Lo denuncia l’associazione di categoria di Cia-agricoltori italiani. Il servizio è di Giuseppe Manzo.
Nel Dl Rilancio del Governo non è prevista alcuna azione concreta a favore dei pensionati con assegni al minimo. È l’allarme lanciato da Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani che, pur apprezzando spirito e finalità del Decreto per la ripresa delle attività produttive e il sostegno economico alle famiglie in difficoltà e alla sanità sul territorio, lamenta le gravi carenze sul fronte degli aiuti agli anziani. Nonostante con l’emergenza Coronavirus si siano moltiplicati fenomeni di disagio sociale e nuove povertà, soprattutto fra i pensionati al minimo (oltre 2 milioni di persone con assegni da circa 500 euro) – spiega l’Anp – il REM o reddito di emergenza esclude dal beneficio i titolari di pensione diretta o indiretta, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità. Anzi, questa nuova formulazione, con l’esclusione esplicita dei pensionati, anche di quelli al minimo, sembra persino peggiorare i criteri di accesso rispetto ai requisiti della pensione di cittadinanza che, fino ad aprile 2020, ha riguardato appena 127.984 nuclei familiari, con 145.245 persone coinvolte
Nessuno escluso
Spesa a casa per i più fragili: 1.600 consegne al giorno. Sono i risultati del protocollo d’intesa firmato da Coop, Anci e protezione civile, che ha coinvolto oltre 500 punti vendita e oltre 500 associazioni partner. “Entro la fine di maggio saranno superate le 100 mila spese consegnate”.
Chiarimenti
L’Inail spiega che le aziende sono responsabili dell’infezione Covid solo se c’è dolo. L’Istituto precisa che dal riconoscimento come infortunio sul lavoro non discende automaticamente l’accertamento della responsabilità civile o penale in capo al titolare della ditta.
Si riparte
Soddisfazione del Forum nazionale terzo settore per il Decreto rilancio varato dal governo. Rifinanziato per 100 milioni di euro il fondo per le attività delle associazioni, risorse specifiche per aiutare nel post emergenza il Terzo settore del Mezzogiorno, ulteriori finanziamenti per interventi di contrasto alla povertà educativa nelle Regioni del Sud.
Smart senza fine
Twitter permetterà ai suoi dipendenti di lavorare da casa “per sempre”: lo ha annunciato l’amministratore delegato della società americana, Jack Dorsey, in una e-mail interna inviata il 12 maggio.
“Il lavoro da casa può funzionare davvero, e gli ultimi mesi lo hanno dimostrato”. Con questo messaggio inviato via mail il Ceo di Twitter Jack Dorsey ha scritto a tutti i suoi dipendenti che potranno continuare lo smart working anche a pandemia ultimata. Causa Coronavirus il colosso social ha esortato il lavoro in remoto dallo scorso 2 marzo, poi reso obbligatorio dall’11 dello stesso mese. Tuttora gli uffici di Twitter continuano ad essere chiusi. Ma il suo Ad non sembra aver fretta di riaprire annunciando che “sarà fatto in modo cauto e graduale”.
Il social media dei cinguettii ha anche aggiunto che lascerà la maggior parte delle porte chiuse fino a settembre. Poi i dipendenti sceglieranno se tornare al lavoro in sede o restare in smart working. Anche i viaggi di lavoro saranno autorizzati solo a partire da settembre, tranne pochissime eccezioni. Per l’intero 2020 sono aboliti gli eventi aziendali in presenza; saranno tutti svolti tramite le piattaforme virtuali.
“Se i nostri dipendenti sono in un ruolo e in una situazione che consente loro di lavorare da casa e se vogliono continuare a farlo per sempre lo renderemo possibile”, si legge nell’annuncio di Twitter, diffuso sul blog dalla vicepresidente Jennifer Christie, dal titolo #LoveWhereverYouWork. La società dunque ha deciso di lasciare la massima libertà ai suoi dipendenti rispetto alla scelta del lavoro in remoto o in presenza, anche quando saranno finite le misure restrittive per il contenimento del contagio e le relative limitazioni agli spostamenti delle persone. “Riaprire gli uffici sarà una nostra decisione – fa notare Twitter sul suo blog -. Quando e se i nostri dipendenti vogliono rientrare sarà una loro decisione”.
Secondo i media, diverse altre società tecnologiche, come Microsoft e Amazon, potrebbero fare lo stesso. Altri, come Facebook e Google, non si sono spinti come Twitter a decidere per uno smart working “per sempre”, ma hanno permesso ai loro dipendenti di rimanere a lavorare da casa per tutto il 2020, se lo preferiscono. Insomma niente più ufficio, né colleghi. Niente code in auto, né lunghe tratte in treno. Un vero sogno per tutti coloro che dopo aver provato le gioie dello smart working già rimpiangono di dover tornare indietro.
di Pierluigi Lantieri
Fate presto
Alleanza cooperative al Senato denuncia i rischi per l’occupazione. Il servizio è di Giuseppe Manzo.
Forte preoccupazione per l’impatto occupazionale che questa crisi potrebbe avere sulle imprese cooperative, operanti in più settori a livello nazionale. Ad esprimerla, nel corso dell’audizione presso la Commissione Lavoro del Senato, i rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative, sottolineando come le potenziali ricadute occupazionali sono comprovate dal massiccio ricorso all’insieme di ammortizzatori sociali messi in campo. I dati dell’Osservatorio dell’Alleanza, a fine marzo, riferiscono di un loro utilizzo da parte di oltre la metà delle imprese rappresentate. Inoltre, il 46% delle cooperative denuncia effetti di ricadute occupazionali; il 35% considera l’impatto talmente grave da compromettere perfino la continuità aziendale.
Pigioni inaccessibili
Il 50% di coloro che abitano in affitto pensa che nei prossimi mesi potrà incontrare delle difficoltà nel pagare il canone. Preoccupazioni che emergono dalle risposte a un sondaggio condotto, alla fine della scorsa settimana, nell’ambito dell’Osservatorio Coronavirus nato dalla collaborazione tra SWG e Area Studi Legacoop.
Senza reddito
Fase 2 e povertà, Asvis e Forum Disuguaglianze Diversità contro la proposta circolata nella bozza di Decreto Rilancio: si è rivelata decisamente insoddisfacente, ignorate le nostre proposte.
Pericolo criminale
Le mafie sono il nemico peggiore per l’Italia che deve affrontare l’uscita dalla crisi sanitaria ed economica e potrebbero avvantaggiarsene nelle situazioni di maggiore difficoltà, inserendosi in quei settori che lo Stato non riesce a tutelare e proteggere. È il risultato di un sondaggio condotto, nell’ambito dell’Osservatorio Coronavirus nato dalla collaborazione tra SWG e Area Studi Legacoop.
Fase non profit
Accesso agevolato al credito, una copertura finanziaria adeguata del fondo per gli acquisti dei dispositivi di protezione individuale e per attività di sanificazione, una copertura assicurativa ad hoc per i volontari. Sono alcuni degli interventi che il Forum Terzo settore ha chiesto al governo ricevendo il via libera di Conte.