Medici senza Frontiere denuncia la situazione dei rifugiati e richiedenti asilo in Serbia, costretti a condizioni disumane. Il servizio è di Fabio Piccolino.
Abbandonati nelle foreste o in edifici fatiscenti, sotto i colpi del gelido inverno. E’ il destino di molti richiedenti asilo, giunti in Serbia dopo aver rischiato la vita per arrivare nel vecchio continente.
Con il sogno di raggiungere l’Europa del nord, lo scorso anno sono arrivati nel paese balcanico in circa 16.500 tra rifugiati e migranti. Per trovare protezione e sfuggire alle terribili condizioni di accoglienza di Grecia e Bulgaria, sono dovuti ricorrere a vie illegali e reti di trafficanti, abbandonati a loro stessi in attesa dei documenti.
A raccontarlo è Medici Senza Frontiere, che chiede alle autorità serbe e agli stati membri dell’Unione Europea di garantire a queste persone aiuto e protezione.
Vecchio e povero continente
In Europa una persona su tre vive in uno stato di indigenza relativa. Lo sottolinea il rapporto di Caritas sull’impatto della crisi. Sono oltre 122 milioni a rischio esclusione sociale. A passarsela peggio gli Stati affacciati sul Mediterraneo.
Sos Yemen
Il programma alimentare delle Nazioni Unite lancia l’allarme per la situazione nel Paese asiatico. Già prima della crisi politica che ha portato alle dimissioni del presidente Mansur Hadi più del 40% degli abitanti viveva una condizione di insicurezza alimentare, di cui 5 milioni in maniera grave. Il rischio è una crisi umanitaria.
L’inutile guerra
Le associazioni pacifiste e disarmiste italiane fanno fronte comune per dire no ad un intervento militare in Libia. Il servizio è di Fabio Piccolino.
“La guerra non è la soluzione per la Libia”: è il grido unanime che arriva da Rete della Pace, Campagna Sbilanciamoci e Rete Italiana per il Disarmo dopo le notizie delle ultime ore su un possibile intervento nel paese nordafricano.
Fermare la violenza è possibile costruendo una politica fondata sul rispetto dei diritti umani, dell’autodeterminazione dei popoli, del diritto internazionale, dello sviluppo sostenibile e della giustizia sociale. Secondo le organizzazioni pacifiste è necessario che il governo italiano promuova una soluzione reale del conflitto in Libia che coinvolga le popolazioni e che metta in campo le forze diplomatiche.
Occorre inoltre che si realizzi il blocco dei flussi finanziari e delle forniture di armamenti a sostegno dell’Isis.
Fuga dalle responsabilità
L’Unione europea propone quote fisse per ogni Paese in cui possono entrare i richiedenti asilo. Proposta non condivisa dal direttore del Consiglio italiano per i rifugiati, Christopher Hein. Ai nostri microfoni
World press freedom
Il rapporto sulla libertà di stampa nel mondo vede arretrare l’Italia di 24 posizioni. Il servizio è di Fabio Piccolino.
Reporter senza Frontiere ha stilato la classifica della libertà di stampa nel mondo e la situazione sembra essere peggiorata in due terzi dei 180 paesi censiti.
Il 2014 è stato un anno nero per i giornalisti: 85 sono stati uccisi, 800 arrestati, 168 sequestrati.
Tra i criteri di valutazione del rapporto c’è la relazione tra giornalismo e potere e le difficoltà contro cui i reporter devono cimentarsi, come la narrazione nelle zone di guerra.
I paesi più liberi si confermano Finlandia, Norvegia e Danimarca, mentre la maglia nera va a Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea.
L’Italia precipita al settantatreesimo posto, mai così in basso: a pesare, per il nostro paese, le minacce mafiose e i procedimenti per diffamazione ingiustificati.
World Radio Day
Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Radio, proclamata dall’Unesco, e dedicata quest’anno al rapporto fra i giovani e il mezzo radiofonico. Tanti i temi in campo, dalla partecipazione all’eliminazione degli stereotipi e dei pregiudizi, dal rapporto con le nuove tecnologie alla sicurezza dei giornalisti nelle zone di conflitto.
Monuments Men
Salvare il patrimonio artistico della Siria: è l’obiettivo di un gruppo di studiosi ed archeologi. Ogni giorno rischiano la vita per mettere in salvo antichità e monumenti da danneggiamenti e saccheggi in un Paese devastato da una guerra che ha distrutto tutto e ha già causato oltre 200 mila morti.
In cerca di pace
Oltre 5000 morti, un milione e mezzo di sfollati, città distrutte.
L’Ucraina vive da tempo una tragedia senza precedenti. Molte ong provano a portare aiuti umanitari ma il Paese è in ginocchio.
Ai nostri microfoni, l’appello di Gabriele Eminente, direttore generale di Medici senza frontiere
Allarme rosa
Il Perù è il Paese latinoamericano con il tasso più alto di violenze sessuali. L’attribuzione di inferiorità nei confronti delle donne resta alto in molti settori della società. A partire dal mondo del lavoro dove guadagnano il 30% in meno rispetto agli uomini che svolgono la stessa occupazione.




