Barbarie senza fine. In Afghanistan si torna a parlare di lapidazione: il ministero della Giustizia infatti sta valutando una proposta di legge che re-introdurrebbe la pena, barbaro simbolo del regime talebano, per le donne ma anche per gli uomini accusati di adulterio. Human Rights Watch ha definito questa ipotesi assolutamente scioccante.
Aiutare è bello. Per due cittadini europei su tre la lotta contro la povertà nei Paesi in via di sviluppo dovrebbe essere una delle principali priorità dell’Unione. È uno dei principali dati emersi dal sondaggio Eurobarometro e pubblicato in occasione delle Giornate europee dello sviluppo in corso a Bruxelles.
Cure solidali. Sono oltre 20 milioni i bambini che devono essere curati in Siria e nei paesi vicini contro la poliomelite. Per fermare l’epidemia è in corso la più grande campagna di vaccinazione mai organizzata in Medio Oriente. A promuoverla è l’Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con l’Unicef.
Rimetterci le penne. È sempre più difficile fare il giornalista nel continente latinoamericano. Secondo Reporters without Borders i governi appaiono più populisti e autoritari, il crimine organizzato sta espandendo i suoi interessi in tutti i settori dell’economia e chi dà fastidio con inchieste scomode è messo a tacere. Quest’anno sono almeno venti i cronisti uccisi. Ecuador, Perù e Messico i paesi più a rischio.
Un brutta aria. 19 ong hanno deciso di lasciare la conferenza sul clima in corso a Varsavia. Troppi i nodi non risolti, troppe le parole che non si traducono mai in fatti. Da qui l’abbandono dei lavori. Il servizio di Fabio Piccolino.
Diritti alle urne. In Honduras si è chiusa la campagna elettorale, in vista del voto di domenica, il primo dopo il golpe del 2009. Ma la situazione nel paese centroamericano è tutt’altro che tranquilla: frequenti sono i casi di persecuzioni, intimidazioni e aggressioni e l’omofobia resta molto radicata. Amnesty ha scritto ai candidati chiedendo di impegnarsi contro la violenza dilagante e le violazioni dei diritti umani.
Finalmente liberi. Sarà rilasciato su cauzione l’attivista italiano di Greenpeace Cristian D’Alessandro. Insieme al ragazzo napoletano, il tribunale di San Pietroburgo ha scarcerato anche altre dieci persone delle trenta che, due mesi fa, furono arrestate dalla polizia russa dopo una dimostrazione pacifica contro le trivellazioni nell’Artico.
La deforestazione dell’Amazzonia è cresciuta del 28% rispetto allo scorso anno. L’allarme è del ministro all’ambiente brasiliano Izabella Teixeira, che punta il dito sul disboscamento illegale. Secondo la ong Imazon tuttavia, le ragioni vanno ricercate nel nuovo Codice forestale troppo permissivo, che ha ridotto le aree protette e aumentato il rischio di speculazione.
Mettici la firma. Greenpeace Italia lancia un appello al premier Letta affinché chieda la liberazione dei 28 attivisti e due freelance detenuti da due mesi nelle carceri russe per aver cercato di difendere pacificamente l’Artico dalle trivellazioni di Gazprom. Tra questi c’è anche un italiano: Cristian D’Alessandro. Sentiamo Cristiana De Lia, della ong.
Canada ed India hanno deciso di boicottare la riunione del Commonwealth che si apre oggi in Sri Lanka per costringere il governo del paese asiatico a fare luce sulle violazioni dei diritti umani durante l’ultima guerra civile che ha causato la morte di oltre centomila persone. Sotto accusa anche la libertà di stampa, l’indipendenza della magistratura e la sicurezza delle minoranze.
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