Tra il 2011 e il 2013 sarebbero stati uccisi dai bracconieri tra i 480 e i 900 elefanti in Mozambico. A rivelarlo è un’indagine commissionata dal WWF-Mozambico attraverso una ricognizione aerea.
L’abbattimento degli animali è strettamente connesso al commercio illegale di avorio e all’esportazione del prezioso materiale in Asia, specie in Thailandia e Cina, dove viene utilizzato a scopo ornamentale.
Secondo Colman O’Criodain, esperta di commercio di fauna e flora del WWF internazionale, “il Mozambico è uno dei principali teatri del massacro di elefanti e di transito di avorio in Africa , oltre che importante area di stoccaggio per il transito e l’esportazione di corno di rinoceronte per i mercati asiatici”.
Le conseguenze di questa allarmante situazione sono spiegate chiaramente da Isabella Pratesi, Direttore Programmi di Conservazione Internazionali del WWF Italia: “Se i governi coinvolti non mettono in piedi delle forti misure di controllo e repressione del bracconaggio rischiamo nell’Africa subsariana una nuova strage di elefanti, simile a quella che negli ultimi 10 anni ha portato a perdere il 62% degli elefanti di foresta nell’Africa centrale”.
Si cambia
Si cambia. Il Senato ha approvato il progetto di riforma della Cooperazione internazionale. Tra le novità, l’attribuzione della responsabilità politica al ministero degli Affari esteri e l’istituzione di un’apposita Agenzia per la cooperazione allo sviluppo. Il testo passerà ora all’esame della Camera.
Mai più
Mai più. Oggi è la Giornata internazionale contro la tortura; sono 141 i paesi nel mondo dove vengono ancora applicati trattamenti inumani e degradanti. E a Roma si è svolto questa mattina l’incontro organizzato dalla Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale dove sono stati presentati i risultati di un progetto transnazionale per la riabilitazione delle vittime di tortura, sostenuto dalla Commissione Europea.
Senza pace
Senza pace. Libertà di informazione in pericolo in Egitto, dopo l’arresto di tre giornalisti. Il servizio di Fabio Piccolino.
Fuori controllo
Fuori controllo. Medici senza Frontiere definisce ormai critica l’epidemia di Ebola che sta coinvolgendo l’Africa Occidentale. Guinea, Sierra Leone e Liberia hanno registrato infatti un aumento dei decessi ed è sempre più necessario un intervento risolutivo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i morti sarebbero fino ad ora 330.
Diritti globali
Diritti globali. Il Lussemburgo ha varato una nuova legge che permette alle coppie omosessuali non solo di sposarsi ma anche di adottare bambini. Si tratta dell’undicesimo Paese europeo in cui vengono autorizzati i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Obiettivo inclusione
Obiettivo inclusione. Oggi è la giornata internazionale del rifugiato e richiedente asilo. Nel mondo sono oltre 45 milioni le persone che, solo lo scorso anno, sono state costrette a mettersi in fuga dai loro Paesi a causa di guerre e persecuzioni. In crescita i bambini non accompagnati. Ai nostri microfoni Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr.
Autistic Pride Day
Autistic Pride Day. Arriva anche in Italia la giornata internazionale dell’orgoglio autistico. A Roma un aperitivo accompagnato da proiezioni e dibattito per celebrare la neurodiversità. Ai nostri microfoni Erika Becerra, una delle organizzatrici dell’evento.
Usa, riprendono le esecuzioni
Negli Stati Uniti ripartono le esecuzioni capitali dopo la sospensione imposta dalla Corte Suprema in seguito al caso di Clayton Lockett, condannato in Oklahoma lo scorso 29 aprile e morto dopo atroci sofferenze a causa del cocktail di farmaci somministrati per l’esecuzione.
La prima condanna è stata eseguita in Georgia, e nel giro di 24 ore, hanno ripreso anche in Florida e Missouri.
La vicenda di Clayton Lockett aveva riacceso il dibattito sulla pena di morte negli Stati Uniti; molte associazioni, tra cui Amnesty International, avevano inoltre manifestato più di una perplessità sull’utilizzo di alcuni farmaci in combinazioni non sperimentate, che come dimostrato dal caso di Lockett, impongono al condannato dolorose agonie.
Rana Plaza, primi imputati per il crollo in Bangladesh
17 persone sono state accusate in Bangladesh di aver violato i regolamenti relativi alle costruzioni nella realizzazione del Rana Plaza, alla periferia di Dhaka, il cui crollo, il 24 aprile dello scorso anno, è costato la vita a 1.129 persone, per lo più lavoratori tessili.
Queste denunce rappresentano, dopo oltre un anno, un primo passo verso un accertamento delle responsabilità del crollo.
L’edificio era stato originariamente concepito come un complesso commerciale di sei piani, ma è stato trasformato in una fabbrica tessile di dieci livelli senza rispettare le regole di costruzione, né adottare le misure necessarie alla stabilità del palazzo, reso più pesante dai macchinari e dei generatori.
Le persone accusate rischiano un massimo di sette anni di carcere per aver violato le normative sulle costruzioni.
Tra gli indagati non risulta Sohel Rana, proprietario dello stabile, poiché il suo nome non appare in nessuno dei documenti.
La tragedia del Rana Plaza aveva fatto luce sulle misure di sicurezza delle fabbriche tessili del Bangladesh e sulla drammatica condizione dei lavoratori.