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Lo sport sociale dice no alle società sportive a fini di lucro


Continua a far discutere la proposta di istituire la figura della società sportiva dilettantistica lucrativa, prevista nel pacchetto sport della legge di stabilità. Il Forum nazionale del terzo settore ha diffuso un comunicato stampa: “Apprezziamo lo sforzo complessivo da parte del Governo nei confronti di alcune categorie sociali attraverso il cosiddetto “Pacchetto sport” inserito all’interno della Legge di Bilancio. Il provvedimento infatti prevede misure che favoriscono la partecipazione dei giovani migranti alle attività sportive e riconosce un sostegno importante all’impiantistica nelle periferie, scelte che valorizzano il ruolo dello sport come strumento di inclusione sociale, di integrazione culturale e di promozione umana.” E’ quanto dichiarato dalla portavoce del Forum nazionale del terzo settore, Claudia Fiaschi.

“Le attività dello sport dilettantistico italiano si reggono grazie all’azione entusiasta di centinaia di migliaia di volontari che operano nelle tante società sportive presenti in tutto il territorio nazionale e che sono impegnate ad assicurare, con continuità e a tutte le persone, a cominciare da quelle meno abbienti, e in ogni età della vita, il diritto alla salute, alla pratica motoria e sportiva. Socialità, relazioni e stili di vita attivi che rendono l’associazionismo sportivo dilettantistico un patrimonio di assoluto rilievo e un modello di riferimento nel nostro Paese e in Europa. Per questo esprimiamo perplessità in merito all’introduzione della figura di società sportiva dilettantistica “lucrativa”. Tale previsione aggiunge una nuova tipologia di soggetto a quelle esistenti e a quelle recentemente introdotte dalla riforma del terzo settore che già ci aveva spinto a richiedere un tavolo ad hoc interministeriale per armonizzare e coordinare le normative. Riteniamo urgente l’attivazione del tavolo per pervenire ad una efficace e coerente regolazione del settore”.

Venerdì 24 novembre gli Enti di promozione sportiva avevano diffuso un comunicato stampa in cui ribadivano “la propria preoccupazione e contrarietà alla figura della società sportiva dilettantistica lucrativa, prevista nel pacchetto sport della legge di stabilità – si legge nel comunicato – Indicano l’impresa sociale, già prevista dalla recente legge sul terzo settore 106/2016, come strumento per dare risposta alle esigenze di cui parla il ministro per lo Sport. Con questa nostra posizione vogliamo fare chiarezza circa alcune notizie che abbiamo visto circolare in questi giorni, lette su alcuni siti che fanno riferimento ad associazioni private e rilanciate da alcuni profili social”. Il comunicato è firmato da ACSI-Associazione Centri Sportivi Italiani; AICS-Associazione Italiana Cultura Sport; ASC-Attività Sportive Confederate; ASI-Associazioni Sportive Sociali Italiane; CNS LIBERTAS-Centro Nazionale Sportivo Libertas; CSAIN-Centri Sportivi Aziendali Industriali; CSEN-Centro Sportivo Educativo Nazionale; CUSI-Centro Universitario Sportivo Italiano; ENDAS-Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale; MSP-Movimento Sportivo Popolare Italia; OPES-Organizzazione Per l’Educazione allo Sport; PGS
Polisportive Giovanili Salesiane; UISP-Unione Italiana Sport Per tutti; US ACLI-Unione Sportiva ACLI.

Con i bambini


Al via da Torino il tour nazionale per combattere la povertà educativa grazie anche allo sport. Nei prossimi mesi la manifestazione farà tappa a Reggio Emilia, Milano, Napoli, Brindisi, Catania e si concluderà in primavera a Roma, dove le storie e le buone pratiche raccolte durante la campagna verranno simbolicamente consegnate alle istituzioni.

La solidarietà fa gol


Sono oltre 5mila i biglietti gratuiti per lo stadio di San Siro di Milano riservati alle associazioni. Per il Consiglio comunale, serviranno a garantire la partecipazione agli eventi sportivi da parte di persone con disabilità, minori e adulti in disagio socio-economico.

#CambiaGiro


Oltre 120 gruppi per i diritti umani promuovono la campagna che invita il Giro d’Italia a spostare la partenza della gara da Israele a causa delle violazioni dei diritti umani dei palestinesi. In Italia hanno firmato oltre 40 organizzazioni. Sabato e domenica biciclettate e cicloraduni. La presentazione ufficiale della corsa è prevista il 29 novembre a Milano.

 

L’appello è stato lanciato in vista del 29 novembre, “Giornata Internazionale ONU di Solidarietà con il Popolo Palestinese”. I firmatari dell’appello sottolineano che tenere il “Giro d’Italia” in Israele occulterebbe l’occupazione militare e la discriminazione contro i palestinesi da parte di Israele e al contempo ne incentiverebbe la sensazione di impunità, alimentando la continua negazione dei diritti dei palestinesi sanciti dall’ONU.
Il “Giro d’Italia” sta collaborando con l’impresa israeliana “Comtec Group”, organizzatrice dell’evento “Grande partenza”, che svolge attività nelle colonie israeliane illegali. Nelle immagini, nelle mappe e nei video ufficiali della corsa, il “Giro d’Italia” sta ingannevolmente presentando Gerusalemme est, che è sottoposta da 50 anni all’occupazione militare israeliana, come se facesse parte dello Stato di Israele e fosse la sua capitale unificata.
La tappa finale, prevista nel sud di Israele, passerà vicino a decine di villaggi di beduini palestinesi che Israele si rifiuta di riconoscere e a cui non fornisce “servizi fondamentali, tra cui energia elettrica, acqua, cliniche, scuole e strade.” Uno di questi villaggi è stato demolito da Israele oltre cento volte. I firmatari della dichiarazione condannano anche l’intenzione del “Giro d’Italia” di “celebrare” i 70 anni dalla fondazione dello Stato di Israele, mentre i palestinesi commemorano 70 anni di spoliazione, espulsione forzata e negazione dei diritti dei rifugiati palestinesi sanciti dall’ONU.

Tutti in campo


Il Dipartimento per le pari opportunità ha organizzato oggi a Ostia una partita contro la violenza sulle donne in ricordo di Sara Di Pietrantonio. Anche l’associazione italiani calciatori aderisce all’iniziativa, come racconta i nostri microfoni il responsabile relazioni istituzionali Fabio Appetiti. (sonoro)

Sul grande schermo


Inizia domani la settima edizione del Matera Sport Film Festival: fino al 25 novembre oltre 600 tra lungometraggi, documentari e corti provenienti da oltre 50 Paesi di tutto il mondo. In programma la firma di un protocollo per dare spazio al complesso rapporto tra uomo e natura, promuovendo conoscenza e difesa dei territori attraverso l’attività fisica.

Realizzato in collaborazione con la Fondazione Lucana Film Commission, il Comitato Regionale UISP Basilicata, l’Ufficio Scolastico Regionale di Basilicata, il CONI-Comitato Regionale Basilicata, con il patrocinio della Fondazione Matera-Basilicata 2019 ed il Comune di Matera, il festival sarà aperto dalla proiezione di “Non gioco più”, il cortometraggio diretto da Sebastiano Luca Insinga, prodotto da Jump Cut, realizzato grazie al contributo di Mibact, Lucana Film Commission e Trentino Film Commission. Venerdì 24 sarà invece in concorso “The White Maze”, di Matthias Mayr, già in concorso nella scorsa edizione del Trento Film Festival, a seguire un momento di presentazione delle due realtà trentine al pubblico e ai professionisti presenti a Matera.

Tutti in meta


Via libera al protocollo d’intesa tra Federazione italiana rugby e Special Olympics. La firma per promuovere la disciplina come strumento d’inclusione, per ogni livello di abilità, per allenare la mente all’abbattimento di paure, stereotipi e pregiudizi.

 

Il rugby è entrato ufficialmente nel programma sportivo Special Olympics in occasione dei Giochi estivi, lo scorso luglio a Biella. “La firma della convenzione – spiega Special Olympics – rende ufficiale un rapporto di amicizia e collaborazione, tra Special Olympics e FIR, iniziato diversi anni fa e che ha visto il mondo del rugby in prima linea nel promuovere, sostenendo la campagna ‘PlayUnified’, lo Sport Unificato di Special Olympics, attraverso il quale atleti con e senza disabilità intellettive giocano insieme, nella stessa squadra. Si fa sport insieme e con il medesimo obiettivo: migliorare il proprio benessere fisico così come allenare la mente all’abbattimento di paure, stereotipi e pregiudizi, propri ed altrui. Il passarsi un pallone ovale, dagli strani rimbalzi, diviene così metafora della vita, imprevedibile, delle diverse traiettorie che si trasformano in un’opportunità. Un pallone che allena a leggere situazioni di gioco sempre diverse, variabili che favoriscono il relazionarsi alle differenze contribuendo a generare e sedimentare, nel tempo, atteggiamenti e comportamenti positivi; di apertura al mondo”. La Fir e Special Olympics condividono, in questo senso, gli stessi principi di uno sport che privilegia, in ogni sua forma, la socialità ed il valore collettivo. L’obiettivo di Special Olympics, in occasione dei prossimi Giochi Nazionali Estivi di Montecatini in programma dal 4 al 10 giugno 2018, è quello di ampliare il numero di atleti, con e senza disabilità intellettive, coinvolgendo un sempre maggior numero di regioni italiane per diffondere la cultura del rugby ed il suo ruolo sociale ed educativo.

 

Debutto olimpico


La Nigeria parteciperà per la prima volta nella storia ai giochi invernali di febbraio in Corea del Sud, grazie alla nazionale femminile di bob. La qualificazione è stata resa possibile anche da una raccolta fondi organizzata un anno fa per l’acquisto dell’equipaggiamento necessario e per i costi di gestione della squadra.

L’equipaggio ha ottenuto la qualificazione dopo aver partecipato alle cinque gare di qualificazione, il requisito minimo richiesto per accedere al torneo olimpico. La loro storia ha già attirato l’interesse di importanti sponsor, come Under Armour e Visa.

 

(Foto: Corriere dello Sport)

Il calcio in scatola


Best 11 è il gioco da tavola della serie A, costruito dagli utenti della cooperativa sociale Fabbrica dei segni di Novate Milanese. Il servizio di Elena Fiorani.

Il disagio sociale, la malattia e la disabilità si superano giocando, anzi inventando un gioco e fabbricandolo. E’ la scommessa della cooperativa “Fabbrica dei Segni” che ha impegnato alcuni suoi utenti e soci nella realizzazione di un gioco da tavolo che riproduce il campionato di serie A. Si mettono in campo 11 squadre e si gioca la partita, sperando di vincerla, ogni giocatore riceve un modulo di gioco che dovrà completare acquistando i giocatori più adatti, ingaggiando un allenatore ed eventualmente completando lo stadio. BEST11 è un prodotto ufficiale di altrettante squadre di serie A, realizzato grazie a chi dopo il carcere, per una disabilità fisica o intellettiva, dipendenze da droga o alcol, ha deciso di rimettersi in gioco per vincere la propria sfida intorno ad un tavolo

Sport Inside


Sarà l’ex allenatore Emiliano Mondonico il testimonial del progetto che permetterà ad oltre 50 ragazzi richiedenti protezione internazionale di giocare a pallone con il coinvolgimento di 28 società sportive delle province di Monza Brianza e Milano. Alcuni giovani collaboreranno con le squadre anche per i lavori di manutenzione di spogliatoi e panchine.

 

Il progetto è promosso dal Consorzio Comunità Brianza, CSI Milano e sostenuto dalla Fondazione Oratori Milanesi. “Questa attività porta risvolti a 360°, sia per i ragazzi ma anche per chi li accoglie – spiega Massimiliano Riva presidente del Consorzio – l’ambizione è che queste buone prassi contagino il mondo civile e possano indicare a tutti una strada da percorrere verso l’accoglienza e contro i pregiudizi”. Un progetto, a detta dei protagonisti, che rivela quanto l’accoglienza diventi positiva se accompagnata dalla normalità e dalla quotidianità e dove possa nascere un reale senso di appartenenza.