Scossa solidale: il Terzo Settore risponde all’emergenza terremoto

di Redazione GRS

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anpasPassati i primi giorni dal terremoto che ha devastato intere città nel centro-Italia, principalmente Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, la speranza è che tutto l’aiuto che è stato portato alle comunità colpite non si esaurisca con lo spostamento dei riflettori dei media su altri temi.

 

Finora, comunque, migliaia di soccorritori e volontari stanno dimostrando con il loro lavoro che una vera e propria macchina della solidarietà si è messa in moto per i terremotati. Coordinate dalla Protezione civile, decine di associazioni si sono attivate, ciascuna offrendo la propria professionalità nel settore di competenza. Il Giornale Radio Sociale, nello speciale “Sisma: La Scossa Solidale”, ha sentito alcune di queste associazioni, che già dal 25 agosto si trovavano nelle zone distrutte dal terremoto.

 

Orlando Bellotti, vice-presidente di Anpas Lazio e volontario, ci ha raccontato che subito dopo aver trasferito negli ospedali le persone che stavano male, è stato costretto a iniziare l’operazione di recupero salme. L’accoglienza agli sfollati è il passo immediatamente successivo da realizzare, e Anpas ha già realizzato un campo per 250 persone.

 

Una risposta immediata è arrivata anche da Legacoop, Uisp, Caritas, Modavi, Auser, Arci, CsvNet, Save the Children e moltissime altre realtà del mondo associativo.

 

Ai nostri microfoni è intervenuto Federico Masuzzo, referente Legacoop Rieti: “tutto il mondo cooperativo, anche a livello nazionale, si è attivato per rispondere alle esigenze attuali. Abbiamo ricevuto dal sindaco di Accumoli una richiesta per una fornitura di carni e di medicinali. A livello nazionale, con la regia di Legacoop Lazio, abbiamo avuto tremila disponibilità da parte di tutte le nostre cooperative”.

 

Una delle difficoltà principali delle associazioni di volontariato a poche ore dal sisma, ci ha raccontato Andrea Cardoni dell’ufficio stampa Anpas, è stata quella di riuscire a raggiungere tutti i luoghi in cui erano necessari i soccorsi. Utilissimo, da questo punto di vista, l’intervento del gruppo motociclismo Uisp di Perugia, di cui fa parte Giuseppe Bibi: “con le nostre moto Enduro riusciamo ad andare dappertutto, dove le macchine non riescono a passare. Abbiamo portato medicinali e coperte”.

 

Modavi Onlus, sin dalle prime ore del giorno del 24 agosto, ha dato la disponibilità al Dipartimento Nazionale della Protezione civile di quaranta volontari per intervenire nelle zone colpite dal sisma.

 

Anche la rete dei Centri di Servizio di volontariato si è da subito attivata per coordinare gli aiuti delle associazioni locali, ma soprattutto orientare e offrire informazioni corrette ai tanti cittadini e volontari che chiedono di dare una mano. Per il direttore Roberto Museo il terremoto del centro Italia è stato diverso da quello dell’Aquila, perché in paesi come Amatrice c’erano molti turisti, e chi si è salvato è già tornato nelle proprie case. “A L’Aquila nacquero spontaneamente comitati cittadini per la ricostruzione, per la giustizia delle vittime o per la battaglia contro la Commissione grandi rischi”, ha detto; “non credo che questo si ripeterà in un contesto come Amatrice”, ma proprio per questo il volontariato dovrà far sentire la sua voce.

 

Raccolte fondi sono state realizzate da Caritas, Auser e Arci, mentre il 26 agosto è nata la rete non profit del Lazio “Oltre il sisma”, con sede operativa a Rieti, per far fronte ai bisogni delle comunità locali. “Il nostro impegno è prima di tutto di aiuto ai sopravvissuti per cui ringrazio le organizzazioni di Protezione Civile che hanno prestato le operazioni di primo soccorso e le altre, in attesa a bordo campo”, ha dichiarato il portavoce del Forum Terzo Settore del Lazio Gianni Palumbo. “Ma non basta, vogliamo trasformare il dolore e la perdita di oggi in una risorsa per il domani e sostenere progetti di sviluppo locale insieme alle istituzioni e alle forze economiche del territorio.”

 

(Foto: Anpas)