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Sei milioni di rifugiati in America Latina


bogotaCrescono i rifugiati in America Latina.
Secondo i dati dell’Onu e del Consiglio Norvegese per i Rifugiati (CNR), sono circa 6 milioni le persone in fuga.
Un fenomeno che riguarda principalmente la Colombia, a causa degli scontri armati tra governo e guerriglia, ma anche Messico e Honduras, vittime del crimine organizzato.
Nel caso della Colombia, i dati parlano del il 12% della popolazione nazionale che fugge dai membri della guerriglia e dalle forze di sicurezza nazionali, per non rimanere vittima degli scontri armati, e per proteggersi dagli abusi sessuali, dall’arruolamento forzato di minori e dalle mine antiuomo.
In Honduras e Messico, la criminalità organizzata esercita un controllo sul territorio, facendo pressioni sulle comunità locali affinchè lascino le loro case.

Stop alla tortura


Stop alla tortura. Amnesty international lancia una campagna contro una pratica che coinvolge sempre più Paesi al mondo. Riccardo Noury, portavoce della ong

La fragile pace del Sud Sudan


sudsudanElezioni rinviate per permettere ai ribelli e alle forze governative di raggiungere la riconciliazione. E’ uno degli effetti dell’accordo di pace raggiunto in Sud Sudan, in conflitto dallo scorso mese  di dicembre.
Una tregua fragile per una guerra crudele: l’Onu ha accusato entrambe le parti di crimini contro l’umanità, tra cui omicidi di massa e stupro di gruppo.
I combattimenti di questi mesi hanno provocato decine di migliaia di morti e oltre un milione di sfollati.
La pace siglata ad ddis Abbeba è uno spiraglio di luce: occorre ripartire da qui per rimettere insieme le macerie e attivare i corridoi umanitari, garantendo aiuti in tutto il paese.

Alla sete


Alla sete. Aleppo è senza acqua potabile da più di una settimana. L’erogazione nella città siriana è stata interrotta da un gruppo di miliziani come ritorsione contro il regime di Assad. Una scelta che la popolazione civile, già duramente provata dai bombardamenti, sta pagando a caro prezzo. Il rischio adesso è quello di una catastrofe umanitaria.

Proteste in Cina contro l’inceneritore


wasteProteste in Cina contro la costruzione di un inceneritore nella città di Hangzhou, tanto che le autorità hanno dichiarato che il progetto non andrà avanti senza il consenso della popolazione locale.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in molte città della Cina il tasso di inquinamento è ben oltre i livelli consentiti.
Ma sono sempre di più i cittadini cinesi sono consapevoli dell’impatto ambientale dell’inquinamento, come conseguenza  della rapida industrializzazione del paese e della crescita economica.
Quello dell’inceneritore di  Hangzhou non è un caso isolato: il mese scorso, diciotto persone sono state arrestate  dopo le manifestazioni contro un impianto chimico in Maoming , nella provincia meridionale del Guangdong.

Un nuovo inizio


Un nuovo inizio. La Biblioteca Nazionale di Sarajevo torna a splendere. Sono passati 22 anni infatti dal rogo che la distrusse nel 1992 durante la guerra, provocando danni inestimabili: furono migliaia i manoscritti e i libri antichi, perduti per sempre. Oggi la riapertura dell’edificio è un messaggio di pace e di riconciliazione.

I conti con la storia


I conti con la storia. Venticinque anni dopo la strage di piazza Tienanmen, la questione dei diritti umani in Cina è un tema tutto da affrontare. Il servizio di Fabio Piccolino.

Intersos: preoccupazione per Sud Sudan e Repubblica Centrafricana


desertGli operatori umanitari di Intersos impegnati in Sud Sudan e Repubblica Centrafricana, denunciano le atrocità ai danni della popolazione civile, esprimendo preoccupazione per la situazione dei due paesi africani.
Situazioni diverse ma analoghe nel dramma umanitario, destinato inevitabilmente a peggiorare senza un intervento risolutivo.
Secondo Marcelo Garcia dalla Costa, Coordinatore Unità Programmi Intersos, “la responsabilità della protezione dei propri civili ricade sullo Stato, ma in Sud Sudan e in Repubblica Centrafricana, così come in altri conflitti in corso con catastrofiche conseguenze umanitarie, le parti belligeranti hanno perso la misura delle conseguenze delle loro azioni. Hanno perso la consapevolezza dei danni collaterali dei loro interventi, hanno perso il controllo delle azioni di gruppi miliziani a loro associati, degli obiettivi delle loro azioni aprendo la strada a violenza dilagante che non risparmia o addirittura prende come obiettivo donne, anziani e bambini con frequenza allucinante. In tali situazioni, solo l’attenzione e l’azione della comunità internazionale possono essere determinanti. La comunità internazionale deve essere convinta e risoluta a trovare e imporre la soluzione agli elementi che alimentano le violenze e l’odio e deve agire distinguendo, caso per caso, l’impatto immediato della propria azione dalle sue conseguenze future”.

Brasile, verso i Mondiali tra le proteste


Il 12 giugnobrasil2014 ci sarà il calcio d’inizio dei Mondiali di calcio in Brasile.
A poco più di un mese dall’inizio della manifestazione però, il clima nel paese non è affatto sereno.
Le forze dell’ordine infatti stanno cercando di pacificare la situazione delle favelas, ma sono in molti a denunciare un uso eccessivo e indiscriminato della violenza.
A gettare benzina sul fuoco ci sono poi le proteste contro gli sprechi di denaro pubblico nell’organizzazione della manifestazione.
Per richiamare l’attenzione sulla disuguaglianza sociale che accompagna il mondiale brasiliano, il Movimento dei Lavoratori Senza Terra ha occupato un terreno nei pressi dello stadio di San Paolo, costato un miliardo di dollari.

Senza futuro


Senza futuro. Finlandia, Norvegia e Svezia sono i Paesi del mondo dove salute, istruzione e condizioni sociali garantiscono il benessere alle mamme e ai loro figli. E’ il Rapporto di Save the Children sullo stato delle Madri nel Mondo. Drammatica la situazione dell’Africa sub-sahariana, dove le percentuali di decessi per parto e di mortalità entro i cinque anni sono ancora troppo alte.