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La bomba che riporta il terrore a Istanbul: le parole di un manager italiano

di Redazione GRS


 

 

I cori nelle università iraniane dove giovani e donne continuano la loro protesta per i diritti e per l’autodeterminazione.

Oggi parliamo dell’attentato a Istanbul di domenica scorsa. Il terrore torna nel pieno centro della città turca e in uno scenario di grande tensione internazionale per la guerra in Ucraina. Le sei persone che hanno perso la vita sono tutti cittadini turchi.

Lo ha fatto sapere il prefetto cittadino Ali Yerlikaya esprimendo vicinanza alle famiglie delle vittime, tra cui ci sono una madre e sua figlia, un padre e sua figlia, una coppia sposata e un’altra persona. Su 81 feriti in tutto, 50 sono stati dimessi mentre 31 si trovano ancora in ospedale e due sono gravi, ha aggiunto Yerlikaya.

La terrorista arrestata è una donna di nazionalità siriana e secondo il governo turco le responsabilità sono riferite al Pkk, il partito degli indipendentisti del Kurdistan. Per capire cosa significa un evento di questo tipo ascoltiamo la testimonianza Andrea Leo, general manager di una società italiana, che vive proprio a Istanbul.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Napoli, a Ponticelli associazioni e cittadini combattono (soli) i clan in guerra

di Redazione GRS


 

Il suono sinistro del momento dell’esplosione ieri a Istanbul, nel quartiere Taksim: ci sono morti e decine di feriti per quello che secondo le autorità si tratta di un attentato.

Oggi parliamo di mafie e criminalità, nello specifico torniamo Napoli dove lo scorso 11 novembre si è svolta una marcia promosso da Libera e da altre associazioni nel quartiere Ponticelli per ricordare la strage del bar Sayonara del 1989.

Il giorno precedente, però, si è verificato un agguato davanti a una scuola del rione dove un uomo è stato gambizzato. Il quartiere è una terra di nessuno dove da messi i clan sono in guerra sparando e ammazzando ad ogni ora del giorno.

I commercianti sono pronti alla serrata perché si sentono abbandonati ed è scoppiata anche la polemica per l’assenza dell’Amministrazione comunale di Napoli alla marcia di venerdì scorso. Ascoltiamo il coordinatore di Libera Campania Mariano Di Palma.

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Solidarietà: unica risposta possibile alla sfida migratoria

di Redazione GRS


 

 

 

Bentornati all’ascolto del Grs Week da Pierluigi Lantieri, in collaborazione con Ivano Maiorella.
Alla fine sono sbarcati, sia i naufraghi migranti della Geo Barents, sia quelli della Humanity 1. Mentre la Rise Above è arrivata martedì mattina a Reggio Calabria e la Ocean Viking ha attraccato questa mattina nel porto di Tolone e ha fatto sbarcare 230 persone, tra le quali 57 minorenni.

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Perchè migrazioni e cittadinanza possono essere dei “flussi di energia”

di Redazione GRS


 

 

Il momento della scossa di terremoto a largo di Pesaro negli studi di una tv locale: dopo l’alluvione ancora paura per la popolazione marchigiana.

Oggi parliamo di migrazioni o meglio di libertà di movimento. Lo scorso 9 novembre si è tenuto un convegno promosso dall’Assessorato alle politiche sociali di Roma Capitale, ed organizzato dal Forum Per Cambiare l’Ordine delle Cose, con la partecipazione della campagna Ero Straniero che è nato da una consapevolezza precisa: l’urgenza di pretendere che le persone possano muoversi e viaggiare liberamente, per lavoro, per studio, per realizzare i propri progetti di vita.

Dalla considerazione dei limiti attuali, ma anche dal riconoscimento delle potenziali opportunità rappresentate da una gestione dei flussi razionale e a lungo termine. La tavola rotonda ha posto diverse domande: Come liberare flussi di energia, cioè di immigrazione regolare? Come garantire il diritto alla mobilità delle persone e immaginare modi sicuri e regolari per attraversare confini e frontiere? Come programmare e gestire i flussi migratori per lavoro e studio per poter garantire tutele e dignità a chi arriva in Italia e per andare incontro ai fabbisogni odierni del mercato del lavoro? Come proteggere la sicurezza delle persone e dei paesi di transito e di approdo permettendo così la regolarità dei viaggi? E, infine, come garantire il diritto alla fuga e all’accoglienza di chi è costretto a partire dal proprio paese, senza che il sistema venga intasato da chi non ha interesse alla protezione internazionale?

Ascoltiamo Gianfranco Schiavone, giurista del Forum Per Cambiare l’ordine delle cose.

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