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Un Paese bloccato


Così Eurispes definisce l’Italia nel suo ultimo rapporto. Colpa della burocrazia e dell’incapacità di fare sistema, si legge nel dossier. Ma anche da un vizio, l’invidia, definito “una vera e propria sindrome che non ci permette di trasformare la nostra potenza in energia”.

Cappuccino solidale


A Livorno apre il Caffè Nino Effe. Fondato dalla Società Volontaria di Soccorso, è un locale dove le persone in difficoltà, oltre a consumare la colazione gratuitamente, potranno trovare un’assistenza specializzata due volte alla settimana.

Il piatto piange


In Italia è in forte aumento il disagio alimentare. La denuncia della Caritas nel servizio di Giuseppe Manzo. “E la Ripresa? Sono pochi a viverla. Nel Consiglio episcopale sono emersi dati molto preoccupanti: “Sono sei milioni e trecento mila pasti erogati, sempre nello stesso anno, dalle 353 mense della Caritas, a cui bisogna aggiungerne almeno altrettanti, assicurati da Parrocchie, Istituti religiosi, associazioni varie, indicano chiaramente l’esistenza di un vero e proprio ‘disagio alimentare'”. A questo bisogna aggiungere un altro dato passato sotto silenzio, relativo al commercio. Le vendite al dettaglio fanno registrare infatti un impercettibile aumento su base mensile (+0,3%) e una flessione dello 0,1% su base annua. Le settimane dei saldi sono state un flop con solo il 38% delle famiglie che hanno acquistato. Italia col segno più? Sì, ma quello della stagnazione economica.”

 

“Non resti un libro dei sogni”


È la richiesta di molte associazioni sul contenuto del piano infanzia contro la povertà approvato in Commissione e che ora deve passare in Conferenza Stato-Regioni prima di arrivare in Consiglio dei ministri. Diversi i nodi ancora da sciogliere, il più importante quello delle risorse.

Un posto tranquillo


È il nome del ristorante che dà lavoro a giovani disoccupati, disabili e vittime di violenza. Ha aperto un anno fa a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta e offre piatti della tradizione siciliana rivisitati e prodotti biologici a km zero. Il progetto è promosso dalla Cooperativa Etnos.

Binario morto


Da un lato l’aumento dei convogli ad Alta Velocità (+370% negli ultimi cinque anni), dall’altro la riduzione del trasporto pubblico regionale, con tagli alle corse e aumenti nelle tariffe. È l’Italia divisa in due secondo Pendolaria, l’ultimo rapporto di Legambiente sul traffico ferroviario del nostro Paese.

Sos infanzia


Insieme a Grecia e Spagna, l’Italia è il Paese che ha più fortemente sofferto la crisi economica, in particolare dei minori. Secondo il nuovo rapporto di Save the children, nel nostro Paese sono più di un milione i bambini che vivono in condizioni di estrema povertà, mentre il 34% sono a rischio esclusione sociale.

Binario sostenibile


A Potenza un ex scalo merci diventerà un negozio a km zero. Il servizio è di Giuseppe Manzo. “Il ‪luogo è una “realtà spaziale in cui l’identità, le relazioni e la storia di quelli che lo abitano vi si iscrivono”  scriveva l’antropologo francese Marc Augè. L’ex scalo merci della stazione di Potenza Superiore, spazio abbandonato, a breve diventerà Centro per la sostenibilità con un negozio a chilometro zero, dove si troveranno prodotti sfusi e del commercio equo e solidale, ma anche spazi condivisi dove svolgere attività, laboratori, baratti, scambio di idee, beni, valori e competenze. D’altronde la stazione è da sempre luogo di scambio e di incontro.  È un progetto di Legambiente Basilica sostenuto dalla Fondazione Con Il Sud. Sono stati installati da pochi giorni i pannelli fotovoltaici e a breve inizieranno i lavori per la copertura.”

Un diritto universale


Un diritto universale. Associazioni e ong rilanciano il progetto promosso dall’agenzia italiana del farmaco per garantire ai migranti l’assistenza e l’accesso alle cure. Per Federconsumatori è importante l’obiettivo di sistematizzare le informazioni riguardanti i nuovi cittadini, in particolare per quanto riguarda salute, patologie e trattamenti ricevuti”.

CHI FINANZIA L’INNOVAZIONE SOCIALE?


social-innovation-600x270Con la crisi dei sistemi di welfare tradizionali e il progressivo svincolarsi dello Stato dal ruolo di principale fornitore di risposte ai bisogni della società, l’innovazione sociale avviene, da anni, sempre di più per mano di attori non pubblici.
Associazioni, organizzazioni, gruppi di cittadini diventano infatti fondamentali nell’interpretare i cambiamenti socio-economici e culturali del nostro Paese e nel proporre soluzioni ai problemi sociali. L’innovazione sociale consiste proprio in questo: nel realizzare pratiche e prodotti che incontrano le esigenze della società, ma ponendo l’accento su nuove modalità di interazione tra gli attori economici e sociali e sullo sviluppo di soluzioni tecnologiche alternative.
Se da una parte, però, l’attore pubblico arretra nel campo dell’attuazione delle iniziative di innovazione sociale, dall’altra la sua posizione rimane forte per quanto riguarda i finanziamenti. In base al Secondo Rapporto sull’Innovazione Sociale elaborato dal Ceriis (Centro di ricerche internazionali sull’innovazione sociale), infatti, gli attori pubblici (Ministeri, Province, Comuni e Regioni) sono stati negli ultimi due anni i primi investitori in questo settore.
Il rapporto, realizzato con il sostegno dell’Università Luiss Guido Carli e della Fondazione ItaliaCamp, prende in esame, negli anni 2014 e 2015, un totale di 33 bandi per iniziative di innovazione sociale. L’insieme dei fondi stanziati ammonta a oltre 39 milioni di euro (quasi 19 milioni del 2014 e 20 milioni nell’anno successivo). Ne risulta che il 47% dei bandi è stato stanziato da attori pubblici, il 29% da fondazioni e il 24% da attori privati.
Se però si considera l’effettivo ammontare dei finanziamenti suddivisi per le tre categorie di attori, emerge che oltre la metà dei finanziamenti (il 57%) è stato erogato dalle fondazioni, il 38% dal pubblico e solo il 5% da soggetti privati.
“In questo senso”, si legge nel rapporto, “i dati mostrano che, almeno in una prima fase, l’attore pubblico svolge ancora un ruolo primario, con la differenza che assume il ruolo di finanziatore e non più di attuatore. La distinzione tra finanziatore e attuatore serve a raggiungere una maggiore efficienza economica da parte delle organizzazioni che effettivamente erogano prodotti o servizi”.
Il rapporto del Ceriis mostra anche quali sono stati i principali ambiti di intervento. Più della metà dei bandi (65%) è stata dedicata al finanziamento di nuove imprese (start-up), mentre il 24% è stata rivolta a progetti che richiedono fondi per la crescita dell’iniziativa. La ricerca rappresenta solo l’1%.
I dati, inoltre, rilevano come l’assistenza sanitaria sia il settore maggiormente finanziato, seguito subito dopo dai servizi di welfare e dalla smart technology. In coda rimangono i progetti di sharing economy, sostenibilità ambientale, co-working e agricoltura.
In generale, l’innovazione sociale in Italia si caratterizza ancora come un fenomeno non omogeneo, che risente della mancanza di una politica organica. Sebbene il governo nazionale e le amministrazioni locali rappresentino importanti finanziatori, essi non svolgono ruoli particolarmente innovativi e, al contrario, “gli ostacoli normativi e burocratici sono una delle criticità che frenano l’innovazione sociale”. Le organizzazioni no-profit, invece, che costituiscono i principali attuatori dei progetti, sono spesso dotati di “strutture economico-finanziarie intrinsecamente deboli”, con la conseguenza, tra le altre, che molte iniziative hanno difficoltà a raggiungere visibilità presso il largo pubblico.