Mancano ancora quasi la metà delle risorse necessarie a finanziare il Fondo Globale e salvare milioni di vite. I Paesi ricchi chiudono gli occhi, Italia compresa. Ai nostri microfoni Elisa Bacciotti della ong Oxfam. (sonoro)
Tolleranza zero
La repressione delle proteste in Cile ha causato finora almeno 18 morti e 584 feriti. Amnesty International ha dichiarato di aver ricevuto centinaia di denunce di gravi violazioni dei diritti umani: dall’uso eccessivo della forza alle perquisizioni illegali, dalla tortura agli arresti, e ha lanciato una petizione per chiedere al presidente Sebastián Piñera di rispettare il dissenso pacifico.
Nel braccio della morte
In Iran novanta minori si trovano attualmente in questa condizione. Secondo un rapporto presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, le persone impiccate nel paese dall’inizio dell’anno sarebbero 173, tra cui due diciassettenni. Il regime di Teheran conta da solo più di un terzo di tutte le esecuzioni documentate nel mondo.
La tragedia dimenticata
In Yemen, ogni giorno, si muore anche per mancanza di acqua. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)
15 milioni di persone in Yemen non hanno acqua a sufficienza per bere, cucinare e lavarsi: una crisi che, come denunciato da Oxfam, è la diretta conseguenza dell’aumento esponenziale del prezzo del carburante, che rende sempre più difficile le operazioni di pompaggio e trasporto delle risorse idriche nei campi profughi dove vivono milioni di persone rimaste senza casa. Il paese, messo in ginocchio da un conflitto che dura da oltre quattro anni, si trova così di fronte all’ennesima emergenza. Restare senz’acqua pulita in Yemen, spiega Oxfam, “significa essere contagiati da malattie come il colera, che in meno di tre anni ha già colpito oltre 2 milioni di persone. Continuare a girarsi dall’altra parte è prima di tutto un crimine verso il popolo yemenita”.
Bottino di guerra
In Siria la situazione resta drammatica. Migliaia di persone costrette alla fuga. Famiglie separate e bambini sempre più in difficoltà. Come racconta Andrea Iacomini, portavoce di Unicef. (sonoro)
Alta tensione
Da oltre cinque settimane è in corso ad Haiti una violenta protesta contro il governo che ha già causato 19 morti e oltre 200 feriti. Nel paese, tra i più poveri al mondo, manca il carburante e cominciano a scarseggiare i generi alimentari. Secondo molte ong la situazione rischia di degenerare in una catastrofe umanitaria.
Meglio tardi che mai
Giornata storica per l’Irlanda del Nord dove i matrimoni gay e l’aborto sono diventati legali. Il via libera in seguito alla legislazione del parlamento britannico perché quello di Belfast è bloccato dal gennaio del 2017 per il mancato rinnovo della coalizione di unità nazionale tra la destra unionista protestante e la sinistra repubblicana cattolica.
Nessun luogo è sicuro
In Libia oltre un centinaio di rifugiati e migranti sono stati trasferiti dal centro di detenzione di Misurata a quelli di Zliten e Souq Al Khamees, considerati disumani da Unhcr e Medici Senza Frontiere. Secondo le organizzazioni, passare da una condizione di reclusione all’altra costringe queste persone ad un ciclo senza fine di disperazione e violenza.
Ad occhi chiusi
In Siria schiaccianti prove di crimini di guerra e di altre violazioni dei diritti umani da parte delle forze turche e dei gruppi armati loro alleati. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)
L’esercito turco ha compiuto “crimini di guerra” durante l’operazione militare contro i curdi nel nord-est della Siria: è la denuncia di Amnesty International che ha accusato l’esercito di Ankara di “vergognoso disprezzo per la vita dei civili” attraverso omicidi sommari, attacchi illegali e sodalizi con i prigionieri dell’Isis. Il dossier si basa sui racconti di diciassette testimoni diretti, tra cui personale medico, giornalisti e sfollati, e di registrazioni video. Secondo la ong, “Le informazioni raccolte forniscono prove schiaccianti di attacchi indiscriminati in aree residenziali, compresi attacchi a una casa, un panificio e una scuola, condotti dalla Turchia e dai gruppi armati siriani suoi alleati”.
Malati di inquinamento
Lo smog è responsabile di 372mila decessi prematuri nel Vecchio Continente. Sono i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente nel rapporto annuale sulla qualità dell’aria. L’Italia è il primo paese dell’Ue per morti da biossido di azoto e nel gruppo di quelli che sforano sistematicamente i limiti di legge per i principali inquinanti atmosferici. Il primato negativo delle città va a Torino, Parigi e Londra.