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Si può fare di più


Al via a Ginevra il primo Forum globale sui rifugiati. Una conferenza, che si chiude domani, il cui obiettivo è trasformare il modo in cui il mondo risponde all’emergenza migratoria. L’Unhcr si appella ai Paesi più ricchi affinché contribuiscano a trovare soluzione partendo dal tema umanitario.

Nulla di fatto


La Cop25 è un mezzo fallimento: sul clima non si raggiunge l’accordo. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

“La comunità internazionale ha perso un’importante occasione per mostrare maggiore ambizione nel contrastare l’emergenza climatica”: sono le parole del segretario generale Onu Antonio Guterres a margine della COP25 di Madrid, conclusa con un sostanziale nulla di fatto. Nel corso della conferenza infatti, non sono state prese decisioni particolarmente rilevanti e non è stato trovato un compromesso su uno dei temi più delicati, cioè il meccanismo che in futuro dovrebbe permettere ai paesi più “green” di cedere la quota rimanente di gas serra ai paesi che inquinano di più. A porre un freno sui punti in programma sono stati prima di tutto gli interventi di Brasile e Stati Uniti: gran parte delle controversie dovranno ora essere risolte entro la prossima conferenza sul clima che si terrà a Glasgow nel 2020.

La guerra distrugge i nostri sogni


Se il conflitto in Yemen dovesse finire oggi, servirebbero almeno 20 anni per tornare ad un livello di insicurezza alimentare ritenuto “accettabile”. Sono i dati di un’analisi dell’International Rescue Committee che fotografa la situazione drammatica in cui soprattutto i bambini sono costretti a vivere. Ad oggi gli scontri hanno causato circa 90mila vittime.

Bavaglio ungherese


Il governo di Budapest ha ordinato all’agenzia di stampa nazionale di non diffondere notizie di Amnesty International e Human Right Watch. Un attacco alla libertà di informazione che suona come una censura da parte del presidente Orban; secondo le organizzazioni si tratta di “un atto indegno da parte di uno stato membro dell’Unione europea”.

Un mondo alla rovescia


Un Pianeta colpito dalla disuguaglianza climatica, i paesi ad alto reddito inquinano 44 volte di più rispetto ai Paesi poveri, il 10% più ricco è responsabile del 50% delle emissioni di Co2 dipendenti dai consumi. La denuncia di Oxfam. Ascoltiamo Elisa Bacciotti della ong. (sonoro)

Arrendersi mai


In Brasile continua la lotta delle famiglie contro i giganti dell’attività mineraria. Nel Nordest del Paese un gruppo di circa 300 famiglie costrette a convivere con la presenza di attività siderurgiche da 30 anni, denuncia gravi danni alla salute.

Mancanza di ossigeno


I cambiamenti climatici minacciano gli ecosistemi. La denuncia in una ricerca internazionale. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)

Il boia non si ferma


Quattordici Stati americani hanno espresso il loro sostegno alla decisione dell’amministrazione Trump di riprendere le esecuzioni capitali a livello federale la prossima settimana. Dopo una moratoria di 16 anni infatti, il governo degli Stati Uniti si era rivolto alla Corte Suprema per reintrodurre questa possibilità; in bilico ci sono le vite di sessantadue condannati.

Alla fame


In Sahel peggiora la crisi umanitaria, aggravata da conflitti e cambi climatici. Ascoltiamo Enrico Piano, funzionario del Programma alimentare mondiale nel Burkina Faso, il Paese con più criticità, in questo momento. (sonoro)

Pericolo di morte


Le vittime delle mine antiuomo nel 2019 sono state quasi 7mila in 50 paesi, per la maggior parte civili e bambini. Sono i dati del Rapporto della Campagna internazionale per il bando di questi ordigni e la Coalizione contro le bombe a grappolo. Ad oggi sono 33 gli stati che non hanno ratificato la Convenzione internazionale che ne proibisce l’utilizzo, tra cui spiccano Stati Uniti, Cina, India, Russia e Israele.