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Mobilità sostenibile, i primi 20 anni della Settimana Europea


 

 

Muoviti sostenibile e in salute. E’ lo slogan della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, che andrà avanti fino al 22 settembre. Il servizio di Elena Fiorani.

L’iniziativa festeggia i suoi primi 20 anni e questa edizione rappresenta per tutti la speranza di un’uscita immediata da una crisi che ha sconvolto le nostre abitudini e le nostre città, accelerando l’evoluzione verso una mobilità dolce e innovativa, da mettere a regime e incoraggiare. Sono 51 i Paesi europei partecipanti e cento le città italiane.

L’invito ai cittadini europei è a tenersi in forma fisicamente e mentalmente e a mostrare considerazione per l’ambiente e la salute degli altri nella scelta tra le differenti modalità di trasporto. Molte le proposte, in particolare per promuovere l’uso della bicicletta, come la Fancy Women Bike Ride in programma domenica a Rovigo.

Festival Sócrates: a Roma la tre giorni dedicata all’editoria sportiva


Sport, storie, società: tre parole d’ordine per la prima edizione di Sócrates, festival culturale e fiera dell’editoria sportiva. A Roma, da domani al 19 settembre, un fitto programma di eventi ed incontri con molti nomi di prestigio tra scrittori, giornalisti di settore e addetti ai lavori. Obiettivo: guardare alla nostra società attraverso la lente dello sport e del racconto sportivo. La fiera avrà sede negli spazi aperti del Circolo ARCI del Brancaleone, in via Levanna, 11. Tra i luoghi deputati agli incontri: la Biblioteca Flaiano, Parco Labia, e altre piazze e spazi sociali del Terzo Municipio.

“Sócrates: Sport Storie Società” è organizzata dal Terzo Municipio con il supporto della Scuola del libro e coinvolge le diverse realtà locali che durante le tre giornate dialogheranno con nomi di prestigio tra scrittori, giornalisti di settore e addetti ai lavori. La direzione artistica è curata da Alessandro Gazoia, scrittore, e da Federica Antonacci, organizzatrice di eventi. Sócrates – Sport Storie e Società utilizza la lente dello sport e del racconto sportivo per guardare alla nostra società, ai suoi modelli culturali di riferimento e a come, nel tempo e nei luoghi, si modifica la sensibilità comune. Oltre a essere fonte di ispirazione, divertimento e gioia per molte persone lo sport, con questo festival, diventa anche altro, trasformandosi in un progetto culturale stimolante, ambizioso quanto coinvolgente. Fare sport, raccontare storie legate alle sue varie discipline e portarlo poi negli ambiti culturali e nei quartieri dove gli spazi sono luoghi condivisi, messi a disposizione del pubblico e dei cittadini, amplifica il suo stesso significato. Per questo i 50 incontri daranno sì spazio al divertimento, ma ponendo sempre al centro la riflessione, la partecipazione e gli interventi dei presenti.

Tra le case editrici presenti nella fiera, importante e significativa è l’adesione di quelle specializzate nello sport e di altre con differenti specificità, ma con la presenza nel catalogo di collane sportive. Alcune delle case editrici presenti: Alegre, Diarkos, Ediciclo, Edizioni Clichy, Edizioni Mare Verticale, Einaudi, Giorgio Nada, Giulio Perrone editore, il Saggiatore, Incontropiede, Lab Dfg, La Nave di Teseo, Milieu edizioni, minimum fax, Mimesis, Nutrimenti, People, Red Star Press, 66thand2nd, Sellerio, Tunué, Urbone.

Numerose le declinazioni con cui verrà trattato il tema sportivo. Si spazierà dalle biografie, ai saggi, al memoir, ai romanzi accompagnati da letture collettive di racconti e per l’occasione il divertimento sarà assicurato con veri tornei di “biliardino letterario”: progetto ludico culturale che vuole accostare il piacere del gioco alla promozione del libro e della lettura. C’è in pratica un biliardino, uno vero, con le stecche, gli omini rossi e blu e le palline e ci sono tante squadre che hanno come nome il titolo di un libro e che per iscriversi al torneo hanno versato tale libro all’organizzazione come quota di iscrizione. Il Maestro e Margherita contro Moby Dick, e poi ancora L’Avversario contro Tre uomini in barca. Chi passerà il turno? Quale squadra porterà alla vittoria il proprio libro preferito? Chi vincerà?

Per gli appassionati di calcio, diversi gli incontri proposti: dall’evento in ricordo di Gianni Mura, storica firma di la Repubblica e tra le penne più apprezzate dello sport, all’incontro su Maradona, a partire dal libro sul campione di Gianni Minà fino a quelli dedicati a George Best, a Zlatan Ibrahimovic e a Gigi Riva. Aprirà il festival Sandro Bonvissuto che sull’amore per una squadra di calcio, la sua Roma, ha scritto La gioia fa parecchio rumore (Einaudi), il suo ultimo romanzo. Parteciperà tra gli altri, Angelo Carotenuto con Le canaglie (Sellerio), questa volta protagonista la Lazio degli anni ’70. Tra gli ospiti i militanti del collettivo Unfair play con La risposta è 442.

Ciclisti urbani, amanti delle due ruote e appassionati di ciclismo troveranno un importante spazio dedicato: cantata dai Têtes de Bois, interpretata da Margherita Hack in un video, e oggi raccontata da Simona Baldelli nel libro Alfonsina e la strada (Sellerio); Alfonsina Strada, personaggio centrale di un incontro, è stata la prima donna che partecipò a gare maschili come il Giro di Lombardia e il Giro d’Italia E poi ancora storie d’amore a pedali e fughe epiche faranno da cornice al festival. Attesa la partecipazione del collettivo Bidon con Vie di fuga.

L’ingresso a tutti gli eventi è gratuito. Per quelli al circolo Arci Brancaleone è necessaria la tessera Arci (si può registrare direttamente lì in sede). Saranno rispettate tutte le normative Covid previste dal DPCM di riferimento in quel periodo. Per il Festival l’organizzazione è a cura di Valentina Battisti, manifesto e grafica a cura di Giorgia Di Carlo e Alberto Scalia, i social di Mariafrancesca Perna, allievi della tredicesima edizione del master “Il lavoro editoriale” della Scuola del libro.

di Pierluigi Lantieri

Al via il Francigena Fidenza Festival: tre giorni dedicati ai cammini d’Europa


Buon passo. Al via domani a Fidenza il primo Festival dedicato alla via Francigena e ai cammini d’Europa, con un ricco programma di incontri, visite guidate, mostre e spettacoli, e una particolare attenzione all’accessibilità. Sarà anche l’occasione per una riflessione sul turismo sostenibile come volàno economico per i territori.

Il primo festival dedicato alla via Francigena e ai cammini d’Italia e d’Europa si terrà a Fidenza (Parma) dal 16 al 19 settembre, organizzato dal Comune di Fidenza con la collaborazione di Terre di mezzo Editore e dell’Associazione Europea delle Vie Francigene. Obiettivo del Festival: promuovere la conoscenza dell’intero percorso della Via Francigena nella sua dimensione internazionale, geografica e culturale, ma anche valorizzare i luoghi francigeni della città e lungo l’asse regionale della Via. Inoltre il Francigena Fidenza Festival si propone come momento di riflessione sul turismo sostenibile sia a livello nazionale sia internazionale, e sul suo ruolo di volàno economico per i territori.

Nei tre giorni dell’evento si parlerà anche di accessibilità dei cammini, in particolare domenica alle 16.30 in piazza Pontida, con Pietro Scidurlo, fondatore di Free Wheels Onlus, che racconta la sua storia e il suo impegno per rendere accessibili a tutti, comprese le persone con piccole e grandi disabilità, i Cammini. A 33 anni Pietro ha percorso da solo su handbike il Cammino di Santiago (e lo ha poi rifatto per scrivere la guida “Santiago per tutti. Senza barriere fino a Compostela”); nel 2016 ha percorso interamente la Via Francigena, una vera impresa tanto che, ad attenderlo a Roma, c’era il ministro Dario Franceschini. L’incontro “Oltre ogni barriera. Il cammino per tutti secondo Pietro Scidurlo” vuole contribuire ad accendere i riflettori su ciò che c’è ancora da fare per rendere i percorsi accessibili anche alle persone con disabilità.

Il ricco calendario di appuntamenti del Festival prevede interventi di storici, di personalità del mondo dell’arte, di camminatori famosi e giornalisti, oltre a mostre, escursioni e visite guidate per scoprire il territorio e le sue ricchezze storiche, culturali e enogastronomiche. E, ancora, concerti e momenti dedicati alle istituzioni.

Diversi i nomi di spicco per questa prima edizione. Tra gli altri, gli storici Franco Cardini e Renato Stopani, l’architetto Mario Botta, i camminatori Riccardo Carnovalini, Anna Rastello, Simone Frignani, Roberta Ferraris, Jacopo Caucci von Saucken, Enrico Sgarella, Paolo Piacentini, Pietro Scidurlo, Ilaria Canali, e poi Umberto Galimberti, Beppe Severgnini, Michele Serra e Serena Dandini.

Ogni anno il Festival ospiterà due Cammini, uno legato ai grandi Itinerari culturali del Consiglio d’Europa, e uno italiano: per questa edizione la scelta è caduta sul Cammino di Santiago de Compostela, in Spagna, il pellegrinaggio più famoso in Europa, con i suoi 350 mila camminatori nel 2019, che celebra proprio quest’anno il suo Anno Santo; e sul Cammino delle Terre Mutate, un percorso di recente istituzione ma davvero significativo ed emozionante, perché attraversa, da Fabriano a L’Aquila, le terre dell’Appennino colpite e “mutate” dagli ultimi eventi sismici tra il 2009 e il 2017.

Due gli incontri dedicati a questi itinerari. “A Santiago, dove tutti siamo nati”, venerdì 17 settembre alle 17.30 in piazza Pontida con Jacopo Caucci Von Saucken, professore di lingua e letteratura spagnola all’Università degli studi di Firenze e priore della Confraternita di San Jacopo di Perugia. Si parlerà anche di come questo itinerario, dopo i secoli in cui sembrava dimenticato, sia tornato a essere “la madre di tutti i cammini” e motore di sviluppo economico e turistico di un intero Paese.

Il Cammino delle Terre Mutate: la rinascita di una terra trasformata, domenica 19 settembre alle 11.30 (in piazza Pontida – tensostruttura), con Enrico Sgarella, autore della “Guida al Cammino delle Terre Mutate” (Terre di mezzo Editore) e fondatore del “Movimento Tellurico”, Paolo Piacentini, consigliere del ministro della Cultura Dario Franceschini per gli itinerari culturali e i Cammini e la giornalista Elena Parasiliti.

Parte ComuniCiclabili: la valutazione di Fiab sulla mobilità in bicicletta


ComuniCiclabili. Al via la quinta edizione dell’iniziativa che serve a valutare la ciclabilità a tutto tondo delle amministrazioni locali. Non si tratta di un premio, ma di un’analisi oggettiva dello stato attuale di una città vista sotto i molteplici aspetti che hanno a che fare con la bicicletta. Dalle infrastrutture fino alla comunicazione istituzionale.

La quarta edizione di ComuniCiclabili si è chiusa con un network che conta ormai più di 150 città in tutta Italia. Non soltanto i piccoli centri, che hanno attuato pratiche virtuose e di livello europeo, ma anche decine di capoluoghi e le più grandi realtà come Milano, Roma, Torino, Bologna e Firenze. Con questa iniziativa FIAB vuole stimolare lo sviluppo di politiche ciclabili da parte delle amministrazioni.

Tra le novità della quinta edizione di ComuniCiclabili FIAB, quest’anno la scheda di valutazione include ulteriori innovazioni, presenti nel Decreto Semplificazioni, come il doppio senso ciclabile e strade ciclabili urbane E-bis; saranno anche da contemplare le strade rese F-bis “itinerari ciclopedonali”, che hanno una grande potenzialità in ottica di pendolarismo e cicloturismo.

«Coinvolgere e indirizzare in modo propositivo i comuni è fondamentale per il buon esito della transizione virtuosa delle nostre città – ha dichiarato Alessandro Tursi, Presidente FIAB -, e ComuniCiclabili è lo strumento adatto. FIAB si pone al fianco delle amministrazioni volenterose per fornire tutta la propria competenza ed esperienza trentennale. Da oggi anche con un percorso formativo della Scuola dei ComuniCiclabili dedicato ai tecnici degli enti locali. A tal fine abbiamo appena sottoscritto un accordo tra FIAB e UNITEL-Unione dei Tecnici degli Enti Locali, poiché essi sono le figure chiave affinché le nuove importanti risorse, a cominciare da quelle del PNRR, vengano utilizzate nel modo migliore con progetti validi e efficaci».

Sono quattro gli indicatori che FIAB considera per raggiungere una valutazione complessiva in bike smile di ComuniCiclabili: cicloturismo, mobilità urbana, governance e comunicazione-promozione. Nella nuova edizione la Federazione ha voluto aggiornare proprio quest’ultima sezione. Per dare un segnale a sindaci e assessori è stata fatta una scelta chiara: verrà infatti tenuto conto, ma con punteggio a detrarre di segno meno, anche degli eventi motoristici di vario genere (auto e moto, a combustione o elettriche) dell’ultimo anno, che dunque peseranno nella valutazione finale del comune. La transizione ecologica deve necessariamente partire da un cambio di paradigma culturale, soprattutto in un paese come il nostro, congestionato e penalizzato da un tasso di motorizzazione tra i più elevati e insostenibili al mondo.

Torna Bicinrosa: una pedalata contro il tumore al seno


 

 

Domenica è “Bicinrosa”. A Roma una pedalata per sensibilizzare sulla prevenzione del tumore al seno. Il servizio di Elena Fiorani.

Nell’ultimo anno e mezzo, a causa di milioni di test non effettuati per via della pandemia da Covid-19, è stata persa gran parte dei benefici ottenuti in 40 anni di prevenzione del tumore al seno grazie agli screening obbligatori. Le conseguenze sulle diagnosi precoci e sull’aumento della mortalità sono gravissime.

Per questo Bicinrosa torna in campo, per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di proseguire nella lotta al tumore al seno. La ciclopedalata non competitiva, organizzata dalla Breast Unit del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, partirà alle 10.30 e tornerà a riempire di colore le vie del centro storico con una valanga di magliette rosa che pedaleranno insieme da Largo Corrado Ricci a piazza del Popolo.

Afghanistan, vietato lo sport alle donne: “espone i loro corpi”


Cartellino rosso per i diritti. Le donne afghane non potranno più giocare a cricket né a nessun altro sport che “esponga i loro corpi”. Vietate anche le partite a porte chiuse, perché immagini potrebbero essere diffuse con “video o foto”: il nuovo governo talebano mostra il suo vero volto, cancellando i diritti delle donne.

“Non credo che alle donne sarà consentito di giocare a cricket perché non è necessario che le donne giochino a cricket”, ha dichiarato all’emittente australiana Sbs news il vicecapo della Commissione cultura dei talebani, Ahmadullah Wasiq, spiegando che nel gioco “potrebbero dover affrontare situazioni in cui il loro viso o il loro corpo non siano coperti. L’Islam non permette che le donne siano viste così”.

Inoltre, “questa è l’era dei media, e ci saranno foto e video, e la gente li guarderà. L’Islam e l’Emirato islamico non consente alle donne di giocare a cricket o qualunque altro tipo di sport che le esponga”. La mossa dei talebani mette a rischio l’atteso match di cricket previsto in Australia a novembre tra le due nazionali maschili, perché per poter giocare l’International Cricket Council richiede a tutti i suoi 12 membri di avere anche una squadra nazionale femminile.

Mobilità sostenibile, si fa largo la strada dei mobility manager


Città in movimento. Approvate le linee guida per la redazione e l’attuazione dei piani degli spostamenti casa-lavoro da parte dei mobility manager, figure professionali, già presenti nella pubblica amministrazione e in alcune aziende, che hanno il compito di favorire un pendolarismo meno impattante, riducendo il traffico di auto private a favore di trasporti pubblici e biciclette.

«Si tratta di un passo importante in vista della ripresa delle attività e servirà ai mobilty manager per l’organizzazione degli spostamenti dei dipendenti e la gestione degli orari al fine di alleggerire la pressione sulla viabilità e sul trasporto pubblico locale». Con queste parole il ministro dei Trasporti e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha commentato l’approvazione delle linee guida per la redazione e l’attuazione dei piani degli spostamenti casa-lavoro da parte dei mobility manager. Queste figure professionali, presenti oggi sia nella pubblica amministrazione sia in alcune aziende, hanno il compito decisivo di favorire un pendolarismo meno impattante sull’ambiente e sulle città.

Al netto dei passi avanti fatti con le ciclabili di emergenza e al boom di biciclette seguito al bonus mobilità, molto ancora resta da fare per cambiare le abitudini negli spostamenti quotidiani. Il ruolo del mobility manager, come insegnano gli esempi già attivi lungo la penisola, è quello di pensare all’azienda come a un attore del territorio, a cui è richiesto un impegno per limitare l’impatto sul traffico e sull’ambiente.

Come si legge sul sito ufficiale del Mims, «i piani di spostamento casa-lavoro sono finalizzati anche a una più efficace distribuzione degli utenti del trasporto pubblico locale, oltre che a realizzare un coordinamento tra gli orari di inizio e termine delle attività economiche, lavorative e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano». L’obiettivo ultimo di questo sforzo corale, da parte della politica, della PA e delle aziende, è ridurre il traffico di automobili private e aumentare il numero di dipendenti che utilizzano trasporti pubblici, biciclette o fanno ricorso al carpooling.

“Il PSCL – si legge infatti nel documento delle linee guida – è finalizzato alla riduzione del traffico veicolare privato ed individua le misure utili a orientare gli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente verso forme di mobilità sostenibile alternative all’uso individuale del veicolo privato a motore, sulla base dell’analisi degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, delle loro esigenze di mobilità e dello stato dell’offerta di trasporto presente nel territorio interessato”.

Come corre il riciclo: le scarpe da jogging a impatto zero


Come corre il riciclo. Arrivano le scarpe da jogging fatte con bottiglie riciclate e fondi del caffè, prodotte senza danni all’ambiente. Ci ha pensato l’azienda finlandese Rens, che per realizzare il progetto, sta raccogliendo fondi tramite un crowdfunding.

Fare affari con successo e rispettando la natura, rendendo ancor più ecologico lo sport naturale per eccellenza, il jogging. Ci ha pensato l’azienda finlandese Rens, come riporta The Guardian. Sviluppando, per la seconda volta nella sua storia aziendale, un modello di scarpe da jogging prodotto senza emissioni e danni all’ambiente né uso di plastica vergine, grazie a bottiglie riciclate e chicchi di caffé riciclati.

Al momento è un coraggioso progetto, per realizzare il quale Rens si affida alla sensibilità ecologica del pubblico: l’azienda finlandese ha iniziato ieri su internet un crowdfunding per contribuire a finanziare progetto sviluppo produzione e commercializzazione delle scarpe da jogging al caffé.

“Pensiamo che possa essere l’inizio di una rivoluzione nell’abbigliamento sportivo e in generale lanciare simili gamme di prodotti riciclabili”, ha detto al Guardian il ceo di Rens, Son Chou, secondo cui le scarpe, che verranno lanciate sul mercato col significativo nome Nomad, saranno prodotte anche con rifiuti di caffé e poliestere e bottiglie riciclate, essendo cosí totalmente a impatto zero.

È la seconda volta che Rens lancia sul mercato scarpe sportive totalmente ecologiche in uso di materiali e tecniche di produzione. La prima volta avvenne nel 2019 con il modello Kickstarter, una scarpa diversa da Nomad, pensata per il pubblico più sportivo per alte prestazioni. Secondo Jesse Tran, cofondatore e amministratore delegato di Rens, “con il nuovo modello di scarpa ci stiamo avvalendo di esperienze e consigli di molti acquirenti dei modelli precedenti”.

La Nomad e il modello precedente hanno bisogno dei resti di caffè usato per 21 tazze di caffé. Secondo la società di analisi del mercato Mintel, cresce ovunque la domanda di sneakers e altro materiale sportivo prodotto nel modo più ecologico possibile. Il nuovo trend sta cambiando la struttura del mercato. Coi nuovi sistemi e tecniche di produzione ecologiche di materiale riciclato si aumentano le vendite e si riducono alla lunga anche i costi di produzione. Come a dire: andiamoci a prendere un caffè e vestiremo più ecologici e naturali.

“Un cuore da campione”: il libro che narra la storia dell’inventore delle Paralimpiadi


Storia di una rivoluzione. Si sono chiuse le paralimpiadi di Tokyo, per approfondirne la storia è disponibile il libro di Roberto Riccardi che racconta la vicenda di Ludwig Guttmann, il neurologo che scampò al nazismo e inventò i Giochi paralimpici, intuendo come lo sport potesse essere veicolo di inclusione e autostima, oltre che di riabilitazione.

Chi era Ludwig Guttmann? Una vita che ha cambiato il corso di migliaia di altre vite, ben oltre la competizione sportiva. Il libro, documentato e coinvolgente, di Roberto Riccardi edito da La Giuntina ne racconta la storia. La prima edizione dei giochi paralimpici si tenne ufficialmente in concomitanza delle Olimpiadi di Roma, nel 1960. A quella prima edizione – simbolicamente aperta l’8 settembre – parteciparono 400 atleti in carrozzina, in rappresentanza di 23 paesi sfilano davanti a 5000 spettatori. Ma, questo, era solo il punto di approdo (e di ripartenza) di un percorso avviato da Guttmann ventidue anni prima. Neurologo, specializzato in lesioni della colonna spinale, Guttmann era fuggito dalla Germania nel 1938, trovando riparo in Inghilterra.

Nel 1944, su richiesta del governo britannico, il dottor Ludwig Guttmann divenne direttore presso l’ospedale di Stoke Mandeville. Nel Berkshire, Guttmann cambiò per sempre l’approccio alla paraplegia. A Stoke Mandeville, racconta Ricciardi, «i feriti di guerra non avrebbero incontrato né avversione né commiserazione. Questi giovani – perlopiù piloti della RAF impegnati a difendere l’Europa dalla minaccia nazista – erano «il meglio degli uomini» e non meritavano di marcire in un letto».

Alla disperazione e ai sedativi, Guttmann preferì l’attività sportiva, l’aria fresca, la gioia dei rapporti umani. Ragazzi che la guerra aveva drammaticamente segnato tornavano alla vita grazie all’entusiasmo di una sana competizione. Il 29 luglio 1948, giorno della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra, il dottor Guttmann organizzò la prima competizione per atleti in sedia a rotelle che chiamò “Stoke Mandeville Games”. Le sedici persone, tra militari e donne ferite, che parteciparono alla competizione di tiro con l’arco misero la prima pietra di quella che sarebbe diventata la rivoluzione paralimpica. L’anno della svolta, racconta Riccardi, fu appunto il 1960, quando grazie al medico italiano Antonio Maglio i cosiddetti Giochi di Stoke Mandeville approdarono a Roma, in occasione della XVII Olimpiade. Nacquero così le gare paralimpiche.