Archivio Giuseppe Manzo

Napoli, aggredita 17enne: “violenza sessista”

di Giuseppe Manzo


 

aggressione casa pound

La foto della ragazza postata su facebook: la pressione del coltello ha lacerato il suo collo

Presa e sbattuta con violenza contro un muro. Poi con un coltello le ha lacerato il collo e attuato molestie sessuali.  Poco distanti altri tre uomini osservavano la scena e controllavano che nessuno si avvicinasse: solo le sue grida hanno permesso di far dileguare gli aggressori. Il brutto episodio è accaduto ieri sera a Napoli, nel quartiere Vomero, ai danni di una studentessa 17enne. È la cronaca di un’ennesima violenza a una settimana dalla Giornata mondiale mentre  il rapporto Rosa Shocking afferma che 1 maschio su 4 under 30 pensa che la violenza su una donna sia dovuta al “troppo amore”.

 

Nell’episodio di Napoli, però, un’ulteriore fattore. La ragazza ha riconosciuto nel suo aggressore un esponente dell’organizzazione neofascista Casa Pound. Inoltre la studentessa è attiva in un Collettivo studentesco che ha diramato una nota in cui non solo si condanna l’accaduto ma si spiegano le preoccupazioni di una escalation di violenza politica:

 

“Un’aggressione sessista, volta a traumatizzate una giovane donna. Un’aggressione riconducibile a Casa Pound, che nelle settimane passate aveva promesso – addirittura con minacce sui social network – “vendetta” contro i ragazzi dei collettivi che nel corso di un’iniziativa di pulizia della zona antistante alla succursale del Pansini, avevano “osato” stracciare degli striscioni inneggianti all’odio e al razzismo”. I giovani hanno postato sulla loro pagina facebook le minacce di alcuni esponenti dell’organizzazione di estrema destra pubblicate alcune settimane fa. A Napoli, purtroppo, questo è l’ultimo di tanti episodi violenti che vedono protagonisti i coltelli maneggiati dai militanti neofascisti.

 

Stamattina i compagni di scuola, gli insegnanti la famiglia e la stessa ragazza saranno nella piazza adiacente al luogo dell’aggressione per denunciare quanto accaduto.

Giusy, la psicologa “femen” che si spoglia per i diritti delle donne

di Giuseppe Manzo


GIUSY CRISTIANOIrriverente e provocatoria. E soprattutto nuda. Giusy Cristiano (a sinistra nella foto del suo cortometraggio “Ancor prima di nascere”) ha fatto irruzione sul web nella scorsa campagna elettorale per le regionali con foto esplicite unite a parole al vetriolo contro i politici. Napoletana, aspirante psicologa e pronta a diventare un’icona web. La “femen” nostrana racconta il motivo di questa sua scelta.

 

Perché la scelta di mostrare il corpo in stile femen?

 

Avendolo usato in più ambiti,dai messaggi sociali al calcio, si potrà ben capire che si tratta di una strategia di comunicazione per acquisire spazi di informazioni da semplice sconosciuta che vuole dire qualcosa di importante.

 

Non crede che l’utilizzo del corpo possa far pensare a fini e obiettivi personali?

 

Si certo. Devo dire che sono al quanto bersagliata per la mia esposizione, ma di certo non mi manca la costanza di far capire a chi interagisce con me che non c’è trippa per gatti.

 

In questo percorso ha scelto lo sport più popolare, il calcio: ci sono ambizioni anche per la tv in questi “progetti sociali”?

 

Il calcio rappresenta un grande spaccato sociale e il tifo ne è il suo polmone anche se vede ai margini di esso la Donna .Un mio obiettivo sarà quello di costituire un gruppo di tifose doc italiane per portare sempre più del “rosa” nel tifo organizzato . La TV mi è stata proposta, e anche tanta per tutti i miei processi ,ma credo che sarà una cosa che farò a tempo dovuto .

 

Qual è il suo progetto per i diritti delle donne?

 

Innanzitutto sono veramente lieta di rispondere a questa domanda, in quanto tutto ciò che si vede di Giusy Cristiano paradossalmente ha un fine ultimo e cioè portare avanti la costituzione di una fondazione, volta alla tutela e appoggio morale alle donne. Donne ferite, umiliate, danneggiate nel corpo e nell’anima, mortificate, offese, sminuite. La fondazione è un processo che ho ideato e pensato dopo il successo riscontrato con il mio short video “Ancor prima di nascere”. Da quel momento nacque in me l’esigenza di costruire qualcosa di concreto e incisivo. “DONNAXDONNA” sarà un entità nazionale fatta di lavoro quotidiano e di progetti apolitici realizzati e non messi solo su carta.

Donne, psichiatria e potere: il libro nel ricordo di Fabrizia Ramondino

di Giuseppe Manzo


donne psichiatria e potereDonne e salute mentale. Questo il tema dell’incontro che, nell’ambito del Festival del Cinema dei Diritti Umani, si terrà oggi, dalle 17,30, all’ex opg occupato “Je so pazzo” di via Imbriani a Napoli. A parlarne Assunta Signorelli, allieva e collaboratrice di Franco Basaglia, protagonista della rivoluzione triestina che portò al superamento dei manicomi, e animatrice, in oltre quarant’anni di lavoro nei servizi di salute mentale, di prassi e riflessioni volte alla tutela della persona sofferente e del suo diritto alla cura. Il suo libro “Praticare la differenza. Donne, psichiatria e potere”, presentato per la prima volta a Napoli, è un testo che raccoglie le riflessioni sul proprio agire quotidiano di una donna, medico e psichiatra, che ha messo alla prova, tanto nel manicomio di Trieste e nei servizi quanto nel grande cronicario calabrese “Papa Giovanni”, il suo saper fare. Un sapere pratico e politico, consapevole che la salute non è mai un dono dello psichiatra, ma una conquista della persona sofferente. Un sapere che, come diceva Michel Foucault, non è fatto per comprendere, ma per prendere posizione.

 

Nelle sue riflessioni e nel suo lavoro di psichiatra, Assunta Signorelli, che è stata anche direttore dei Dipartimenti di salute mentale di Siena e Trieste e si dichiara “femminista non pentita”, ha sempre posto la centralità di un tema di solito celato, eluso, a volte finanche cancellato: la questione di genere, la peculiarità del femminile. Da questa centralità nasce, ad esempio, la straordinaria esperienza del Centro Donna – Salute Mentale di Trieste. Esperienza che segna anche una tra le tappe più intense di un incontro autentico e importante, quello tra Assunta Signorelli e Fabrizia Ramondino. La scrittrice napoletana scomparsa nel 2008, racconterà il Centro Donna triestino e le storie che lì ha conosciuto in un libro di grande forza e bellezza: “Passaggio a Trieste”. A ripercorrere i fili di questo legame mai scisso la seconda parte dell’odierno incontro napoletano:

“Napoli-Trieste andata e ritorno. Omaggio a Fabrizia Ramondino”.

A discutere con la Signorelli del tema “le donne nei meccanismi istituzionali della salute mentale”, ci saranno Renate Siebert, Teresa Capacchione, Sylva D’Amato, Dario Stefano Dell’Aquila, Giovanni Carbone, Il Giardino Liberato di Materdei. A seguire, per l’omaggio a Fabrizia  Ramondino, interverranno  Vera Maone, Eleonora Puntillo e Antonio Esposito.

Una giornata intensa, dunque, che, a fronte di un sempre più pervasivo “fascino discreto del manicomio”, ripropone la necessità di tornare a riflettere e discutere di salute mentale:

«L’abbattimento dei muri» scrive la Signorelli nel suo libro «è condizione necessaria ma non sufficiente  per il riconoscimento dei diritti delle persone escluse, è solo il primo passo, perché ciò che la pratica della deistituzionalizzazione svela è che il manicomio si fonda su un insieme di apparati scientifici, legislativi, amministrativi,  di codici di riferimento culturale e di rapporti di potere strutturati intorno  alla “malattia”. Codici ed apparati che informano la normalità sociale nel suo complesso, che continuano a riproporsi come scientifici e neutrali e che continuano ad essere l’obiettivo principale di un lavoro, la deistituzionalizzazione, che non si esaurisce mai»

 

Microcredito e ambulatorio per i poveri nel centro storico di Napoli

di Giuseppe Manzo


fondazione banco napoliNella sede dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione (via dei Tribunali, 213), in occasione della giornata europea della microfinanza, è stato diffuso l’accordo stipulato tra PerMicro (il primo intermediario finanziario in Italia dedicato esclusivamente al microcredito e partecipato anche dall’Istituto banco di Napoli – Fondazione), Istituto Banco di Napoli – Fondazione e Fondazione di Comunità del Centro storico di Napoli. Un’intesa che ha l’obiettivo di abbattere i tassi di concessione del microcredito per persone non bancabili ma con buone idee imprenditoriali. In pratica, le due fondazioni, grazie alla costituzione di un fondo di garanzia di 70mila euro, determineranno un abbattimento dei tassi attualmente praticati di quasi il 60% (si passerà dal 17% all’8% circa), per sostenere piccole iniziative imprenditioriali nel centro storico di Napoli: nascita di start up, ma anche ampliamento di un’attività già in essere (ad esempio l’acquisto di un nuovo frigorifero per un bar, piuttosto che una ristrutturazione del negozio).
Alla conferenza stampa hanno partecipato: Adriano Giannola (presidente della Fondazione di Comunità del Centro storico di Napoli), Daniele Marrama (presidente dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione), Andrea Limone (amministratore delegato di PerMicro) e Gustavo Minerva, direttore area retail Regione Sud Bnl – gruppo BNP Paribas.
 

Per Marrama “l’Istituto è un azionista convinto di PerMicro Spa perché ritiene questa iniziativa particolarmente importante per creare opportunità a favore di persone che non hanno ordinariamente accesso al credito, e difficilmente potrebbero avere occasioni per sviluppare un proprio progetto di vita. Quella messa in campo da PerMicro, inoltre, è un tipo di attività che si basa sul contatto personale con chi si rivolge alla banca e non su una valutazione meramente quantitativa della situazione economica e patrimoniale di chi chiede credito”.

E Giannola ha aggiunto: “Si tratta di un’iniziativa che è importante anche per evitare che commercianti in difficoltà, senza i requisiti per accedere al credito bancario, possano finire nelle mani degli usurai”.

La stessa fondazione ha promosso un’altra iniziativa di sostegno a chi è in condizioni di povertà. Sabato 17 è stato inaugurato uno studio medico associato che sarà totalmente gratuito e a servizio esclusivo dei poveri della città. Un’iniziativa alla quale hanno aderito, prestando il proprio lavoro, circa 30 professionisti delle principali branche mediche.

Lo studio è  aperto nella chiesa di San Tommaso a Capuana, sarà anche l’unica struttura dell’area ad essere dotata di un defibrillatore. La gestione dello studio sarà in capo all’associazione Sisto Riario Sforza.

 

Donna e terra: la coltivAzione femminile

di Giuseppe Manzo


conferenza stampa_Anna Kauber Simona Caselli Laura GiorgiUna giornata dedicata interamente all’agricoltura al femminile, a Bologna, domenica 18 ottobre. Per conoscere da vicino le storie di tante donne con le mani (ma anche la testa e il cuore) nella terra,  che hanno scelto di iniziare una nuova vita, avviando aziende agricole innovative, che affiancano all’attività di coltivazione anche quella di ristorazione, trasformazione, vendita diretta.

Organizzata da Regione, insieme a Slow Food Emilia-Romagna, Cineteca di Bologna e Apt Servizi  “ColtivaAzione femminile” prevede tre appuntamenti:  un Mercato della terra esclusivamente dedicato all’altra metà del cielo, con venti produttrici in arrivo da tutta l’Emilia-Romagna  (dalle 10,00 alle 17,30 presso la Piazzetta Pasolini); la  proiezione di “Ritratti di donne e di terra”, dodici video interviste realizzate da Anna Kauber autrice e cineasta di Parma, esperta di paesaggio agrario e delle tematiche culturali e sociali relative alla coltivazione del cibo, nonché ideatrice dell’iniziativa (ore 11,30 e ore 14,00 Sala Scorsese, Cinema Lumière); un  incontro pubblico (a partire dalle ore 15,00 presso la biblioteca Renzo Renzi) con la partecipazione di esperte e studiose  internazionali  per investigare, nell’anno di Expo, il contributo che le donne, nei paesi avanzati, così come  in quelli in via di sviluppo possono dare ad un’agricoltura che sia sempre più portatrice di uno sviluppo equo e sostenibile.

L’incontro, aperto dall’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli, sarà condotto da Syusy Blady, ambasciatrice Expo 2015 e WE Expo 2015.

Il primo mercato delle donne

Attente all’ambiente, multifunzionali, innovative, ma con le radici ben salde nel territorio o  nelle proprie storie familiari. Le aziende agricole o artigianali delle donne che producono cibo hanno queste caratteristiche in comune e sono tutte mediamente molto giovani.  Nel primo “mercato delle donne” regionale curato da Slow Food Emilia-Romagna, che il Mercato della terra di Bologna ospita nei propri spazi in piazzetta Pasolini, dalle 10,00 alle 17,30, si potranno conoscere direttamente venti di queste produttrici che arrivano da tutti i Mercati della terra Slow Food dell’Emilia-Romagna (Bologna, Imola, Ferrara, Colorno).

C’è la giovane produttrice di melagrane che con l’Università di Bologna ha impiantato un campo sperimentale con oltre cento varietà di questo frutto sulle colline di Faenza e al contempo ha scoperto che in Romagna crescono benissimo anche mirtilli e lamponi; l’ex dirigente d’azienda che si è dedicata anima e corpo alla sfoglia e insegna l’arte del matterello e del tagliere anche ai concorrenti di Masterchef; la grafica che ha abbandonato computer e ufficio per salire sul trattore e tenere vivo il pescheto di rare pesche percoche della nonna; la giovane produttrice di aceto balsamico tradizionale.

Ma le storie sono tutte uniche e particolari: l’architetto che inventa l’orto per gli chef bolognesi, la produttrice faentina che recupera grani antichi e macina farine che vanno a ruba, la produttrice della vera mortadella bolognese del presidio Slow Food, le vignaiole che conducono vigne e cantine insieme alle proprie madri. Madre e figlia sono anche le produttrici di liquori fra cui un premiatissimo Nocino biologico, ma ci saranno anche l’apicoltrice, la produttrice di biscotti naturali, la produttrice di formaggi di pecora e capra che mette a frutto tutto il sapere delle sue origini sarde.

Un focus sarà dedicato alle erbe e ai fiori di cui le donne sono attente interpreti: erbe officinali, piante mediterranee cresciute solo con irrigazione spontanea per un giardinaggio sostenibile, rose recise solo di stagione e di produzione bolognese.

Sarà inoltre presente l’associazione “Donne di qua e di là” che propone i prodotti della cooperativa Aglou che sulla costa atlantica del sud del Marocco producono l’olio di Argan del Presidio Slow Food. Il mercato sarà animato  alle 11,00 e alle 14.30 con laboratori del gusto dedicati alle famiglie. In mattinata le esperte del Conapi guideranno alla scoperta dell’alveare e del miele con una degustazione di sei tipi di miele. Nel pomeriggio spazio al cioccolato: storia, leggende e verità su una delizia che conquista grandi e piccoli.

“Ritratti di donne e di terra”

Dodici video interviste a donne impegnate in vario modo  in agricoltura. Donne appassionate e  determinate, che propongono progetti al femminile che per le piccole e medie aziende agricole molto spesso si traducono anche in  nuove opportunità economiche. Pensato e realizzato da Anna Kauber, da sempre interessata al rapporto donne e cibo,  il documentario  indaga nell’arco di due anni, seguendo il ritmo delle stagioni e l’attività quotidiana, come sta cambiando la relazione tra il femminile  e la terra:  un’ alleanza antica e  nuova allo stesso tempo. Se da un lato infatti è sempre stato delle donne il compito di “nutrire il Pianeta”, dall’altro sono sempre di più quelle che oggi si fanno portatrici di una spinta innovativa, che sta muovendo dal basso le fondamenta dell’agricoltura.  Le protagoniste sono state scelte  in modo da offrire un affresco composito, sia da un punto di vista anagrafico (vanno dai 37 ai 93 anni), che per estrazione sociale e per settore lavorativo. Ad accomunarle la provenienza dal territorio Parmense, al centro dunque di quella Food valley che per qualità delle produzioni agroalimentari  rappresenta uno dei territori d’elezione del made in Italy.

Il video racconto restituisce una testimonianza spontanea e intima, approfondita e divertente delle scelte di vita di donne, che hanno deciso di dedicarsi alla coltivazione e alla produzione di cibo.

“Ritratti di donne e di terra” verrà proiettato presso la sala Scorsese del Cinema Lumière in due parti: alle ore 11,30  e alle ore 14,00.

Nel mondo l’agricoltura è donna

La giornata si concluderà con una riflessione  sul ruolo delle donne in agricoltura  nelle diverse parti del mondo. Un confronto aperto al pubblico, che non poteva mancare nell’anno di Expo, per  ragionare  in particolare sull’agricoltura al femminile nei Paesi in via di sviluppo dove spesso proprio le donne sono protagonisti di modelli  più democratici.  L’incontro sarà aperto dall’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli e animato da Syusy Blady.

Porteranno la loro esperienza in particolare Albina Assis De Pereira Africano, ingegnere chimico, commissaria generale per il padiglione Angola e presidente dello Steering Committee di Expo e Maria Hartl specialista  in  politiche di genere per la Fao.  Interverranno inoltre  Susanna Cenni, parlamentare; Maria Grazia De Castro (Università di Modena e Reggio), autrice del volume “Donne rurali”;  Donata Marrazzo, giornalista e scrittrice; Maria Giuseppina Muzzarelli (Università di Bologna), autrice di “Nelle mani delle donne”; Elisabetta Rogai, artista creatrice dell’ Enoarte; Cinzia Scaffidi, vicepresidente di Slow Food Italia e docente all’Università delle scienze gastronomiche di Pollenzo;  Claudia Sorlini, International board  “We Woman for Expo” e presidente del  Comitato scientifico di Expo 2015; Catia Zumpano, ricercatrice Crea,  il Consiglio per la ricerca in agricoltura. Durante l’iniziativa verrà proiettata una videointervista di Anna Kauber a Federica Rossi, del Cnr-Istituto

Bertinoro, tutto pronto il raduno dell’economia civile

di Giuseppe Manzo


bertinoroSi può misurare l’impatto sociale?A chi dovrebbe essere affidata la governance dei beni comuni?Quanto è urgente la Riforma del Terzo settore?Nei giorni scorsi l’Area Ricerca di AICCON ha condotto un’indagine volta a rilevare l’opinione in merito alle questioni di maggiore attualità per il Terzo settore. Ne è emersa la rilevanza del tema della misurazione dell’impatto sociale generato dalle Organizzazioni Non Profit nei confronti delle comunità di riferimento: secondo il 43% dei rispondenti l’individuazione dei criteri di valutazione è una responsabilità del Terzo settore stesso.

 

Per il 54% dei partecipanti al sondaggio la governance dei beni comuni dovrebbe essere condivisa tra pubblica amministrazione, cooperative e imprese sociali e soggetti privati non profit. Inoltre, quasi la totalità (94%) dei rispondenti vede nell’economia della collaborazione un’opportunità per i soggetti dell’Economia Civile.

 

Due su tre dei partecipanti al sondaggio ritengono che la Riforma del Terzo settore e dell’impresa sociale rappresenti un elemento determinante per il pieno sviluppo dell’economia sociale in Italia.

Come sottolinea Paolo Venturi, Direttore di AICCON: “Il sentimento del pubblico delle Giornate di Bertinoro conferma la volontà di giocare un ruolo attivo nell’economia sociale e vede come opportunità la misurazione dell’impatto purché sia rispettosa dell’identità dei soggetti not for profit”.

 

Su queste tematiche verterà la XV edizione deLe Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, l’appuntamento promosso da AICCON che da 15 anni riunisce sul colle romagnolo i protagonisti del mondo accademico, dell’economia sociale e delle istituzioni insieme ad una community di studenti e giovani imprenditori sociali, per riflettere e conversare sui temi dell’economia civile. “L’economia della coesione nell’era della vulnerabilità” è il titolo di questa edizione che si terrà il 9 e 10 ottobre 2015 nella suggestiva Rocca di Bertinoro (FC).

 

Le presentazioni ufficiali

 

Come ogni anno le Giornate saranno non solo un momento di confronto tra i maggiori rappresentanti della nostra società, ma anche l’occasione per presentare le più aggiornate rilevazioni ed analisi sul mondo del Terzo settore in Italia. L’evento sarà correlato dalla partecipazione dell’Istat che presenterà un focus sul contributo delle organizzazioni non profit a favore dei soggetti svantaggiati e vulnerabili e dell’SWG che, con la collaborazione di Legacoop, ha condotto un sondaggio su un campione di mille italiani sul valore della cooperazione e della comunità.

 

Il programma

 

Venerdì 9 ottobre apriranno i lavori della XV edizione Rosario Altieri, Presidente dell’Alleanza Cooperative Italiane e Presidente Nazionale dell’AGCI e Franco Marzocchi, Presidente di AICCON. Si entrerà nel vivo del dibattito con la sessione di apertura dal titolo “Dall’esecuzione alla trasformazione: nuovi meccanismi di produzione del valore sociale e la sfida della Riforma del Terzo Settore” – coordinata da Paolo Venturi, Direttore di AICCON – a cui parteciperanno Stefano Micelli, Università Ca’ Foscari di Venezia; Enrico Giovannini, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”;Stefano Zamagni, Università di Bologna e Luigi Bobba, Sottosegretario Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega per la Riforma del Terzo Settore.

Il pomeriggio prevede due sessioni dedicate ai beni comuni, la prima “Dalla Comunanza all’Economia dei Beni Comuni” vedrà la partecipazione di Enzo Risso, Direttore SWG; Mauro Lusetti, Presidente Legacoop; Sergio Gatti, Direttore Generale Federcasse e Ugo Biggeri, Presidente Banca Popolare Etica.

A seguire il GdB LAB #Commons, il laboratorio di storytelling sull’innovazione sociale animato da Flaviano Zandonai, Segretario Generale di Iris Network; Pier Luigi Sacco, Università IULM di Milano; Christian Iaione, Lab.Gov Luiss e Roberto Covolo, “Ex Fadda”.

L’evento si chiuderà sabato 10 ottobre con un dibattitto sul tema della valutazione dell’impatto sociale generato dalle organizzazioni non profit nella sessione dal titolo “Generare e misurare l’impatto sociale” con la partecipazione di Luigino Bruni, Università LUMSA di Roma; Mario Calderini, Politecnico di Milano; Elena Casolari, AD della Fondazione ACRA-CCS; Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative e Tiziano Vecchiato, Direttore Fondazione Zancan.

 

Tutti i protagonisti, le informazioni utili e il programma de Le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile sono disponibili sul sito www.legiornatedibertinoro.it. Il Giornale Radio Sociale è mediapartner dell’evento e seguirà con news e approfondimenti la due giorni il prossimo weekend

Nel Sud abbandonato la mafia attacca i beni confiscati

di Giuseppe Manzo


libera

La bandiera di Libera imbratta con una svastica al Fondo confiscato alla camorra di Chiaiano

«Il Mezzogiorno è stato cancellato dall’agenda nazionale e in alcuni casi i dati economici sono terrificanti. Peggio della Grecia». Così ha dichiarato Romano Prodi, ex presidente del Consiglio  e della Commissione europea. Parole che sgomberano il campo da dubbi sulla situazione del Sud e sul tracollo economico di Campania, Sicilia, Puglia, Calabria, Basilicata, Molise e Sardegna. Sono le stesse regioni in cui di questi tempi molti turisti italiani e stranieri godranno delle vacanze. Eppure gli indicatori economici segnano una sola verità: disoccupazione, povertà, zero welfare ed emigrazione. In queste condizioni di abbandono totale fanno le spese le esperienze di riscatto e di alternativa come la cooperazione impegnata nel recupero di beni, i terreni e le aziende confiscate alle mafie: dalla Calabria alla Campania è in atto un’offensiva senza precedenti.   Da una settimana giungono notizie di incendi e danneggiamenti. A Crotone hanno devastato il vivaio del terreno confiscato al clan Arena, uno dei più potenti della ‘ndrangheta. In Campania tra la provincia di Caserta e Napoli è un susseguirsi di attacchi: incendio ai terreni confiscati di Teano, fuoco all’azienda virtuosa della Cleprin di Sessa Aurunca e ultimo in ordine di tempo furti e svastiche contro il Fondo rustico Amato Lamberti di Chiaiano a Napoli.   Intanto la Sicilia affronta da sola il caos accoglienza e la Puglia vive il dramma dell’Ilva mentre si piangono ancora 9 morti nel disastroso incidente di Modugno. C’è un silenzio assordante sulle politiche per il Mezzogiorno, troppi fondi europei vengono destinati per grandi opere nelle regioni del Nord. In questo scenario la mafia sta organizzando la sua rappresaglia contro le esperienze più vive e innovative di economia sociale. Ormai il Sud è solo, molto vicino all’amata Grecia.    

Se la periferia riparte dalla bellezza

di Giuseppe Manzo


Opera d'arte di Jorit Agoch

Opera d’arte di Jorit Agoch

Lo diceva Peppino Impastato, ci hanno abituato a non pretendere la bellezza. E i luoghi urbani dove la scoperta del bello è rivoluzionaria sono soprattutto le periferie. Ed ecco che a Ponticelli spunta un’immensa opera d’arte, grande 20 metri come la facciata di una palazzina di sette piani. E proprio su una di queste facciate l’artista Jorti Agoch ha dipinto il volto di una bimba rom. Solo a pochi metri da quegli edifici nel 2008 furono incendiati i campi rom e 500 persone furono costrette a fuggire. Fu il segnale di un cambiamento profondo di quartieri operai che sono strozzati da disoccupazione, evasione scolastica, abbandono istituzionale e camorra.

 

Solo qualche mese fa proprio Ponticelli andò alla ribalta dei media nazionali con le immagini del  far west al rione Conocal, bunker dimenticato delle nuove leve criminali. Bene, proprio in quel rione domani ci sarà una Marcia per la pace. Sono coinvolti gli studenti, quasi mille che ogni giorno frequentano le scuole dell’area orientale di Napoli. “Per rispondere ai fatti inquietanti degli ultimi mesi il comitato civico ‘Porchiano bene comune’ – che opera nel quartiere Ponticelli – ha voluto portare in strada centinaia di studenti delle scuole del quartiere e non solo. I ragazzi, insieme ai rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni locali, sfileranno lungo le strade che ultimamente hanno visto protagonisti i delinquenti dei clan camorristici locali, procurando paura e terrore tra i cittadini onesti. Il passaggio del corteo nell’ormai famigerato “Rione Conocal” è una azione simbolica con la quale si vuole dimostrare che la legalità è un valore che vincerà sempre sui giochi sporchi delle bande che arrivano ad ammazzare vite umane pur di ottenere il controllo sugli affari illeciti. Una marcia nella “periferia della periferia” alla quale invitiamo a partecipare tutte le forze pulite di questa città”.

 

Con loro ci saranno i rappresentanti del Comune, la delegata all’antiracket Anna Ferrara e Antonella Leardi, presidente dell’associazione Vittime Violenza Sportiva Ciro Vive e mamma di Ciro Esposito. All’iniziativa ci sarà l’amichevole partecipazione degli artisti Lino D’Angiò, Felice Romano e Alex Moschetto con i ragazzi di Scampia.

 

Dopo la serrata dei commercianti sostenuta da Sos Impresa, ora gli stradoni di periferia non saranno preda di moto e aspiranti boss con il mitra in pugno ma centinaia di ragazzi che pretendono una primavera civile. Pretendere sempre la bellezza, anche  a Ponticelli e al Rione Conocal

Sanitansamble: nuovi strumenti per l’orchestra dei bimbi di Napoli

di Giuseppe Manzo


Sanitansamble_DSC8361Venerdì 10 aprile alle ore 16,30 nella Basilica di San Severo alla Sanità, in piazza San Severo a Capodimonte si terrà la cerimonia di consegna dei nuovi strumenti della formazione dell’orchestra Sanitansamble.

Saranno presenti Padre Antonio Loffredo Parroco della Parrocchia Santa Maria della Sanità, Antonio Lucidi Presidente di Sanitansamble, Alessia Bulgari Presidente della Fondazione Pianoterra Onlus. Ospite d’eccezione dell’evento sarà Sal da Vinci che darà il via alla nuova orchestra lanciando un messaggio chiaro al quartiere e ai piccoli artisti di Sanitansamble: aprire le porte del progetto ad altri generi musicali, alla musica popolare senza però allentare l’attenzione sulla musica orchestrale e sul repertorio classico.

 

Gli strumenti, ordinati all’inizio del 2015 saranno dunque assegnati ai 44 bambini coinvolti e ai 14 maestri. I ragazzi “grandi” cederanno il passo ai più piccoli consegnando i nuovi strumenti ad ognuno di loro e affiancandoli nell’esecuzione di brani del loro repertorio, diretti dal maestro Paolo Acunzo. Per l’occasione, l’orchestra affronterà diversi generi in un raffinato programma che condurrà il pubblico in un viaggio musicale a trecentosessanta gradi: dalla maestosità trionfale di “An die Freude” (Inno alla gioia) dalla IX sinfonia di Ludwig van Beethoven alla celebre “Danza Ungherese n. 5” di Johannes Brahms fino alle note contemporanee de “La Vita è Bella” di Nicola Piovani. Il programma chiuderà con l’armonia della tradizione napoletana di “Funiculì Funiculà”.

 

Così riparte il progetto di Sanitansamble, dopo un anno di grandi cambiamenti: l’Associazione Sanitansamble, nata a marzo 2014 e formata da L’Altra Napoli Onlus, dalla Parrocchia di Santa Maria alla Sanità e dai maestri coinvolti nel progetto, a settembre scorso ha visto l’ingresso della Fondazione Pianoterra Onlus, in intesa con L’Altra Napoli Onlus, con la proposta di un piano di finanziamento triennale per una nuova leva di piccoli musicisti e il rilancio dell’intero programma. La direzione artistica è affidata a Padre Vincenzo De Gregorio e il coordinamento didattico al maestro Gabriele Bernardo. Il progetto è inoltre inserito nei piani di finanziamento della Fondazione di Comunità San Gennaro sostenuta da Fondazione con il Sud.

 

I risultati registrati in questi anni indicano una straordinaria costanza e partecipazione dei ragazzi alle lezioni: in un quartiere che registra elevati tassi di abbandono scolastico (tra i più alti in Europa), l’assenteismo alle lezioni musicali è inferiore al 5% e più della metà dei ragazzi coinvolti nell’esperienza, vuole proseguire gli studi musicali una volta concluso il progetto. Il nuovo piano prevede l’accompagnamento in un percorso di costruzione di un futuro di crescita professionale in base alle capacità, competenze e desideri di ciascuno.

Oltre la creazione di gruppi musicali che utilizzeranno linguaggi diversi, il progetto prevederà l’istituzione di 5 borse di studio per i ragazzi che si sono distinti per la loro applicazione e dedizione allo studio musicale, ma che non sono nelle condizioni economiche per continuare nell’esperienza formativa offerta da Sanitansamble.

Nei prossimi mesi, inoltre, si darà spazio ad un programma di formazione di nuove professionalità legate al mondo della musica, degli strumenti e degli eventi musicali.

L’obiettivo sarà guidare i ragazzi oltre il percorso scolastico, attraverso il coinvolgimento di pedagogisti, educatori e psicologi, per offrire loro una strada per costruire un futuro di autonomia e sviluppo. Una nuova linfa dunque per i bambini coinvolti e i giovani che vorranno continuare a vivere l’esperienza della musica alla ricerca della loro vocazione.

 

Il progetto Orchestra Giovanile “Sanitansamble”, il laboratorio musicale dedicato ai bambini/adolescenti tra gli 6 e i 16 anni, nasce dalla convinzione che la pratica musicale, in un ambito particolare come quello del Rione Sanità, possa rappresentare una reale opportunità di allontanamento dal disagio affettivo giovanile e dalla devianza sociale. Nei percorsi di apprendimento musicale e nella pratica orchestrale collettiva è possibile vivere momenti insostituibili di aggregazione: fare musica insieme crea così le condizioni per la conoscenza dei valori fondamentali del vivere civile offrendo reali opportunità per un successivo percorso professionale. Il progetto nasce dall’esperienza dell’Orchestra Giovanile “Simon Bolivar” di Caracas, voluta più di trent’anni fa dal Maestro Josè Antonio Abreu, un modello di educazione musicale con accesso gratuito per i bambini, che si è diffuso in tutto il mondo e che ha avuto il merito di allontanare tanti giovani dai rischi della vita da strada con l’obiettivo di aiutarli “a diventare delle persone migliori”.

 

Strage aereo, il low cost tra sicurezza e condizioni di lavoro

di Giuseppe Manzo


new-germanwings-airbus_300dpiIl disastro del volo Germanwings caduto in Provenza apre il dibattito sulla sicurezza delle compagnie low cost.

 

In aereo, si vola sempre più sicuri, sebbene le notizie delle ultime ore non siano rassicuranti: lo dicono, però, i dati della Iata (International air tran port association), pubblicati nelle scorse settimane nell’ultimo report annuale. Precisamente, nel 2014 i morti in incidenti aerei sono stati 641, a cui vanno aggiunti e però le 298 vittime dell’abbattimento dell’aereo Malaysia Airlines in Ucraina (che però non è considerato un incidente aereo e le cui vittime, di conseguenza, non entrano nel conteggio).

 

In ogni caso, meno della metà rispetto al 2013, quando i morti in aereo erano stati 2.010: numeri comunque bassi, se si pensa che, nello stesso 2013, le vittime di incidenti stradali erano state oltre 3.300. Le tecnologie sempre più raffinate garantiscono quindi una sicurezza sempre crescente ai passeggeri e ai piloti a cui si affidano. Negli ultimi cinque anni – sempre secondo la Iata – la media è stata di 517 morti l’anno. In calo anche il numero degli incidenti: 12 nel 2014, contro i 16 dell’anno precedente, con una media di 19 incidenti l’anno nell’ultimo quinquennio.

 

Ad emergere con particolare evidenza è il progressivo peggioramento delle condizioni lavorative dei piloti, sia dal punto di vista finanziario, sia dal punto di vista della sicurezza: propria e dei passeggeri. Raphael Engel e Laurent Negre, autori del servizi, riportano alcuni dati significativi: mentre negli Stati Uniti, a seguito di tragici incidenti aerei, il turno massimo lavorativo è stato fissato in nove ore e per le lunghe tratte è prevista la presenza di tre piloti, gli stessi accorgimenti non si sono ancora presi in Europa, dove il turno può arrivare regolarmente fino a 8 ore consecutive e, anche sulle tratte più lunghe, è sufficiente la presenza di due piloti. Con evidenti conseguenze sul livello di sicurezza, tanto dell’equipaggio quanto dei passeggeri a bordo.

 

Non solo: come denuncia il titolo dell’inchiesta, “Pay to fly”, i giovani piloti, ancora in formazione, spesso pagano per poter volare: affinché la loro licenza non perda validità, infatti, in attesa di esser assunti hanno l’obbligo di volare un certo numero di ore e sono disposti ad offrirsi come “copiloti volontari”, o addirittura a “comparsi un posto in cabina”. Ma sono soprattutto le condizioni di sicurezza sul lavoro che maggiormente destano preoccupazione: un pilota racconta di “un turno durato quattro giorni, in cui ho dormito complessivamente dieci ore”, mentre altri due ricordano il volo del capodanno 2013, quando hanno totalizzato complessivamente 50 ore di volo in 5 giorni. Tutto previsto, d’altra parte, dalle nuove “Flight time limitations”, approvate nell’ottobre 2013 dall’Agenzia europea sulla sicurezza aerea, sebbene la Commissione Trasporti appositamente istituita dal Parlamento Europeo abbia espresso il proprio parere tecnico sulle nuove norme, rigettandolo in quando potrebbero diminuire i livelli di sicurezza che i cittadini si aspettano. Ma “l’aviazione è un business mozzafiato – commenta uno dei piloti intervistati da Engel e Negre – E le pressioni finanziarie portano molti a volare oltre i limiti”.

 

(fonte: Redattore Sociale)