“Il futuro dell’Europa riparte dai sindaci”: questo l’appello per un manifesto condiviso che riaffermi i valori democratici e il rispetto dei diritti umani. Come sottolinea Ada Colau, prima cittadina di Barcellona. (sonoro)
Buoni cugini
Sulla crisi diplomatica tra Francia e Italia, le Acli dei due Paesi invitano all’unità in nome dell’Europa. L’appello dei due presidenti, Roberto Rossini e Maria Chiara Prodi: “A tre mesi dalle elezioni comunitarie vogliamo essere protagonisti di nuovi slanci e di futuro, non imbrigliati in paure del passato e incertezze sul presente”.
Una fiaccolata per padre Dall’Oglio
Questo pomeriggio in piazza Esquilino a Roma, associazioni, reti e semplici cittadini ricorderanno il gesuita, fondatore della Comunità di Mar Musa. In questi giorni voci e fonti giornalistiche internazionali ma non confermate parlano di una sua ipotetica esistenza in vita. Del sacerdote si è perso ogni contatto il 29 luglio del 2013, giorno del suo rapimento in Siria.
Il ritorno del boia
Dopo oltre 40 anni lo Sri Lanka pone fine alla moratoria sulla pena di morte. La decisione è stata annunciata dal presidente Maithripala Sirisena come misura per contrastare il narcotraffico, sull’onda della stretta repressiva adottata nelle Filippine da Rodrigo Duterte. Il primo ministro ha parlato di “scelta necessaria” alla quale le organizzazioni per i diritti umani non dovrebbero opporsi.
Uguaglianza di genere
Pari opportunità e diritti: nasce la rete italiana dell’European women alliance. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)
Si chiama European Women Alliance l’associazione fondata a Bruxelles, allo scopo di lavorare sulla costruzione di alleanze per raggiungere obiettivi fondamentali sull’eguaglianza di genere.
La rete italiana verrà lanciata domani con la convinzione che l’accesso delle donne al lavoro, all’economia e alla partecipazione politica, siano essenziali per il progresso dell’Unione europea.
L’organizzazione dunque nasce con l’obiettivo di contribuire attivamente alla rimozione delle barriere che impediscono il pieno sviluppo delle donne nella vita pubblica e privata ed affermare la partecipazione femminile nei processi decisionali europei.
Sos Filippine
Nel paese asiatico è in corso un’epidemia di morbillo. Il focolaio ha provocato la morte di 50 persone, nel maggior parte bambini e c’è preoccupazione per i due milioni e mezzo di minori non vaccinati. Per evitare il dilagare del contagio, il governo ha avviato una campagna informativa sull’importanza dell’immunizzazione. Negli ultimi anni molte famiglie filippine hanno deciso di non vaccinare i propri figli in seguito ad alcuni decessi legati al vaccino contro la febbre dengue. Il ministro della Salute Francisco Duque ha detto che «è in corso un’epidemia e i casi sono aumentati sempre di più nelle scorse settimane. Dobbiamo aumentare il controllo e dire alle madri e agli operatori sanitari di essere più vigili».
Cartellino rosso
A meno di quattro anni dall’inizio dei mondiali di calcio del 2022 in Qatar, un nuovo rapporto di Amnesty International evidenzia come il Paese stia venendo meno all’impegno di porre fine al massiccio sfruttamento di lavoratori migranti. Nonostante gli impegni presi infatti, molte persone subiscono limitazioni della libertà personale e sono vittime di violazioni dei diritti umani.
A settembre 2018, Amnesty aveva denunciato il caso della Mercury MENA, un’azienda ingegneristica impegnata nella costruzione delle infrastrutture per i mondiali.
L’azienda ha tratto vantaggio dal sistema dello “sponsor” per sfruttare decine di lavoratori migranti.
L’azienda non ha versato migliaia di dollari in stipendi e versamenti pensionistici, mandando in rovina numerosi lavoratori migranti provenienti dall’Asia.
Successivamente era emerso che sui 34 ex lavoratori nepalesi della Mercury Mena, la blanda normativa sul lavoro in vigore in Nepal abbia contribuito al loro sfruttamento. Le agenzie di reclutamento al servizio della Mercury MENA hanno illegalmente chiesto ingenti versamenti ai lavoratori, che sono stati così costretti a chiedere prestiti ad elevato interesse, contraendo debiti per saldare i quali si sono rassegnati a lavorare in condizioni di sfruttamento. Alcuni lavoratori hanno dovuto vendere le loro terre o ritirare i figli da scuola.
Sulla base del sistema dello sponsor, che rimane fermamente in vigore nonostante le parziali riforme, i lavoratori ancora oggi non possono cambiare occupazione senza il permesso dei loro datori di lavoro. In caso contrario rischiano di incorrere nel reato di “clandestinità” e di vedersi confiscare il passaporto.
Il salario minimo temporaneo è appena poco superiore ai 200 dollari e i nuovi tribunali istituiti per esaminare le controversie sul lavoro, tra cui il mancato versamento dello stipendio, sono sommersi dalle denunce, col risultato che centinaia di lavoratori migranti sono tornati a casa senza risarcimento né giustizia.
Le lavoratrici e i lavoratori domestici, nel frattempo, sono ancora obbligati a chiedere il “permesso di uscita” per lasciare il Paese. La legge introdotta nel 2017 a tutela del lavoro domestico è assai debole ed è causa di ricorrenti violazioni dei diritti umani.
i lavoratori non possono cambiare occupazione senza il permesso dei loro datori di lavoro, rischiando di incorrere nel reato di “clandestinità”. Il salario minimo temporaneo è di poco superiore ai 200 dollari Le lavoratrici e i lavoratori domestici, nel frattempo, sono ancora obbligati a chiedere il “permesso di uscita” per lasciare il Paese. La legge introdotta nel 2017 a tutela del lavoro domestico è assai debole ed è causa di ricorrenti violazioni dei diritti umani.
Nel novembre 2017 il Qatar aveva firmato un accordo con l’Organizzazione internazionale del lavoro per rivedere le sue leggi e porle in linea con gli standard internazionali.
Qua la mano
È stato firmato l’accordo per la pace in Repubblica Centrafricana tra il governo e i gruppi armati che controllano il territorio. Il Paese, tra i più poveri al mondo, è in guerra dal 2013. Secondo il Commissario dell’Unione Africana che ha partecipato ai colloqui, l’intesa raggiunta “permetterà di avviarsi sulla strada della riconciliazione, della concordia e dello sviluppo”.
Principio democratico
Né con Guaidò né con Maduro, i venezuelani hanno il diritto di scegliere il proprio governo attraverso libere elezioni. Per diversi osservatori internazionali gravi le ingerenze e le pressioni esterne, a partire dall’embargo imposto dagli Stati Uniti su farmaci e sistema finanziario. Ai nostri microfoni Sergio Bassoli della Rete della Pace. (sonoro)
Alla deriva
In un rapporto la ong Oxfam punta il dito sulle politiche internazionali dei flussi migratori. Il servizio di fabio Piccolino. (sonoro)
“L’Italia e l’Europa hanno scavalcato il diritto internazionale, prevaricando i diritti umani dei migranti”: è l’accusa che arriva da Oxfam Italia e Borderline Sicilia che attraverso un Rapporto pubblicato in questi giorni, analizzano la strategia messa in atto dal nostro paese e dall’Unione Europea nella gestione dei flussi migratori. Secondo Borderline Sicilia, “è gravissimo che alla luce degli innumerevoli rapporti internazionali che hanno denunciato la mancanza del rispetto dei diritti umani in Libia, l’Italia e l’Europa perseverino in politiche che saranno ricordate dalla storia come un crimine contro l’umanità”. Secondo Oxfam Italia “È necessaria un’inversione di rotta, verso l’attuazione di politiche di aiuto e cooperazione improntate al rispetto dei diritti umani e alla costruzione di un ambiente sicuro in Libia e in Europa”.