Archivi categoria: Sport

Sport inclusivo nelle scuole: protocollo d’intesa Ministero Istruzione – Comitato paralimpico


Una firma che include. Promuovere la pratica delle attività motorie e sportive per ragazze e ragazzi con disabilità nelle istituzioni scolastiche, diffondere i valori della cultura paralimpica e favorire l’avvicinamento all’attività motoria dei bambini già dalla scuola dell’infanzia: sono alcuni degli obiettivi al centro del Protocollo d’intesa siglato dal ministero dell’Istruzione e dal Comitato paralimpico.

Il Protocollo, di durata triennale, individua programmi e interventi per l’attuazione di attività motorie, sportive e ludico-motorie con l’obiettivo di rinforzare e potenziare le competenze delle studentesse e degli studenti con disabilità, anche per recuperare la socialità e accompagnare nel superamento delle difficoltà indotte dalla crisi pandemica, si legge in una nota. Saranno organizzate, inoltre, attività nazionali e territoriali per diffondere progetti anche in relazione alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del bullismo, all’adozione di corretti stili di vita, all’educazione stradale, al riconoscimento dei valori del fair play, all’acquisizione di comportamenti basati sul rispetto, sul contrasto al tifo violento, al doping e al disagio giovanile, all’integrazione e inclusione attraverso lo sport.

“Educazione, inclusione, benessere. Oggi firmiamo un documento importante – ha dichiarato Bianchi –. Le nostre ragazze e i nostri ragazzi imparano a scuola a giocare di squadra, misurandosi con le sfide delle discipline sportive. Un’azione collettiva e formativa, che trova espressione nei valori diffusi dal Comitato Paralimpico Italiano”.

“Siamo felici di questa importante intesa con il Ministero dell’Istruzione che dá un forte impulso alla promozione e alla diffusione nelle scuole dello sport quale strumento di cultura, inclusione e integrazione – ha sottolineato il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli –. Si tratta di un tassello importante per la costruzione di una diversa percezione della disabilità e dunque un contributo significativo per la crescita del nostro Paese dal punto di vista civile e sociale”.

Educazione fisica alla scuola primaria: saranno 2247 i docenti impegnati da settembre


Verso la meta. Emanato il decreto sugli organici della scuola per l’anno 2022-2023. Gli insegnanti di educazione fisica saranno 2247 e a settembre entreranno nella scuola primaria, cominciando dalla quinta elementare. Ora bisogna lavorare al reclutamento e alla formazione con l’obiettivo di far tornare i più piccoli all’attività motoria.

Il passaggio era tutt’altro che scontato dopo che la legge di Bilancio aveva cancellato l’indicazione delle coperture economiche per sostenere il provvedimento fortemente voluto dalla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali e che proprio la fiorettista pluriolimpionica aveva presentato con il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi a dicembre. In pratica, il Ministero ha ridisegnato la mappa dell’organico e inserito nella stima del fabbisogno anche i 2247 posti che entreranno a far parte dei 191.260 docenti impegnati nella quinta elementare. Le classi coinvolte saranno 24.693. Per quelle con il tempo normale le due ore di educazione fisica saranno aggiuntive, per i bambini del tempo pieno saranno invece comprese nell’attuale orario.

L’educazione fisica nella primaria è una materia prevista dall’ordinamento, ma il suo insegnamento è stato negli anni delegato ai tutor, figure fuori dall’organico, spesso al lavoro in forma indiretta, formando maestre e maestri per questa area didattica. Il progetto, nato come “alfabetizzazione motoria” con il Coni nel 2009, è stato ereditato da Sport e salute e oggi si chiama Scuola attiva Kids. Coprirà tutte le altre classi in attesa che i docenti specialisti entrino in tutte le classi.

A questo punto il più sembra fatto. Ma manca il passaggio del reclutamento. La legge di Bilancio di fine 2021 prevedeva entro due mesi la pubblicazione del bando per il concorso ma i tempi si sono allungati ed è chiaro che per settembre non si farà in tempo. Si interverrà quindi per ora sulle graduatorie provinciali dei precari per coprire il fabbisogno. L’altro tema è quello della formazione su cui si dovrà lavorare duro in questi mesi. Cioè: quali contenuti per l’insegnamento dell’educazione fisica fra i bambini? In ogni caso la svolta è doppiamente necessaria in un momento in cui la diffusione dell’attività motoria e della pratica sportiva nel segmento anagrafico 6-11 anni, è stata duramente colpita dalla pandemia. In base a diverse statistiche si stima che un bambino su due abbia smesso di muoversi. La nuova generazione di insegnanti che entrerà nella scuola ha un grande obiettivo da inseguire: far tornare in palestra e sui campi tanti bambini che hanno abbandonato.

A Parma “Se vai in bici, fai un bel lavoro”: incentivi a chi pedala


Bike to work. “Se vai in bici, fai un bel lavoro”: a Parma fino a 50 euro mensili di incentivi a chi pedala. I destinatari dei contributi sono aziende, enti pubblici e privati. Si tratta della terza edizione del progetto che incoraggia gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta. Nelle prime due annualità sono stati percorsi quasi 300 mila km.

L’assessora all’Ambiente e mobilità Tiziana Benassi: “Se vai in bici, fai un bel lavoro! È lo slogan della terza edizione di bike to work il progetto che incentiva gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta. Il Comune premia i comportamenti virtuosi perché crede nella mobilità sostenibile quale strumento per migliorare la salute e la qualità di vita delle persone e la qualità dell’ambiente che ci circonda: aria che respiriamo e decongestionamento del traffico”.

Sono 17 le aziende che hanno aderito alla manifestazione di interesse nella prima edizione e 43 nella seconda edizione. Di queste, 15 quelle che hanno partecipato nel 2020 e ben 25 nel 2021, compreso il Comune di Parma che promuove iniziative di mobility management e partecipa attivamente come datore di lavoro.

“Più di 83mila km percorsi nella prima edizione e quasi 200mila km nella seconda edizione. Sono i numeri del successo delle prime due edizioni di Bike to work che con entusiasmo siamo certi di replicare (e superare) nell’edizione 2022”, aggiunge Benassi. Il progetto Bike To Work prevede l’assegnazione di contributi ed incentivi per chi si reca al lavoro in bicicletta. Nello specifico il progetto prevede l’assegnazione di incentivi chilometrici per gli spostamenti casa-lavoro in bicicletta, nella misura massima di 20 centesimi a chilometro e di 50 euro mensili cadauno.

A questo si aggiungono incentivi per la riduzione del costo dell’utilizzo del bike sharing, da utilizzare in modo prioritario per gli spostamenti casa-lavoro e incentivi per la riduzione del costo dell’abbonamento annuale al deposito biciclette, cioè la cicletteria in stazione. I destinatari dei contributi sono aziende, enti pubblici e privati ubicati nel Comune di Parma o nelle immediate vicinanze.

Modalità di partecipazione: le aziende o gli enti intenzionate a partecipare alla manifestazione di interesse, dovranno inviare apposita istanza di partecipazione mediante l’invio o consegna entro e non oltre le ore 13 del giorno lunedì 4 aprile 2022, per iniziare il 10 aprile. La manifestazione di interesse rimane comunque aperta fino al 31 luglio 2023, l’azienda o ente partecipante non potrà dare inizio al progetto prima del decimo giorno del mese successivo all’adesione.

Bici per tutti: Fondazione Paideia lancia il bike sharing accessibile


Tutti in sella. A Torino arriva il bike sharing accessibile, con un parco biciclette adatte e adattabili alle diverse tipologie di esigenze e disabilità. Obiettivo dell’iniziativa è quello di garantire a tutti l’opportunità di fare sport e promuovere il benessere.

“Tutti in sella”: è questo il nome scelto da Paideia per lanciare il proprio bike sharing accessibile: la Fondazione, impegnata nel sostegno a oltre 700 nuclei familiari di persone con disabilità, metterà gratuitamente a disposizione di chi lo vorrà, con prenotazione al desk della sede di via Moncalvo 1 a Torino, un parco biciclette adatte e adattabili alle diverse tipologie di esigenze e specificità.

L’obiettivo principale dell’iniziativa, resa possibile attraverso una raccolta fondi, è quella di garantire a tutti l’opportunità di fare sport: “Da sempre – sottolinea il direttore di Paideia Fabrizio Serra – il nostro obiettivo è quello di sostenere e supportare le famiglie con bambini con disabilità secondo il modello Family Centered Care: le attività svolte, riabilitative, sportive e ricreative, hanno come finalità la promozione del benessere; nel caso specifico, grazie alla bicicletta tutti potranno godere di un’esperienza che trasmette benessere e felicità”.

“Tutti in sella” è solo l’ultimo tassello di un percorso iniziato nel 2018: “Siamo partiti – spiega la responsabile delle attività sportive Elena Grosso – con l’apertura della piscina aggiungendo, nel corso del tempo, danza, minibasket, boccia paralimpica e altro ancora perché i vantaggi sono sotto gli occhi di tutti. Questo progetto è un perfetto esempio di tecnologia applicata allo sport: grazie all’aiuto di tecnici consulenti e alla collaborazione delle famiglie che si sono messe a disposizione per i test drive, infatti, abbiamo identificato le bici più adatte, accessibili e comode”.

Anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha voluto provare le nuove bici: “Paideia – ha affermato – è un orgoglio delle città perché è attenta alle fragilità e perché abbina alla cura sanitaria anche la cura della persona e delle relazioni, tema sempre presente sulla mia scrivania. Un’altra delle problematiche che mi sta più a cuore è quella della solitudine: voi, da questo punto di vista, siete un punto di riferimento perché non lasciate mai sole le vostre famiglie e, con questa iniziativa, consentite a tutti di fare sport e di usufruire delle risorse ambientali di Torino”.

Spazio alle donne nei circoli sportivi: la svolta partita dall’Aniene di Roma


 

 

Il Circolo Aniene ha finalmente deciso di cambiare il proprio statuto con l’ok di 237 iscritti e il no di 150 irriducibili, contrari a superare la norma che prevedeva l’ingresso alle sole socie onorarie, ma comunque senza diritto di voto. E’ stato cambiato l’articolo 4, togliendo la dicitura ‘maggiorenni di sesso maschile’ così, dopo 130 anni, lo storico circolo romano non è più appannaggio esclusivo degli uomini.

Un appello a compiere lo stesso passo è arrivato in questi giorni anche dai campioni del Reale Yacht Canottieri Savoia e del Remo e della Vela Italia di Napoli. Qui non si contano socie donne da oltre un secolo, non per colpa dello statuto, ma per una regola non scritta per cui le donne accedono solo come ospiti dei soci uomini.

Scacchi, la mossa della Fsi: giovani ucraini in gara ai campionati italiani


Scacco matto: la Federazione Scacchistica Italiana ha deciso di mobilitarsi a sostegno dei ragazzi ucraini in fuga dal loro Paese dopo l’invasione delle truppe russe, permettendo loro di gareggiare nei campionati giovanili. Un esempio di fratellanza e vicinanza che potrebbe teoricamente portare all’incoronazione di un giovane ucraino a nuovo ‘Campione Italiano’.

Un esempio di fratellanza e vicinanza che potrebbe teoricamente portare all’incoronazione di un giovane ucraino a nuovo ‘Campione Italiano’ in una o più delle categorie del Campionato, ovvero Under 8, Under 10, Under 12, Under 14, Under 16, e Under 18, ciascuna divisa in “Open” e “Female”.

La FSI ha deciso di attuare questa eccezione normativa “come dimostrazione di solidarietà con i giovanissimi profughi ucraini, oltre che per fornire loro una fonte di distrazione e divertimento”. In riconoscimento del fatto che gli scacchi sono uno sport popolare in Ucraina, l’Ucraina si è laureata come campionessa europea lo scorso novembre e l’attuale campionessa italiana, Elena Sedina, è di origine ucraina e originaria di Kiev.

“In corsa con l’ambiente”: un bosco urbano nato dal riciclo di materiale sportivo


In corsa per l’ambiente. In occasione della Giornata mondiale dello sport per lo sviluppo e la pace, a Lecce parte una raccolta di sneakers, palloni e pneumatici di bici per dar vita a un piccolo bosco urbano. Si tratta di rifiuti difficili da smaltire, che saranno oggetto di un’azione di riciclo e recupero, per trasformarli in energia green certificata.

Recuperare in un anno una grande quantità di sneakers, palloni usati o pneumatici di biciclette per dar vita a un piccolo bosco urbano. E’ l’iniziativa lanciata dal Mongolfiera Lecce, da sempre attento ai temi della sostenibilità, della promozione e sensibilizzazione alle buone pratiche ambientali per la collettività, tanto da aver ottenuto la prestigiosa certificazione di qualità ambientale Breeam, livello silver. Oggi, mercoledì 6 aprile, prenderà il via l’iniziativa “In corsa con l’ambiente”, non a caso in concomitanza con la giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, un tema che in questo periodo storico assume un significato particolarmente importante: il pianeta terra è in corsa contro il tempo per porre rimedio ai danni che l’uomo ha perpetrato per anni.

L’iniziativa, un’esclusiva dei centri commerciali pugliesi del Gruppo Cbre, durerà un intero anno e avrà l’obiettivo di fondere i valori dell’ecologia a quelli dello sport coinvolgendo i frequentatori del Mongolfiera Lecce in una gara solidale collettiva, in cui tutti potranno contribuire con un piccolo gesto e diventare protagonisti, vincendo due volte: dando una mano all’ambiente e ottenendo delle gift card da spendere nei negozi del Mongolfiera Lecce.

Sneakers, palloni usati o pneumatici di biciclette rientrano fra i cosiddetti rifiuti difficili da smaltire, ma grazie a “In Corsa per l’ambiente”, per un intero anno le tipologie di rifiuti difficili da riciclare saranno oggetto di un’iniziativa virtuosa: riuso, riciclo e recupero, il principio delle 3R, parole chiave di questa grande raccolta che garantirà un impatto positivo sull’ambiente sotto molteplici aspetti, assicurando l’attivazione di un circolo virtuoso che trasforma i rifiuti in energia green certificata.

All’interno del centro commerciale verrà dedicata una green zone in cui saranno posizionati i contenitori e in cui i partecipanti potranno conferire i rifiuti e immortalare il gesto con foto e video per far correre il progetto condividendolo sui social e convincere sempre più persone ad attuare il circolo virtuoso. Gli scatti social potranno essere realizzati nel green corner, il primo passo della “corsa” dei rifiuti verso il corretto smaltimento.

La prima fase prevede il riuso: associazioni locali potranno recuperare il materiale raccolto ancora utilizzabile, le calzature, in particolare, e occuparsi di distribuirlo a comunità e soggetti bisognosi del territorio, Lecce e comuni limitrofi. Le due fasi successive saranno garantite da “La Lucente Spa”, partner tecnico autorizzato e soggetto operante a livello nazionale nella corretta esecuzione delle procedure stabilite dall’economia circolare. I rifiuti saranno selezionati per tipologia e destinazione, avviati al riciclo e, per la frazione non riciclabile, avviati a recupero energetico certificato.

Grazie agli eco-days, organizzati ogni 1° sabato del mese, la corsa si farà ancora più serrata: le associazioni sportive del territorio si impegneranno assieme ai clienti a conferire il maggior numero possibile di scarpe, pneumatici e palloni, e ottenere gift card da spendere nei negozi del Mongolfiera Lecce.

In buca per la parità salariale: la mobilitazione del golf Usa


Colmare il gap. Negli Stati Uniti il golf femminile si mobilita per la parità salariale. Dopo il calcio, dove grazie ad anni di battaglie, gli stipendi di calciatori e calciatrici sono stati equiparati, il tema è sempre più discusso in molti altri sport.

Sport sostenibile: ecco la patente a punti promossa dall’Uefa


Sport sostenibile. Dalla lotta al razzismo alla difesa dell’ambiente: arriva la patente a punti Uefa per la sostenibilità degli eventi sportivi, valutata con un sistema di certificazione che assegna un punteggio da 0 a 75 in base al grado di soddisfazione di quindici parametri. La certificazione nasce anche per spingere sponsor e investitori a puntare su soggetti e iniziative più virtuosi.

Il primo banco di prova del sistema sarà il prossimo Europeo femminile di calcio, in programma dal 6 al 31 luglio prossimi in Inghilterra. L’obiettivo della Federcalcio europea è arrivare a pieno regime con la certificazione degli eventi per Euro 2024 in Germania. “La valutazione sarà fatta ex post, monitorando il livello di sostenibilità dell’evento durante il corso del suo svolgimento. Cominceremo col valutare i tornei organizzati da noi, poi metteremo il protocollo a disposizione di federazioni, leghe e club”, dice Michele Uva, direttore della sostenibilità Uefa.

I parametri valutati dal Uefa sustainable event management system (SEMS) tengono conto della mobilità, della piena accessibilità degli spazi, dell’incidenza sul clima, del consumo d’acqua, della circolarità economica, della lotta razzismo, del rispetto per la diversità (sia essa relativa all’orientamento sessuale o alla fede religiosa), dell’attenzione per i bambini e della qualità della governance. Per ciascuno dei 15 ambiti, al singolo evento verrà assegnato un punteggio da 1 a 5. Si va dall'”intenzione di progredire”, livello minimo, alla “realizzazione fattiva di pratiche eccellenti”, che corrisponde al massimo.

“Il primo scopo è migliorare nel tempo la sostenibilità dei nostri eventi, innalzando via via i nostri standard – dice Uva – ma la certificazione nasce anche con l’intento di guidare sponsor e investitori, di modo che siano portati a puntare su soggetti e iniziative più virtuosi”. Già oggi la maggioranza delle grandi aziende di tutto il mondo concentra più i propri investimenti nello sport verso soggetti che offrono un’immagine migliore dal punto di vista del rispetto dei diritti e dell’ambiente. Lo stesso vale per le realtà territoriali, che più volentieri ospiteranno eventi sportivi a basso impatto e alta esternalità positiva. Questo dirà Uva il 4 aprile prossimo a Ginevra, quando illustrerà il SEMS ai sindaci delle città europee.

Senza aspettare che Uefa metta a disposizione la propria griglia di misurazione della sostenibilità, ci sono club europei che hanno introdotto protocolli interni per quanto riguarda la non discriminazione e la riduzione dell’impatto ambientale. È il caso del Tottenham, che nel settembre 2021 ha annunciato di essere in grado di organizzare partite nello stadio di casa a impatto zero, bandendo la plastica nei ristoranti, alimentando l’impianto con energie rinnovabili e incentivando la mobilità sostenibile dei tifosi. Un impegno valso agli Spurs il riconoscimento di club più “green” della Premier League. Altra società che s’è dimostrata sensibile ai temi della sostenibilità è il Southampton, che già nel 2018 aveva introdotto programmi avanzati di risparmio energetico.

Il caso più notevole è quello della Bundesliga tedesca, che pretende dai club iscritti il rispetto di severi parametri sia dal punto di vista ambientale sia di impegno sociale. Fra i criteri per potere avere la licenza e partecipare al campionato ci sono anche l’impegno concreto contro ogni discriminazione e il rispetto dei lavoratori, tanto dei dipendenti quanto di chi presta servizio presso aziende esterne. A ispirare la federazione e gli organizzatori del campionato sono stati club ultra-virtuosi come Bayern Monaco e Wolfsburg. La Volkswagen, proprietaria della società, ha deciso di investire soprattutto nelle politiche ambientali, mostrando forte discontinuità rispetto allo scandalo Dieselgate del 2015.

Se in Spagna la sostenibilità non è un tema centrale per la maggior parte dei club, in Italia il caso più virtuoso è quello della Juventus. Al pari del Borussia Dortmund, la società bianconera ha aderito allo Standard Ethics European Football Index, che ordina i club (soprattutto quelli quotati) in base all’efficienza e all’attenzione dimostrate in campo ambientale, sociale, finanziario e di governance. In base alla performance complessiva si va da un rating E+, il più basso, a EEE, il più alto. Più indietro invece gli altri due club italiani quotati in borsa: la Roma ha espresso la volontà di migliorarsi sotto il profilo della sostenibilità, mentre la Lazio non ha ancora promosso pratiche tali da rientrare nei parametri di Standard Ethics.