Dall’Umbria parte un appello: “Rischiamo di prendere delle multe solo perché ci alleniamo all’aperto. Cambiate il regolamento comunale”, dicono gli atleti di Terni che ne chiedono una rielaborazione condivisa. I giovani hanno incontrato l’amministrazione e aspettano l’incontro con la polizia locale, per poter continuare a svolgere l’attività negli spazi urbani.
«Chiediamo una rielaborazione condivisa del regolamento, oramai superato, che limita l’aggregazione e le attività di vario genere, e una minore repressione, perché di questo si tratta, da parte di chi è addetto a far rispettare le normative in questione. In gioco c’è la rivitalizzazione di uno spazio pubblico, che come tale dovrebbe essere condiviso». Attività all’aperto, vitalità cittadina e impegno sociale legato allo sport, il gruppo parkour Art Du Déplacement Academy Umbria lancia l’invito e invoca un cambio di passo a Terni dopo i recenti ‘intoppi’ con la polizia locale. Iniziative, privazioni e degrado L’Add sottolinea che «siamo una delle pochissime realtà che sta riportando ragazze e ragazzi all’aperto a prendersi cura di sé e del proprio benessere psicofisico, nessun passante è stato mai disturbato né messo in pericolo. In gioco c’è molto di più di un sempre più disgregante concetto di decoro urbano: c’è la componente sociale, il cuore pulsante di una città, ciò che la rende viva e vivibile; una città chiusa ai suoi stessi abitanti è una città morta, incapace di offrire opportunità, ma anche svago e divertimento. Queste privazioni conducono allo svuotamento e all’annullamento della vitalità del centro cittadino e creano non-luoghi, zone di degrado: per noi il degrado non è solo un luogo abbandonato a sé stesso, ma anche uno spazio ordinato e pulito, ma privo di relazioni, svaghi e culture metropolitane. Questi divieti frantumano e rendono ostile lo spazio sociale».
Uniti alla meta
La palla ovale diventa uno strumento di integrazione e di accoglienza grazie all’Arezzo Rugby, che ha avviato un corso rivolto a ragazzi con disabilità intellettive. Si trovano settimanalmente per fare attività motoria, per divertirsi e per muovere i primi passi in questo sport.
Il progetto nasce dall’unione tra le competenze sportive dell’Arezzo Rugby, gli operatori sociali de “La casa di Anna” e i ragazzi con disabilità del comitato “Vita indipendente” che stanno vivendo un progetto di autonomia in vari ambiti quotidiani in cui è entrato ora anche il rugby. L’ambizione è ora di aumentare il gruppo di atleti con disabilità e, in futuro, di costituire una squadra in grado di scendere in campo in manifestazioni di Special Olympics, permettendo loro di vivere pienamente le emozioni del campo e degli spogliatoi. In questa prima fase, il lavoro svolto è prevalentemente motorio con esercizi con la palla per favorire la conoscenza dello sport, poi gli allenamenti diventeranno sempre più specifici sul rugby.
L’integrazione fa gol
Dopo quasi un decennio dalla nascita del progetto calcistico, AfroNapoli United diventa polisportiva e dalla prossima stagione affilierà società giovanili in cui troveranno spazio tutti i ragazzi del territorio e dei centri di accoglienza. Obiettivo tutelare il diritto di praticare sport di tutte le fasce sociali.
La settimana dello sportivo
Fino al 30 giugno la Rete farmacisti preparatori in campo per consigliare ai cittadini come iniziare un programma di attività fisica e quali sono i rischi legati a uno stile di vita sedentario. Per i promotori della campagna muoversi, migliora la qualità della vita sotto molti aspetti: preserva la mobilità, concilia il sonno e rende più ottimisti.
Visto che i dati dicono che il 32% degli italiani è sedentario e che la quota è in aumento, anche le farmacie si mettono in moto per sensibilizzare i cittadini. “Stare seduti per molto tempo può avere conseguenze gravi – spiega Santo Barreca, uno dei rappresentati di Rete farmacisti preparatori – Determina un rilassamento della muscolatura che si indebolisce, lasciando spazio allo sviluppo di tessuto adiposo. Può anche favorire l’insorgenza di alcune patologie”, conclude. Per trovare la farmacia più vicina: http://www.retefarmacistipreparatori.it/Pagine/Trova-Farmacie.aspx
Nessun limite
La nuova icona per gli sportivi con disabilità è Alex Hunt: 23 anni neo Zelandese, nato senza il braccio sinistro, è il primo tennista disabile ad entrare nella classifica dei professionisti. Ha ottenuto il primo storico punto nella classifica Atp in un torneo nel Guam. Nei prossimi mesi il giovane si allenerà in Spagna, il suo sogno è incontrare in campo l’idolo Roger Federer.
“Sono nato con una mano, e i miei genitori mi hanno messo una protesi fin dai sei mesi, era minuscola e ogni anno veniva sostituita. Ho sempre avuto un sogno, giocare in un Grande Slam, penso che quando pratichi uno sport sia normale. E ora l’obiettivo del prossimo anno è quello di entrare nel ranking mondiale”. Alex l’aveva detto a dicembre a un cronista del giornale della sua città e l’altra notte il suo sogno è finalmente diventato realtà. In un Future da 15 mila dollari nel Guam, Hunt ha surclassato 6-0 6-0 la wild card Christopher Cajigan e ha così ottenuto il suo primo storico punto nella classifica Atp. “Ho un altro grande sogno, ispirare bambini o altre persone che hanno disabilità, a non preoccuparsi, perché possono vivere una vita normale. Con questa vittoria voglio dare loro speranza e mostrare che è possibile. Oggi è il giorno più bello della mia vita”. Adesso Hunt spera di poter giocare anche più lontano da casa e magari di incrociare così il suo idolo Roger Federer: “Mi ha sempre colpito il modo in cui ama questo sport, come scende in campo. È per questo che voglio continuare a giocare e mi auguro che un giorno, magari, accetti di fare qualche scambio con me in un campo da tennis”.
Oltre le sbarre
Parte lunedì il campo sportivo per i ragazzi dell’istituto minorile Beccaria di Milano, per promuovere il reinserimento dei giovani dopo il carcere. Il servizio di Elena Fiorani.
Una settimana di sport, quaranta ragazzi pronti a sfidarsi, alcuni campioni di oggi e del passato pronti a raccontarsi. È il mix di sport e formazione proposto dal 26 al 30 giugno ai detenuti del carcere Beccaria, giovani tra i 16 e i 21 anni che potranno partecipare ad una Olimpiade interna, con quattro squadre che si sfideranno a rugby, calcio, pallacanestro e in una staffetta di nuoto. I ragazzi avranno la possibilità di incontrare importanti ospiti del mondo dello sport, che trasmetteranno loro i messaggi del rispetto delle regole e dell’avversario, della sana competizione e del coraggio di ricominciare dopo una sconfitta. Una settimana impegnativa anche per l’organizzazione del carcere, da vivere con elasticità e disponibilità, per preparare i detenuti ad un nuovo inizio nella società
In bici per la vita
In occasione della Giornata mondiale contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica Totò Trumino e Luciano Caruso hanno raggiunto Santiago di Compostela da Lisbona, dopo 13 giorni e 900 chilometri. C’era idealmente anche Michele, vecchio amico ora malato di Sla, a cui è stato rilasciato, in via del tutto eccezionale, il certificato che attesta che il pellegrino ha fatto l’intero cammino.
Hanno pedalato in due, ma il pellegrinaggio l’hanno fatto in tre. “Ci ha seguito ogni giorno col cuore, ricevendo i nostri messaggi e le foto”, racconta Totò. Ed è proprio questo il senso dell’impresa di Totò e Luciano, che hanno portato lungo il pellegrinaggio le bandiere di Aisla (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica): “Abbiamo pedalato in nome di tutti i malati”.
La Sla è una patologia che colpisce 400 mila persone nel mondo e più di 6 mila solo in Italia. “Il nostro obiettivo era di sensibilizzare le persone e sostenere la ricerca – aggiunge Totò -. Sono convinto che si riuscirà a sconfiggere questa malattia”.
Potere alle due ruote
Il progetto del Grande Raccordo Anulare delle biciclette di Roma è stato scelto come ambasciatore del cambiamento nel settore della mobilità, al G7 trasporti di Cagliari. Si tratta di 45 km progettati dal basso: un’infrastruttura ideata, pianificata e disegnata da cittadini e associazioni.
Il progetto del GRAB, ideato da VeloLove, Legambiente e TCI in collaborazione con tante altre associazioni, verrà esposto insieme alle altre migliori proposte nella ‘G7allery’, spazio espositivo ad hoc allestito presso l’Ex Manifattura Tabacchi di Cagliari. Il GRAB è il progetto per la realizzazione di un anello ciclopedonale accessibile a tutti che si sviluppa per 45 chilometri all’interno della città di Roma unendo le periferie e il centro storico e toccando Colosseo, San Pietro, Trastevere e tantissimi altri punti di interesse. Il GRAB prevede la pedonalizzazione dell’Appia Antica (prologo della nascita di un unico parco archeologico capitolino dai Fori ai Castelli Romani), è un polo d’attrazione di nuovi turismi, una via car free per la mobilità interquartiere, il raccordo attorno a cui sviluppare e cucire una rete ciclabile metropolitana, il volano di interventi diffusi di rigenerazione delle periferie.
In Iran non si balla
Per l’organizzazione statale di Teheran per la promozione delle attività sportive la zumba non è ammessa perché fare movimenti ritmici o ballare è illegale. La tecnica deriva da una ginnastica aerobica che si pratica ascoltando musica pop latinoamericana.
Enti di promozione sportiva chiedono modifiche al Codice del terzo settore
Il valore sociale dello sport, seppur chiaramente riconosciuto dalla legge di riforma del terzo settore, sembra però essere pesantemente messo in discussione e tenuto fuori dai decreti attuativi della legge stessa. Gli Enti di promozione sportiva, attraverso un documento unitario nazionale, contestano in particolar modo l’articolo 35 del decreto legislativo relativo al Codice del Terzo settore.
Dall’interpretazione letterale del testo, gli Enti di promozione sportiva rischierebbero di essere tagliati fuori dal perimetro delle associazioni di promozione sociale e di non poter essere considerati Rete associativa, organismo di vitale importanza nell’immediato futuro.
Un allarme che hanno lanciato tutti gli Enti di promozione sportiva, che complessivamente rappresentano oltre 8 milioni di associati. La richiesta è quella che governo e commissioni parlamentari che stanno lavorando alla definizione dei Decreti attuativi della legge, rivedano il testo: “Negli anni – si legge nel documento che hanno diffuso – la progettazione sociale ha visto il protagonismo degli Enti di Promozione sportiva che sono intervenuti negli ambiti dell’educazione, della promozione della salute, dell’inclusione sociale, della mediazione interculturale, della rigenerazione delle periferie. Attività che verrebbero sacrificate per effetto della norma”.
Ecco il testo integrale del documento:
L’associazionismo sportivo della promozione sociale non ci sta
L’ultimo Censimento Istat, risalente al 31 dicembre 2011, riportava il numero di 92.838 (pari al 30,8% delle istituzioni italiane e al 47,4% delle istituzioni attive nel settore della Cultura, sport e ricreazione) con riferimento alle istituzioni no profit che svolgevano in via prevalente attività sportive. Mentre le istituzioni che svolgevano attività sportive come area di intervento secondaria erano 21.449 (pari al 7,7% del totale nazionale), per un totale di 114.287 unità.
Da questi numeri è facile evincere il grande valore dello sport di cittadinanza come elemento costitutivo della promozione sociale.
L’associazionismo sportivo affonda le proprie radici nel mutualismo tardo ottocentesco che ha sviluppato forme di solidarietà, coesione e responsabilità sociale. Le organizzazioni internazionali, dall’Onu all’Oms, riconoscono lo sport come strumento per promuovere educazione, salute, sviluppo e pace.
Il Presidente della Repubblica, all’incontro con i rappresentanti del mondo dello sport di qualche giorno fa, ha parlato delle società sportive di periferia come di una galassia che arricchisce di valori la vita comune, indicando lo sport come una efficace leva sociale, culturale, educativa ed economica, come educazione alla cittadinanza. Stessi principi sono stati ribaditi dal Ministro allo Sport Luca Lotti presente in quell’occasione.
Tutto questo rischia di essere svuotato di sostanza per effetto del Decreto Legislativo relativo al Codice del Terzo settore. L’articolo 35 infatti, al comma 3, prevede che “gli atti costitutivi delle associazioni di promozione sociale possono prevedere l’ammissione come associati di altri enti del Terzo Settore, a condizione che il loro numero non sia superiore al trenta per cento del numero delle associazioni di promozione sociale”.
Dall’interpretazione letterale del testo si deduce che gli Enti di promozione sportiva non possano più beneficiare della qualifica di associazioni di promozione sociale potendo avere tra i propri affiliati soggetti che non trovano motivo per iscriversi nel Registro Unico del Terzo Settore.
Negli anni la progettazione sociale ha visto il protagonismo degli Enti di Promozione sportiva che sono intervenuti negli ambiti dell’educazione, della promozione della salute, dell’inclusione sociale, della mediazione interculturale, della rigenerazione delle periferie. Attività che verrebbero sacrificate per effetto della norma.
Non possiamo accettare che questo accada e chiediamo che ci sia un intervento correttivo da parte delle commissioni parlamentari che oggi hanno in esame il testo al fine di non disperdere un capitale sociale che contribuisce al benessere individuale e collettivo nelle nostre comunità (Roma, 19 giugno 2017).
AICS
Associazione Italiana Cultura Sport
ASI
Associazioni Sportive Sociali Italiane
CSAIN
Centri Sportivi Aziendali Industriali
CSEN
Centro Sportivo Educativo Nazionale
CSI
Centro Sportivo Italiano
ENDAS
Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale
MSP
Movimento Sportivo Popolare Italia
PGS
Polisportive Giovanili Salesiane
ACSI
Associazione Centri Sportivi Italiani
UISP
Unione Italiana Sport Per tutti
US ACLI
Unione Sportiva ACLI
ASC
Attività Sportive Confederate
CNS LIBERTAS
Centro Nazionale Sportivo Libertas
OPES
Organizzazione Per l’Educazione allo Sport
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