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Il clima è cambiato?


È la domanda che in molti si stanno facendo all’indomani della chiusura del vertice mondiale di Durban. Un “buon accordo” secondo i governi dei paesi coinvolti. “Troppo timido e senza coraggio” per alcune associazioni ambientaliste. Wwf in particolare sottolinea come sia mancata “l’ambizione per dare speranza a centinaia di milioni di persone che in tutto il mondo soffrono per gli impatti disastrosi del clima”. Più ottimista Legambiente: “Un passo nella giusta direzione”.

Ed è boom per i richiedenti asilo


Lo evidenzia l’ultimo Rapporto del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati del ministero dell’Interno. Nei primi sei mesi di quest’anno oltre 10 mila domande in più rispetto al 2011. I Comuni italiani chiedono al governo di “costruire un sistema d’accoglienza e integrazione unico”.

Durban, il clima resta teso


Le più grandi associazioni umanitarie e ambientaliste hanno lanciato un appello all’inizio della seconda settimana di lavori della Conferenza sui cambiamenti climatici in corso in Sudafrica. Oxfam, Wwf e Greenpeace hanno espresso grande preoccupazione per le posizioni assunte dal governo degli Stati Uniti che di fatto ha congelato qualunque piano di riduzione delle emissioni fino al 2020.

Walking Africa


Domani presso la facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza di Roma, si svolgerà il seminario “L’Africa che cammina con i piedi delle donne incontra il mondo dell’imprenditoria, del lavoro e dell’economia”. Sentiamo Guido Barbera, presidente Cipsi. “L’imprenditoria femminile è alla base dello sviluppo di qualunque società. Le donne italiane con le donne africane si incontrano domani per trovare i punti di incontro per rafforzare quel ruolo che possono e devono giocare nella società nostra ed africana per sviluppare quelle potenzialità che la donna in qualunque società ha come madre, come capacità di rafforzare l’economia sociale di sussistenza.”

Il dopo Afghanistan


Tavola della pace e Rete Disarmo chiedono al parlamento italiano che sia trasferito il 30% di quanto risparmiato nella spesa militare per investimenti di cooperazione civile. Sentiamo Emanuele Giordana della Rete Afgana “riconvertire in operazioni di cooperazione civile il risparmio che otteremmo ritirando i soldati dall’Afghanistan. La missione militare costa due milioni di euro al giorno. Se si ritarano 100 soldati ci sarà evidentemente un risparmio. In parte il Governo Italiano se lo può tenere ma noi chiediamo che almeno il 30%, cioè trenta centesimi su ogni euro, vada destinato a investimenti di cooperazione civile in un paese dove fino ad adesso si è speso soltanto per i soldati e non per aiutare la sua ricostruzione allo sviluppo”.

Fermiamo l’Aids sul nascere


Con un semplice sms inviato al 45509 si possono salvare i bambini grazie al progetto Cesvi. Dallo Zimbabwe al Vietnam l’obiettivo è la prevenzione del contagio madre-figlio, ma anche la prevenzione della diffusione del virus, la cura dei soggetti già affetti e il supporto sociale ai malati e agli orfani.

Cooperazione, aspettando la Cina


Si apre domani a Busan la quarta conferenza sull’efficacia degli aiuti, che riunirà i delegati e i ministri di più di cento Paesi. L’ambizione è portare dentro il sistema  che governa gli aiuti anche i  nuovi giocatori, principalmente la Cina e gli altri Paesi emergenti. Altro obiettivo è quello di passare da un sistema centrato sulla nozione dell’efficacia degli aiuti a quello che guarda all’efficacia della cooperazione nel suo complesso.

Le speranze di Durban


Dove oggi si apre una nuova tappa per la lotta ai cambiamenti climatici a livello globale. Sul tavolo dei negoziatori appartenenti a 190 Paesi si ripropongono vecchie difficoltà a raggiungere un’intesa. Auspicata da molti, su tutti l’Europa, affinché si possa tracciare la strada del post Kyoto, che per ora resta l’unico punto di riferimento per la riduzione delle emissioni di gas serra.

“Mediterraneo, rotte di solidarietà”


Questo il titolo del convegno organizzato dal MODAVI che si tiene oggi e domani alla Casa del Cinema di Roma. Si parlerà dei grandi sconvolgimenti che stanno tuttora investendo il Mediterraneo. Di quelle nuove generazioni arabe coraggiose, ribelli e tecnologiche. E del volontariato come strumento di pace e di comprensione reciproca tra popoli.

Italia chiama Kyoto


A poco più di una settimana dalla Conferenza di Durban sui cambiamenti climatici, l’Amministrazione degli Stati Uniti dichiara che il Protocollo di Kyoto non fa parte del suo programma. Un’uscita che non è piaciuta al FOCSIV e al suo presidente Sergio Marelli che invita il governo Monti “a prendere una posizione in merito, che sarà il primo vero banco di prova per il nuovo esecutivo”.