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Paese diseguale


Pur restando molto elevata, nel 2019 la percentuale di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale si riduce rispetto al 2018 per la minore incidenza delle situazioni di grave deprivazione materiale e di bassa intensità lavorativa. Lo rende noto l’Istat nel report su condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie nell’anno 2019. La quota di individui a rischio povertà resta stabile al 20,1%.

Nel 2018, il reddito netto medio delle famiglie (31.641 euro annui) cresce ancora in termini nominali (+0,8%) ma si riduce lievemente in termini reali (-0,4%). La disuguaglianza resta stabile: il reddito totale delle famiglie più abbienti continua a essere sei volte quello delle famiglie più povere.

Aprite le porte


Allarme casa. Sale di tono a Bologna l’allarme per il rischio di una massiccia ondata di sfratti: 600 a rischio. Dopo che ieri i sindacati degli inquilini e le associazioni dei proprietari immobiliari hanno chiesto un incontro urgente al prefetto. A Milano secondo la Cisl l’88% delle famiglie ha difficoltà a pagare un affitto. A Napoli l’Unione Inquilini denuncia il rischio tsunami per migliaia di famiglie nel 2021.

Impresa e lode


Le aziende create dai laureati hanno una marcia in più. Il servizio di Giuseppe Manzo

AlmaLaurea presenta il suo primo Rapporto tematico a livello nazionale, dedicato all’imprenditorialità dei laureati: ‘Laurea e Imprenditorialità 2020’. Il Rapporto approfondisce le questioni dell’imprenditorialità femminile, delle differenze territoriali, della tipologia e dimensione delle imprese.

Pur essendo le laureate presenti, tra i fondatori, in numero inferiore rispetto ai laureati, va rilevato che le imprese femminili fondate da laureati sono superiori alla media nazionale (38,0% rispetto a 22,7%). A tal proposito, il presidente di AlmaLaurea Ivano Dionigi, sottolinea come “nel veder confermata l’importanza decisiva della formazione per i nostri giovani e per il Paese, mi piace sottolineare, in questo contesto, l’affermazione significativa delle donne che fanno impresa”.
Le imprese create dai laureati sono inoltre più vitali: mostrano un tasso di crescita e di sopravvivenza più alto, soprattutto nel Mezzogiorno.

Più forti


La cooperazione tra cooperative ha dato vita alla nuova compagine societaria Strade Blu, che fa leva sui punti di forza di due cooperative sociali: Mondi Aperti di Piacenza e Mele Verdi di Fiorenzuola d’Arda.

Dalla fusione nasce quindi Strade Blu che conta 80 dipendenti, 35 soci, l’aggregazione esprime un fatturato sul 2021 di € 1.800.000, una situazione finanziaria solida e molteplici relazioni e contratti con il mercato pubblico e il mercato privato.

“Nessuno escluso”


Dopo Milano, Roma e Piacenza, il progetto di Emergency è arrivato a Napoli. Sono 350 le famiglie coinvolte grazie a 40 volontari. Dallo scorso maggio ad oggi, in tutta Italia sono stati consegnati oltre 43.300 pacchi alimentari. Intanto l’Inps comunica che le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi nove mesi dell’anno sono state pari a -34%, rispetto al 2019. Secondo il sociologo De Masi, nel 2021 si raggiungerà quota 8 milioni di poveri: “una cifra intollerabile”, sostiene il professore.

Povera Roma


Da inizio pandemia sono state 21.160 le persone che hanno ricevuto aiuto dai centri di ascolto parrocchiali della Caritas di Roma. Il 35% vi si è rivolto per la prima volta. Nella maggior parte dei casi (48,7%) le nuove persone che si sono rivolte ai centri parrocchiali sono italiane, seguono i filippini (16,3%), peruviani (4,9%), romeni (4,7%) e altre 97 nazionalità. Il 54% dei nuovi iscritti sono al di sotto dei 45 anni (4,1% al di sotto dei 25 anni), mentre gli over 65 sono il 14,7%. Questi i numeri del Rapporto 2020 sulla povertà di Caritas Roma che, riprendendo le parole di Papa Francesco sulla pandemia, è stato chiamato “Nessuno si salva da solo”.

Il volume, 136 pagine ricche di infografiche e tabelle, documenta le numerose iniziative promosse dalle parrocchie di Roma nel periodo del lockdown fino al mese di ottobre. Dati sugli aiuti alimentari, la distribuzione dei buoni spesa, le mense sociali, le numerose iniziative di prossimità promosse dalle comunità. La repentina perdita di lavoro per molte persone, a causa del lockdown, ha reso necessario attivare immediatamente, già a marzo, una solidarietà rapida e diffusa, che potesse raggiungere il maggior numero di persone in necessità. Aiuti che hanno rappresentato l’opportunità per un primo contatto e per una conoscenza approfondita dei diversi fattori di debolezza che colpivano la persona o il nucleo familiare. Grazie anche a queste informazioni sul campo, gli interventi della diocesi hanno trovato forma in vari progetti: i sostegni alimentari, gli Empori Caritas, il Fondo Anticrisi, i buoni spesa, il Fondo Gesù Divino Lavoratore.

Per l’emergenza cibo la Caritas di Roma ha attivato 137 punti di distribuzione e 13 centri di stoccaggio per gli alimenti, potenziando i cinque Empori della solidarietà. Da marzo in poi l’Emporio all’interno della Cittadella della carità in via Casilina ha gestito una media di oltre 100 famiglie al giorno, rifornendo anche parrocchie, enti ecclesiastici, comunità religiose e comunità circensi. Il Fondo anticrisi istituito per fare fronte alle crescenti richieste di aiuto ha erogato da aprile al 30 settembre 489 interventi pari a 175.021,16 euro. I Buoni spesa per comprare nei supermercati, grazie alla donazione di 1 milione di euro della Fondazione Roma, sono stati dati a 3.029 nuclei familiari (ottobre 2020). Sono stati consegnati 18.105 buoni di 15 euro ciascuno, per un importo pari a 200.000 euro già spesi.

Dati che rispecchiano la repentina trasformazione sociale non solo nel territorio romano ma in in tutto il contesto regionale. “Nel Lazio – si legge nel rapporto – si profila un netto processo di impoverimento diffuso nascente anche da uno stato di profondo scoraggiamento della popolazione, come se il moltiplicatore di disagio rappresentato dal Covid-19 avesse azzerato le aspettative e i legittimi sogni di una fascia di popolazione”.

di Pierluigi Lantieri

Sos terzo settore


I dati della crisi diffusi da Italia non profit. Il servizio di Giuseppe Manzo.

Covid e terzo settore: una crisi nera si affaccia nel 2021. Durante il primo lockdown il 78% ha fermato o dimezzato la propria attività. Il 41% prevede una riduzione delle entrate per il 2020 superiore al 50%. Il Covid-19 sta colpendo duramente anche il Terzo Settore. È quanto emerge dall’indagine, condotta da Italia Non Profit, su 1.378 enti.

Per oltre la metà di associazioni, cooperative sociali, fondazioni, onlus o consorzi, la pandemia sta incidendo negativamente in particolare sulle attività istituzionali e sulle raccolte fondi. Il 30% delle realtà che hanno risposto sostengono che dal 20 al 50% dei propri dipendenti rischiano il posto di lavoro. Per ora il 38,5% degli enti è ricorso alla cassa integrazione per fronteggiare la crisi.

A protezione del lavoro


Ogni giorno 104 uomini e donne affrontano la malattia e i suoi pericoli nelle 13 strutture gestite dalla Cooperativa Il Cerchio di Spoleto con mille ospiti. I costi ingenti per i dispositivi di protezione individuale ammontano a circa 2 mila e 300 euro a settimana. Per questo motivo è stata lanciata una raccolta fondi: “la sicurezza degli utenti, dei nostri operatori, delle loro famiglie e quindi della comunità stessa è la nostra priorità”, dice la cooperativa in una nota.

Contagio economico


Gli italiani sono più preoccupati delle conseguenze della pandemia – in particolare nei settori del turismo, ristorazione, cultura e commercio – che del virus in sé e stanno ripensando alle priorità della loro vita anche dal punto di vista esistenziale. È quanto emerge da un sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Legacoop, ideato e realizzato dall’Area Studi dell’associazione insieme con il partner di ricerca Ipsos. Il 57% degli intervistati esprime paura per la recessione indotta dalla pandemia.