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Tagli alle armi


La proposta di riforma della Difesa, annunciata dal ministro Di Paola, non convince l’associazionismo italiano. Il giudizio di Guido Barbera, responsabile solidarietà e cooperazione Cipsi: “è un po’ un fumo negli occhi nel senso che non affrontano veramente una riforma della difesa italiana e non c’è quel rigore che abbiamo visto in altre parti, anche nel rifiuto verso le Olimpiadi qui a Roma, di attenzione e di reinvestimento soprattutto nel sociale, nella solidarietà del nostro paese. Il popolo è sovrano e mi pare che la crescente manifestazione di una volontà dei cittadini italiani di avere meno armi, di avere meno investimenti nei cacciabombardieri e nell’esercito sia palese”.

Senza pace


Con un nuovo rapporto sulla Libia, reso pubblico ad un anno dall’inizio della rivolta, Amnesty International ha denunciato che le milizie armate continuano a commettere gravi abusi sui civili. E tutto ciò, secondo l’associazione umanitaria, non fa che alimentare l’insicurezza e pregiudicare la ricostruzione delle istituzioni del Paese.
 

Siria, le bombe vicino ai bambini


Le strutture di Villaggi SOS per fortuna non sono state danneggiate durante i bombardamenti ad Aleppo, la seconda città siriana, da parte delle truppe del regime. Tuttavia si sono già contati più di 30 morti e oltre 200 feriti.

Sos Brasile


La costruzione della terza diga più grande al mondo è ripartita e 24mila persone verranno presto cacciate dalle proprie terre. Il commento di Cristiano Colombi presidente dell’associazione Solidarietà con l’America latina “come associazione siamo preoccupatissimi soprattutto perché la decisione del Presidente del Brasile va contro lo stop che è stato dato dal giudice a settembre dello scorso anno. Se questo è il prezzo che la popolazione brasiliana, soprattutto i popoli indigeni, devono pagare perché il Brasile vada avanti come grande potenza del mondo, credo che sia un prezzo troppo alto”.

Tragedia greca


Mentre in Parlamento si votava la nuova manovra che prevede tagli per 3,3 miliardi, in piazza ad Atene scoppiava la rivolta. Il commento di Roberto Musacchio di Osservatore Europa “sono rimasto colpitissimo ieri dlle immagini di questo parlamento  trasformato in un luogo dove si consumava una sorta di rito sacrificale e fuori un popolo che cerca di riprendersi uno spazio di democrazia. Atene mi ricorda Praga del ‘68 quando fu invasa allora dai carriarmati del cosidetto socialismo reale e adesso c’è una sospensione della democrazia operata in nome di una ideologia che sta diventando particolamrnente feroce e che è l’ideologia della cosidetta stabilità monetaria che è quella che fa pagare ai popoli le colpe di una politica eruopea completamente sbagliata”.

Rifugiati, Italia bocciata


È quanto emerge da una ricerca dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione. Ce ne parla Giorgio Sbordoni.

Bosnia, vent’anni dopo


Nel febbraio 1992 l’evento che scosse l’Europa, giungendo dopo la breve ma intensa stagione della caduta dei muri nel continente. Le Acli vogliono cogliere l’occasione per una riflessione ampia che abbracci diversi aspetti di quell’esperienza. L’appuntamento è oggi pomeriggio alle 17 nel salone Clerici a Milano.

Aumentano le domande d’asilo


Secondo i dati aggiornati Eurostat, riferite al primo trimestre 2011, sono state quasi 69 mila provenienti da 142 Paesi verso l’Europa. L’Italia è al quarto posto, con oltre 6.800 richieste. Come riflesso delle crisi civili e politiche del Nord Africa, nella sola isola di Malta il numero di richiedenti è aumentato di oltre 60 volte.

Strage di innocenti


Oltre 400 bambini sono stati uccisi in Siria dallo scoppio delle violenze, dallo scorso marzo e fino ad oggi. Lo ha affermato l’Unicef questa mattina a Ginevra. E così il nostro ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell’ambasciatore italiano a Damasco, Achille Amerio.

Febbraio è il mese di mobilitazioni contro gli F-35


Iniziativa promossa da Sbilanciamoci! Tavola della Pace e Rete Italiana per il disarmo. Sentiamo Giulio Marcon “la nostra idea è di lanciare un mese di mobilitazione, raccolta firme, iniziative nelle piazze, mozioni dei consigli comunali, provinciali e regionali, appelli dei sindacati, cioè lanciare un mese diciamo di pressione popolare perché non si vada avanti nel progetto degli F-35. Avremo due appuntamenti: il primo è quello del 25 febbraio in contemporanea in più di cento città in cui promuoveremo iniziative, banchetti, manifestazioni e raccolte di firme e poi il 1 marzo le consegneremo al Parlamento”.