Trasferte pericolose. Segnali di dissenso verso la guerra arrivano anche dal mondo dello sport. Ci racconta tutto Elena Fiorani,
“Non posso parlare a nome dell’associazione dei piloti di Formula 1, ma personalmente non voglio correre in Russia e la F1 non dovrebbe correrci. Tante persone stanno morendo per ragioni stupide”. Sono le parole del pilota Sebastian Vettel, che si uniscono all’appello delle Federazioni calcistiche di Polonia, Svezia e Repubblica Ceca perché le partite di qualificazione ai Mondiali 2022, in programma il mese prossimo, non si giochino in Russia.
Lo Schalke 04 ha deciso di rimuovere il logo del main sponsor GAZPROM dalle maglie del club. Un forte “No alla guerra” è giunto da Fedor Smolov, primo giocatore della nazionale russa a schierarsi apertamente contro l’attacco armato all’Ucraina.
Parigi ferma i motori: centro storico a traffico limitato entro il 2024
Fermiamo i motori. Entro il 2024 il centro di Parigi diventerà zona a traffico limitato per favorire pedoni, ciclisti, mezzi pubblici e per impedire che ci passino le auto se sono dirette altrove. L’obiettivo è ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico legato al traffico, facilitare la circolazione dei residenti e dei commercianti e offrire strade più accoglienti.
Questa novità, inizialmente prevista per il 2022, è in linea con le politiche favore della ciclabilità portate avanti dalla sindaca socialista Anne Hidalgo fin dal suo primo mandato. L’area interessata dalla zona a traffico limitato sarà quella dei primi quattro arrondissement di Parigi e parti del V, VI e VII arrondissement, tra Boulevard Saint-Germain e la Senna. La zona sarà delimitata a ovest da Place de la Concorde, a nord dai Grands Boulevards, a est da Place de la Bastille e dal Boulevard Saint Germain a sud. Con questa trasformazione si mira a ridurre il volume e la velocità dei veicoli a motore presenti nell’area per facilitare e rendere sicuri gli spostamenti a piedi e in bicicletta, nonché facilitare la circolazione dei residenti locali, dei commercianti e dei servizi pubblici.
Dopo il blocco del traffico potranno circolare ancora Taxi e Vtc – vetture di trasporto con conducente, così come gli autobus e le vetture munite di tessere di inclusione mobilità (permesso disabili) o tessera europea per il parcheggio. L’accesso con le auto resterà consentito anche ai residenti, a chi deve fare delle consegne o andare in negozi, al museo o al cinema. Sarà invece vietato il traffico dovuto al semplice transito, al momento rappresentato principalmente da parigini e parigine che attraversano il centro per andare altrove, ad esempio per passare dal XIV al XVIII arrondissement. Secondo il comune queste persone hanno molte alternative all’uso dell’auto: da un calcolo, infatti, risulta che solo il 30 per cento di chi passa per l’area interessata abbia assolutamente bisogno della macchina per completare il proprio viaggio, mentre per il restante 70 per cento è «soprattutto una comodità».
di Pierluigi Lantieri
Invasione Donbass: cambia la sede della finale di Champions League?
In campo nemico. Alcuni membri dell’Europarlamento hanno scritto alla Uefa affermando che “dopo il riconoscimento russo del Donbass e l’invasione del territorio ucraino, è evidente che la città di San Pietroburgo non potrà ospitare la finale di Champions League prevista per il prossimo 28 maggio”. Anche il premier britannico ha definito una finale in Russia inconcepibile.
“La Uefa sta monitorando in maniera costante e da vicino la situazione. Al momento, non ci sono piani per cambiare la sede”. Con questa nota la confederazione calcistica europea replica alle illazioni, fatte in particolare dai tabloid inglesi, su un possibile cambio di località per la finale di Champions League del prossimo 28 maggio a San Pietroburgo, alla luce della crisi tra Ucraina e Russia. L’ipotesi al momento non è presa in considerazione. Tuttavia alcuni membri dell’Europarlamento hanno scritto alla Uefa una lettera: “Alla luce della grave situazione internazionale venutasi a creare dopo il riconoscimento da parte di Putin del Donbass e l’invasione delle truppe russe sul territorio ucraino, è evidente che la città di San Pietroburgo non potrà ospitare la finale di Champions League prevista per il prossimo 22 maggio. Per questa ragione ho cofirmato la lettera, promossa dall’europarlamentare tedesca dei Greens Viola von Cramon-Taubadel, al presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin”, afferma in una nota Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo. “La Russia dimostri a tutto il mondo che ha a cuore i valori dello sport, della fratellanza, della collaborazione e del rispetto e faccia prevalere le sole armi della diplomazia. Non è mai troppo tardi”, continua l’eurodeputata.
“È inconcepibile” che la Russia possa ospitare eventi sportivi internazionali come la finale di Champions League di calcio in calendario a San Pietroburgo dopo le azioni intraprese dal presidente Vladimir Putin in Ucraina, ha detto il premier britannico, Boris Johnson, intervenendo alla Camera dei Comuni sulla crisi ucraina. Johnson ha additato la Russia come una nazione che “invade Stati sovrani” e ha aggiunto: “Non ci sono chance che una Russia sempre più isolata, una Russia che ha ora uno status da paria possa ospitare una manifestazione calcistica” europea.
“Non prestiamo attenzione ai vari commenti dei media britannici”, replica alla Tass del capo del comitato organizzatore di San Pietroburgo, Alexey Sorokin, alla notizia apparsa sul ‘Guardian’ secondo cui alla luce della crisi tra Ucraina e la Russia l’Uefa “non potrebbe avere altra scelta” se non quella di spostare la finale di Champions League programmata per il 28 maggio a San Pietroburgo. “Ci siamo occupati di questo negli ultimi 15 anni, dal 2008, quando si supponeva che qualcosa ci sarebbe stato portato via – ha aggiunto Sorokin riferendosi a quando la Russia ha tenuto la finale di Champions League a Mosca nel 2008 – Ci stiamo preparando per la finale come previsto. Stiamo aspettando l’arrivo di oltre 50.000 tifosi stranieri”.
Secondo il dirigente russo l’Uefa è una grande organizzazione sportiva internazionale che opera al di fuori di un contesto politico. Il comitato organizzatore e la Uefa non hanno avuto discussioni su questo argomento e non possono averne. Palcoscenico della finale Champions è la Gazprom Arena, impianto da 68.000 posti, nota anche come Stadio Krestovsky, terreno di gioco dello Zenit e stadio che ha ospitato le partite della Coppa del Mondo 2018 e degli Europei 2020.
Amici della bici: una rete di bar per fare “pit stop” nell’hinterland milanese
Amici della bici. Parte da Segrate l’idea di creare una rete di bar in cui i ciclisti possano fare un “pit stop” in caso di foratura di una gomma o altri piccoli problemi al loro mezzo: è l’obiettivo dell’iniziativa lanciata per favorire l’utilizzo delle due ruote da parte dei cittadini e promuovere una nuova cultura della bicicletta, legata ad un uso quotidiano.
“Promuovere la mobilità sostenibile non significa solo fare macro interventi come la creazione di nuove piste ciclabili, che richiedono costi notevoli, ma anche promuovere la cultura della bicicletta venendo incontro alle quotidiane esigenze dei ciclisti” spiega il sindaco Paolo Micheli.
A tutti i locali vengono forniti un logo da esporre in vetrina in modo da essere identificabili e un kit che comprende una pompa, un set di chiavi da lavoro e mastice per le forature. L’iniziativa può già contare sull’adesione di 12 bar. E l’obiettivo è allargarla al più presto a tutti quelli di Segrate.
Creare una rete di bar in cui i ciclisti possano fare un “pit stop” in caso di foratura di una gomma o di altri piccoli problemi al loro mezzo: è l’obiettivo di “Amici della Bici”, l’iniziativa lanciata dal Comune di Segrate (nell’hinterland milanese) per favorire l’utilizzo della bicicletta da parte dei cittadini. “Promuovere la mobilità sostenibile non significa solo fare macro interventi come la creazione di nuove piste ciclabili, che richiedono costi notevoli, ma anche promuovere la cultura della bicicletta venendo incontro alle quotidiane esigenze dei ciclisti – spiega il sindaco Paolo Micheli – L’idea di proporre ai bar cittadini di diventare ‘Amici della bici’ va proprio in questa direzione, come altri progetti che abbiamo avviato, dal Ciclobus alla Bicipolitana”.
A tutti i locali aderenti vengono forniti un logo da esporre in vetrina in modo da essere immediatamente identificabili e soprattutto un kit – offerto da un negozio di biciclette della zona – che comprende una pompa, un set di chiavi da lavoro e mastice per le forature. “Può sembrare un servizio banale, ma in realtà è molto utile. Si tratta di un gesto di vicinanza ai ciclisti urbani, che possono così far fronte a piccoli inconvenienti tecnici – prosegue il primo cittadino – Chi si trova all’improvviso con una gomma sgonfia o magari con una vite del freno allentata sa che in città ci sono vari punti in cui è possibile trovare assistenza”.
L’iniziativa può già contare sull’adesione di 12 bar – “hanno tutti accolto con entusiasmo la nostra proposta” – e l’obiettivo è allargarla al più presto a tutti quelli di Segrate.
Lo sport geniale: inclusione e rigenerazione urbana a Napoli
Lo sport geniale. Utilizzare lo sport come strumento per fare comunità e favorire l’infrastrutturazione sociale: sono questi i presupposti del progetto rivolto al rione Luzzatti – Ascarelli di Napoli per coinvolgere i minori e gruppi normalmente esclusi dalla pratica sportiva. Il nome dell’intervento prende spunto dal romanzo di Elena Ferrante “L’amica geniale”.
Il progetto, finanziato dalla Fondazione con il Sud nell’ambito del bando “l’importante è partecipare” promuove la rigenerazione urbana, sociale e culturale del rione Luzzatti – Ascarelli a Napoli attraverso un programma di attività che consolidi e ampli il coinvolgimento dei minori e includa soggetti normalmente esclusi dalla pratica sportiva quali adulti, anziani e appartenenti a minoranze cinesi e rom. Il progetto prevede inoltre, la riqualificazione di uno spazio che verrà attrezzato ed adibito ad area ludico-sportiva.
L’iniziativa, il cui nome prende spunto dal romanzo di Elena Ferrante “l’amica geniale”, si pone l’obiettivo di restituire un senso di collettività al quartiere, favorendo il dialogo e la socialità dei suoi abitanti attraverso lo sport. Bicicletta, calcio, basket, pallavolo, arti performative, DanceAbility, recupero di aree gioco per i più piccoli sono alcune delle opportunità che verranno offerte nell’ambito del progetto.
Giochiamo alla pace: russi e ucraini fanno squadra a Torino
Giochiamo alla pace. C’è un posto, a Torino, dove i venti di guerra tra russi e ucraini non sono mai arrivati. Il servizio di Elena Fiorani.
Nel quartiere di Santa Rita, su un campo nascosto tra i palazzi, si allena una squadra nata nel cuore delle comunità di immigrati dall’Est. Venti ragazzi russi e ucraini, ma anche uzbeki, azeri, bielorussi, giocano uniti sotto il nome di “Unione Sportiva Parlanti Russo”. Chi arriva in città, o chi a Torino è nato da genitori russofoni, prima o poi vi entra in contatto ritrovando tradizioni, abitudini, suoni che sanno di casa. Ora, che a casa si gioca sul filo di una guerra, qui preferiscono giocare col pallone, lontani da ideologie e rivendicazioni.
Alexey ha 47 anni, è il più vecchio della squadra, è arrivato a Torino da Kiev nel 2000 per lavoro: «Per quanto io mi senta ucraino, nella squadra tutto si annulla, Siamo amici, siamo uguali”, dice. E’ spaventato per la situazione ai confini ucraini ma spera ancora che la cosa si risolva senza scontri.
Inclusività sulla neve: sci per persone con disabilità sul Monte Cimone
Discesa libera. Sciare tutti e sciare insieme: è possibile sul Monte Cimone, in provincia di Modena, dove i maestri insegnano e guidano anche persone con disabilità, con servizi e aiuti messi a disposizione di chi non riesce a muoversi normalmente o ha difficoltà cognitive e sensoriali, tra cui anche le attrezzature necessarie per le diverse disabilità.
Nel Comune di Sestola, l’inclusività è una parola e soprattutto un modo di essere alla quale tengono molto, al punto da applicarla anche sulla neve che permea il comprensorio composto da cinquantacinque chilometri di piste imbiancate durante l’intera stagione invernale adesso in corso. Per questo sulla cima più iconica dell’intero comprensorio, i maestri insegnano e guidano anche persone disabili sotto il coordinamento della Fondazione per lo Sport Silvia Parente: sono offerti servizi e aiuti a chi non riesce a muoversi normalmente, ha difficoltà cognitive e sensoriali. E vengono messe a disposizione tutte le attrezzature utili a tale scopo come il DualSki, lo SnowKart e gli amplificatori vocali per gli sciatori non vedenti o ipovedenti. L’iniziativa è rivolta anche ai ragazzi delle scuole per fare in modo che tutti gli alunni possano sciare insieme, senza esclusione per chi ha problematiche anche gravi.
Ecco, dunque, che la Fondazione per lo Sport Silvia Parente onlus ha donato carrozzine di cortesia affinché tutti possano accedere anche ai ristoranti, ai servizi igienici, apprezzare l’atmosfera conviviale e solidale che si respira all’interno dei rifugi del Ristoro dello sciatore al Passo del Lupo, al Rifugio Zambelli, alla Tana del Lupo.
E’ stata anche allestita una apposita baita al Passo del Lupo, gestita dall’Associazione Sportiva Dilettantistica In2theWhite, in cui i disabili possono sentirsi comodi durante le pause dello svolgimento dell’attività sportiva e dove ricevono tutte le istruzioni sui corsi ai quali possono partecipare come tutti gli altri.
“Ci teniamo molto affinché la nostra montagna sia la montagna di tutti. Perciò le nostre piste sono attrezzate per accogliere i disabili, i maestri di sci sono stati formati anche a tale scopo, e soprattutto ci sono volontari e strutture pronte a venire incontro a ogni necessità – spiega Luciano Magnani, presidente del Consorzio Monte Cimone – e tutta la strumentazione necessaria per le attività sulla neve è a disposizione. Qui da noi ogni persona è eguale, merita attenzione, rispetto e, se ne ha bisogno, anche aiuto”.
Sos dallo sport di base a Mattarella e Draghi: servono aiuti urgenti
Sos dallo sport di base. Otto Enti di Promozione sportiva scrivono al presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio per lanciare un appello: prima il Covid e ora il caro-bollette, servono aiuti urgenti che possano dare ossigeno ad un settore fondamentale per gli effetti che esso ha sulla salute, l’inclusione sociale e l’educazione delle persone per tutte le età.
Ecco il testo:
Ill.mo Presidente,
l’agenda di Governo sta affrontando in questi giorni il tema dei nuovi interventi in risposta al cosiddetto “caro bollette” e al tasso di inflazione.
Il comparto dello Sport ha subito un durissimo colpo in questi due anni di pandemia, poiché ha pagato, più di altri, le drastiche restrizioni che si sono rese necessarie per salvaguardare la salute pubblica.
Tuttavia, l’associazionismo sportivo, che nel nostro Paese rappresenta il 33% di tutte le istituzioni non profit, ha continuato a garantire attività motoria e sportiva nel rispetto delle norme e dei protocolli di sicurezza. Inoltre, ha partecipato attivamente alla rete di protezione sociale che il mondo del terzo settore ha messo a disposizione, nel rapporto con le istituzioni locali, per garantire interventi a sostegno delle famiglie in tutto il periodo dell’emergenza.
L’aumento spropositato del costo dell’energia sta mettendo letteralmente in ginocchio questa grande infrastruttura sociale ed ha già fatto registrare chiusure di tante realtà associative locali che non hanno retto all’impatto della crisi sanitaria, con conseguente allentamento dei sistemi di coesione sociale nelle nostre comunità.
A rischio, pertanto, oltre ai gestori degli impianti sportivi, c’è un’intera filiera dell’economia sociale del nostro Paese che comprende le tantissime piccole e grandi esperienze associative che fanno dello sport e dell’attività fisica uno strumento per la costruzione di una società resiliente e sostenibile, considerando il più ampio processo di ripresa economica e sociale.
Crediamo che sia proprio questa l’occasione, da parte del Governo, di rendere tangibili tutti i valori che si riconoscono alla cultura motoria e sportiva, impegnando importanti risorse finanziarie e provvedimenti immediati, che possano dare ossigeno ad un settore fondamentale per gli effetti che esso ha sulla salute, l’inclusione sociale e l’educazione di tutte le persone per tutte le età.
Vista la Sua sensibilità e attenzione costante verso il mondo che noi rappresentiamo, siamo convinti che, anche in questo momento, non farà mancare la Sua azione attiva.
La ringraziamo, pertanto, con la deferenza dovuta alla Sua persona.
Roma li 14/02/2022
Antonino Viti – ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani)
Bruno Molea – AiCS ( Associazione Italiana Cultura Sport)
Claudio Barbaro – ASI (Associazioni Sportive Sociali Italiane)
Franco Proietti – CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale)
Vittorio Bosio – CSI (Centro Sportivo Italiano)
Gian Francesco Lupattelli – MSP (Movimento Sportivo Popolare Italia)
Tiziano Pesce – UISP (Unione Italiana Sport Per tutti)
Damiano Lembo – US ACLI (Unione Sportiva ACLI)
Inclusione di genere: luci accese al Parco Ravizza di Milano
Facciamo luce. Al Parco Ravizza di Milano, luci accese 24 ore su 24 per la sicurezza e l’inclusione. Il Comune si attiva per rendere lo spazio verde fruibile serenamente anche a donne e ragazze che non si sentivano più sicure di praticare attività motoria nel parco, dopo i diversi casi di aggressioni denunciati nei mesi scorsi.
Erano gli anni Novanta quando le autorità locali di Vienna iniziarono a prestare attenzione a un fenomeno apparentemente banale: a partire dai 10-12 anni di età, le bambine e le ragazze smettevano di frequentare i parchi pubblici e le aree gioco della città. Diversamente dai loro coetanei maschi, come ha raccontato Caroline Criado Perez nel suo libro «Invisibili». Dopo un’indagine sulle ragazze, si è capito che il parco di Einsiedler (scelto per la sperimentazione) non veniva frequentato per una semplice ragione: non c’erano strutture e spazi adatti a loro. Scarsa illuminazione, vialetti stretti non garantivano alle ragazze una sufficiente sensazione di sicurezza.
Un altro problema era dato dalla mancanza di servizi igienici e dalla presenza di aree sportive adatte ad attività che coinvolgevano in misura maggiore i coetanei maschi. Ma lo spazio urbano determina il modo in cui organizziamo la nostra vita e le nostre comunità e, soprattutto, la nostra società. Gli spazi dovrebbero essere fruibili sempre, da tutti e tutte. Anche in quei momenti della giornata in cui, a causa del buio, non ci si sente a proprio agio a frequentarli. Da qui parte il patrocinio tra Comune di Milano e Adidas che dal 14 febbraio, con il nuovo capitolo della campagna “Impossible Is Nothing” dedicato alle donne, sosterrà coloro che stanno abbattendo le barriere e impegnandosi per l’equità di genere, dentro e fuori dal campo di gioco.
Dal 24 febbraio fino al 4 marzo ci sarà il progetto di illuminazione del Parco Ravizza in patrocinio con il Comune di Milano: illuminazione ventiquattr’ore su ventiquattro con un impianto aggiuntivo realizzato con delle colonne autoportanti sparse in alcune zone del parco. Un progetto pensato per il territorio e destinato alla cittadinanza con l’obiettivo di abbattere le barriere, sociali e mentali che ci frenano dal poter essere libere e liberi di vivere al meglio. Come dimostrano i recenti casi di aggressioni segnalate nel parco Ravizza, tanto che gli studenti della vicina Bocconi hanno predisposto l’accompagnamento da parte di personale dell’università, in orario serale dal lunedì al sabato. Un servizio entrato in funzione verso metà gennaio e in cui ogni 30 minuti, dalle 18 a mezzanotte e mezza, un dipendente del polo accademico attende ragazzi e ragazze in uscita dal campus di via Sarfatti per accompagnarli all’interno del parco, che bisogna attraversare per forza se si vuole raggiungere in tempi brevi gli studentati.
di Pierluigi Lantieri
Donne, la rivoluzione gentile del giornalismo sportivo Nba
La rivoluzione gentile. Negli Stati Uniti la Espn affida a 33 donne probabilmente la più grande produzione tutta al femminile mai messa in campo nel giornalismo sportivo Usa. È accaduto a Salt Lake City alla partita tra Utah Jazz e Golden State Warriors, commentato da sole telecroniste donne per la prima volta nella storia dell’Nba.
Beth Mowins, Doris Burke e Lisa Salters sono state alla guida della troupe televisiva composta interamente da donne per la prima nella storia dell’NBA. È accaduto a Salt Lake City alla partita tra Utah Jazz e Golden State Warriors. È l’NBA, la principale lega professionistica di pallacanestro degli Stati Uniti d’America, e per questa gara la rete Espn, una delle emittenti di sport più famose negli Stati Uniti, ha preso una decisione che passerà alla storia: a raccontare la partita per radio e tv ci sono state solo giornaliste donne.
Per la prima volta nella storia del basket a stelle e strisce, insomma, un match è stato commentato per intero da telecroniste donne. E non solo, anche la squadra in studio, dalla regista alle produttrici alle operatrici, era composta da sole donne. “Ci sono molte donne che hanno lavorato nel circuito Nba e in Espn che si sono guadagnate l’opportunità di lavorare in trasmissioni televisive come questa”, ha commentato Beth Mowins, una delle telecroniste che aveva già fatto la storia lo scorso dicembre diventando la prima donna a commentare in televisione una partita di basket e nel 2017 la prima ad una partita della Nfl, il campionato di football.