A tutta casa. Ripartono gli investimenti sull’edilizia residenziale dopo il lockdown. Il servizio è di Clara Capponi.
Si muove un enorme mole di risparmi accumulati durante il periodo del lockdown che non ha interessato solo i consumi, ma si è riversato anche sul mercato immobiliare, determinando, dopo anni di stallo, una ripresa degli investimenti in edilizia residenziale con un +42% nel 2020.
È quanto emerge dal report “L’accumulo dei risparmi da lockdown e il loro utilizzo: il ruolo del settore residenziale”, realizzato nell’ambito del progetto di ricerca Monitor Fase 3, frutto della collaborazione tra Area Studi Legacoop e Prometeia.
Case del Lavoro: la proposta lanciata dalle Acli
Cambiare si può. Nel 53° incontro nazionale di studi le Acli lanciano la proposta delle Case del Lavoro per superare i centri per l’impiego o i meri sportelli: luoghi della formazione, che orientino e si prendano carico delle persone.
Povertà, la raccolta fondi della Comunità Papa Giovanni XXIII
Un pasto al giorno. I volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII saranno in piazza il 25 e 26 settembre per raccogliere fondi: tovagliette illustrate per “invitare a pranzo” una persona in difficoltà. “Nessuno – dicono – può trovarsi privato del necessario”.
Rapporto Istat: i numeri della crisi
I numeri della crisi. Nel Rapporto Istat il Pil del 2020 conferma la contrazione eccezionale dell’8,9%. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato una diminuzione del 2,9% in valore e il potere d’acquisto è sceso del -2,6%.
Crisi, debiti e diritti: al via domani a Bologna InsolvenzFest
InsolvenzFest: al via domani a Bologna la decima edizione della rassegna di incontri su crisi, debiti e diritti, che quest’anno ha come focus di approfondimento il rapporto tra “Debiti e disuguaglianze”. Ai nostri microfoni Massimo Ferro, coordinatore dell’Osservatorio sulle crisi di impresa.
Lavoro, Acli chiedono interventi contro le disuguaglianze prodotte dal Covid
Disuguaglianze vecchie e nuove. Le Acli chiedono interventi di sostegno e di formazione nel lavoro con la crisi Covid. Il servizio è di Giuseppe Manzo.
La pandemia ha avuto effetti non solo sulle dinamiche occupazionali ma anche sulla composizione stessa del mercato del lavoro e su interi settori produttivi. La crisi sanitaria ha impresso una spinta repentina verso l’evoluzione di alcuni settori con una conseguente richiesta di profili professionali nuovi. È quindi necessario agire in ottica previsiva per conoscere i fabbisogni occupazionali del tessuto produttivo e agire sul sistema formativo.
Sono queste le considerazioni finali delle Acli nell’Indagine conoscitiva sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro presentata alla Camera: la crisi ha reso più fragili lavoratori con fragilità nella fase pre-covid come migranti, donne, giovani e residenti al Sud.
400 milioni al welfare: l’impatto delle fondazioni bancarie durante la pandemia
Un buon impatto. Le fondazioni bancarie hanno erogato circa 400 milioni al welfare durante la pandemia. Questo è il dato nel Rapporto annuale e nonostante la crisi le erogazioni crescono: alla lotta alla povertà educativa 302 milioni in 5 anni.
Rincaro prezzi energia: rischio stangata per altri beni di consumo
Non solo energia. Ci sono altri beni di consumo che rischiano forti aumenti come quelli alimentari. Ascoltiamo il presidente di Federconsumatori Emilio Viafora.
Scuola inadatta per formare al lavoro: l’opinione degli italiani
Cambiare passo. Scuola e lavoro: per gli italiani la scuola è appena sufficiente, e inadatta per formare al lavoro. In metà del Paese, mismatch tra imprese e formazione professionale. È quanto emerge dai risultati di “Gli italiani e la scuola”, secondo report di #FragilItalia, l’osservatorio di AreaStudi Legacoop, nato dalla collaborazione con IPSOS e Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna.
Bitcoin, solo l’8% degli italiani userebbe la criptovaluta
Criptovaluta rischiosa. Cresciuta negli ultimi 6 anni la notorietà dei Bitcoin: ad oggi il 59% degli italiani dichiara di conoscerli, in aumento del 17% rispetto al 2015. Solo l’8% però sarebbe molto o abbastanza propenso a utilizzarli, perché percepiti come una realtà rischiosa per i traffici illegali. È quanto emerge da un sondaggio Swg.