Si torna in mare – Medici senza frontiere ha annunciato il ritorno nel Mediterraneo centrale dopo lo stop nel dicembre 2024 per la Geo Barents. In acqua arriverà l’imbarcazione Oyvon per ricerca e soccorso: l’8 novembre un nuovo naufragio comunicato dall’Oim con 42 dispersi su 49 persone a bordo di un gommone.
L’organizzazione sottolinea che l’incidente è avvenuto poche settimane dopo altri naufragi mortali al largo di Surman e Lampedusa, e ribadisce “l’urgente necessità di rafforzare la cooperazione regionale, ampliare percorsi migratori sicuri e regolari e potenziare le operazioni di ricerca e soccorso per evitare ulteriori perdite di vite umane”. Secondo gli ultimi dati del progetto Missing Migrants dell’Oim, il bilancio delle vittime nel Mediterraneo centrale ha superato quota 1.000 dall’inizio del 2025. Con quest’ultimo naufragio, il numero continua a crescere, confermando la rotta mediterranea come una delle più pericolose al mondo.
Naufragi nel Mediterraneo, mille tra morti e dispersi nel 2025: Msf torna in mare con Oyvon
ONG italiane attive in 129 Paesi con quasi 6.000 progetti nel mondo
Presenza costante – Le organizzazioni italiane attive nella cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario operano in 129 paesi del mondo con quasi 6000 progetti implementati. Lo dicono i dati del portale Open Cooperazione, secondo cui le ONG italiane hanno consolidato il trend di crescita con un incremento di tre punti percentuali.
La povertà costa caro, “una ferita per il Paese”: il focus di Asvis sul Rapporto 2025
Cesvi alla COP30: eventi estremi, la seconda causa di malnutrizione dopo le guerre
Allarme globale – Durante la COP30 di Belém Cesvi richiama l’attenzione sull’impatto crescente della crisi climatica sulla fame nel mondo. Il servizio di Fabio Piccolino.
Gli eventi climatici estremi sono oggi la seconda causa di malnutrizione dopo i conflitti. Lo ricorda Cesvi mentre in Brasile si svolge il vertice globale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.
Nel 2024, siccità e inondazioni hanno spinto oltre 96 milioni di persone verso la fame acuta, più del triplo rispetto al 2018 e 24 milioni in più rispetto al 2023. L’organizzazione lancia un appello affinché si intraprendano azioni immediate su larga scala contro la crisi ambientale, prima che l’emergenza umanitaria diventi una catastrofe irreversibile per milioni di persone.
Finanza sostenibile tra disuguaglianze e un premio Nobel: il punto di Ivano Maiorella
Nasce a Copenaghen il primo Circolo ACLI: una nuova storia all’estero
È stato inaugurato nei giorni scorsi, alla presenza dell’Ambasciatrice d’Italia in Danimarca, Stefania Rosini e il Presidente nazionale delle ACLI Emiliano Manfredonia, il primo Circolo delle ACLI a Copenaghen. “Inizia una nuova storia delle ACLI all’estero: partiamo da un presidio di comunità che già esiste nella capitale danese”, ha commentato Emiliano Manfredonia”.
L’incontro con l’ambasciatrice Stefania Rosini è stata l’occasione per illustrare l’operato del Circolo, le finalità associative e i servizi che si intendono offrire – informazione, tutela, aggregazione – e per rafforzare i legami istituzionali tra le ACLI, l’Italia e la comunità italiana all’estero.
Il Sistema Acli, grazie anche al Patronato Acli, è presente in tutto il mondo in 25 paesi e lavora ogni giorno per rafforzare la propria presenza, l’impegno e la vicinanza in un contesto europeo nel quale l’italianità non è solo un ricordo, ma soprattutto una risorsa viva di lavoro, di crescita, di comunità, di storia, di progettualità e di speranza.
Il Circolo DK intende infatti proporre, nei prossimi mesi, numerosi momenti di incontro culturale, servizi di informazione su diritti e fiscalità, sportelli per la cittadinanza e per l’interlocuzione con le istituzioni italiane, nonché iniziative rivolte anche alle seconde generazioni. Sarà un motore di energie in grado di valorizzare le migliori esperienze che in Danimarca possono rappresentare molti italiani, anche con ruoli avanzati nelle imprese come nella ricerca e nella formazione, e che sono sicuramente un valore aggiunto per tutta la comunità italiana di oggi e di domani in un Paese così dinamico e per dare un contributo anche e soprattutto al nostro. Questo duplice sguardo – verso gli italiani che scelgono di emigrare e verso quelli nati o cresciuti all’estero – pone il Circolo DK come ponte tra l’Italia e la Danimarca, tra comunità e istituzioni, tra radici e futuro.
«Le ACLI guardano con attenzione all’emigrazione italiana, quella meno visibile, povera, di chi parte per cercare lavoro, dignità e speranza – ha aggiunto Manfredonia –. È quell’emigrazione quasi obbligata, di chi non riesce a trovare le giuste opportunità nel nostro paese, dove l’ascensore sociale è fermo. Non si parla troppo di chi lascia i propri affetti per trovare una giusta collocazione, un posto adeguato al percorso di studio; di chi vive la condizione dell’emigrante senza clamori. È proprio a queste persone che vogliamo rivolgerci, perché l’associazionismo sia terreno di solidarietà, riconoscimento e crescita».
Successivamente, Emiliano Manfredonia – insieme a Matteo Bracciali e Biagio Liguori ha partecipato a un incontro con tutti i soci fondatori del presidio aclista nella Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Copenaghen, in occasione dell’inaugurazione.
“Tane”, un terreno a Napoli Est: Dedalus lancia il progetto di rigenerazione urbana
Europa, interruzione di gravidanza e diritti negati: Amnesty esorta i governi
Amensty International esorta i governi europei ad agire per garantire un accesso equo e universale ai servizi d’interruzione di gravidanza, a fronte delle restrizioni ancora in vigore e ai crescenti tentativi di limitarne ulteriormente tale accesso in tutta Europa con ostacoli pericolosi e dannosi
Il rapporto, intitolato “Quando i diritti non sono reali per tutte e tutti: la lotta per l’accesso all’aborto in Europa”, mette in luce come – nonostante i progressi ottenuti grazie ad anni di mobilitazioni – persistano ostacoli pericolosi e dannosi che continuano a compromettere l’accesso alle cure abortive. Tutto ciò avviene in un contesto in cui gruppi anti-diritti umani, sempre più organizzati e finanziati, intensificano i propri sforzi per influenzare negativamente politiche e leggi, spesso diffondendo paura e disinformazione, con l’obiettivo di limitare ulteriormente l’accesso all’aborto.
“La dura realtà è che, nonostante i significativi progressi fatti in Europa, l’accesso all’aborto resta ostacolato da un preoccupante insieme di barriere visibili e invisibili”, ha dichiarato Monica Costa Riba, responsabile delle campagne per i diritti delle donne di Amnesty International.
“Le conquiste ottenute a caro prezzo in materia di diritti riproduttivi rischiano seriamente di essere annullate da un’ondata di politiche regressive, promosse dal movimento anti-gender e sostenute da politici populisti che adottano pratiche autoritarie”, ha aggiunto Monica Costa Riba.




