamo argomento e parliamo di giovani che non lavorano, non studiano, non si formano: sono spenti in qualsiasi azione di crescita, si chiamano Neet con l’acronimo inglese che ormai sembra una condanna. A Napoli il progetto selenzionato da Con i Bambini, Sentieri Ponti e Passerelle, coinvolge 25 ragazzi e ragazze dei Quartieri spagnoli. Ascoltiamo

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Sostenere le persone in arrivo in Italia. Intervista a Grazia Moschetti di Action Aid


 

In Calabria e Puglia, dal 2019 ActionAid è impegnata nel programma Cambia Terra, che interviene a favore delle donne impiegate in agricoltura – provenienti da Ucraina, Romania, Bulgaria e Polonia – affinché i loro diritti vengano riconosciuti dalle comunità e dalle istituzioni.
L’escalation di violenze del conflitto in Ucraina ha innescato un drastico aumento dei bisogni umanitari.
Ne parliamo con Grazia Moschetti, referente per actionaid nei territori di Puglia e Calabria

L’arrivo dei profughi al confine rumeno. Italia: il caso Pnrr-nidi al Sud


 

Il suono di 100 violinisti che da tutto il mondo hanno suonato per la pace collegati on line con Ilia Bondarenko che ha suonato da un bunker di Kiev.

“Dal 24 febbraio, diversi bambini sono stati uccisi in Ucraina. Molti di più sono rimasti feriti. E più di 1,5 milioni di bambini sono fuggiti dal paese”.  A scrivere queste parole in una nota è l’Unicef.

E proprio rispetto all’esodo dall’Ucraina ci siamo messi in contatto con la giornalista Eleonora Camilli dell’agenzia stampa Redattore Sociale che si trova a Siret, al confine con la Romania, da cui sta raccontando la fuga dei profughi. Ascoltiamo

Torniamo in Italia, parliamo ancora di infanzia e di asili nido perché è scoppiato il caso della mancata partecipazione di tanti comuni ai bandi Pnrr per oltre 1 miliardo di euro dei 2,5 messi a disposizione. La situazione è molto critica soprattutto  al Sud, in particolare in Calabria. Ascoltiamo il responsabile di Legacoopsociali regionale Giancarlo Rafele che nei giorni scorsi ha denunciato l’atteggiamento dei comuni.

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Un #abbraccioperlapace contro le bombe. E chi non vuole una “Terra felix”


 

Il suono dell’artiglieria, è l’unico sottofondo rimasto di ciò che si sente in Ucraina insieme a granate e bombe.

Secondo l’Ufficio dell’Onu per i diritti umani (Ohchr) ha riferito oggi che sono almeno 636 le vittime civili del conflitto in corso in Ucraina, specificando che a perdere la vita sono stati anche 46 bambini e minorenni. Secondo l’organizzazione, è però probabile che il bilancio delle violenze sia più grave per via delle difficoltà a raccogliere ed elaborare dati in arrivo dalle regioni orientali di Mariupol e Kharkiv, epicentro dei combattimenti.

C’è chi non si arrende a restare a guardare questo disastro e nel nostro Paese sono tante le iniziative per la pace. Una di queste è #unabbraccioperlapace promossa dal Patto per un nuovo welfare e dalle organizzazioni del Comitato editoriale di Vita non profit. Ascoltiamo il direttore di Vita Stefano Arduini che ci racconta come nasce e si sviluppa questa campagna. Ascoltiamo il direttore di Vita Stefano Arduini

Poi al Sud, nella provincia di Caserta dove è partita una raccolta firme contro la decisione del comune di Succivo che ha espresso l’intenzione di interrompere l’affidamento a Legambiente del Giardino e dei locali de La Tipicheria, nel Casale di Teverolaccio, non rinnovando la convenzione in atto da oltre 10 anni e procedendo alla pubblicazione di un bando aperto a soggetti profit nel settore ristorativo. Ascoltiamo Anna Ceprano, presidente Legacoop Campania.

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La guerra vera in Ucraina e quella nella testa di certi italiani


 

La guerra vera. Il cantante Tom Odell che alla stazione di Bucarest accoglie seduto al pianoforte i profughi ucraini con la sua canzone Another Love.

La voce di Olexander, operatore di Medici Senza Frontiere (MSF) bloccato nella città di Mariupol. Racconta che non c’è acqua potabile e nessun farmaco da più di una settimana. Da ormai 10 giorni la città è senza acqua potabile e medicine.  Intanto ieri è caduto un primo operatore dell’informazione. Brent Renaud. Aveva compiuto 51 anni un mese fa.

La guerra in testa agli idioti. Le parole di Luciano Spalletti dopo i consueti cori allo stadio di Verona ieri e non solo. Alcuni esemplari dell’idiozia italica hanno messo uno striscione in cui si chiedeva a chi sta facendo veramente la guerra tra morti e distruzione a bombardare Napoli. Anche in questa occasione non ci resta che ascoltare le parole di Massimo Troisi.

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La fuga dall’inferno ucraino: l’esodo che attende l’Italia


 

Il racconto di un membro dello staff di Medici senza frontiere a Mariupol:  “la situazione è particolarmente grave per gli anziani e per le persone con disabilità. Non riescono a trovare nemmeno il cibo e non possono accendere il fuoco per cucinare. Qui a Mariupol continua il disastro umanitario. La situazione è molto grave anche per le persone che hanno dei bambini, perché questi hanno molte necessità, hanno bisogno di diverse cose, tra cui prodotti per l’igiene, che non trovano da nessuna parte”.

Questa è in sintesi la testimonianza di Medici senza frontiera dalla città assediata dalle bombe. Ieri sull’atteso numero di Limes dedicato a questo conflitto nell’editoriale Il Silenzio di Puskin scrive: “Dal 24 febbraio il mondo ha preso a correre a velocità folle. Verso dove non si sa o si preferisce non sapere. Cartografare questa corsa su scala planetaria per offrirne una visione d’insieme è temerario. Viviamo in una guerra a più dimensioni di cui è impossibile determinare gli esiti, salvo che muteranno i paradigmi fondamentali del potere. Illusorio pre-tendere di rifissarli ora. Quando cade il tabù atomico la mente si chiude. Il solo discettare di bombardamenti nucleari quasi fossero chiacchiere da bar è danno irreparabile. Banalizzare l’impensabile, volgere in convenzionale l’arma definitiva esclude il ragionamento. Abbrutimento collettivo che pagheremo comunque finisca il confitto in Ucraina”.

Intanto si intensifica il dibattito sul sistema di accoglienza delle decine di migliaia di profughi in arrivo nel nostro Paese. Ne parleremo più tardi nel notiziario quotidiano e a partire da stasera nell’approfondimento settimanale del Grs Week. Intanto ieri il Forum Disuguaglianze Diversità ha svolto un webinar su “Politiche e buone pratiche a favore dell’inclusione dei nuovi abitanti nei territori montani, rurali ed interni italiani”. Ascoltiamo Andrea Membretti del progetto e poi anche Fabrizio Barca del Forum.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Guerra, la voce delle ucraine d’Italia. Violenza e baby gang: dati allarmanti


 

Il pianto di una donna sopravvissuta al bombardamento di un ospedale pediatrico e di un reparto maternità a Mariupol. Questo è il suono atroce e disumano di una guerra.

Il crimine, il sangue e la morte sono solo una delle conseguenze della guerra. I profughi sono 2 milioni ma aumenteranno, una marea umana in movimento composta soprattutto da donne e bambini. Su questo tema la redazione del Giornale radio sociale sta lavorando a un approfondimento nel prossimo Grs Week di sabato e domenica. Ieri il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha detto che solo in città si attendono almeno 100mila persone. Poi ci sono le ucraine d’Italia a cui la cooperativa sociale Cidas ha dato voce. Socie e operatrici socio-sanitarie che lavorano e vivono o hanno la cittadinanza nel nostro Paese. Ascoltiamo la loro voce.

Rimaniamo in Italia ma parliamo sempre di violenza, un’altra violenza fatta di scontri urbani. Calci, pugni, minacce, aggressioni immotivate nei confronti dei propri coetanei. Da Milano a Catania, le notti italiane tornano a essere segnate dalle azioni violente delle cosiddette ‘baby gang’.

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Guerra Ucraina: in prima linea per i rifugiati. Intervista a Chiara De Stefano di Intersos


 

 

 

Mentre gli ordigni bellici scandiscono il tempo in Ucraina da quasi due settimane, tra tentativi di negoziazione e pseudo-annunci di cessate il fuoco, l’esodo dei rifugiati diventa sempre più massiccio. La macchina della solidarietà si è attivata sin dalle primi giorni di guerra, con il terzo settore italiano in prima linea ai confini del Paese invaso dalla Russia. Il clima che si respira dal fronte non è per niente rassicurante, come ci racconta Chiara De Stefano, di Intersos, che opera attualmente a Tudora (Moldavia): “Al momento da qui sono passate circa 250.000 persone in fuga dalla guerra, ma ci aspettiamo che dalle prossime ore e nelle prossime settimane la situazione possa peggiorare proprio con l’evolversi della situazione nel Paese ucraino”.
L’organizzazione umanitaria si occupa di accogliere all’interno di strutture dedicate soprattutto anziani e minori fornendo sostegno sanitario, psicologico, alimentare e logistico: “Noi diamo un primo soccorso e assistenza, poi capiamo quali sono le difficoltà di queste persone, i bisogni. Vediamo tantissimi bambini, alcuni hanno sofferenze fisiche dovute al viaggio e al grande freddo, alcuni sono molto spaventati”.
Questa l’intervista a Chiara De Stefano (Intersos), ai microfoni di Fabio Piccolino