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Carcere e sovraffollamento: quelle 700 persone che rischiano di tornare in cella

di Redazione GRS


 

 

Amnesty chiede verità e giustizia alle autorità della Spagna e del Marocco, sulla morte di almeno 37 persone e sulla perdurante scomparsa di altre 77 a seguito degli eventi mortali che ebbero luogo il 24 giugno nell’enclave spagnola di Melilla.

Oggi parliamo di carcere. Non c’è solo il drammatico dramma dei suicidi per questo 2022. C’è un altro allarme lanciato da Associazione Antigone: “circa 700 persone recluse, in regime di semilibertà, hanno beneficiato dei provvedimenti varati dal governo per contrastare il diffondersi del Covid-19 all’interno del carcere. Nel loro caso questi provvedimenti consistevano nel non rientrare in carcere la notte, dopo aver passato la giornata fuori, in libertà, per attività di lavoro o altre attività autorizzate”.

La questione, secondo Antigone, si incrocia con il sovraffollamento che sta tornando a livelli preoccupanti (sono oltre 56 mila le persone detenute per circa 47 mila posti effettivi, con una crescita di 1.500 unità negli ultimi quattro mesi), trovare nuovamente posto a queste 700 persone è un’ulteriore mazzata alle celle strapiene. Ascoltiamo ora Susanna Marietti, coordinatrice di Antigone Onlus.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Povertà sanitaria: gli italiani che non si curano nonostante un Ssn universale

di Redazione GRS


 

 

Le voci degli studenti universitari a Teheran: protestano contro la repressione e le esecuzioni del regime nei confronti di chi protesta da mesi.

Oggi parliamo di povertà sanitaria. Nonostante l’impronta universalistica del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), parte consistente della spesa farmaceutica resta a carico dei cittadini. In particolare, nel 2021 (ultimi dati disponibili) il 43,5% (cioè 3,87 miliardi di euro) della spesa farmaceutica è stata pagata dalle famiglie (+6,3% rispetto al 2020), con profonde differenze tra le possibilità di quelle povere e quelle non povere.

Una persona indigente, ha a disposizione un budget per la salute pari a soli 9,9 euro al mese, mentre una persona non povera ha a disposizione sei volte tanto, cioè 66,83 euro mensili. Limitandoci al budget per l’acquisto di farmaci, i poveri hanno a disposizione solo 5,85 euro, mentre i non poveri 26″.

È quanto emerge dal 10° Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici e ABOCA da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico). Ascoltiamo il professore Giancarlo Rovati, coordinatore scientifico del Rapporto.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Il Sud e la qualità della vita che non si misura con sole, mare e cibo

di Redazione GRS


 

 

La voce di Candida Lobes sulla Geo Barents di Medici senza frontiere: racconta delle nascite di bambini a bordo di una nave che ha salvato loro la vita ancor prima di nascere.

Oggi parliamo di qualità della vita e della classifica pubblicata ogni anno dal Sole24Ore che è anche tema di dibattito e di non poche polemiche. Per entrare nel merito senza sterili difese di campanile bisogna guardare i dati in modo preciso e approfondito. Bologna vince su tutti per la quinta volta in 12 anni, in generale il nord va sempre meglio mentre in fondo alla classifica ci sono Napoli, la Calabria, la Sicilia e il Sud.

Nulla di nuovo se tutti gli indicatori socio-economici parlano di un divario territoriale cronico con l’allarme Svimez per il potenziale mezzo milione di nuovi poveri  nel 2023 nel Mezzogiorno. Un focus meritano due dati. Il primo riguarda il benessere delle donne che vede Napoli al penultimo posto, davanti solo a Vibo Valentia. Ascoltiamo Daniela Santarpia, presidente cooperativa sociale Eva.

Per quanto riguarda la Sicilia è Palermo a registrare un tonfo di diverse posizioni mentre Agrigento rappresenta il fanalino di cosa su diversi indicatori. Ascoltiamo Giuseppe Fiolo che in Sicilia è il responsabile di Legacoopsociali.