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Non è come andare in bicicletta


Fiab e Università di Verona lanciano il corso per diventare Esperto promotore di mobilità ciclistica, per approfondire temi e competenze utili ad agire consapevolmente in un settore che negli ultimi mesi ha registrato un forte impulso verso l’innovazione grazie ad una attenzione crescente da parte di cittadini e istituzioni.

L’ottava edizione del corso sarà strutturata con lezioni online (42 ore complessive in tre fine settimana tra aprile e giugno) e quattro uscite in bicicletta a Mestre, Peschiera del Garda, Bolzano e Valsugana. La scadenza delle iscrizioni è fissata per il 28 febbraio. Il coordinatore del corso è l’ingegnere Marco Passigato, esperto in pianificazione, progettazione e promozione mobilità ciclistica e membro del Centro Studi Gallimbeni di FIAB; il direttore è il professore Federico Schena, Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento. Il corso dell’Università di Verona, organizzato con FIAB, è l’unico Corso Universitario post laurea dedicato in maniera specifica alla promozione della mobilità ciclistica.

Il Corso ha come docenti professori universitari, esperti FIAB e professionisti del settore; è rivolto a diplomati e laureati di qualsiasi livello e disciplina che desiderano acquisire una competenza specialistica e che puntano a fare della promozione della mobilità ciclistica una cifra fondamentale della propria professione. In quasi dieci anni FIAB e l’Università di Verona ha formato oltre 120 Esperti provenienti da tutta Italia e attivi in settori profit e non profit. Nel 2019 si è costituita anche l’Associazione Esperti Promotori della Mobilità Ciclistica – EPMC che stimola la formazione continua post diploma coordinata con la programmazione del Corso.

Donne in campo


Il calcio femminile sbarca in Sud Sudan come strumento per veicolare modelli culturali paritari. La South Sudan Football Association crede che progresso e armonia sociale possano rafforzarsi incoraggiando le donne a giocare a calcio: per questo ha inaugurato la ‘Stars Unite’, ossia la Strategia nazionale 2021-2024 per aumentare fino al 70 per cento la partecipazione di bambine e ragazze.

Nel Sud Sudan dopo anni di guerra civile, dove le donne sono state al centro del processo di pace e per le quali è stata fissata una quota del 35% al fine di garantire loro la partecipazione al governo, si sta realizzando l’idea di favorire il football femminile come veicolo di cambiamento culturale. Il progresso e l’armonia sociale possono rafforzarsi incoraggiando le donne a giocare a calcio. Ne e’ convinta la South Sudan Football Association (Ssfa), che questo mese ha inaugurato la ‘Stars Unite’, ossia la Strategia nazionale 2021-2024 per aumentare fino al 70 per cento la partecipazione di bambine e ragazze, che al momento sono poche migliaia nel Paese e non hanno un campionato nazionale.

Intanto il capitano della nazionale femminile, Amy Lasu, che ha iniziato a giocare in Kenya prima di tornare a giocare nel suo paese, dice che è una sfida perché per molto tempo il calcio è stato considerato uno sport maschile. Era considerato un tabù per le ragazze giocare.

La federazione ha spiegato che vuole mostrare al mondo che il Sud Sudan sta crescendo nel calcio femminile, cambiando la mentalità di alcune persone che ancora non credono che le donne possano non solo giocare a calcio ma essere responsabili del proprio destino.

In Sud Sudan, come in altri Paesi africani, il calcio per le donne rappresenta ancora un tabu’. La cultura è di stampo patriarcale, vige la tradizione dei matrimoni precoci, non a tutte le bambine è consentito studiare. La convinzione e’ che il calcio – sport molto popolare – possa fare la differenza e veicolare messaggi positivi e costruttivi.

A scuola di integrazione


Ha preso il via il Corso di Alta Formazione istituito dalla Figc nell’ambito delle attività didattiche legate a Refugee Teams, la principale iniziativa di carattere sociale della Federazione. Il programma didattico, destinato tra gli altri agli operatori sociali dei centri Siproimi, vuole trasmettere gli strumenti necessari per ottimizzare la gestione dei flussi migratori nel nostro Paese.

Il percorso formativo si articola in 28 moduli formativi, per un totale di 70 ore di formazione, e si prefigge l’obiettivo di promuovere la competenza culturale dei destinatari del progetto per migliorare il servizio di accoglienza; per prevenire e ridurre i fattori di stress e vulnerabilità con conseguente innalzamento del benessere psico-fisico dell’utenza straniera e rafforzamento della competenza culturale del personale sulle metodologie di prevenzione del fenomeno della violenza interculturale; migliorare la competenza da parte dei destinatari nella progettazione di azioni che implementino l’inclusione sociale attraverso il gioco del calcio; potenziare l’offerta del servizio offerto in termini di efficacia ed efficienza, realizzando pacchetti formativi che possano essere utilizzati in realtà differenti sviluppando azioni di governance a più livelli; costruire strategie efficaci per affrontare tutte le forme di incomprensione culturale e linguistica degli operatori sanitari e del personale della pubblica amministrazione verso i migranti; comprendere il Diritto delle migrazioni e delle politiche nazionali e internazionali relative ai fenomeni migratori.

Gli oltre 200 partecipanti che hanno formulato l’adesione al corso, potranno seguire i moduli didattici attraverso una piattaforma digitale sia in modalità sincrona che asincrona, prendendo parte alle diverse lezioni e ai gruppi di lavoro previsti dal programma.

Uniche


Al via da oggi su Timvision la nuova docuserie dedicata alle ragazze del calcio. Il servizio di Elena Fiorani.

A vent’anni da Sognando Beckham, film inglese che per la prima volta metteva al centro la passione calcistica declinata al femminile, le calciatrici della serie A diventano protagoniste di una serie in sei episodi per raccontare il dietro le quinte del calcio femminile professionista. Storie di tenacia e spirito di gruppo, che hanno portato queste atlete ad un traguardo straordinario: infatti, nel 2019 in Francia contro ogni previsione l’Italia arriva ai quarti di finale diventando la rivelazione del mondiale.

La serie segue la preparazione, dagli allenamenti al fischio d’inizio del campionato, fino ad arrivare alle convocazioni della Nazionale maggiore. Passione, appartenenza alla squadra, attaccamento alla maglia, sono le parole che tornano nei racconti delle ragazze del calcio, che hanno lottato e lottano ancora per ottenere il riconoscimento che meritano.

Popolo di camminatori


A basso impatto, slow, minimalista: è il trekking l’attività più praticata nelle vacanze 2020, scelta dal 39% dei vacanzieri. Secondo l’Isnart, oltre 27 milioni di italiani hanno scelto di trascorrere le proprie ferie, e visitare luoghi nuovi, camminando. In particolare sono stati preferiti i percorsi brevi da coprire con poche giornate di cammino.

Un cambio di paradigma, questo, senza dubbio causato dalla necessità di distanziamento sociale, dal desiderio di frequentare piccoli luoghi non affollati, dal bisogno di aria e movimento. Camminare è un’attività a basso impatto, slow e minimalista che coniuga, in particolare nei cammini storici, il raggiungimento di una meta più o meno simbolica, la possibilità di fare nuovi incontri e di condividere ostelli e percorso per uno o più giorni.

Per tutti i “pellegrini”, le motivazioni a partire sono riconducibili per il 43% alla ricerca di benessere fisico e psicofisico e per il 22% al desiderio di stare all’aria aperta dopo il lockdown primaverile. Il 15% del campione ha inoltre dichiarato di aver effettuato il viaggio in estate semplicemente per non aver potuto camminare nei mesi inizialmente previsti, tra marzo e maggio, i più classici e indicati per evitare l’eccesso di calura.

Sport sempre più accessibile


Nasce la piattaforma per l’acquisto di ausili sportivi da destinare in uso gratuito a persone con disabilità interessate all’avviamento alla pratica sportiva. Sulla base della dotazione annuale del ‘Fondo unico a sostegno del potenziamento del  movimento sportivo italiano’, è stato assegnato, per l’anno 2020, un milione e mezzo di euro.

Lo sport è inclusione e rispetto dell’altro: per questo occorre continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere finanziariamente i progetti sportivi per rendere lo sport accessibile ai disabili”. Con decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 16 aprile 2020, sulla base della dotazione annuale del ‘Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano’, è stata assegnata, per l’anno 2020, la somma di 1.500.000 di euro per l’acquisto di ausili sportivi da destinare in uso gratuito ai soggetti con disabilità interessati all’avviamento alla pratica sportiva.

Il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si legge in una nota, per gestire il fondo ha sottoscritto un Accordo con il Comitato Italiano Paralimpico, la Società Sport e Salute S.p.a. e l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. Le istituzioni coinvolte, ognuna per il proprio settore di competenza, hanno collaborato “concretamente e con spirito interistituzionale al fine di realizzare una proposta operativa di gestione del Fondo”. È stata realizzata una apposita piattaforma informatica per le società e/o associazioni sportive nazionali che vorranno richiedere le risorse finanziarie necessarie per l’acquisto degli ausili sportivi.

Due ruote e una passione


Mille chilometri in bicicletta per riscoprire il “Cuore d’Abruzzo” è il sistema di ciclovie, composto da 14 percorsi mappati e accessibili ad ogni livello di preparazione, che coinvolge 27 Comuni per valorizzare il territorio e vincere lo spopolamento. Il grande anello ciclabile connette il Parco Nazionale della Majella con quello di Abruzzo, Lazio e Molise e con il Regionale del Sirente-Velino.

Dalla duecentesca Abbazia celestiniana di Santo Spirito a Morrone (Aq) si snodano percorsi che attraversano uno dei territori con i borghi storici fra i più belli d’Italia. Siamo a Sulmona, “cuore d’Abruzzo”, dove 27 Comuni si sono uniti e hanno fatto un piano di valorizzazione del territorio con l’aiuto della Fondazione Symbola e in collaborazione con Federciclismo, Bike for Fun e la società Helios di Bolzano. Il primo passo è stata la creazione di 14 itinerari cicloturistici, percorsi modulari accessibili a diversi livelli di preparazione, principalmente su strade secondarie e poco trafficate, tutti mappati con informazioni precise su estensione, profilo altimetrico, grado di difficoltà e attrazioni lungo la via. Si integrano a quelli già esistenti come la «Ciclovidia» dell’associazione Bicincontriamoci e gli itinerari della Provincia dell’Aquila e del Gal Abruzzo Italico Alto Sangro.

I 14 itinerari sono disponibili gratuitamente sulla piattaforma Komoot, già presente sugli smartphone di 5 milioni di appassionati cicloturisti in Italia. «O ci mettiamo insieme – spiega il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini- o non c’è futuro. Il nostro è un territorio che è stato lasciato ai margini di qualsiasi investimento infrastrutturale nel corso dei decenni. Una di quelle aree interne che soffrono lo spopolamento e le difficoltà economiche. Ma abbiamo qualità e risorse da valorizzare e possiamo farlo insieme, pensandoci come un’unica grande area urbana».

Ancora in ginocchio


Dopo l’assalto al Congresso Usa da parte dei sostenitori del presidente uscente Donald Trump le stelle del basket americano hanno preso nuovamente posizione contro la violenza con diverse iniziative sul parquet. Tante le squadre che prima di iniziare a giocare si sono inginocchiate, mentre altre si sono abbracciate e strette in cerchio al centro del campo.

Gli Stati Uniti sono sotto shock dopo l‘assalto al Congresso da parte dei sostenitori del presidente uscente Donald Trump. Le scene di quanto avvenuto a Washington, e degli scontri violenti, hanno fatto il giro del mondo e lasciato senza parole anche il mondo dello sport. La NBA, il campionato di basket a stelle e strisce, ha comunque deciso di scendere in campo, con le varie squadre che prima di darsi battaglia sul parquet, con le partite della notte tra 6 e 7 gennaio hanno voluto ribadire con diverse iniziative il proprio no alla violenza.

Una presa di posizione confermata da un comunicato: “Questa sera abbiamo deciso di scendere in campo per continuare a portare gioia nelle vite degli appassionati, ma non dobbiamo mai dimenticare che viviamo in un mondo dove l’ingiustizia sociale la fa da padrone e continueremo a usare la nostra voce affinché le cose possano cambiare”. In primis sono state tante le squadre che prima di dare il via alle ostilità si sono inginocchiate, con un gesto reso ormai celebre anche in occasione delle manifestazioni successive all’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte di un agente di polizia.

Dai Golden State Warriors ai Los Angeles Clippers, dai Milwaukee Bucks ai Detroit Pistons, dai Miami Heat ai Boston Celtics, sono tante le franchigie che prima del fischio d’inizio o in occasione del primo possesso si sono messi in ginocchio sul parquet. Giocatori e staff tecnici dei Phoenix Suns e dei Toronto Raptors si sono invece abbracciati e stretti in cerchio a dimostrazione che non ci sono colori e rivalità contro ogni forma di violenza.

di Pierluigi Lantieri

Ripartire da un sottoscala


E’ il progetto di didattica di strada, gioco e prevenzione messo in campo nel quartiere Arghillà di Reggio Calabria. Il servizio di Elena Fiorani.

Mentre lo sport è tutto fermo, a Reggio Calabria scendono in campo con un pallone sottobraccio medici, insegnanti, educatori e giovani volontari. Le fragilità del quartiere reggino che hanno spinto in strada un gruppo di associazioni dalla prima settimana di dicembre per tre volte a settimana, sono varie, dalla povertà all’abbandono scolastico, dalla micro criminalità alla scarsa conoscenza in tema di igiene e prevenzione delle malattie.

Per questo sono stati pensati dei percorsi d’animazione volti a garantire tre diritti fondamentali oggi negati ai ragazzi: diritto alla salute, all’istruzione e al gioco. L’equipe educativa sta animando i sottoscala dei vari lotti attraverso giochi e iniziative ludiche rispondenti anche alle limitazioni dei Dpcm. L’idea è quella di agganciare bambini e ragazzi attraverso il gioco, e provare a creare relazioni significative e di fiducia anche con le famiglie.

Un calcio all’odio


Dialect è il progetto di ActionAid che promuove inclusione giovanile attraverso il calcio, coinvolgendo 500 ragazzi di Italia, Grecia, Serbia e Ungheria. L’idea di partenza è che il calcio possa essere uno spazio dove tornare a costruire il senso di comunità e combattere i discorsi d’odio. In Italia il progetto si svolge a Napoli, partecipano 150 adolescenti, con background migratorio e non.

Una ricerca guidata dal Centro Nazionale di Ricerca Sociale greco (EKKE) sulla percezione della connessione esistente tra attività sportiva giovanile e diffusione dei discorsi d’odio ha evidenziato, nei paesi partecipanti al progetto (Italia, Grecia, Serbia e Ungheria): in primis la presenza di polarizzazioni sociali e politiche, oltre che una crescente influenza dei partiti estremisti nei percorsi di crescita giovanile.

“In questo particolare momento lo sport deve essere uno strumento utile ai giovani per sentirsi inclusi. Sarà inoltre utile anche per sconfiggere situazioni omofobe o razziste”. Queste le parole di Daniela Capalbo, Project Manager DIALECT per ActionAid Italia. “DIALECT – Sconfiggere la polarizzazione: costruire comunità fondate sul rispetto reciproco attraverso il calcio” è un progetto che coinvolge 500 giovani: attraverso questa iniziativa l’intolleranza e la xenofobia saranno eliminate dal calcio. Football3 Grazie alla metodologia innovativa Football3 i giovani verranno aiutati a sviluppare il fair play promuovendo uguaglianza e rispetto. In primis, in Football3 non ci sono arbitri e allenatori e le squadre discuteranno e concorderanno direttamente le regole. Poi, vince chi ottiene più punti in base alle regole e non in base al numero dei gol segnati. La stessa metodologia, quindi, consentirà ai rappresentanti della società civile e degli enti locali di identificare e contrastare forme di discriminazione e intolleranza.

DIALECT è cofinanziato dal Programma diritti, uguaglianza e cittadinanza 2014-2020 dell’Unione europea. In Italia è promosso da ActionAid. In Grecia da ActionAid e dal Centro nazionale per la ricerca sociale (EKKE). Poi, per l’Ungheria da Otlalom Sport Association. Infine, in Serbia da Football Friendsalcio del 2022 in Inghilterra, una stella ha brillato in assoluto nella gara, quella di Nadia Nadim, una giovane donna afgana naturalizzata danese che è diventata calciatrice per scappare agli orrori della guerra e che ci ha puniti con una doppietta. L’aver acceso i riflettori su di lei ci permette di parlare della sua eccezionale vita e di come lo sport possa essere un’ancora di salvezza.