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Tutti giù per terra


Tutti giù per terra. A Napoli oltre duemila persone sono rimaste senza assistenza domiciliare. I conti del Comune sono in rosso e da due anni non vengono liquidate le spettanze delle cooperative sociali. Da qualche giorno le aziende si sono viste costrette a sospendere il servizio e annunciato il licenziamento degli operatori. Vito Ferraiolo, presidente Ledha di Napoli: “Purtroppo la coperta è corta, si tira da una parte, e si scopre dall’altra, per cui la qualità della vita viene a peggiorare molto, e se si arriva a tagliare anche quel poco che ci è rimasto, significa attentare anche alla partecipazione, la dignità, l’etica”.
 

Diritti in ritardo


Un anno per ottenere il sussidio economico, contro i 120 giorni stabiliti dalla legge. È quanto emerge dal primo Rapporto nazionale sull’invalidità civile e la burocrazia, presentato da Cittadinanzattiva. Ai nostri microfoni Valeria Fava, curatrice del dossier.

Doppia vittoria


Positivo il giudizio della Fish sul decreto lavoro appena licenziato dal consiglio dei ministri. Due i punti chiave, sentiamoli dalla voce del presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap, Pietro Barbieri.

Disabilità, tagliare gli sprechi veri


A chiederlo a gran voce è la Fish. Che evidenzia l’elevato numero di operatori coinvolti nelle attività di accertamento, valutazione, verifica e controllo delle condizioni sanitarie. “Questo comporta – secondo la Federazione italiana per il superamento dell’handicap – un costo altissimo e non giustificabile, oltre che sottrae risorse ad altri servizi”.

Questua sconosciuta


Questua sconosciuta. Sono 9,4 milioni gli italiani che non fanno la carità per problemi economici. I risultati dello studio di Astra Ricerche per la Casa della Carità: dimezzati i donatori a chi chiede l’elemosina per strada rispetto al 2005 e aumenta il senso di indifferenza.
 

 

Nuovo Isee e vecchi problemi


Nuovo Isee e vecchi problemi. Non è ancora norma ma fa comunque discutere l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, che serve a valutare il reddito di un nucleo familiare e, rispetto alle persone con disabilità e alle loro nuclei, l’accesso alle varie prestazioni e la partecipazione alla spesa. Ascoltiamo il giudizio di Carlo Giacobini, direttore di HandyLex.org: “E’ senza dubbio migliore, rispetto alle prime due versioni precedenti, rimane un problema centrale: le provvidenze economiche, che spettano, ad esempio, agli invalidi civili, i ciechi civili, la persona con grave disabilità, i contributi per la vita indipendente, gli assegni di cura, vengono considerati alla stessa stregua dei redditi da lavoro”.

Open door


Open door. Porte aperte per i cittadini con minorazioni visive. Il Movimento Consumatori ha lanciato una campagna a tutela dei diritti delle persone con deficit visivi realizzando 5 guide tematiche, in formato audio e braille, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di coloro che non possono contare sulla vista per lo svolgimento delle loro attività quotidiane.

Diritti a rischio


Diritti a rischio. Tredici persone con disabilità delle associazioni Vita Indipendente e Associazione Paraplegici hanno dormito nella sede della regione Toscana, in piazza Duomo a Firenze, occupandola in segno di protesta. Chiedono garanzie sulle cure per la vita indipendente, progetto che permette una maggiore autonomia grazie ad accompagnatori finanziati attraverso risorse regionali.

Sanità malata


Sanità malata. Negli ultimi cinque anni solo il 20% degli adolescenti che ha avuto un tumore è stato curato nelle strutture adeguate. Gli altri sono scomparsi dai dati dell’Associazione italiana ematologia oncologia pediatrica. Che denuncia: “In molte strutture di seconda fascia non vengono date risposte adatte alle esigenze psicosociali e di cure dei pazienti”.

Sbarchi e tragedie senza fine


Sbarchi e tragedie senza fine. Mille migranti arrivati sulle nostre coste nelle ultime ventiquattr’ore. In cento aggrappati per ore alle reti per la pesca del tonno. Sette non ce l’hanno fatta. Intanto a Lampedusa oltre 500 persone sono assiepate al Centro d’accoglienza, struttura che ne potrebbe accogliere non più di 300.