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Squadra Napoli Women insultata dall’Under 14: corsi di formazione per i ragazzi


Educazione contro la violenza – Le ragazze del Napoli Women insultate dai calciatori under 14: ecco la loro punizione nel servizio di Elena Fiorani.

Umiliate, derise, insultate con offese gravi e vergognose. La vergogna che ha provato anche don Aniello Manganiello, il presidente dell’under 14 maschile, noto per essere un prete anticamorra, simbolo del riscatto di Scampia. Proprio il calcio, con una società e le sue tredici squadre,per don Manganiello è uno strumento per il recupero di quei ragazzi che vogliono scrollarsi di dosso il marchio di «Gomorra». Per questo la punizione prevista non sarà l’isolamento ma la proposta di corsi di formazione e sensibilizzazione sul rispetto delle donne e sul contrasto alla violenza di genere. “Episodi come questo evidenziano che forse si è puntato troppo sulla tecnica dei giovani calciatori invece di pensare a farli diventare uomini”, ha detto il prete.

Iran, donne senza hijab in maratona: arrestati gli organizzatori


Libere di correre – Centinaia di donne hanno corso senza hijab la maratona sull’isola di Kish in Iran. Le immagini della manifestazione hanno portato all’arresto degli organizzatori. I media conservatori hanno definito la corsa, a cui avrebbero partecipato circa 5mila persone, indecente e irrispettosa delle leggi islamiche, accusando gli organizzatori di essere «incauti e indegni».

La repressione del regime iraniano si abbatte ancora una volta sulla società civile. Stavolta, a farne le spese due organizzatori di una maratona svoltasi venerdì sull’isola di Kish, arrestati dopo che sono comparse sui media e sui social le immagini di donne che hanno gareggiato senza indossare l’hijab. «Nonostante i precedenti avvertimenti sulla necessità di rispettare le leggi e i principi religiosi, l’evento si è svolto in modo tale da violare la decenza pubblica», ha dichiarato il procuratore locale citato da Mizan Online, agenzia di stampa ufficiale della magistratura.

Gli arresti
Uno degli arrestati è un funzionario della Kish Free Zone Organization, l’ente statale responsabile della gestione e promozione della zona franca dell’isola, mentre l’altro è dipendente della società privata che ha organizzato la maratona. Entrambi sono stati posti in stato di fermo, secondo quanto riportato da Iran International, con misure di sorveglianza che impediscono al funzionario pubblico di ricoprire incarichi statali e all’organizzatore privato di gestire eventi sportivi. Gli arresti seguono le dure condanne dei media conservatori, tra cui Tasnim e Fars, che hanno definito la maratona – a cui avrebbero partecipato circa 5mila persone – «indecente» e «irrispettosa delle leggi islamiche», mentre attivisti vicini al regime l’hanno bollata come una «disco-maratona», accusando gli organizzatori di essere «incauti e indegni».

Lo scontro tra poteri sul corpo delle donne
Dopo le proteste del 2022, scoppiate a seguito della morte in custodia di Mahsa Amini, la giovane arrestata e uccisa dalla polizia morale per non aver indossato correttamente l’hijab, il rispetto delle regole sul velo è diventato più irregolare. La questione è al centro di uno scontro tra poteri: lo scorso anno il governo del presidente Masoud Pezeshkian ha rifiutato di ratificare un disegno di legge, approvato dal parlamento, che prevedeva pene severe per le violazioni del codice di abbigliamento. All’inizio di questa settimana, la maggioranza dei legislatori ha invece accusato la magistratura di non far rispettare la legge, inducendo il presidente della Corte suprema, Gholamhossein Mohseni Ejei, a richiedere un’applicazione più rigorosa delle norme.

Mondiali 2026, FIFA sceglie Egitto-Iran come Pride Match: è polemica


Pride match – La FIFA ha designato Egitto-Iran come partita simbolo a sostegno dei diritti Lgbtq+ ai Mondiali 2026: il match si giocherà il 26 giugno a Seattle. Una decisione che fa discutere: infatti, in Iran l’omosessualità è punita anche con la pena di morte, mentre in Egitto le norme sulla morale pubblica vengono spesso utilizzate per reprimere le relazioni e i diritti.

L’iniziativa era stata definita molto prima del sorteggio dei gironi, avvenuto lo scorso 5 dicembre a Washington. Solo con la pubblicazione del calendario si è scoperto che la partita simbolo del Pride avrebbe visto affrontarsi Egitto e Iran. In Iran l’omosessualità è punita anche con la pena di morte, mentre in Egitto le norme sulla morale pubblica vengono spesso utilizzate per reprimere le relazioni e i diritti delle persone Lgbtq+.

Nonostante le polemiche, la FIFA non ha al momento previsto modifiche al programma. In una dichiarazione rilasciata a Outsports, un portavoce ha spiegato che la partita è stata concepita per valorizzare le celebrazioni del Pride a Seattle e nello Stato di Washington, sottolineando il ruolo del calcio come strumento di inclusione e dialogo tra culture diverse.

Non è la prima volta che le iniziative a sostegno della comunità Lgbtq+ incontrano resistenze nel contesto dei Mondiali. Già nel 2022, in Qatar, la FIFA aveva scoraggiato l’uso della fascia “OneLove” ai capitani, minacciando sanzioni sportive, nonostante la contemporanea promozione di campagne sui diritti in collaborazione con diverse agenzie delle Nazioni Unite.

Tennis in chiaro: ampliati gli eventi televisivi con atleti italiani


Effetto Sinner – Il nuovo elenco degli eventi sportivi che saranno trasmessi in chiaro, inserito nel decreto del ministero del Made in Italy pubblicato in Gazzetta Ufficiale, allarga quelli di tennis per i quali “è assicurata la diffusione in chiaro”, a patto che siano impegnati atleti italiani.

Calcio nel mirino, antimafia: criminalità organizzata dietro affari e stadi importanti


Allarme dell’Antimafia – “La criminalità organizzata nel calcio è ovunque, anche nei grandi club”, lo ha detto il sostituto procuratore nazionale Antonio Ardituro. Tra le società di calcio e la tifoseria organizzata esiste un rapporto che molto spesso diventa malato, nel mirino stadi importanti intorno a cui girano grandi affari.

“C’è un tema complesso che interessa la serie A e la serie B di calcio, e che oggi rappresenta un grande problema per cui il mio ufficio segue queste vicende, quello delle infiltrazioni delle organizzazioni criminali camorristiche nelle tifoserie organizzate e del rapporto tra le tifoserie organizzate e le società, perché è un doppio livello che bisogna intercettare, che bisogna identificare e che rappresenta veramente il cuore del problema”. Lo ha detto Antonio Ardituro, sostituto procuratore nazionale presso la Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo, intervenuto a Roma all’Università Lumsa in occasione del seminario ‘Le mafie nello sport. Lo sport contro le mafie’ organizzato dalla cattedra di Diritto processuale penale per riflettere appunto sulle mafie nello sport e sul ruolo dello sport contro le mafie.

“Abbiamo esempi clamorosi- ha spiegato- perché se io vi parlo di Juventus, di Inter, di Milan, di Roma, di Lazio, di Napoli, vi sto parlando del calcio che ci piace quello che vediamo alla domenica sportiva. E’ proprio questo nostro calcio, però, ci ha presentato le infiltrazioni di ‘ndrangheta nelle tifoserie organizzate della Juventus; un processo di appena un anno fa, ha individuato infiltrazioni radicate ai livelli più alti della tifoseria organizzata del Milan e dell’Inter, che sono sfociate in regolamenti di conti con omicidi; le vicende di Diabolik della Lazio. Fenomeni che in passato hanno interessato anche la tifoseria organizzata del Napoli, di cui mi sono occupato direttamente. Potremmo dire che tutto questo non c’entra con il calcio e le società, purtroppo non è così perché c’è un rapporto tra le società di calcio e la tifoseria organizzata che molto spesso diventa malato e che consente – in questo c’entrano le società e anche le istituzioni sportive, i regolamenti, le norme che noi utilizziamo – di considerare le curve come un luogo extraterritoriale, dove non c’è la giurisdizione e non c’è il controllo da parte delle organizzazioni dello Stato, sportive, del calcio, delle società”.

Davanti a questa situazione, “in curva tutto può accadere- ha detto ancora il sostituto procuratore nazionale – le organizzazioni criminali possono controllare fenomeni grossi, perché parliamo di stadi importanti intorno a cui girano affari: le aree parcheggio, la gestione degli steward, la concessione dei biglietti e degli abbonamenti ai gruppi organizzati, cioè si crea un filo tra società e tifoserie organizzate che però non sono fatte di tifosi appassionati che cantano i cori e portano le bandiere, ma sono organizzazioni criminali che hanno delle infiltrazioni di carattere mafioso”.

Non solo le infiltrazioni mafiose, nelle curve d’Italia c’è sempre piu’ eversione. “Vi do un altro input di riflessione- ha spiegato- che attiene non al tema delle mafie, ma delle organizzazioni criminali di matrice eversiva o terroristica, perché noi registriamo sempre più spesso che molte curve sono il luogo della crescita, del proliferare del proselitismo, dell’utilizzazione di alcuni pezzi dei gruppi ultrà per far crescere soprattutto ideologie suprematiste che legano le curve e i movimenti ultrà italiani a movimenti ultrà sovranazionali. La stragrande maggioranza delle curve si esprimono con simbolismi neofascisti e neonazisti, è facilissimo vedere riferimenti alle svastiche”.

“Che cosa possono fare le società? Io credo- ha risposto- che ci siano delle cose che possono fare di più le società, delle cose che possono fare di più le istituzioni sportive, delle cose che possono fare di più le istituzioni nazionali. Le società innanzitutto devono dotarsi di meccanismi organizzativi che tengano lontani i tifosi ultrà dal rapporto con le società, con i calciatori, eccetera. È una cosa che si può fare. Per esempio, il meccanismo per cui si riservano abbonamenti ai gruppi ultrà fuori dai meccanismi di vendita ordinaria, oppure per cui si riservano un tot di biglietti per la finale di Champions a determinate categorie di soggetti che fanno parte della curva, eccetera, eccetera, è un meccanismo criminogeno che aiuta un rapporto distorto tra queste organizzazioni e la società. Oppure meccanismi, come nell’indagine sull’Inter, dove se i biglietti non vengono dati, il capo ultrà alza il telefono, perché ne ha il numero, e chiama l’allenatore dell’Inter per chiedergli di intercedere con la società”.

“È un meccanismo che non va bene, non si crea quel muro, quella barriera di distanza che ci deve essere tra la società. Se tu fai l’abbonamento in curva e il posto che ti hanno assegnato è quello dove stanno i gruppi organizzati degli ultrà, tu la non ti puoi sedere. Questa roba qui nel codice penale, si chiama articolo 610: violenza privata. Io ho il biglietto, questo è il mio posto e non mi posso sedere perché tu mi dici che mi devo allontanare in un’altra parte della curva perché questo è il posto dove stanno gli ultrà. Come vedete c’è da fare molto, non è facile perché poi ci sono le reazioni, ma le società possono fare di più, le istituzioni sportive possono fare molto di più perché i regolamenti, perché le sanzioni quando accadono delle cose devono essere effettive e non devono essere perdoniste. Il calcio non deve essere trattato dalle istituzioni nazionali solo come un problema di ordine pubblico. Noi siamo abituati a trattare lo stadio e l’evento sportivo solo come un problema di ordine pubblico, perché se io tratto l’evento sportivo come un problema di ordine pubblico e non come un problema innanzitutto di legalità, sono due cose diverse la legalità e l’ordine pubblico, affronto la questione soltanto con un obiettivo che non accadano scontri, che non accadano problemi, ma se per non far accadere problemi devo cedere la sovranità dello Stato ai gruppi ultrà sto facendo crescere la cultura del gruppo ultrà che controlla la curva, il territorio e che naturalmente se controlla un luogo così importante diventa obiettivo delle organizzazioni criminali che hanno interesse a mettere i loro avamposti in tutti questi punti”.

“Molti dei ragionamenti che io ho fatto sui gruppi ultrà e sulle infiltrazioni nel calcio, soprattutto quelli, per esempio, collegati ai movimenti più estremisti, oggi iniziamo a rivederli nel basket- ha concluso Ardituro- un altro sport che ormai ha una sua tradizione in Italia, ha una sua diffusione, un suo radicamento. Anche nel basket il tempo, purtroppo già lo so, ci porterà su situazioni analoghe a quelle del calcio”.

Atleti russi verso Milano-Cortina: annullato il divieto totale


Porte aperte – Dopo la fine del bando per gli atleti russi annunciata di recente dalla federazione mondiale di judo, il Tribunale arbitrale dello sport ha deciso di annullare l’esclusione totale degli sciatori russi e bielorussi dalle competizioni internazionali, spalancando così la strada alla loro presenza sotto bandiera neutra alle prossime olimpiadi invernali 2026 di Milano-Cortina.

Se “soddisfano i criteri” stabiliti dal Comitato internazionale olimpico (CIO) per accedere allo status neutrale, è stato deciso, gli atleti di entrambi i paesi “dovrebbero essere autorizzati a partecipare agli eventi di qualificazione” della Federazione internazionale di sci per i prossimi Giochi invernali. Lo ha fatto sapere lo stesso Tas, in un comunicato

Dopo la fine del bando per gli atleti russi annunciata di recente dalla federazione mondiale di judo, il Tribunale arbitrale dello sport (TAS) ha deciso di annullare l’esclusione totale degli sciatori russi e bielorussi dalle competizioni internazionali, spalancando così la strada alla loro presenza sotto bandiera neutra alle prossime olimpiadi invernali 2026 di Milano-Cortina. Se “soddisfano i criteri” stabiliti dal Comitato internazionale olimpico (CIO) per accedere allo status neutrale, è stato deciso, gli atleti di entrambi i paesi “dovrebbero essere autorizzati a partecipare agli eventi di qualificazione” della Federazione internazionale di sci per i prossimi Giochi invernali. Lo ha fatto sapere lo stesso Tas in un comunicato, accogliendo parzialmente due ricorsi contro la Federazione Internazionale Sci e Snowboard (Fis) e autorizzando, di fatto, gli atleti coinvolti a partecipare agli eventi di qualificazione. Il 21 ottobre il consiglio della Fis aveva emesso una risoluzione “per non facilitare la partecipazione di atleti russi e bielorussi come atleti neutrali individuali/Ain’ agli eventi di qualificazione Fis per i Giochi olimpici e paralimpici del 2026”.

I due ricorsi di Russia e Bielorussia
Proprio a proposito della presa di posizione del consiglio della Federazione Internazionale Sci e Snowboard, presieduta dall’imprenditore svedese Johan Eliasch, gli atleti russi hanno sostenuto che si trattasse di una violazione degli statuti della Fis e dei principi di neutralità politica e non discriminazione. Il primo ricorso era stato presentato dalla Federazione sciistica russa (RSF), precisamente da 12 atleti e para-atleti russi e dal Comitato Paralimpico Russo. Il secondo ricorso, invece, è stato presentato dalla Federazione sciistica bielorussa (BSU) e da 5 atleti bielorussi. Ed entrambi i collegi del Tas hanno ritenuto che gli statuti della Fis proteggono gli individui dalla discriminazione e impongano alla Fis di essere politicamente neutrale (art. 5.2). Di conseguenza, i ricorsi sono stati parzialmente accolti sulla base del fatto che la decisione della Fis “costituisce un’esclusione generalizzata degli atleti in base alla nazionalità, indipendentemente dal fatto che gli atleti soddisfino o meno i criteri di ammissibilità Ain”. Inoltee, la richiesta di consentire agli atleti paralimpici russi di partecipare agli eventi Fis alle stesse condizioni degli altri atleti paralimpici è stata accolta in assenza di un quadro “Ain” stabilito dal Comitato Paralimpico Internazionale. Respinte le richieste per consentire ad altri atleti, personale di supporto e funzionari russi di partecipare alle prossime competizioni.

Gli atleti russi coinvolti nel ricorso sono stati Saveliy Korostelev, Lana Prusakova, Maria Travinicheva, Artiom Galunin, Ekaterina Tkachenko, Daniil Sadreev e i para-atleti Alexey Bugaev, Varvara Voronchikhina, Anastasiia Bagagiin, Ivan Golubkov, Polina Novakovskya e Mikhail Scivolando. Gli atleti bielorussi invece sono stati Hanna Huskova, Anna Derugo, Anastasiya Andryianava, Ihar Drabiankou e Uladzislau Vazniuk.

Razzismo in Champions: sanzionato l’Atlético Madrid per il comportamento dei tifosi


Mano pesante – L’Atlético Madrid è stato sanzionato per comportamenti razzisti e discriminatori dei suoi tifosi durante la sconfitta 4-0 contro l’Arsenal in Champions League del 21 ottobre. Gli episodi includono saluti nazisti, imitazioni di scimmie e lancio di oggetti. È un avvertimento per tutti: un tifo violento rischia di privare tifosi e squadre dello spettacolo e della passione.

Gli episodi includono saluti nazisti, imitazioni di scimmie e lancio di oggetti, violando l’articolo 14(2) del Regolamento Disciplinare UEFA. L’UEFA adotta misure progressive per razzismo: multe, chiusure parziali stadi o divieti trasferta (divieto di vendita biglietti per una partita europea in trasferta, sospeso per un periodo di prova di 1 anno, “libertà vigilata”).

Se recidiva entro 12 mesi, la sanzione si attiva; altrimenti, decade definitivamente, in base alla gravità e recidiva. Il club monitorerà i tifosi per evitare ulteriori episodi in Champions.

I punti chiave presi in considerazione per le sanzioni
Introduzione all’episodio: Descrizione della partita Atlético Madrid-Arsenal (21/10/2025, Emirates Stadium, 4-0), con dettagli sui comportamenti razzisti (saluti nazisti, imitazioni scimmie, lancio oggetti).

Sanzioni immediate: Multa 30.000€ per razzismo/discriminazione (art. 14(2) Regolamento UEFA) + 10.000€ per lancio oggetti, applicate dal CEDB.

Sanzioni sospese: Divieto vendita biglietti per 1 trasferta europea, sospeso per 1 anno di prova (“libertà vigilata”); attivazione in caso di recidiva.

Contesto e precedenti: Storia di sanzioni Atlético (es. vs Benfica), approccio UEFA progressivo (multe, chiusure stadi, divieti).

Implicazioni future: Monitoraggio tifosi in Champions, rischio escalation per recidive.

Il calcio deve essere uno spazio di entusiasmo e unità, non di odio e divisione: atti razzisti e simboli nazisti contaminano lo sport e provocano sanzioni sempre più severe da parte dell’UEFA. È un avvertimento a tutti i tifosi: abbracciate un tifo rispettoso e inclusivo, altrimenti rischiate di privare voi stessi e le vostre squadre dello spettacolo e della passione, con club sotto stretta vigilanza e stadi a porte chiuse.

Ferrara nominata Città europea dello sport 2027


In forma –  Ferrara è stata nominata Città europea dello sport 2027. L’onorificenza viene assegnata a comuni che incentivano la pratica sportiva e uno stile di vita sano tra i cittadini, utilizzando lo sport come veicolo di inclusione sociale e sviluppo economico locale.

Aces Europe ha ufficialmente designato la città estense: la Città europea dello sport deve essere una città “che incentiva la pratica sportiva e uno stile di vita sano tra i cittadini, che valorizza le infrastrutture sportive esistenti e che ne promuove la riqualificazione, riconoscendo l’impegno delle amministrazioni locali nell’organizzazione di iniziative ed eventi sportivi e nell’utilizzo dello sport come veicolo di inclusione sociale e sviluppo economico locale. In base a questi criteri, la commissione di Aces Europe, organizzazione con sede a Bruxelles che promuove i valori dello sport come strumento di benessere, inclusione e coesione sociale, ha riconosciuto a Ferrara, assieme a Ragusa, Bergamo ed Erice, queste eccellenze sportive, anche grazie al lavoro fatto dall’amministrazione sul territorio. Nel 2025 Ferrara è stata infatti estremamente attiva, ospitando grandi eventi sportivi come la prima tappa della gara ciclistica Coppi-Bartali, le finali di Coppa Italia di Baskin, lo Sportability day, giornata dedicata alla inclusione, la fiera Quarto Tempo della Lega nazionale dilettanti, campionato europeo di calcio a 5 e basket per atleti con sindrome di Down, il tutto coronato dal Ferrara Sport Festival, che ha visto anche la presenza del ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi, il presidente della Figc Gabriele Gravina, e il presidente della Lnd Giancarlo Abete. “Questo riconoscimento è una vittoria di tutti e per tutti” ha detto Carità.

Sport e sociale: a Barletta l’orienteering coinvolge 200 studenti


Orienteering per tutti – Il territorio come palestra a cielo aperto: domani a Barletta, una vera e propria festa dello sport e del sociale, che coinvolgerà circa 200 studenti in un’attività ludico-sportiva che consiste nel muoversi sul terreno alla ricerca di punti di controllo mediante una mappa e una bussola.

Per la sedicesima volta, l’A.S.D. Orienteering Academy Puglia propone l’evento sportivo “Orienteering, lo Sport per tutti: il territorio come palestra a cielo aperto”, finanziato con il contributo della Regione Puglia – Assessorato alla Sanità, al Benessere Animale e allo Sport per Tutti. Trattasi di una vera e propria festa dello sport, del sociale e del rispetto verso gli altri, che si svolgerà venerdì 5 dicembre nel cortile dell’”I.C. Musti-Dimiccoli” di Barletta, con inizio alle ore 10:00. Questa festa si colloca nella fase conclusiva di un progetto che ha visto iniziative di tutela della salute e di promozione di un corretto e salutare stile di vita curate grazie al supporto di una nutrizionista ed una psicologa.

L’evento sportivo vede come Capofila l’”I.C. Musti – Dimiccoli” di Barletta con la Dirigente prof.ssa Lionetti che ha creduto nel progetto dando il suo contribuito a sostegno della mission del percorso educativo. “Lo studente orientista – dichiara la Dirigente – entra in simbiosi con i parchi cittadini, con i centri storici, i cortili delle scuole ed inconsapevolmente aumenta la propria autoefficacia e al momento stesso comprende i propri limiti, ritrovando quell’autentico e spesso perduto equilibrio tra uomo e natura. Con l’orienteering si stanno declinando i contenuti di sport eco-sostenibile, crescita sociale attraverso lo sport. La manifestazione offrirà, agli studenti, attimi di puro sport e divertimento oltre che la possibilità di sperimentare attività legate all’ambiente.”

Nella giornata del 5 dicembre saranno coinvolti circa 200 studenti dell’I.C. “Musti-Dimiccoli”. Inoltre, il coinvolgimento di “Retake Barletta” permetterà anche di avviare azioni green e di sensibilizzazione sulla raccolta differenziata. L’evento sarà accompagnato da giochi, al fine di garantire sano divertimento. Coinvolti anche in questa progettualità esperienziale i “meno giovani” dell’Associazione Culturale Aequilibrium.

L’ORIENTEERING (o Sport-Orientamento) è un’attività ludico-sportiva che si può svolgere a livello competitivo o di semplice escursionismo. Consiste nel muoversi sul terreno alla ricerca di punti di controllo (in gergo “lanterne”), opportunamente collocati nel territorio, mediante l’uso di una mappa e di una bussola ed il supporto di strumenti culturali quali la capacità di lettura approfondita della carta e l’uso intelligente di tecniche e tattiche di avanzamento e di navigazione. All’impegno fisico di vario grado si accompagna sempre un’intensa attività cognitiva.

Lo sport-orientamento è, per eccellenza, lo sport della (nella) natura. Gli impianti sportivi sono l’AMBIENTE così come si presenta, sia esso di pianura, di montagna, di città. Le carte topografiche, che rappresentano fedelmente il territorio nel quale chi partecipa alle gare si muove, vengono per questo definite PALESTRE VERDI.
L’obiettivo della manifestazione “Orienteering, lo Sport per tutti: il territorio come palestra a cielo aperto” è quello di comunicare valori ed emozioni attraverso l’aggregazione sociale ed il rispetto dell’altro, tramite il coinvolgimento e la partecipazione anche di studenti disabili. Ulteriori informazioni su www.orienteeringpuglia.it.