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A Scampia i giovani rom sulle tracce di memoria del Porrajmos

di Redazione GRS


 

 

Le parole del sindaco di Castelvetrano di Mazara ieri durante la manifestazione contro la mafia che è passata accanto al covo di Matteo Messina Denaro.

Oggi parliamo della Giornata della Memoria per le vittime della Shoah. A Napoli, più precisamente a Scampia, un gruppo di giovani Rom e Non seguiti dall’Associazione Chi rom e… chi no si muovono sulle tracce del “Porrajmos”: l’olocausto dei rom, durante il quale ci fu il genocidio di 500mila rom e sinti nei campi di sterminio dal 1936 al 1945. Solo tra il 2 e il 3 agosto 1943 più di 4mila persone, in maggioranza donne e minori, furono sterminati nel “campo degli zingari” ad Auschwitz.

Attraverso il progetto “Tracer” e il progetto “La mia Banda è Pop” i ragazzi e le ragazze seguiti dall’associazione in un video raccontano qual è la memoria per le nuove generazioni di una comunità che vive ancora forti discriminazioni in tutto il Paese e in tutta Europa.

Ascoltiamo la voce di questi giovani rom insieme all’educatore Biagio Di Bennardo, in un video realizzato e diffuso dall’associazione.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Perché riguarda tutti il diritto di informare sul caso Alfredo Cospito

di Redazione GRS


 

 

Le voci del video di Juan Carrito che fece il giro del mondo quando entrò in una pasticceria di Roccaraso: la morte dell’orso ci interroga sul grande enigma di convivenza uomo-natura.

Oggi parliamo del caso dell’anarchico rivoluzionario Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis e in sciopero della fame da 100 giorni. È stato condannato per atti di violenza molto gravi che lui stesso ha rivendicato, ma non si considera capo di nessuna organizzazione, soprattutto mafiosa, per cui è previsto questo regime carcerario.

Ora il suo caso diventa anche un polverone sulla censura ai danni di Radio Onda d’Urto di Brescia. Il Dap ha comunicato all’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, il nulla osta alla visita giovedì 26 gennaio in carcere a Cospito da parte della dottoressa di fiducia, dottoressa Angelica Milia, più volte ai microfoni della radio per aggiornare lo stato di salute (sempre più deteriorata) di Cospito. La nota però si chiude in maniera..inaspettata: “visto quanto segnalato dal Direttore Generale della D.G.D.1., con nota pervenuta a questa Direzione in data 20.01.2023, la Dr.ssa Milia viene diffidata a rilasciare a seguito delle visite, dichiarazioni all’emittente radio “Onda d’Urto”, al fine di non vanificare le finalità del regime di 41 bis.

Per il presidente della Fnsi Beppe Giulietti Il tentativo di intimidire e imbavagliare anche il medico di Alfredo Cospito rappresenta oltraggio Articolo ventuno della Costituzione e, come tale, va avvertito anche dai giornalisti. Secondo l’Arci che ieri ha aderito alla giornata di sensibiliazzazione sul caso Il tema è il confine di una detenzione che, scontata in questo modo, rischia di vanificare i principi costituzionali sulla pena e sul carcere. Va ridefinito il sistema di sorveglianza: il 41bis è uno strumento anticostituzionale, contrario alla finalità rieducativa della pena, disumano. Cospito spera che intorno al suo caso si apra una discussione più grande di quella che riguarda il suo caso.

Ieri ai microfoni della radio bresciana è intervenuto anche Luigi Manconi, presidente dell’associazione A Buon diritto. Ascoltiamolo

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Quale Paese ci raccontano le “grandi dimissioni” di 1,6 milioni di italiani nel 2022

di Redazione GRS


 

 

 

Il suono del silenzio degli appennini innevati: il maltempo sta creando disagi in tutta Italia soprattutto con la neve.

Oggi torniamo a parlare della “Great resignation”, le grandi dimissioni. In Italia non è della stessa portata degli Usa ma, dopo la pandemia, il fenomeno delle dimissioni dal lavoro si fa sempre più spazio. Sono oltre 1,6 milioni, infatti, le dimissioni registrate nei primi nove mesi del 2022, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 quando ne erano state registrate più di 1,3 milioni.

La fotografia arriva dagli ultimi dati trimestrali sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, ed il numero indica i rapporti di lavoro cessati per dimissioni, e non il numero dei lavoratori coinvolti. Per capirne di più ascoltiamo il giornalista Stefano Milani, direttore di Collettiva.it

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