La morte di Mohammad Alì, campione di boxe e diritti civili, ha lasciato un grande vuoto nel mondo dello sport e non solo. Ai nostri microfoni il ricordo di Gianni Minà. (sonoro)
Cinque cerchi d’integrazione
Il Comitato Olimpico ha annunciato i nomi di dieci atleti che parteciperanno alle Olimpiadi. Sono sportivi che hanno dovuto lasciare il loro Paesi. Soddisfazione dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati: “E’ un omaggio al coraggio e la perseveranza di tutti i profughi nel superare le avversità e costruire un futuro migliore”.
Due ruote di convenienza
A Casalpusterlengo, in provincia di Lodi, l’azienda Thermal ceramics incentiva alla mobilità sostenibile offrendo un piccolo compenso per chi lascia a casa l’auto e prende la bici. Il programma prevede 0,25 centesimi per ogni chilometro percorso in sella fino a un massimo di € 50 mensili.
A Casalpusterlengo in provincia di Lodi l’azienda Thermal ceramics ha avviato, pioniera in Italia insieme a poche altre come coop e al Comune di Massarosa in provincia di Lucca, un programma di incentivi alla mobilità sostenibile offrendo un piccolo compenso per chi lascia a casa l’auto e prende la bici. Il programma, sulla falsariga di quanto avviato in Francia alcuni mesi fa, prevede 0,25 centesimi per ogni chilometro percorso in bici fino a un massimo di € 50 mensili. Il sistema è in linea con la legge di stabilità e il collegato ambientale 2016 approvati lo scorso dicembre, che mettono in bilancio 130 milioni di euro per la mobilità ciclistica, 35 dei quali dedicati alla realizzazione di un programma nazionale di mobilità sostenibile da casa a scuola o al lavoro.
Col cuore si vince sempre
Da domani al 5 giugno a Campodoro, in provincia di Padova, il festival in cui lo sport diventa percorso di formazione e rieducazione. La polisportiva Pallalpiede presenta il progetto “arbitri per un giorno” con i detenuti della casa di reclusione Due Palazzi che arbitreranno le partite disputate dalle 35 squadre ospiti.
Oltre 400 bambini delle società sportive di Padova e provincia giocheranno in contemporanea negli impianti R. Tizian di Campodoro e sarà un meeting indimenticabile che riunirà i ragazzi e le loro famiglie da Padova a Cittadella, da Cologno Monzese a Nottingham.
La presenza della polisportiva Pallalpiede evidenzia l’importanza dello sport come strumento di educazione, accoglienza, relazione ed incontro, oltre a trasmettere ai giovani atleti un esempio di applicazione sul campo di valori quali correttezza, lealtà e disciplina. L’iniziativa, promossa dal comune di Campodoro con il patrocinio della Nuova Provincia di Padova e la partecipazione del progetto “Erasmus” – Comunità europea e “Arbitro per un giorno”, rappresenta un punto di riferimento nel calendario degli eventi calcistici locali, perseguendo l’obiettivo primario di promuovere l’aspetto umano e sociale della persona.
“La casa di reclusione – ha detto Paolo Mario Piva, presidente polisportiva Pallaalpiede – è una realtà che cerca di guardare all’esterno con iniziative soprattutto sportive. Lo sport infatti offre anche ai detenuti una possibilità di rieducazione, di entrare nel circuito dei permessi, di ritornare in contatto con l’esterno. Il senso è che lo sport aiuta a ripercorrere, rileggere e rielaborare, prendere coscienza degli errori commessi ed essere consapevoli che senza regole non esiste società”.
Onde di legalità
Da un incendio appiccato lo scorso novembre con l’intento di distruggere il Campo dei miracoli di Corviale, quartiere periferico di Roma, è nata invece Radio impegno. Al posto di un vigilantes sarà una web radio notturna a sorvegliare il centro sportivo che promuove accoglienza e inclusione.
Con un incendio lo scorso novembre volevano distruggere il Campo dei Miracoli a Corviale, il centro sportivo dove Massimo Vallati con la società Calciosociale da dieci anni cerca di fare dello sport uno strumento di aggregazione e inclusione. Non sapevano però che avrebbero acceso la voglia di cambiamento di 40 associazioni che si sono unite per creare Radio Impegno. Sarà possibile ascoltarla sul sito www.radioimpegno.it.
“Dopo l’attentato abbiamo discusso molto su quale potesse essere la risposta più adatta a chi voleva fermarci. Per un attimo abbiamo pensato di affidare il Campo dei Miracoli ad un vigilantes”, racconta Massimo Vallati. “Poi abbiamo capito che dovevamo dare una risposta diversa. Così è nata Radio Impegno, uno strumento di controinformazione, un canale libero e indipendente. Sarà una radio notturna perché chi voleva distruggersi ha scelto la notte per farlo”.
Tante le associazioni che hanno aderito: da Libera ad Arci, dalle Acli all’Agesci. Ognuna avrà a disposizione almeno una notte ogni due mesi per parlare della sua attività e per portare avanti le sue battaglie. Lo scopo è creare un senso di comunità e far capire l’importanza del bene comune. Di giorno il Campo dei Miracoli continuerà a fare dello sport un veicolo di aggregazione sociale. “La nostra idea è quella di cambiare le regole del calcio per sfruttarne tutte le potenzialità. Le nostre squadre sono composte da uomini, donne, bambini, persone normodotate, disabili. Appartengono a tutte le religioni e a tutte le culture. Ad ognuno di loro viene assegnato un coefficiente da uno a dieci a seconda della loro attitudine al calcio. Alla fine ogni squadra avrà lo stesso valore tecnico e a differenza del calcio normale, tutti possono concorrere alla vittoria. Noi puntiamo sulle persone e sulle relazioni umane: è così che un giocatore che aveva il coefficiente tre riesce a raggiungere il sei. Non vince la squadra che sulla carta è più forte ma quella che ha puntato sulle potenzialità inespresse dei suoi componenti. Facciamo anche dei progetti sulla legalità, sull’ambiente, sul bene comune. È un percorso di educazione civica che parte dal campo e vuole arrivare dentro la società”.
Una voglia di cambiamento che nasce in un quartiere difficile di Roma: “Con il progetto europeo “La prima parola è impegno” a cui abbiamo partecipato, abbiamo cercato di coinvolgere un decisore politico per risolvere i problemi di Corviale. Abbiamo contatto l’allora prefetto Gabrielli e il presidente della Regione Zingaretti e gli abbiamo chiesto di impegnarsi in prima persona per sconfiggere l’abusivismo e la corruzione e di attivare servizi essenziali. Da quattro anni la scuola è chiusa e non abbiamo neanche l’illuminazione nelle strade. Il nostro programma ha messo paura ai criminali. Speravano di intimidirci invece hanno acceso la nostra passione. Da adesso in poi ci saranno delle persone che di notte parleranno di antimafia sociale. Chiediamo a tutte le associazioni impegnate a Roma ma anche a gruppi di amici di scriverci e di contattarci per partecipare a Radio Impegno. Vogliamo far crescere questo movimento e creare un reale cambiamento di rotta nella nostra città”.
Nordic Walking sociale
Al via a Modena il primo progetto pilota rivolto a ragazzi autistici di età compresa tra i 15 e i 23 anni, grazie all’iniziativa promossa dalla onlus Aut Aut insieme all’associazione sportiva di Carpi Mondo. Appuntamento ogni venerdì presso il parco Amendola.
Una scala al giorno
È il nome della campagna inserita all’interno della settimana del movimento, la Move week, in corso fino a domenica. Iniziativa promossa dall’Anci, ascoltiamo il presidente dell’associazione nazionale comuni italiani, Piero Fassino. (sonoro)
Il suono della palla
Elemento fondamentale per gli atleti di baseball per non vedenti. Uomini e donne di ogni età che portano una mascherina in modo da avere tutti lo stesso grado di non visibilità e giocano senza pubblico e nel silenzio perché il rumore coprirebbe l’effetto acustico dei dispositivi che aiutano il gioco e permettono di superare il limite fisico.
A Firenze si allena una delle squadre più forti del torneo, vincitrice della coppa 2015: sono ragazzi e ragazze, uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale. Due volte alla settimana indossano la divisa sportiva e corrono nello stadio a forma di V: gli spalti sono deserti, la pallina suona, le basi fischiano al passaggio dei giocatori, che tra loro si battono le mani per darsi la giusta direzione di corsa. Tutti portano una mascherina per coprire la vista, in modo da avere lo stesso grado di “non visibilità”: avendo patologie differenti, vogliono livellare tutte le differenze. Non c’è pubblico sugli spalti, non ci sono urla di incoraggiamento: il rumore coprirebbe il suono dei dispositivi che aiutano il gioco. E, in fondo, non ne avrebbero bisogno, avendo già vinto la sfida più grande: quella contro il buio.
Palla al centro
Parte domani il primo festival nazionale dedicato a quel calcio che scende in campo per giocare la partita più importante: il rispetto dei diritti di tutti. Si svolgerà a Roma, negli studi Cinecittà fino al 28 maggio. Tre giorni di incontri, dibattiti, proiezioni, ma anche di partite e lezioni in campo.
Se c’è una passione che accomuna tutti gli italiani (o quasi) questa è sicuramente quella per il calcio. Giocare al pallone non è solo lo sport nazionale ma anche il tema al centro di molti dibattiti pubblici, sempre più avvelenati però da storie poco edificanti di partite truccate e violenze fuori e dentro gli stadi. Ma esiste un altro volto, meno conosciuto, dello sport più amato dagli italiani: è il calcio sociale, quello che scende in campo per giocare la partita più importante: il rispetto dei diritti di tutti. E’ proprio questo il tema al centro del “Calcio solidale in Fest 2016”, il primo festival nazionale di calcio solidale, organizzato dalla Fondazione Roma solidale onlus, in collaborazione con Roma Capitale e Rete del calcio solidale, che si svolgerà dal 26 al 28 maggio negli studi di Cinecittà e nei campi sportivi di Cinecittà Bettini.
Una tre giorni di incontri, dibattiti, proiezioni, ma anche di partite e lezioni in campo, che vedrà coinvolti tanti volti noti dello spettacolo e dello sport: da Carlo Verdone a Matteo Garrone, fino a Damiano Tommasi, Simone Perrotta, Paolo Calabresi, Diego Bianchi “Zoro”, Emanuela Audisio, Massimo Piscedda e Roberto Baronio. “La nostra idea è mettere insieme attori, enti, cooperative e soggetti di volontariato che utilizzano il calcio come strumento per costruire qualcosa per la società – sottolinea Maurizio Saggion, presidente di Roma solidale -. L’intento del festival è valorizzare e far conoscere questo mondo, capace di narrare il calcio da tanti punti di vista: emotivo, psicofisico, razionale e di comunità”. La manifestazione è a ingresso libero fino a esaurimento posti. Una parte consistente del festival sarà dedicato al cinema, in concorso ci sono infatti le pellicole che hanno raccontato il calcio da una prospettiva diversa: 11 cortometraggi e 8 lungometraggi. “Questo è il film festival che mancava – sottolinea Paolo Geremei, direttore artistico di Calcio solidale in fest -. Abbiamo ricevuto e selezionato oltre 80 opere provenienti da tutto il mondo, che hanno come filo conduttore l’integrazione, i diritti, le difficoltà sociali”. Tra i lungometraggi selezionati “Loro di Napoli” e “Without a fight”, mentre tra i cortometraggi spicca “Due piedi sinistri”, che racconta l’incontro tra Mirko e Luana, al di là dei pregiudizi. Tra gli altri eventi previsti c’è anche un incontro sulle donne nel calcio dal titolo “Il calcio anti-sessista” a cui parteciperà Maria Iole Volpi del Roma Calcio femminile. All’interno del festival ci sarà poi uno spazio per le associazioni, che potranno presentarsi con un proprio banchetto. Spazio anche al cibo di qualità e a chilometro zero con le degustazioni dei prodotti di Agricoltura Capodarco.
Una partita di calcio per i minori detenuti in Libano
Il carcere di Roumieh, vicino Beirut in Libano, ha ospitato lunedì 23 maggio l’incontro di calcio a 5 che ha visto di fronte i minori ospiti del carcere e una rappresentativa Uisp e Cooperazione italiana. La manifestazione è inserita nell’ambito di un progetto dedicato ai detenuti, finanziato dalla Cooperazione italiana e realizzato da UNODC (Agenzia Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine). Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione italiana allenatori di calcio, è stato arbitro e testimonial della partita. “È stata un’esperienza bella, come lo è sempre il calcio – ha commentato nel dopopartita Ulivieri – quando ci si mette intorno a un pallone nascono emozioni che fanno superare disagi, dolori e difficoltà, almeno per un attimo, permettendo di sentirsi persone libere. Vedere questi ragazzi correre nel piccolo campo allestito, ci ha restituito il senso dell’iniziativa: lo sport è importante in situazioni di crisi, la storia del calcio è piena di episodi significativi. È importante soprattutto all’interno delle mura di un carcere e in una città come Beirut, è un segnale per chi pensa che chi ha sbagliato non abbia possibilità di recuperare. Non deve passare il pensiero che si entra in un carcere e si butta via la chiave, non è questa la civiltà che vogliamo, dobbiamo invece pensare al futuro di questi ragazzi e alle loro possibilità di reinserimento sociale per quando usciranno”.
Per la cronaca hanno vinto i detenuti, sostenuti dal tifo di 160 ragazzi che hanno assistito alla gara con entusiasmo. L’Uisp è scesa in campo con Massimo Tossini, responsabile attività Uisp in Libano e Carlo Balestri, responsabile politiche internazionali Uisp. “Questa è stata per noi l’occasione per aprire, grazie all’aiuto della Cooperazione italiana, una porta del più grande carcere libanese, che ospita più di 2500 detenuti, in particolare del settore minorile – ha detto Carlo Balestri – l’Uisp vuole proseguire il progetto nelle carceri del Libano, per far sì che i detenuti possano sentirsi un po’ più liberi attraverso lo sport”.
“Grazie all’impegno della Cooperazione italiana e dell’Uisp e grazie alla presenza di Ulivieri – ha detto Gianandrea Sandri, direttore Agenzia per la Cooperazione – oggi ha avuto luogo un evento molto importante per noi italiani che crediamo nel rispetto dei diritti umani e civili, ovunque essi si esprimano”.
Si tratta di una delle più significative esperienze di attività sportiva all’interno di un carcere in Libano, che ha l’obiettivo di inserire lo sport nelle attività curriculari dei detenuti, minori e adulti. L’Uisp in questo campo ha una solida e duratura esperienza, formata con anni di attività in carcere, da Vivicittà al progetto Terzo tempo.