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Pandemia sociale


Il confinamento ha impoverito lavoratori e famiglie già fragili. Il servizio di Giuseppe Manzo.

Giovani, con basso livello di istruzione, stranieri, con bassi redditi da lavoro. Sono queste le categorie di lavoratori più esposti alle conseguenze del blocco (totale e/o parziale) delle attività produttive durante l’isolamento. È quanto emerge dallo studio “I lavoratori e le famiglie esposte al lockdown”, elaborato nell’ambito del progetto MonitorFase3 nato dalla collaborazione tra Prometeia e Area Studi Legacoop per testare l’evoluzione dell’economia e dei mercati in conseguenza dell’epidemia Covid-19.

In riferimento all’età, la categoria più a rischio è quella degli under 35 (il 73% del totale di classe). In riferimento al livello di istruzione, i più a rischio risultano i lavoratori con licenza media (il 70% del totale). “Come era facile prevedere – afferma il presidente di Legacoop Mauro Lusetti – l’impatto più pesante è arrivato sui ceti più fragili, esposti, precari, e ha creato disequilibri preoccupanti. Ora ne abbiamo la conferma”.

Rinascimento fiorentino


Parte un innovativo progetto di economia civile, ma con un’alta valenza sociale, elaborato e promosso da Fondazione CR Firenze insieme ad Intesa Sanpaolo. Sono 60 i milioni di euro destinati alle microimprese attraverso cinque bandi tematici in uscita come artigianato artistico, turismo, moda e start up.

La mensa a casa


Nel 2020, confinamento e smart working hanno fatto crescere di 10 miliardi di euro la spesa alimentare degli italiani a causa del maggior tempo passato tra le mura domestiche. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea in occasione del rientro dalle vacanze per la stragrande maggioranza degli italiani, segnato ancora per molti dal lavoro da casa. La Coldiretti parla di un aumento del 9,2% del valore dei acquisti nei primi sei mesi dell’anno.

A tinte fosche


“La pandemia  colpisce i servizi alla persona che vedono la presenza rilevante di organizzazioni di Terzo Settore: probabilmente alcune più di altre andranno in crisi e dovranno chiudere i battenti comportando una riduzione delle attività quando fra qualche mese ce ne sarà di più bisogno”. È l’analisi di Carlo Borzaga, professore ordinario di Politica Economica all’Università degli Studi di Trento, che accompagna l’indagine “Gli italiani e la solidarietà dopo il coronavirus”, diffusa in occasione della Giornata Internazionale del Lascito Solidale di domenica prossima.

Risorse inadeguate


Per Fondazione con il Sud servono 200 milioni di euro per le attività di gestione e valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità dopo l’assegnazione al terzo settore. Somme da attingere dal Fondo unico di giustizia, alimentato dai sequestri alle mafie.

L’impresa a chi lavora


Strumenti simili al workers buyout chiede Alleanza delle cooperative. Il servizio di Giuseppe Manzo.

La previsione di strumenti analoghi al workers buyout nella successione di impresa, per favorire la trasmissione di piccole imprese ai lavoratori attraverso la costituzione di società cooperative (in Italia il 14% delle imprese familiari non supera il secondo passaggio generazionale). Questa è una delle richieste avanzate dai rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative nel corso dell’audizione sul decreto agosto presso la Commissione Bilancio del Senato, rilanciando alcune proposte di modifica del provvedimento sia in materia di lavoro sia di natura economica e fiscale.

Tra gli altri punti richiesti ci sono l’anticipazione della cassa integrazione al 29 per non lasciare scoperte le imprese che hanno presentato domanda con causale covid, un incremento delle risorse stanziate dal decreto per il servizio civile; l’innalzamento del limite per l’applicazione del regime “de minimis” agli enti del Terzo Settore.

Non ho l’età


Una circolare dei ministeri del Lavoro e della Salute stabilisce che “la maggiore fragilità nelle fasce di età più elevate della popolazione va intesa congiuntamente alla presenza di comorbilità (ovvero alla coesistenza di più patologie) che possono integrare una condizione di maggiore rischio”. In pratica non basta aver superato i 55 anni per sentirsi in pericolo e chiedere di essere esentati da alcune attività.

Noi ci siamo


In Sardegna un nuovo appello per affrontare l’emergenza sanitaria. In un doppio dibattito a Nuoro, nell’ambito del festival Cambiamenti, Legacoopsociali ha presentato le proposte con la presidente nazionale Eleonora Vanni e i vertici di Legacoop Sardegna su welfare, innovazione ed economia del territorio.

Impresa al femminile


Trentacinque anni fa hanno scelto l’entusiasmo e la speranza per crearsi un lavoro, con un nome che già disegnava una storia. Hanno scelto di chiamarsi Futura21 perché erano 21 donne che da dipendenti di una ditta di abbigliamento si trasformavano in cooperatrici, in pioniere workers buyout che facevano una scelta per il loro avvenire. La stessa scelta confermata dopo 35 anni festeggiando ieri, nella sede di Senigallia, il compleanno.

Giusto permesso


Bologna, la cooperativa sociale Cadiai riconoscerà il permesso retribuito per la nascita di figli di famiglie omogenitoriali anche al genitore non biologico. Il CdA ha deliberato in tal senso, anticipando di fatto la normativa vigente che ad oggi non prevede tale possibilità. I tre giorni di congedo saranno, infatti, a carico della cooperativa che intende in questo modo tutelare il diritto genitoriale di stare vicino al proprio figlio nei primi giorni di vita.