Archivio Ivano Maiorella

Sangue e libri

di Ivano Maiorella


Dov’eri Adamo? La guerra e le schegge che lo scrittore tedesco Henrich Boll non ha mai smesso di rimproverare. Le vene aperte d’Europa non sono rimarginate e oggi il confine dal quale la carneficina non si placa è il Mediterraneo. L’Europa e la vergogna del suo mare macchiato di sangue. L’ennesima nave fatiscente partita dalla Libia è colata a picco, centinaia di poveri cristi morti. Ognuno ha diritto ad una sola vita e i morti riguardano sempre tutti, anche se distanti dal giardino di casa loro, a parecchie centinaia di chilometri da Bruxelles.

Così come erano distanti le bombe di Sarajevo che 21 anni fa distruggevano la Biblioteca di Sarajevo. Il salvataggio delle opere fu al centro di una grande campagna europea e del lavoro volontario dei cittadini. Oggi quella Biblioteca è tornata a vivere, cuore pulsante di un’Europa della speranza. Per giorni centinaia di cittadini bosniaci, croati e tanti altri hanno lavorato per salvare i libri ed hanno realizzato un miracolo per la cultura umana. C’è bisogno dello stesso miracolo anche nel Mediterraneo rosso sangue, un atto di civiltà dove il diritto di asilo va chiesto a terra e non rischiando la vita. Dove l’unica cosa da fare sono i canali umanitari e non la conta dei morti.

Conchita e la fine dell’Europa

di Ivano Maiorella


Che barba l’Europa! No, stavolta no. Da oggi la settimana Rainbow, lanciata dal Comune di Roma dopo l’assurda morte di un ragazzo nell’ottobre del 2013.
L’omofobia uccide e un paio di lacci arcobaleno possono aiutare a salvare la vita dal marchio del pregiudizio: #allacciamoli.
Il primo a indossarli è stato Davide Moscardelli, punta dal Bologna dalla barba fitta, come quella di Conchita Wurst che l’altro ieri ha vinto l’Eurofestival canoro. Ha lanciato un messaggio di libertà e ha raccontato che da adolescente era stato vittima di discriminazione. Lui ce l’ha fatta e ha tenuto duro.
Conchita è un uomo che si traveste e quella barba è uno sberleffo a non giudicare le persone soltanto dall’apparenza.
Il russo Zhirinovski, leader nazionalista è sbottato: “E’ la fine dell’Europa”. Il bullismo omofobico non conosce confini e falcia chi rimane indietro.
E’ vero che l’Europa arranca, è vero. Chissà però che proprio dai diritti possa accendersi una fiammella controvento, capace di scaldare i cuori. Chissà.
Viva l’Europa dei diritti, altro che fine dell’Europa.

Voce e passi, il nuovo sito del Giornale Radio Sociale

di Ivano Maiorella


Di Peppino Impastato sappiamo la storia.
Era il 9 maggio 1978 e fu ucciso, aveva trent’anni, punito perché si era scagliato come un tuono contro la mafia di Cinisi e Terrasini. Lo ascoltiamo ancora quel tuono, era Radio Aut.
Abbiamo pensato che quello di oggi fosse un giorno giusto per rilanciare la nostra scommessa: un Giornale Radio Sociale nato due anni e mezzo fa che oggi sceglie di ingrandire le storie che racconta. Da ascoltare, leggere e guardare, con molte cose scritte, i blog, le dirette audio video che realizzeremo e gli speciali audio.
Oltre al Grs quotidiano, dal lunedi al venerdi, anche un nuovo sito internet per dare voce al tuono.
La voce del sociale, bassa per chi sa ascoltare, sufficiente ad amplificare notizie, campagne, informazioni dal territorio.
Lanciamo un nuovo sito internet per chi vorrà seguire il nostro impegno nell’informazione anche attraverso i canali sociali della comunicazione – Facebook, you tube e twitter – e altro ancora. La nostra redazione parla al microfono ma guarda e sente, fotografa, scrive e gira video e non sta mai zitta.
Scoprirete piano piano ciò che possiamo fare, passo dopo passo. Se si cammina tutti insieme si costruisce un sentiero.
Questa è la nostra dedica e il nostro lavoro. Inviate segnalazioni e suggerimenti, si parte per questa nuova avventura.

Non venite in Italia

di Ivano Maiorella


Le cose vanno male, in Italia farai la fame, rimani a casa.
E’ l’ultima trovata della Lega:  uno spot in cui gli stranieri dissuadono i loro connazionali dal venire in Italia. Si rimane sbigottiti: l’idea, da sola, è abbastanza respingente per tutti, migranti, residenti, turisti. Non venite in Italia perché ci sono persone che pensano di far fortuna sull’odio razziale. Non venite qui perché siamo al Medioevo.
Non venite in Italia neppure voi, investitori potenziali. Non fatevi abbindolare da chi cerca di coinvolgervi nell’affare Alitalia e da Marchionne che si è messo in testa di rilanciare l’auto italiana. Se mai doveste trovarvi nei dintorni, fate il giro largo. Eviterete di imbattervi nell’italianissimo signor Ciocca, consigliere leghista in Lombardia, aspirante eurodeputato, che per lanciare il messaggio più sudicio ci prende pure la rincorsa: non venite in Italia perché siamo i magliari di sempre.

Saviano e il gioco

di Ivano Maiorella


Non quello del calcio, per carità.
Gioco e basta, quello lontano dagli stadi, dagli ultras cattivi e da quelli buoni, quello lontano dai genitori. Saviano sull’Espresso ricorda Mario Lodi, morto due mesi fa a 92 anni, un addio poco sottolineato dai media.  Autore de “Il paese sbagliato”, un titolo che mostra quanto l’attualità abbia metastasi antiche.
Negli anni ’70 Mario Lodi “parlava proprio dell’importanza del gioco per l’acquizisione di abilità sociali essenziali per la vita dell’essere umano da adulto – scrive Saviano – Un gioco che non sia scandito nei tempi e nei modi dai genitori. Questo tipo di gioco insegna l’ascotlo, la creatività, la gestione delle emozioni,. Insegna che non sempre è meglio essere il più bravo perché si corre il rischio che nessuno più voglia giocare con te se è destinato a perdere sempre. Insegna a migliorarsi per partecipare a un’attività in cui sono necessarie qualità in cui non eccelliamo. Insegna ad affrontare anche piccoli pericoli con l’aiuto dei propri compagni. Tutto questo i genitori, superando paure, proiezioni e aspettative, devono consentirlo ai propri figli”. Senza prediche, possibilmente.  Senza compiacimenti se arriva una foto col mitra in mano e i bambini giocano a fare i bravi soldati, è sbagliato in ogni parte del mondo così come lo è nei quartieri di Gomorra. Anche se accade in posti nei quali si cresce coi mitra. Anche se a Tel Aviv si festeggia la 66ma Festa dell’indipendenza, come è accaduto ieri.
E’ bene rileggere Lodi.

Noi e l’Europa, please

di Ivano Maiorella


Ce lo chiede l’Europa! Quante volte lo abbiamo sentito dire dalla nostra politica? Beh, stavolta sono le persone a chiedere qualcosa all’Europa. E alla politica.  A venti giorni dalle elezioni il Forum del terzo settore insieme a Concord Italia stende le cinque dita di una mano e squaderna cinque richieste precise a chi vuole essere eletto: destinare lo 0,7 per cento del Pil ai progetti di cooperazione, rimodulare il regolamento Dublino e l’accesso al lavoro per i giovani, rafforzare l’economia sociale e tutti i soggetti di terzo settore, combattere la poverta’ e la diseguaglianza, riformare le politche sull’immigrazione. Serve trasparenza, please: ce lo chiede l’Europa!

L’Italiaccia e l’Italietta

di Ivano Maiorella


L’Italia di Genni ‘a carogna e quella di Affari tuoi, quella di Senigallia e quella di Pontida, quella del Giulio Cesare e quella delle ragazze di Fregene, quella della Terra dei Fuochi e quella delle slot, quella di Zoro e quella di Vespa, quella delle cinquecentomila famiglie e quella dei 10 più ricchi, quella di Erika e Omar e quella di Enzo Jacchetti, quella degli sbarchi e quella “fuori dall’Euro”, quella dei barbecue del ponte e quella degli i-phone 6, quella della “pillola che ringiovanisce” e quella della neonata morta ieri nell’Ospedale di Nocera Inferiore.

Tutto questo davanti a milioni di testimoni. A chi parleranno le 42 persone disabili molto gravi che hanno deciso di autorottamarsi in assenza di risposte dal governo? Lo faranno mercoledi 7 maggio di fronte ai palazzi della politica. La politica di quale Italia?