La più grande epidemia di Ebola della storia. E’ quella che si sta consumando in diversi paesi dell’Africa occidentale. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, da gennaio i morti sono 672 e i casi accertati più di 1200; Guinea, Liberia e Sierra Leone i paesi fino ad oggi coinvolti. Una malattia terribile, per cui non esiste cura.
La Liberia cerca di correre ai ripari: scuole chiuse, 30 giorni di ferie obbligatorie per i dipendenti statali “non essenziali”, disinfestazione di tutti gli uffici pubblici, messa in quarantena delle comunità colpite.
In Sierra Leone chiusi i teatri, i cinema e i bar e rinviati a fine agosto gli esami pubblici di terza media previsti a luglio.
Ma cresce il panico e la paura che la malattia possa espandersi ancora: il 22 luglio un uomo liberiano è morto a Lagos, in Nigeria. La paura della diffusione dell’epidemia anche in Nigeria ha fatto scattare l’allarme delle autorità, con una stretta sui controlli per i voli i partenza dalle zone a rischio.
Secondo il direttore delle operazioni di Medici senza frontiere, Bart Janssens, “se la situazione non migliora abbastanza rapidamente, c’è il rischio reale di vedere nuovi Paesi colpiti”.
L’Unione europea ha stanziato altri due milioni di euro per fronteggiare la crisi sanitaria.
Inferno Gaza
Nuova strage di civili nel Nord del Paese. Le bombe israeliane hanno distrutto un’altra scuola dell’Onu usata come rifugio per gli sfollati: ventitré le vittime, che si aggiungono alle oltre 1300 dall’inizio del conflitto. Dalla Striscia la testimonianza di Meri Calvelli, dell’associazione Cooperazione e solidarietà.
Disfunzionale e anticostituzionale
È quanto deliberato dal giudice federale della California in merito allo strumento della pena di morte che dal 1978 ha giustiziato nello stato americano più di 900 persone. Una decisione importante che potrebbe decretare la fine delle esecuzioni capitali.
Nuovi muri
In Bulgaria le autorità nazionali hanno eretto trenta chilometri di filo spinato in corrispondenza del confine turco. Nelle intenzioni del governo una misura dissuasiva per arginare il flusso di migranti provenienti principalmente dalla Siria. Il provvedimento si è guadagnato le critiche delle associazioni umanitarie e dell’Onu.
Viaggio di speranza
È arrivata in Italia Meriam, la donna sudanese condannata a morte per apostasia, in quanto sposata ad un uomo cristiano in un Paese musulmano. Arrestata all’ottavo mese di gravidanza, ha partorito in carcere ed è stata liberata a seguito della forte mobilitazione internazionale. Vilma Nicolini, responsabile Osservatorio pari opportunità dell’Auser.
Senza pietà
A Gaza l’esercito israeliano ha distrutto La Terra dei Bambini. Il centro polifunzionale, che oltre all’asilo per 130 bimbi, comprendeva un ambulatorio pediatrico e una mensa comunitaria per le famiglie più povere, è stato completamente raso al suolo. A gestirlo una ong milanese Vento di Terra. Sabina Facchi, una delle responsabili del progetto.
Imbavagliati
Sette blogger e tre giornalisti sono detenuti da tre mesi in Etiopia con l’accusa di terrorismo. I reporter avevano criticato il governo dalle colonne del blog Zone 9. Secondo Human Rights Watch si tratta di un “uso abusivo della legge antiterrorismo con l’intento di soffocare la libertà di espressione e di mettere a tacere le dissidenze”.
Sete di pace
Sete di pace. Continua senza sosta l’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza. Agli oltre 500 morti e 3600 feriti, si aggiunge una drammatica situazione umanitaria: la mancanza di acqua. Da Gerusalemme, la testimonianza di Marco Trinchelli, cooperante della ong Oxfam.
Bambini-lavoratori in Bolivia: è legge
E’ entrata in vigore in Bolivia la legge che autorizza il lavoro minorile dall’età di dieci anni, riducendo ulteriormente il precedente limite, fissato a 14.
La Legge 548, secondo il governo, servirà ad abbattere la povertà del paese consentendo il lavoro in proprio fra i 10 e i 12 anni, vincolato al contesto familiare, ma anche il lavoro dipendente fra i 12 e i 14 anni, con l’autorizzazione dei genitori, e quello fra i 14 e i 18 nel rispetto di tutti i diritti lavorativi.
La nroma prevede tuttavia che i bambini potranno lavorare dall’età di 10 anni a condizione che non sospendano gli studi.
Secondo l’Unicef, in Bolivia ci sono 850.000 i bambini fra i 5 e i 17 anni impiegati in attività lavorative, soprattutto nei contesti più poveri.
La maggioranza sono indios che vivono nelle zone rurali e sono impiegati principalmente nelle piantagioni di canna da zucchero o in miniera.
Senza acqua, luce e gas
Senza acqua, luce e gas. È il trattamento riservato a sciiti, curdi e cristiani da parte degli estremisti sunniti dell’Isil, che stanno prendendo il controllo di zone sempre più vaste dell’Iraq. Insieme alle violenze, cresce anche il numero degli sfollati e dalle ong arriva il grido d’allarme: siamo di fronte ad un’emergenza umanitaria.