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Matrimonio gay, sì in Slovenia


gay_marriageLe coppie gay potranno sposarsi in Slovenia: il parlamento di Lubiana infatti ha approvato la  legge che equipara le unioni delle coppie omosessuali a quelle delle coppie eterosessuali. Si tratta dell’undicesimo paese europeo e il ventunesimo nel mondo a varare una norma che consente le unioni tra persone dello stesso sesso.
Il nuovo decreto prevede anche la possibilità di adozione dei bambini: la legge  è stata proposta dal partito d’opposizione della Sinistra Unita e ha avuto l’appoggio del partito centrista e da quello socialdemocratico.
Durante la firma in Parlamento tuttavia, duemila persone hanno manifestato la loro contrarietà al matrimonio gay, annunciando l’intenzione di promuovere una raccolta di firme per un referendum abrogativo della norma.

Senza fine


Le vittime della crisi ucraina hanno superato le seimila unità: lo afferma l’Alto commissariato Onu per i diritti umani, in un rapporto che prende in esame la situazione dall’inizio delle ostilità, meno di un anno fa. Nel dossier si parla di “spietata devastazione di vite civili e infrastrutture”, che ha colpito in particolare donne, bambini e anziani.

Passo falso


Continua a far discutere nel mondo dell’associazionismo e della cooperazione internazionale il doppio voto, contrastante, del parlamento italiano sul riconoscimento dello Stato della Palestina. Il servizio di Fabio Piccolino.

Così non va


Il Consiglio d’Europa bacchetta l’Italia. Secondo la Commissione antirazzismo nel nostro Paese mancano adeguata assistenza per i richiedenti asilo e un programma di reinserimento per i rom espulsi dai campi. E sono ancora troppo limitati i poteri dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni.

Senza tregua


In Ucraina gli ospedali sono allo stremo. L’associazione Zaporuka, assieme all’italiana Soleterre, lancia l’allarme per i bambini malati di tumore. Nosocomi chiusi e senza medici all’est, sfollati interni e reparti pieni di richieste d’aiuto a Kiev. In tutto il Paesi, farmaci che mancano, prezzi alle stelle, corruzione e borsa nera.

Vergognosa e inefficace


È la risposta globale alle atrocità dei gruppi armati secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International. Il servizio è di Fabio Piccolino.
Il 2014 è stato un anno nero per i diritti umani. Lo rivela il rapporto di Amnesty International che prende in esame la situazione di 160 paesi nel mondo: in almeno 35 di questi, i gruppi armati hanno commesso crimini contro i civili, abusi, persecuzioni e discriminazioni.
La presentazione del dossier è anche l’occasione per sottolineare l’inefficacia delle risposte della comunità internazionale, e sollecitare i leader mondiali ad agire con urgenza.
Secondo Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, “i governi devono finirla di affermare che la protezione dei civili è al di là dei loro poteri e devono invece contribuire a porre fine alla sofferenza di milioni di persone, avviando un cambiamento fondamentale nel modo di affrontare le crisi nel mondo”

Sos Libano


Sono migliaia i bambini che vivono per strada, vittime dell’esclusione sociale, della vulnerabilità delle famiglie e dell’incremento della criminalità. A raccontarlo è uno studio dell’Organizzazione internazionale del lavoro, Unicef e Save the Children. Ad aggravare la situazione, l’arrivo nel Paese di oltre un milione di profughi siriani.

Dramma balcanico


Medici senza Frontiere denuncia la situazione dei rifugiati e richiedenti asilo in Serbia, costretti a condizioni disumane. Il servizio è di Fabio Piccolino.

Abbandonati nelle foreste o in edifici fatiscenti, sotto i colpi del gelido inverno. E’ il destino di molti richiedenti asilo, giunti in Serbia dopo aver rischiato la vita per arrivare nel vecchio continente.
Con il sogno di raggiungere l’Europa del nord, lo scorso anno  sono arrivati nel paese balcanico in circa 16.500 tra rifugiati e migranti. Per trovare protezione e  sfuggire alle  terribili condizioni di accoglienza di Grecia e Bulgaria, sono dovuti ricorrere a vie illegali e reti di trafficanti, abbandonati a loro stessi in attesa dei documenti.
A raccontarlo è Medici Senza Frontiere, che chiede alle autorità serbe e agli stati membri dell’Unione Europea di garantire a queste persone aiuto e protezione.

Vecchio e povero continente


In Europa una persona su tre vive in uno stato di indigenza relativa. Lo sottolinea il rapporto di Caritas sull’impatto della crisi. Sono oltre 122 milioni a rischio esclusione sociale. A passarsela peggio gli Stati affacciati sul Mediterraneo.

Sos Yemen


Il programma alimentare delle Nazioni Unite lancia l’allarme per la situazione nel Paese asiatico. Già prima della crisi politica che ha portato alle dimissioni del presidente Mansur Hadi più del 40% degli abitanti viveva una condizione di insicurezza alimentare, di cui 5 milioni in maniera grave. Il rischio è una crisi umanitaria.