Occhio al cibo – Nel Dossier Stop pesticidi nel piatto 2025 emerge che quasi metà dei cibi convenzionali con residui, in aumento il multiresiduo La frutta si conferma il comparto più problematico: tre campioni su quattro (75,57%) contengono multiresiduo e il 2,21% risulta non conforme, con frequenti superamenti dei limiti di legge.
Giovani e periferie: presentato il nuovo report di Con i Bambini
Disparità di accesso – Con i Bambini ha presentato il nuovo report su giovani e periferie. Ascoltiamo il presidente Marco Rossi Doria.
Il nuovo rapporto dell’osservatorio #conibambini, nell’ambito della campagna Non sono emergenza promossa da Con i bambini, analizza in modo sistematico e con dati granulari città per città, quartiere per quartiere – lo stato del disagio socio-educativo nelle aree urbane italiane.
Dopo la pandemia, temi come povertà, dispersione scolastica e mancanza di spazi di socialità sono tornati al centro del dibattito pubblico, spesso però in un clima di allarmismo o sottovalutazione, complici informazioni frammentarie e pochi indicatori affidabili. Dopo la pandemia infatti, diversi indicatori sono convergenti nel mostrare alcune criticità nelle città e nelle aree urbane densamente popolate. Bambini e ragazzi restano la fascia d’età più spesso in povertà assoluta (13,8% contro una media del 9,8%).
In media, nel 2024, il 12,3% delle famiglie in cui vivono minori di 18 anni si è trovato in tale condizione; la quota sale al 16,1% dei nuclei con minori nei comuni centro dell’area metropolitana. Lo stesso vale per gli abbandoni scolastici precoci, pur in forte calo nel corso dell’ultimo decennio.
Nonostante nel 2024 per la prima volta sia scesa sotto al 10% la quota di giovani che hanno lasciato la scuola prima del diploma o di una qualifica, la situazione resta più critica nelle città. Rispetto alla media nazionale
del 9,8%, l’incidenza massima si raggiunge infatti nelle aree urbane densamente popolate dove si
avvicina all’11%.
Tra i diversi segnali di disagio emersi durante la pandemia, negli ultimi mesi si è ripresentata con
forza anche la questione dei comportamenti violenti tra adolescenti. La narrazione dei media su questo fenomeno è passata dall’identificare il caso delle violenze di gruppo a danni spesso di stessi coetanei con il fenomeno “baby gang” a quello impropriamente ormai noto come “maranza”. In questo fenomeno in realtà si celano i volti di ragazzi di seconde e terze generazioni nati in Italia, italiani, spesso in contrasto con la propria famiglia di origine (come accade in adolescenza), ma che faticano a trovare spazio nella realtà che vivono.
“L’Osservatorio promosso da Con i bambini insieme a Openpolis – ha spiegato Marco Rossi-Doria, presidente di Con i bambini – evidenzia come nelle periferie italiane i giovani continuino a scontare inaccettabili disparità nell’accesso a servizi educativi, culturali e sociali. Le ultime analisi mostrano concentrazioni più elevate di povertà educativa, una minore disponibilità di spazi aggregativi e un’offerta formativa e opportunità occupazionali minori e meno diversificate rispetto alle aree protette. Sono sempre più urgenti politiche pubbliche per creare sviluppo integrato di produzione di beni e servizi, comunità energetiche, esperienze di comunità e di coesione sociale insieme al sostegno alle comunità educanti che già uniscono scuole, terzo settore, luoghi dello sport, parrocchie, municipalità, volontariato, famiglie. L’esperienza delle buone pratiche diffuse ci dice che le nuove politiche pubbliche devono unire investimenti dello stato che devono crescere e risorse e azioni improntate alla sussidiarietà come da art. 118 della Costituzione. pie coesione sociale ne coordinate e continuative, capaci di rafforzare la presenza educativa nei territori più fragili e Investire sulle periferie significa immettere nelle catene di sviluppo e valore parti cruciali della nazione guardando alle nuove generazioni e al loro successo formativo, che è alla base di ogni sviluppo. Continueremo a lavorare affinché l’evidenza raccolta dall’Osservatorio orienti interventi integrati e tempestivi promuovendo condizioni che permettano ai giovani delle periferie di esprimere appieno potenzialità e talenti.”
Sanità, migliora l’assistenza ospedaliera ma resta un profondo divario nord-sud
Sanità diseguale – In Italia l’assistenza ospedaliera migliora complessivamente, ma il sistema rimane segnato da forti diseguaglianze territoriali e da un profondo divario nord-sud. Lo dicono i dati raccolti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, secondo cui sono 15 le eccellenze nel nostro Paese: 11 al nord, tre al centro e uno solo al sud.
La fotografia, riferita al 2024, colloca sul gradino più alto del podio l’ospedale Bolognini di Bergamo (Lombardia), seguito dall’ospedale di Montebelluna (Veneto), dal Bentivoglio (Emilia Romagna), da quello di Città di Castello (Umbria). La maggiore concentrazione è in Lombardia, seguita dal Veneto; al 13° posto l’unico ospedale del sud, situato in Campania: il Federico II di Napoli.
Il rapporto valuta complessivamente 1.117 strutture di ricovero, pubbliche e private, sulla base di 218 indicatori e otto aree cliniche: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologia. In totale, quasi due ospedali su 10 sono “rimandati” per la qualità delle prestazioni. Sono infatti state individuate 197 strutture da sottoporre ad un processo di revisione tramite audit. In Campania e Sicilia il quadro più critico, rispettivamente con 51 e 43 strutture sotto gli standard di valutazione. L’obiettivo, precisa Agenas, “non è quello di stilare classifiche”, mentre il ministro della Salute Orazio Schillaci spiega che il Pne, “è uno strumento strategico di monitoraggio, essenziale per comprendere la sanità del presente e soprattutto per programmare la sanità del futuro”.
Violenza di genere: Auser rilancia l’impegno per il rispetto e le pari opportunità
Educhiamoci al rispetto – Continua la campagna di Auser per le pari opportunità e contro la violenza sulle donne. Ascoltiamo Vilma Nicolini di Auser.
Giornata Internazionale del Volontariato, Moretti: “Decisivo per lo sviluppo del Paese”
Quel contributo che conta – Oggi In occasione della 40esima Giornata Internazionale del Volontariato (GIV), Forum Terzo Settore, CSVnet e Caritas sottolineano il valore e l’impatto dell’impegno gratuito che contraddistingue in positivo l’Italia: “l’impegno volontario genera cambiamento sociale e svolge un ruolo attivo nello sviluppo del Paese”, sottolinea Giancarlo Moretti, portavoce del Forum.
Si dedicano alla collettività senza tornaconto; sono competenti, spesso impegnati su più fronti, dalle azioni quotidiane alle emergenze; rimangono pilastro essenziale della partecipazione nel Paese. Sono i volontari italiani – 4,7 milioni per Istat – celebrati nella Giornata Internazionale del Volontariato (GIV) che ricorre il 5 dicembre. Pronti a contraddire con i fatti un’idea di società inevitabilmente orientata all’interesse personale, i volontari portano come e dove possono il loro contributo, e “ogni contributo conta”, come sottolinea il tema della GIV di quest’anno, giunta alla 40esima edizione.
Nel farlo, i volontari generano impatto visibile e insostituibile a favore della coesione sociale del Paese. La loro azione, come ricordato dal Presidente Sergio Mattarella, “è generosa espressione dei doveri inderogabili di solidarietà economica e sociale sanciti dalla Costituzione”.
Giancarlo Moretti, portavoce del Forum Terzo Settore: “In un’epoca storica in cui è facile essere pervasi da un senso di impotenza rispetto agli orrori delle guerre e alle forti tendenze individualistiche ed egoistiche, i volontari sono una fonte inestimabile di pace e solidarietà. Non solo: l’impegno volontario genera cambiamento sociale e svolge un ruolo attivo nello sviluppo del Paese: va quindi promosso, tutelato e valorizzato, attraverso un lavoro congiunto di istituzioni e Terzo settore”.
Chiara Tommasini, presidente di CSVnet, l’associazione nazionale dei Centri di servizio per il volontariato: “Il messaggio scelto dalle Nazioni Unite coglie perfettamente il senso più profondo del volontariato: partecipare è sempre importante. Il tempo che una persona decide di donare agli altri, produce un valore reale e misurabile. In vista del 2026 – Anno internazionale del volontariato per lo sviluppo sostenibile – questo richiamo è ancora più forte: il contributo quotidiano di migliaia di volontarie e volontari aiuta le comunità a crescere e a costruire futuro. È su questa energia che il Paese può e deve continuare a investire”.
Don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana: “Il volontariato è scuola quotidiana di umanità e di cittadinanza. Ogni gesto gratuito custodisce una forza trasformativa che rigenera i legami, restituisce dignità alle persone e rende le nostre comunità più giuste e solidali. In un tempo segnato da fratture sociali, diseguaglianze e solitudini diffuse, i volontari sono segno concreto di una speranza che si fa prossimità, ascolto, cura e diventa profezia di un Paese che sceglie di ripartire dagli ultimi, mettendo al centro le persone e le relazioni”.
Sicurezza sul lavoro, continua la mobilitazione degli ispettori: servono riforme
Cosa serve per la sicurezza – Continua la protesta degli ispettori del lavoro di fronte alle tante criticità. Il servizio è di Federica Bartoloni.
Continua la protesta a livello nazionale di Ispettori e Ispettrici del lavoro per la mancata presa in carico, confermata anche dai contenuti del nuovo Dl Sicurezza in corso di conversione in legge in questi giorni, delle molte criticità che affliggono da tempo l’ente. Le rivendicazioni portate in piazza continuano a chiedere una riorganizzazione strutturale dei servizi che sopperisca alla mancanza di organico, esacerbata da innumerevoli dimissioni e rinunce all’incarico a seguito dei mega concorsi in ragione del profondo divario tra competenze e retribuzione offerta, nonché alla frammentazione dei diversi organi ispettivi che si chiede vengano riuniti sotto uno stesso ente capace di coordinare le attività attualmente carenti nel loro compito volto alla prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Aderenza terapeutica insufficiente, CittadinanzAttiva: emerse gravi fragilità sociali
Aderenza terapeutica – Secondo un’indagine di CittadinanzAttiva, la metà dei cittadini italiani, in cura per una o più patologie, non segue le terapie in modo costante ed appropriato. Si tratta principalmente di persone fragili e anziane, con basso livello socio-culturale, spesso sole o con scarso supporto familiare.
Sono questi alcuni dei risultati che emergono dalla “Indagine civica sull’aderenza terapeutica: un piano d’azione comune”, presentata oggi da Cittadinanzattiva e che ha coinvolto target eterogenei, rappresentati da un totale di 547 fra pazienti e presidenti di associazioni di pazienti e da ben 2228 professionisti sanitari. Il target è così composto: 502 Pazienti, 45 Presidenti delle Associazioni di pazienti, 74 Medici di Medicina Generale, 165 Medici specialisti, 194 Infermieri, 1590 Farmacisti di comunità, 205 Farmacisti ospedalieri.
“L’aderenza terapeutica è un fenomeno complesso e multifattoriale e, in quanto tale, necessita di interventi personalizzati e allo stesso tempo strutturali per garantire l’efficacia delle cure e quindi la qualità di vita dei pazienti. Interventi che consentirebbero di contenere le spese economiche derivanti dalla scarsa aderenza alle terapie, stimate in circa 2 miliardi di euro l’anno per il Servizio Sanitario Nazionale”, dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva. “Quanto e come il cittadino segua con costanza le terapie, siano esse farmacologiche e non, è condizionato da numerosi fattori, di carattere anagrafico, sociale, economico, di stili di vita, e dunque – accanto ad interventi di sistema finalizzati a integrare un modello di rete coordinato, di prossimità, supportato da strumenti digitali e capacità organizzativa – occorre puntare molto sul tempo che i professionisti possono dedicare al paziente e ai suoi caregiver”.
Fra i cittadini che hanno risposto al questionario, oltre la metà è affetta da patologie di tipo metabolico, da patologie reumatologiche (39,1%) e cardiovascolari (29,1%). Si tratta di ambiti che, per natura, richiedono trattamenti continuativi e spesso complessi, con un impatto rilevante sulla gestione quotidiana della terapia. In particolare ciò è vero per chi convive con più patologie, un target che, all’interno del campione di riferimento, è rappresentato dai due terzi dei cittadini.
La quota più ampia di pazienti intervistati (38%) interpreta l’aderenza come rispetto puntuale delle indicazioni mediche, il 18% come un fattore di consapevolezza e responsabilità personale, mentre il 15% come conseguenza diretta della relazione medico-paziente, basata su dialogo, fiducia, confronto e collaborazione.
Fra le motivazioni che portano a non seguire la terapia prevalgono, a detta dei pazienti, aspetti psicologici e percettivi: il (28,3%) soffre la sensazione di dipendenza dal farmaco, mentre la pigrizia o mancanza di motivazione (20,8%) e la percezione di non essere in pericolo reale (20,2%) contribuiscono a una riduzione dell’aderenza.
Interessante il profilo dei pazienti “non aderenti” fornito dai Presidenti delle associazioni: quasi il 73% di questi ultimi afferma che sono maggiormente a rischio le persone fragili e anziane, quelle con basso livello socio-culturale (58,3%), chi vive in condizione di solitudine e di scarso supporto familiare (54,2%), a conferma del ruolo cruciale della rete sociale nel sostenere la gestione quotidiana della terapia. Rilevante anche la quota (45,8%) di chi sostiene che i pazienti con comorbidità siano quelli più a rischio.
Anche i professionisti intervistati confermano in gran parte le caratteristiche del paziente a maggior rischio di non aderenza: con percentuali superiori al 70%, lo individuano nelle persone sole o anziane, poco meno (con percentuali intorno al 65%) in soggetti con basso livello socio-culturale. La presenza di due o più patologie risulta essere un fattore importante ma meno rilevante degli altri rispetto al rischio di non seguire correttamente le terapie: ad indicarla è circa un terzo del campione dei medici di medicina generale e degli infermieri, oltre la metà dei farmacisti ospedalieri e degli specialisti.
Intersos24, un punto sicuro per chi vive la vulnerabilità a Roma
Spazio sicuro – Nel quartiere Torre Spaccata a Roma il centro Intersos24 è un punto di riferimento per chi vive in condizioni di vulnerabilità. Ascoltiamo Luisa Silvestri di Intersos.
Assalto a La Stampa, condanna unanime. Articolo Ventuno: “Attacco inaccettabile”
Attacco inaccettabile – Condanna unanime dell’aggressione alla sede de La Stampa avvenuta venerdì a Torino. Ascoltiamo il portavoce di Articolo Ventuno Giuseppe Giulietti.
L’aggressione alla sede de La Stampa avvenuta ieri a Torino è un fatto grave da denunciare senza esitazioni e senza distinguo.
Dobbiamo infatti resistere con ogni sforzo alla normalizzazione della violenza politica, da qualunque parte arrivi e con qualunque argomento venga sostenuta.
Così come non accettiamo la aberrante normalizzazione della violenza rappresentata dalle politiche di Trump, Netanyahu, Putin (soltanto per evocare i tre “campioni” più riconosciuti, ma soltanto a titolo di esempio!), quella rappresentata dal terrorismo di matrice religiosa, da quello di matrice nazi-fascista, non possiamo accettare la normalizzazione strisciante che arriva da ambienti che, volendo contrastare le logiche della guerra, finiscono per imboccare la strada “dell’occhio per occhio/dente per dente”. Una strada perdente, perché disumanizzante e perché funzionale a chi con la guerra si ingrassa. La prospettiva della resistenza alla violenza ed alla sua normalizzazione non può che essere quella indicata dagli articoli 11 e 3 della nostra Costituzione che, ripudiando la guerra come strumento di offesa ma anche come strumento di risoluzione dei conflitti, ordinano alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli di natura sociale ed economica che producendo ingiuste diseguaglianze, alimentano il risentimento e la segregazione. All’arresto di Mohamed Shahin, imam della moschea di San Salvario, tempestiva e forte è stata la reazione democratica ad ogni livello: il suo arresto è stato immediatamente considerato sproporzionato, pretestuoso, controproducente ed intimidatorio. Tante voci si sono levate richiamando il suo impegno per il dialogo e per la coesione sociale. Credo che queste prese di posizioni abbiano contribuito a stabilire la verità sull’accaduto e sulle responsabilità del Governo e servano alla giusta causa della libertà nella responsabilità a cui ci richiama la Costituzione. Il resto invece fa il gioco dell’autoritarismo reazionario.
Emergenza climatica e abitativa: oggi a Roma il convegno di Adiconsum
Emergenza climatica e abitativa – Questo è il titolo del convegno di Adiconsum oggi a Roma che mette al centro il tema dello sviluppo sostenibile applicato all’ambiente costruito, evidenziando la necessità di ripensare le politiche abitative in un momento in cui il settore edilizio – incluso quello residenziale.




