Solo nella provincia di Caserta un migliaio di beni confiscati restituiti alla comunità, grazie a Csv, Libera e Comitato Don Peppe Diana. Un Osservatorio li ha poi censiti, ma oltre l’80% dei Comuni non ha un elenco completo, nonostante ci sia una legge che lo rende obbligatorio.
La tassa invisibile
Se l’Italia è più ricca è anche grazie a quei 2,2 milioni di contribuenti stranieri che rappresentano oltre il 7% del totale.Chi è nato fuori dai nostri confini versa 6,8 miliardi l’anno, in media circa 3000 euro a testa, e contribuisce al nostro benessere.
Terra libera
La cooperazione in campo contro il caporalato. I dettagli nel servizio di Giuseppe Manzo.
Associazioni, cooperative e istituzioni in campo contro il caporalato. Nell’ultima settimana sono state lanciate campagne e protocolli contro lo sfruttamento nei campi agricoli e contro il lavoro nero. È “Coltiviamo Diritti”, la mobilitazione promossa tra gli altri da Asgi, Arci, Cgil, Cittalia e Legambiente per costruire un’azione forte e duratura.
Sul fronte imprenditoriale, invece, Alleanza delle Cooperative firma protocollo con i ministeri del Lavoro, dell’Interno, delle Politiche Agricole, le Regioni e sindacati con cui “vengono, infatti, poste le basi per realizzare una serie di interventi concreti di accoglienza e integrazione dei lavoratori stranieri”. Infine in campo anche la Coop con la campagna “Buoni e Giusti Coop” nata per contrastare il lavoro nero in 13 filiere ortofrutticole considerate a più alto rischio.
Welfare di comunità
Lo chiede la Caritas per dare una vera assistenza domiciliare a malati, anziani o chi è solo. Come racconta il responsabile delle politiche sociali dell’organismo pastorale di Roma, Massimo Pasquo. (sonoro)
Il prezzo più alto
Nel 2015, secondo l’Istat, la pressione fiscale sulle famiglie è aumentato di 0,3 punti percentuali passando da 16,2 a 16,5%. Stando allo studio è aumentato del 36% il numero dei nuclei in condizioni di povertà assoluta in tre anni.
Coltiviamo diritti
Partita la campagna contro il caporalato promossa da Asgi, Arci, Legambiente, Cgil e altre associazioni. I dati Eurostat dimostrano che nei campi agricoli italiani parte della produzione viene spesso lavorata attraverso la tratta internazionale e lo sfruttamento.
Lotta all’azzardo
Due proposte per combattere la dipendenza e il riciclaggio lanciate dalla campagna Mettiamoci in gioco. Il servizio di Fabio Piccolino.
Divieto assoluto di pubblicità e uso della tessera sanitaria per poter giocare: sono le due proposte che la campagna Mettiamoci in Gioco rivolge a governo e parlamento per contrastare il gioco d’azzardo patologico e il riciclaggio. Secondo don Armando Zappolini, portavoce della campagna, i due provvedimenti permetterebbero di incidere seriamente sulle principali criticità del fenomeno e non comporterebbero alcun onere per le casse dello stato. L’obbligo della tessera sanitaria in particolare, ridurrebbe fortemente l’accesso dei minorenni al gioco e permetterebbe di tracciare i flussi finanziari. L’obiettivo di fondo, in ogni caso, rimane l’approvazione di una legge quadro per la regolamentazione del settore.
Social Impact Agenda per l’Italia: presentata la piattaforma per gli investimenti a impatto sociale
È nata la Social Impact Agenda per l’Italia, una piattaforma di proposte per consentire lo sviluppo di investimenti a impatto sociale in Italia e nelle azioni di cooperazione internazionale.
Tra gli obiettivi perseguiti: contribuire al processo di decision making per sostenere l’ecosistema degli investimenti ad impatto sociale; sviluppare e condividere la conoscenza sul settore degli investimenti ad impatto e sull’imprenditorialità sociale; contribuire alla sperimentazione di strumenti di investimento ad impatto sociale e alimentare il dialogo e lo scambio di esperienze a livello internazionale.
La Social Impact Agenda per l’Italia è stata creata per dare continuità e raccogliere l’esperienza dell’Advisory Board Italiano della Social Impact Investment Taskforce, promossa durante la presidenza britannica del G8 del 2013. La presentazione ufficiale è avvenuta il 24 maggio a Roma, alla presenza, tra gli altri, del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, la presidente di Human Foundation e dalla Social Impact Agenda Giovanna Melandri e dei soci dell’associazione: ABI, ANIA, Confcooperative Federsolidarietà, Gruppo Cooperativo CGM, Etimos Foundation, Federcasse, Fondazione Opes, Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, Human Foundation, UBI BANCA e Vita.
“Le potenzialità dell’impact investment in Italia sono importanti. E non solo nei cinque settori tradizionalmente intesi come welfare, istruzione e formazione, sanità e salute, ambiente e sostenibilità, politiche sociali, servizi alla persona e alla comunità, ma anche nell’accesso e nei servizi alla cultura”, ha detto Melandri. “Esistono ancora barriere e colli di bottiglia che non consentono all’Italia di far decollare questi investimenti strategici per far fronte a moltissimi problemi sociali. Sono investimenti problem-solving che, secondo le nostre stime con un adeguato contesto economico e istituzionale potrebbero raggiungere i 30 miliardi di euro da qui al 2020. L’Associazione nasce per favorire e sostenere questo processo di cambiamento necessario all’Italia”.
Durante la presentazione il sottosegretario De Vincenti ha annunciato l’intenzione del governo Renzi di far partire il fondo per l’innovazione: “siamo interessati alla costruzione del fondo nazionale per l’innovazione. Il fondo può sostenere e rafforzare i modelli Pay for result che collegano l’erogazione di risorse finanziarie al raggiungimento dei risultati sociali positivi e può migliorare l’efficienza nell’utilizzo di risorse pubbliche”.
Anche il sottosegretario Bobba ha garantito che il governo sta lavorando a un “fondo per sostenere chi investe e promuove innovazione sociale in imprese sociali”.
Per investimenti ad impatto sociale si intendono tutti quegli investimenti basati sull’assunto che i capitali privati possano intenzionalmente contribuire a creare impatti sociali positivi e, al tempo stesso, rendimenti economici. I soggetti di questo tipo di investimento possono essere imprese, organizzazioni e fondi.
In Italia sono tanti i settori che mostrano interesse a forme di ibridazione tra modelli di impresa, comunità locali e impatto sociale, ed esiste inoltre un movimento composto da soggetti del terzo settore, della finanza e dell’impresa che crede in un differente modello di sviluppo per offrire risposte a vecchi e nuovi bisogni, molti dei quali rimangono oggi insoddisfatti. Tutto ciò, scrive l’associazione, “rappresenta una possibilità per il rilancio sociale, culturale e economico dell’Italia”.
A livello internazionale, la Social Impact Investment Task Force si è evoluta nel luglio 2015 nel Global Social Impact Investment Steering Group (GSG), nel quale sono da poco entrati Brasile, India, Messico, Israele e Portogallo, oltre ai già presenti Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Inghilterra, Stati Uniti, Unione Europea.
Come era nella Task force, così anche nel GSG i Paesi membri saranno rappresentati dai maggiori operatori dell’impact investing, mentre i rappresentanti governativi saranno invitati a partecipare come osservatori nel momento in cui ne faranno espressa e ufficiale richiesta.
Sicilia antimafia
Gli ambulanti bengalesi e il coraggio di Giuseppe Antoci contro l’economia criminale. Il servizio di Giuseppe Manzo.
Pizzo, appalti e aziende agricole. Il business della mafia segue l’odore dei soldi e capita che qualcuno si metta di traverso. Capita a Palermo dove l’alleanza civile tra ambulanti bengalesi del Ballarò e Addio Pizzo aiuta la polizia ad arrestare i mafiosi che li vessavano con minacce e violenze. A Messina è, invece, un pubblico amministratore ad aver fermato il business delle cosche sui terreni del Parco dei Nebrodi: Giuseppe Antoci ha ricevuto l’attacco a colpi di fucile ed è stato salvato dalla sua scorta. C’è un’economia sana al Sud che combatte la violenza mafiosa e non ha distinzione di razza.